🥾 Dislivello: circa 720 metri ⌚ Durata: oltre le quattro ore 📏Lunghezza: 9 chilometri
Lago e passo Branchino. Sullo sfondo, la cima del Menna. |
Questa è sicuramente tra le escursioni più lineari e suggestive delle Orobie. Presenta un dislivello di un certo impegno, con tratti ripidi alternati a più dolci pendenze, ripagato, nelle giornate più limpide, da splendidi panorami con inconfondibili tratti dolomitici. La microarea del Branchino, con il caratteristico rifugio, il placido laghetto naturale ed il colpo d'occhio regalato dal passo, regala emozioni indimenticabili.
Al passo, sotto l'ombrosa parete dell'Arera. |
La partenza dell'itinerario prende forma all'inizio della strada forestale (1117 m), riservata ai mezzi autorizzati, che porta all'Alpe Corte (informazioni più dettagliate nelle note tecniche). Si segue il segnavia CAI n. 220, calpestando i tratti cementati per una buona mezzora, fino ad un bivio (1360 m circa) dove, trascurando la traccia per il Rifugio dell'Alpe Corte e prendendo a sinistra il sentiero CAI n. 218A.
La segnaletica al primo bivio. |
La traccia torna a calpestare il fondo naturale e si tuffa nel folto dell'abetaia. Ad una ventina di minuti dal precedente bivio ne trascuriamo un altro per l'Alpe Corte, continuando a tenere la sinistra, salendo in direzione dell'Alpe Neel (1585 m). Ne raggiungiamo la base dopo aver camminato per circa un'ora dalla partenza. Per arrivare alla baita omonima servono altri dieci minuti, che trascorriamo incantati dalle viste che si sono improvvisamente aperte attorno a noi.
I pascoli dell'Alpe Neel, ai piedi della Cima Valmora e della Corna Piana. |
Raggiunta la baita, abbandoniamo la traccia CAI n. 218A e, salendo a sinistra, ci innestiamo in quella contrassegnata con il n. 218, che ci condurrà fino alla meta. La valle si allarga sempre di più. Sulla destra incombe il Corno Branchino, mentre a sinistra lo sguardo è catturato dalle dolomie della Corna Piana. In breve si arriva a costeggiare la baita Neel di Mezzo (1614 m-un'ora e mezza circa dalla partenza). Si sale tra verdissimi pascoli, concedendoci delle pause nelle quali, voltandoci indietro, ammiriamo la vastità di vette che circonda la Valcanale.
Baita Neel di mezzo. |
A destra le cime Valmora e del Fop, con il Monte Secco a chiudere la visuale; a sinistra la piatta prua del monte Campagano e, sullo sfondo, lo scuro skyline del massiccio della Presolana. I salti di un tumultuoso torrente ci accompagnano lungo lo strappo che porta al suggestivo e già visibile Rifugio Branchino. Con una certa fatica raggiungiamo la bandiera posta alla sinistra del Rifugio stesso (1787 m-due ore e un quarto dalla partenza), che ci concede un meritato ristoro.
Il Rifugio Branchino. |
Bastano poi pochi passi per sbucare sulle sponde del laghetto naturale, dal quale è evidente la traccia che sale al passo Branchino. L'ambiente è veramente spettacolare. Senza fatica si arriva alla meta, dove si lascia spaziare lo sguardo a 360°. Sulla sinistra è apparsa l'ombrosa parete nord del Pizzo Arera; di fronte la cuspide del Menna, a destra del quale si riconoscono le cime del crinale tra Val Brembana, Valsassina e Valtellina e le vette innevate delle Alpi Pennine.
Monte Vetro e Cima del Menna dal Passo Branchino. |
Per secoli il passo Branchino è stato un intensissimo crocevia per gli abitanti delle vallate limitrofe. Vi transitavano mandriani e minatori, boscaioli e mercanti. Da qui passava anche il tracciato della grande transumanza estiva delle greggi che, partite da Parre, sarebbero giunte ai pascoli di Valtellina e Svizzera. Dopo il Branchino, l'Alta Val Brembana e Chiavenna, salendo dalla Val di Lei, pecore e pastori valicavano il Passo dello Spluga. Da lì proseguivano per Coira, per poi sparpagliarsi tra gli innumerevoli pascoli della zona. Il lungo viaggio durava almeno una settimana.
Le cime dell'Alta Val Brembana e, sullo sfondo, le Alpi Pennine. |
Il rientro normalmente avviene lungo il percorso di salita. Noi abbiamo fatto una breve variante per pranzare al Rifugio Alpe Corte. Scendendo lungo il sentiero CAI n.218 siamo arrivati alla baita bassa di Neel dove abbiamo svoltato a sinistra, percorrendo per un brevissimo tratto il n. 218A.
Sulla via del ritorno, alla baita di Neel bassa, con la Presolana sullo sfondo. |
Al successivo bivio abbiamo svoltato a sinistra lungo un ben tracciato sentiero che, superando il vivace torrente che scende dalla Valle della Corte, ci ha portato rapidamente al Rifugio (1415 m - un'ora circa dal passo Branchino). E' (quasi) impossibile sbagliare. Questa zona è tra le meglio segnalate delle Orobie. Dopo la sosta ristoratrice, si percorre in discesa la strada cementata che porta al parcheggio in poco più di mezz'ora dall'Alpe Corte.
Il Corno Branchino. Alla sua base, baita Neel di mezzo. |
Note tecniche:
Data dell'escursione: 29-07-2025 - tempo bello.
Punto di partenza: Per raggiungere la frazione di Valcanale si deve percorrere la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa dove, invece di girare a destra per i tornanti che portano a Clusone, si prosegue diritti sulla provinciale n. 49 in direzione di Valbondione. Appena superato l'abitato di Ardesio, in località Ponte Seghe, si devia a sinistra seguendo le indicazioni per la Valcanale. La strada guadagna subito quota con alcuni tornanti, per poi proseguire diritta nella vallata fino al suo termine. Al laghetto inizia il tratto che prevede il pagamento del parcheggio. Da questo punto si procede diritto per circa 800 metri. Si parcheggia quando la strada volta decisamente a sinistra. Sulla destra si trova l'imbocco della forestale che sale all'Alpe Corte. Da Bergamo sono circa 47 km percorribili in un'ora.
A Valcanale il parcheggio si paga: Da agosto 2018 il Comune di Ardesio ha disposto l'obbligo del parcheggio a pagamento nelle aree di sosta predisposte dal laghetto di Valcanale sino all'inizio della strada forestale che porta al Rifugio Alpe Corte. Dall'01.01.2015 il prezzo giornaliero del biglietto "gratta e sosta" è di 5 (cinque) euro. Riduzioni sono previste per soste prolungate. In sito sono presenti due parcometri. In alternativa i biglietti si possono acquistare nelle rivendite commerciali indicate al seguente link: https://www.viviardesio.it/parcheggi.
Corna Piana e Cima di Vedro. |
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 720 metri di dislivello per un totale, fra andata e ritorno, di nove chilometri.
Durata: Per percorrere l'intera escursione servono più di quattro ore, al netto delle soste.
Luoghi di sosta, pernottamento e ristoro durante il percorso: Segnalo anzitutto il Rifugio Branchino, a pochi passi dall'omonimo passo. Vale la pena anche solo per un breve ristoro. Sembra di fare un tuffo nel passato, quando i rifugi alpini erano sinonimo di essenzialità e calda accoglienza. Maggiori informazioni: https://rifugiobranchino.blogspot.com.
Sul finire dell'escursione si può sostare al nottissimo (e frequentatissimo) Rifugio Alpe Corte. Maggiori informazioni e relativi contatti sul loro sito (mentre scrivo è in elaborazione): https://www.rifugioalpecorte.it.
I salti del torrente Acqualina e, in alto, il Rifugio Branchino. |
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