domenica 28 giugno 2020

Un panoramico anello nella valle dei maggiociondoli con vista sulle dolomiti della Valcanale e la Val Zulino

Da un po' di tempo volevo esplorare il sentiero CAI n. 265A che, a detta di molti, è uno degli anelli più panoramici delle Orobie.    Naturalmente ho scelto la giornata sbagliata, ricca di nuvole basse che hanno coperto le dolomiti della Valcanale durante tutto il tempo dell'escursione, offrendone solo qualche breve e parziale finestra.    Ma la passeggiata ha svelato altri tesori che mi hanno stupito, sicuramente più delle splendide viste che volevo ammirare.

Panoramica su Cima Valmora, Arera, Corna Piana e Branchino
dalla parte alta del sentiero 265A. -foto di Diego Zatelli

Per raggiungere il sentiero 265A bisogna superare Valcanale ed il suo laghetto.  Subito dopo il secondo parcheggio a pagamento, a destra della strada è ben evidenziata la segnaletica del sentiero CAI n. 265 che, attraverso il Passo di Zulino, collega Valcanale alla Val Sanguigno.  Siamo a circa 1.080 metri di quota. Seguendo questo sentiero, arriveremo a collegarci all'anello disegnato dal 265A.   

Cima del Fop, Cima Valmora, Arera e Corna Piana dai pascoli 
della baita Campagano. -foto di Diego Zatelli

La traccia parte subito in decisa salita, in un bel bosco di conifere.  La pendenza rimane costante e, dopo circa 40 minuti si arriva di fronte al bivio che ci introduce nell'anello del sentiero 265A.  A sinistra si potrebbe arrivare, con percorso pianeggiante, al rifugio Alpe Corte. Noi prendiamo decisamente a destra, riprendendo la salita che porta in pochi minuti sui pascoli della baita bassa del Monte Zulino (1.441 m).

Pascoli della Baita bassa di Monte Zulino-foto di Diego Zatelli

Il bosco si dirada, lasciando che singoli esemplari di abeti svettino nel mezzo di radure dove è frequente incontrare mucche al pascolo.  La traccia segue un costone erboso che, alternando tratti pianeggianti a brevi strappi, ci porta ad una pozza (1.584 m) dove il nostro sentiero prende decisamente a sinistra, trascurando l'indicazione che ci porterebbe alla vicina baita alta di Monte Zulino e, successivamente, all'omonimo passo.  

Inizia la valle dei maggiociondoli -foto di Diego Zatelli

Nell'autunno del 2008, in questa zona maramaldeggiava JJ5, un giovane orso proveniente dal Trentino che ha frequentato le Orobie per un paio d'anni.   Nei pascoli sotto la Corna Piana aveva assalito un gregge di pecore.   Nella zona del Passo di Zulino aveva incontrato alcuni escursionisti prima di trascorrere il letargo invernale nella vicina Val Sanguigno, non lontano dalla località denominata "Tane dell'orso", che, nell’ottocento, rappresentò un rifugio storico per generazioni di orsi. 

Tappeto di Polygonum Bistorta tra maggiociondoli ed abeti rossi-foto di Diego Zatelli.

La traccia che parte dalla pozza di quota 1.584 entra in un bosco rado pieno di sorprese.   Le conifere assumono aspetti imponenti, ed il loro verde scuro si alterna al giallo brillante di piccoli arbusti di maggiociondolo.    Cespugli di pino mugo si mischiano a piccoli abeti freschi di vita.    Dopo pochi passi si apre una valletta che è letteralmente ricoperta di maggiociondoli alti anche 3-4 metri.    I loro fiori a grappolo illuminano l'ambiente circostante proprio mentre le nubi lasciano intuire alcune cime della bastionata dolomitica della Valcanale, della Corna Piana e dell'Arera. 
  
Nella valletta dei maggiociondoli-foto di Diego Zatelli.

Lo spettacolo prosegue a lungo, accompagnandoci alle due baite basse di Campagano (1.603 m). Superata la seconda costruzione, il sentiero si abbassa bruscamente a sinistra, senza arrivare al vicino abbeveratoio.   Si scende in una valletta, cercando con cura i segnavia, che ci riportano in un boschetto dove lo spettacolo dei maggiociondoli riprende vigore.     Ad una radura sembra di essere entrati in una esposizione di dipinti impressionisti: isolate conifere e vigorosi cespugli di maggiociondolo in fiore riposano su un tappeto foltissimo di fiori rosa, abbastanza comuni sulle Orobie ma raramente così numerosi.    Credo che il loro nome sia Polygonum Bistorta.

Baita di Campagano-foto di Diego Zatelli

Tenendo la sinistra, con alcuni tornanti si scende verso il fondovalle, raggiunto senza problemi all'altezza di un ponticello che non si deve attraversare.   Siamo ora sul Sentiero delle Orobie e, proseguendo verso sinistra, in pochi minuti si arriva al rifugio Alpe Corte (1.410 m).    Poco dopo il rifugio ci si abbassa verso valle per qualche metro, fino ad incontrare una deviazione a sinistra con l'indicazione del numero del sentiero (265A) e la direzione verso la Baita bassa di Monte Zulino.    Per circa mezzora si procede nel bosco con percorso  perfettamente pianeggiante, fino a ritrovare il bivio con il sentiero n. 265 che ci precipiterà verso il parcheggio dove abbiamo lasciato la nostra auto.

Camminando sul sentiero 265A-foto di Diego Zatelli

Info tecniche: 
Data dell'escursione: prima uscita il 26-06-2020, utile per la redazione del testo ma con tempo uggioso con foto di scarsa qualità. Le foto qui riprodotte sono state invece effettuate dal mio caro amico Diego Zatelli, che il 05-07-2020 ha avuto la fortuna di trovare una bellissima giornata.
Partenza: Località Babes al termine della Valcanale, frazione di Ardesio.   Babes dista circa 45 km da Bergamo e si raggiunge in una cinquantina di minuti percorrendo la strada provinciale della Val Seriana.  Dal laghetto che si incontra subito dopo Valcanale è obbligatorio il pagamento di un ticket di 3 euro/giorno per il transito e la sosta.   I parcometri sono stati installati nei pressi del laghetto ed all'ingresso del successivo parcheggio.  Proprio di fronte all'imbocco del sentiero n. 265 per il Passo Zulino si trova uno slargo dove trovano posto 4/5 autovetture.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 700 metri di sola salita, 10 chilometri di lunghezza.
Durata: Dalle 4 alle 5 ore complessive, a seconda della durata delle soste per gli scatti fotografici.

Pozza di quota 1.584 m-foto di Diego Zatelli

Altre informazioni
Come molti altri itinerari fattibili in zona, anche questo anello tocca il Rifugio Alpe Corte, di proprietà del CAI di Bergamo ed apprezzato punto di sosta e di ristoro e primo posto tappa del sentiero orientale delle Orobie.    Facilmente raggiungibile dal fondovalle in meno di un'ora e con un dislivello di 300 metri, è spesso meta di famiglie e principianti, per la bellezza dei suoi panorami e le gustose specialità offerta dalla sua cucina.  Quasi sempre aperto, è un rifugio adatto a tutti e vivamente consigliabile.    Molte camere sono dotate di bagno privato.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo - Tavole 02 e 05.

L'itinerario evidenziato sulle tavole 02 e 05 della
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.


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