lunedì 1 settembre 2025

Nei boschi di Valzurio, alla ricerca delle "Marmitte del Moschel": il top per una giornata uggiosa.

🥾 Dislivello: quasi 500 metri              ⌚ Durata: oltre 4 ore            📏Lunghezza: 10,5 chilometri

Alle Marmitte del Moschel.

Quando il sole latita ed il cielo scompare nella foschia e tra le nubi più fitte, la montagna può regalare altre emozioni. Niente panorami incantevoli, o viste su corone di cime, ma piccoli fiori, boschi ombrosissimi e giochi d'acqua nelle pieghe e tra le pozze dei torrenti. Per non citare le cascine curate e ristrutturate da secoli di mani industriose. Tutto ciò in un anello con partenza da Spinelli, che porta di fronte ai pascoli di Col Palazzo, nei boschi più fitti della Valzurio, accanto alle acque cristalline del torrente Ogna.

I pascoli di Colle Palazzo da Baita Pizzoli.

L'anello qui proposto parte dal parcheggio di Spinelli (975 m-nelle note tecniche le informazioni per raggiungerlo e sulle modalità di pagamento della relativa sosta), realizzato poco sopra il suggestivo borgo di Valzurio, frazione del Comune di Oltressenda Alta. Si inizia salendo sino agli stalli più alti, dove termina l'asfalto e si prende a camminare sullo sterrato della strada forestale abitualmente percorsa dagli automezzi autorizzati a raggiungere le Stalle del Moschel. 

Spinelli e Valzurio dalla traccia di salita.

Si procede in leggera pendenza, da una finestra che si apre nel fogliame si intravvedono i borghi di Spinelli e Valzurio. Dopo un quarto d'ora, si incontra il primo bivio (1028 m). Sulla sinistra, accanto alla segnaletica che indica la direzione per Baita Cedrina-La Costa, una barriera metallica di colore giallo occlude il transito agli automezzi. I pedoni possono passare e quindi superiamo la barriera, abbandonando lo sterrato principale. 

Ciclamino delle Alpi: una presenza costante in questi boschi.

Si pianeggia brevemente per poi riprendere a salire, alternando decisi strappi a tratti più dolci. Il tracciato prosegue nel bosco, composto in prevalenza da faggi e noccioli. Accampagnati dalle prime fioriture stagionali dei ciclamini, dopo una decina di minuti dal primo bivio, raggiungiamo il successivo, dove voltiamo a destra, in direzione della Baita Cedrina, che incontriamo a quota 1160 m. circa (poco più di mezz'ora dalla partenza). 

Baita Cedrina.

Da qui procediamo sullo sterrato, superando un tornante destrorso, oltre il quale la pendenza si fa più decisa. Dopo una decina di minuti da Baita Cedrina si aggira un cancello indicante una proprietà privata e si continua a salire. Ci circonda un silenzio rotto soltanto dagli stridii di una coppia di rapaci, probabilmente due gheppi in fase di caccia. Poco oltre il bosco si dirada un po', portandoci ad una cascina ben ristrutturata, posta a quota 1270 m (un'ora circa dalla partenza), dove ha inizio il tratto più  avventuroso dell'escursione.

Alla cascina di quota 1270 metri.

Dietro la cascina il sentiero principale piega decisamente a sinistra, per poi bloccarsi di fronte ad una rudimentale staccionata in legno che sembra impedire il transito a chiunque. Invece il sentiero prosegue proprio scavalcandola, salendo brevemente in un tratto di bosco ceduo e raggiungendo una traccia ben visibile che transita a mezza costa. Si sale quindi su questo nuovo sentiero e procediamo verso sinistra.

La staccionata da superare.

Ci attende un tratto impegnativo, dove l'evidente tracciato è parzialmente interrotto da tronchi di abete rosso divelti dalla furia di una tempesta primaverile. Un solo passaggio risulterà un poco impegnativo; l'importante è non allontanarsi dal sentiero, che rimane comunque ben visibile. Dopo una decina di minuti il tracciato si normalizza e l'abetaia si va diradando, portandoci all'altezza di un bivio non segnalato. A sinistra si va verso un rudere. Noi saliamo a destra raggiungendo in breve Baita Pizzoli, situata in una posizione veramente spettacolare (1305 m-un quarto d'ora dalla precedente cascina).

Arrivo a Baita Pizzoli.

Conviene dedicare una breve sosta ad ammirare i vicini pascoli di Colle Palazzo, con le loro greggi e le cascine. Sul lato più in alto della Baita si trova un piccolo orto, coltivato a patate; un tubero che, in un passato neanche troppo lontano, era tra le poche, efficaci fonti di sostentamento per i territori montani quote. Ed anche i loro fiori non sono niente male!

Il fiore della patata.

Da Baita Pizzoli si sale ancora pochi passi, arrivando ad incrociare il sentiero delle Orobie Orientali (1333 m), segnalato come sentiero CAI n. 311, che collega Ardesio con il Rifugio Albani. Confortati dalla segnaletica biancorossa e dal fondo del tracciato, che in alcuni punti risulta straordinariamente morbido, procediamo su un lungo falsopiano, con bellissimi tratti pianeggianti alternati ad alcuni brevi strappi, uno dei quali ci porta a toccare quota 1420 m, il punto più alto del percorso. 

Campanula selvatica ai bordi del CAI n. 311.

Oltre ai numerosi ciclamini, alternati ad altre suggestive fioriture, il bosco ci regala altre riflessioni. A differenza del precedente sentiero, sul CAI n. 311 è evidente come la manutenzione sia ben curata. La tempesta della scorsa primavera aveva fatto strage, soprattutto di abeti, ostruendo e rendendo molto problematico il passaggio in diversi tratti. Oggi è possibile percorrerlo senza problemi, grazie anche al lavoro dei volontari del CAI, a cui va anche il mio personale ringraziamento.

Il ripristino del sentiero.

Dopo un'ora trascorsa camminando a mezzacosta, il tracciato scende verso la radura delle Stalle del Moschel. Dopo averle visualizzate fra la fronde, si raggiunge un bivio segnalato, dove si gira a destra e, in meno di cinque minuti, si confluisce sullo sterrato della strada forestale che parte dal parcheggio di  Spinelli, rappresentando quindi il percorso più veloce per chi vuole limitarsi a raggiungere il Moschel e le sue marmitte. Lasciamo alla nostra destra le Stalle del Moschel e procediamo a sinistra per una decina di minuti, fino ad incontrare il cartello indicante il termine della forestale stessa. Pochi passi più avanti, sulla sinistra, individuiamo e percorriamo un ponte metallico che attraversa il torrente Ogna (1270 m circa- due ore e tre quarti dalla partenza).

Il ponte sull'Ogna.

Addentrandoci alla nostra sinistra e costeggiando il le sponde del torrente, scopriamo il fenomeno geologico denominato "le marmitte dei giganti". La prima è di facile accesso. Per vedere quelle più a monte è necessario una certa prudenza, a causa dalla presenza di rocce molto scivolose e l'assenza di appigli stabili. La particolarità più evidente, che si noterà anche nel lungo rientro ai bordi dell'Ogna è che, mentre le marmitte sono colme d'acqua cristallina, gran parte del letto del torrente è quasi sempre asciutto. D'altra parte, proprio in questo punto si trova la base dello "scoglio calcareo" che ha formato l'imponente massiccio della Presolana.

Una delle marmitte, forse la più profonda...

Dopo la visita alle marmitte si ritorna alle Stalle del Moschel. Poco prima di arrivarci si volta a sinistra, su uno sterrato che scende dolcemente tra i prati e che, in breve, si riduce a sentiero. Una freccia in legno ci indica che ci stiamo dirigendo a Spinelli. Subito dopo spuntano i bolli biancorossi del sentiero CAI n. 340 che seguiamo con fiducia anche se, attraversando una radura un po' paludosa, abbiamo la netta sensazione di tornare indietro. 

La prima Stalla del Moschel salendo da Spinelli.

Dopo essere entrati in un rado faggeto, incontriamo una segnaletica verticale del CAI, che siamo costretti ad aggirare per scoprire che la nostra direzione è quella di voltare decisamente a destra. La freccia metallica indicante la direzione per Spinelli è infatti visibile solo per coloro che scendono dal Rifugio Olmo. Una carenza a cui si potrebbe sopperire con pochissima spesa.

La segnaletica verticale, carente per chi viene dal Moschel.

Si torna quindi a costeggiare il torrente Ogna, che resta alla nostra destra e, per un buon tratto, molto più in basso del tracciato pedonale. Più avanti incontreremo un ponte in ferro, di recente costruzione, che ci porterà sul lato orografico destro. Da quel punto il torrente ci rimarrà accanto, per buona parte con il letto in secca. Giusto verso la fine, grazie anche ad un paio di sorgive che scendono dalle pendici di Foppa Fosca e dal Costone del Valsacco, si rivedrà un po' di acqua che andrà a comporre, molto più a valle, i suggestivi laghetti azzurri della Valzurio. Noi non ci arriveremo, perchè il sentiero CAI n. 340 ci deposita sull'asfalto poco a valle del parcheggio di Spinelli, che ritroviamo alla nostra sinistra (un'ora abbondante dalle "marmitte dei giganti").

Genziana Asclepiade lungo le sponde dell'Ogna.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 27-08-2025 - tempo da nuvoloso a molto nuvoloso, con dense foschie in quota.
Punto di partenza dell'escursione: Ampio parcheggio con ticket gratta e sosta a monte di Spinelli, la contrada più a nord del Comune di Oltressenda AltaGli stalli distano circa 43 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco meno di un'ora d'automobile. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si procede diritti, seguendo le indicazioni per Valbondione. Dopo quattro chilometri si gira a destra in direzione di Villa d'Ogna. Entrati in paese si volta a sinistra (via IV Novembre) attraversando il borgo storico di Ogna. Si sale in direzione di Nasolino, superando quattro tornanti che portano al nucleo principale del Comune di Oltressenda Alta. Lo si lascia alle spalle imboccando, al bivio successivo, la stretta e tortuosa stradina che porta al borgo di Valzurio. Lo si attraversa prendendo la rampa che sale a Spinelli ed al successivo parcheggio
Il parcheggio si paga: Il parcheggio in località Spinelli, è a pagamento.  Occorre premunirsi di ticket gratta e sosta presso il Municipio di Oltressenda Alta o negli esercizi commerciali convenzionati. Per ulteriori dettagli si veda il sito del Comune: https://comune.oltressendaalta.bg.it/novita/notizie/novita_5.html. Il costo giornaliero è di 3,00 (tre) euro. 

Le Stalle del Moschel dal sentiero CAI n. 311.
 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: quasi 500 metri di sola salita per un totale, fra andata e ritorno, di dieci chilometri e mezzo. 
Durata: Poco più di quattro ore per l'intero anello, senza calcolare le soste.
Altre note: Si segnala che l'escursione si svolge in un'area in gran parte priva di segnale telefonico. La zona "non prende" rendendo impossibili chiamate, utilizzo di internet e invio di SMS. Il segnale torna disponibile dal borgo di Valzurio.

Carlina Bianca nel bosco della Foppa Fosca.

Altre escursioni in zona: In questo blog sono descritte altre tre escursioni che partono da Spinelli o dal borgo di Valzurio. Questi sono i link di collegamento:
Cartografia: La zona ed i sentieri interessati dall'itinerario sono ben segnalati nella nuovissima carta escursionistica Clusone-Pizzo della Presolana, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000.






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