martedì 11 luglio 2023

Da Fiumenero alla piana di Campo, per ammirare il pizzo del Diavolo, le cascate e le piscine naturali del torrente Nero.

La Valle di Fiumenero è così stretta e selvaggia che, nonostante la bassa quota, offre le suggestioni e le difficoltà caratteristiche di altitudini ben più elevate. Frequentata da chi osa macinare il mega dislivello necessario per raggiungere il Rifugio Brunone, rende soddisfazioni anche agli escursionisti meno performanti, con questo anello che raggiunge una spettacolare piana panoramica. 

Diavolino, Diavolo di Tenda, Pizzo dell'Omo e del Salto dalla piana di Campo.

L'itinerario parte dai parcheggi a pagamento posti nei pressi del piccolo cimitero di Fiumenero (790 m), la frazione più a sud di Valbondione (nelle note tecniche i dettagli per arrivarci). L'inizio del sentiero CAI n. 227, con destinazione Rifugio Brunone, si trova alla sinistra della strada provinciale 49, praticamente di fronte all'ingresso del cimitero.

Il torrente Nero si presenta.

La traccia sale subito decisa, fino a raggiungere una strada sterrata che si percorre per pochi metri, perchè l'evidente segnavia biancorosso fa deviare a destra, ancora su sentiero. Dopo il primo strappo si pianeggia fino ad un bivio dove si devia a sinistra, cominciando a sentire il gorgoglìo del torrente Nero che ci accompagnerà  per un lungo tratto, restando basso sulla nostra destra.

Salvastrella Orobica, endemismo esclusivo delle Orobie.

Il sentiero corre delimitato da ben tenuti muretti a secco. Dopo dieci minuti dalla partenza si torna a calpestare la carrareccia che procede salendo dolcemente in una faggeta che si fa via via più folta. Più sopra la traccia torna a restringersi e riprende le caratteristiche di un evidente sentiero. Dopo una quarantina di minuti si esce dal bosco per attraversare una radura che lascia intravvedere le acque del torrente e le sue caratteristiche pozze. 

Pozze e cascatelle del torrente Nero.

Il torrente (o fiume) Nero assume un ruolo da vero protagonista in questa escursione. A dispetto del nome, le sue acque sono limpidissime. I continui salti effettuati nel suo breve corso di 6 Km sono favoriti dalla notevole pendenza del suo alveo. Il torrente Nero nasce dal Pizzo dell'Omo, a 2650 m di quota e si immette nel fiume Serio subito dopo aver attraversato il borgo di Fiumenero. Nel suo letto si trovano quindi numerose cascatelle che creano pozze smeraldine e, in alcuni casi, vere e proprie vasche o piscine naturali. In certi punti la violenza delle sue acque provoca il furibondo roteare di ciotoli e detriti che, nel tempo, hanno scavato vere e proprie "marmitte dei giganti".

La Valle di Fiumenero dal sentiero di salita.

Restando più vicini al torrente, si giunge a guadare un affluente che scende dalla Valsecca. In questo tratto è stata installata una catena per favorire il transito in caso di ghiaccio o rocce bagnate. Poco oltre si attraversa una pietraia e si nota la presenza di numerosi massi erratici. Siamo nei pressi della Cascina Campiolo (1065 m). Poco oltre il sentiero passa su un ponticello in legno che attraversa il Nero e prende a sinistra, salendo con più decisione tra i faggi. Al termine del bosco si incontra la variante segnata con il n. 722A, che percorreremo al ritorno.

Segnavia CAI relativo alla variante 227A.

Da questo punto la salita si fa più impegnativa. In rapida successione si guadano due rivi affrontando quindi un gradone roccioso che ci fa prendere rapidamente quota. Le tracce si moltiplicano e consiglio di tenere sempre il sentiero principale, fortunamente ben segnalato dai bolli biancorossi. In basso a sinistra il torrente Nero offre il meglio di sè, mentre a destra è un alternarsi di guadi, tratti rocciosi e strappi ripidi. Spesso si incrociano catene e cavi posizionati per facilitare il passaggio in punti un po' esposti. 

Campanula dei ghiaioni.

Serve circa mezz'ora per superare il gradone. Oltre si pianeggia, con bella vista sulla Valle che scende a Fiumenero e, ai lati del sentiero, si moltiplicano le fioriture. Siamo a 1300 metri di quota ma la caratteristica della zona è tale che sembra di essere ben più in alto. Se ne ha ulteriore conferma poco sopra, quando un cartello di legno ci indica che servono altre due ore per raggiungere il Rifugio Brunone. 

La Valle del Salto, il torrente Nero ed i pascoli di Tenda.

Noi invece siamo quasi arrivati. A sinistra del cartello scende un sentierino che si immette nel greto in secca del torrente, che seguiamo per inoltrarci nell'amplissima piana del Campo (1380 m circa-quasi due ore e mezza dalla partenza). Pochi passi e le quinte si riempiono della spettacolare vista delle quattro aguzze cime che delimitano lo scenario della Valle del Salto: da sinistra il Pizzo del Diavolo di Tenda, con accanto il suo Diavolino; il Pizzo dell'Omo ed infine il Pizzo del Salto. Si può raggiungere il centro della piana, dove un enorme masso erratico funge da riparo per pastori ed animali, per individuare la migliore posizione per godersi lo spettacolo.

Riparo di fortuna costruito in mezzo alla piana del Campo.

A sinistra del Diavolo si intuisce la vetta del Pizzo Poris. Tra loro spunta il puntino arancione del Bivacco Frattini, sotto il quale si distendono i ripidi pascoli di Tenda, percorsi dai lunghi salti del torrente Nero e spesso popolati da numerosi greggi di ovini. Voltandoci si intravvede la traccia del sentiero che abbiamo appena abbandonato, che risale faticosamente il costone roccioso per raggiungere la Valle dell'Aser, dietro alla quale si riconoscono i contrafforti che precedono la vetta del Redorta.

La traccia che sale al Pian dell'Aser.

Per rientrare si seguono le orme lasciate durante la salita. Ritornati sul sentiero CAI n. 227 si scende con prudenza il gradone roccioso attraversato dai numerosi affluenti del Nero, impiegando circa tre quarti d'ora per arrivare al bivio tra questa traccia e la sua variante n. 227A, che si tiene sulla sinistra idrografica del torrente (volgendo cioè le spalle alla sorgente). La traccia è ben segnalata e si inoltra in una freschissima e splendida faggeta. Subito si incontra un guado, dove si sale di pochi passi per individuare la traccia che prosegue pianeggiando nel bosco. Si alternano tratti in leggera discesa a brevi falsopiani, in una solitudine ben diversa rispetto alla traccia che sale dal lato opposto della Valle.

Dal bivio della variante 722A uno sguardo alla testata della Valle.

Accompagnati soltanto dal cinguettìo degli uccelli e dal mormorìo del torrente Nero, si scende per una buona mezz'ora, arrivando ad una carrareccia che inizialmente prosegue in piano, per poi scendere con decisione verso il paese, che si raggiunge dopo aver calpestato lo sterrato per una ventina di minuti. Si incontra l'asfalto nei pressi di un piccolo parco giochi, si tiene la destra attraversando il borgo ed il ponte sul torrente Nero e giungendo in pochi minuti al parcheggio di partenza. Per scendere si sono impiegate quasi due ore.

Concordia (Dactylorhiza maculata)

Note tecniche:

Data dell'escursione: 08.07.2023 - Alla partenza pioggia leggera. Poi nuvoloso, quindi soleggiato ed infine altre nuvole nella seconda parte della discesa.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggi a pagamento situati all'ingresso di Fiumenero, frazione di Valbondione, che dista circa 48 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco meno di un'ora d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le relative indicazioni e percorrendo la Strada Provinciale 49. Si superano gli abitati di Ardesio, Gromo, Gandellino e Gromo San Marino, arrivando infine a Fiumenero, incontrando subito i parcheggi da cui parte l'escursione. 
Nel Comune di Valbondione il parcheggio si paga: Da alcune estati, i parcheggi di proprietà comunale presenti nel territorio di Valbondione sono a pagamento.  Occorre quindi premunirsi di ticket gratta e sosta presso l'ufficio turistico di Valbondione o negli esercizi commerciali convenzionati.  Il costo giornaliero è di 5 (cinque) euro.  Prezzi diversi sono previsti per soste a più lunga scadenza. Maggiori info sul seguente sito: https://www.turismovalbondione.it/modalita-di-pagamento-del-parcheggio-a-valbondione.

Zoom sul bivacco Frattini dalla piana del Campo.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 600 metri di dislivello per una lunghezza totale di poco più di undici chilometri.
Durata: Per compiere l'intera escursione si cammina dalle quattro alle quattro ore e mezza, al netto delle soste.
Altre informazioni di carattere storico: Il toponimo Fiumenero non riguarda le acque del torrente, peraltro cristalline, che hanno scavato la lunga valle posta alle spalle del borgo. Questo compatto grumo di case deve il suo nome al fumo nero (in dialetto: fom nighér) prodotti dal forno di fusione del minerale di ferro estratto dalle miniere dell'Alta Valle Seriana. Pare peraltro assodato che il primo agglomerato urbano della zona fu realizzato dai "Damnata ad Metallam", gli schiavi ed i galeotti che i Romani utilizzavano per i lavori più pesanti e pericolosi effettuati nelle gallerie delle miniere.

Prunella delle Alpi, fiorita nella parte superiore della Valle di Fiumenero.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di una passeggiata molto più tranquilla in partenza da Fiumenero. Il link di collegamento è il seguente:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2017/05/da-fiumenero-valbondione-una-rilassante.html
Cartografia: La traccia interessata dall'itinerario è ben evidenziata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000. 

Dal ponte che attraversa la frazione di Fiumenero.








domenica 2 luglio 2023

Un anello dal Passo della Presolana alla Cima di Gulter, immersi in un bosco incantato da coloritissime fioriture.

Tra nebbia e nuvole basse un'escursione, altrimenti molto panoramica, si trasforma in un itinerario di scoperta che scopre un bosco incantato, ricco di vita e povero di escursionisti, ed una miriade colorata di fioriture estive.

Per un attimo, la timida Presolana si concede tra nuvole e nebbia...

Il punto di partenza di questo anello è rappresentato dalla stradina che sale nell'abetaia dietro la chiesetta del Passo della Presolana (1290 m circa-nelle note tecniche i dettagli per arrivarci). Una "mappa tattile", posta all'imbocco della stradina stessa, ci informa che il tratto del sentiero CAI n. 315 che porta al Rifugio Cassinelli è stato realizzato per consentirne l'utilizzo anche agli escursionisti ipovedenti. Lungo il sentiero si troveranno diverse indicazioni collegate a questa iniziativa.

La mappa tattile pensata per gli escursionisti ipovedenti.

Dopo pochi minuti si incontra un bivio, ben segnalato. Si procede diritti, in direzione del rifugio, inoltrandosi in una bella ed areata abetaia. Uno strappo deciso porta la traccia a passare sotto un grande traliccio dell'alta tensione. Poco oltre, dopo un quarto d'ora circa dalla partenza, viene segnalata la presenza dei resti di una trincea della seconda guerra mondiale. La pendenza diminuisce, portandoci in falsopiano a raggiungere una radura.

Margherite alpine nel bosco che porta alla Malga Cassinelli.

Si rientra nel bosco e la traccia riguadagna pendenza, arrivando ad effettuare una decisa svolta a destra che risale un largo costone erboso, in direzione di evidenti paline segnaletiche verticali. Il Rifugio Cassinelli (1568 m-tre quarti d'ora dalla partenza) è poco distante. Basterebbe voltare a sinistra e pianeggiare per pochi minuti. Ma la direzione dell'escursione impone di salire diritti sul sentiero CAI n. 316, seguendo la direzione per il Monte Visolo.

Un grillo osserva da vicino un bel giglio di San Giovanni.

Pochi passi e, in basso a sinistra, si intravede il Rifugio. In condizioni di bel tempo il panorama si amplierebbe alle creste della Presolana ed al suo altipiano. Si inizia a percorrere il tratto più faticoso, salendo a zig-zag in un largo corridoio erboso, delimitato da folti tratti di bosco. In alcuni punti si sfiorano maestosi esemplari di abete rosso ma, per la maggior parte della salita si arranca nel pascolo, riccamente colorato da una moltitudine di fiori. Nella bruma spicca l'arancio del giglio di San Giovanni, il violetto dei cespugli di timo e delle vedovelle, il giallo dei botton d'oro e delle colombine.

Cespuglio di vedovelle celesti lungo il sentiero CAI n. 316.

In una quarantina di minuti si guadagnano circa duecento metri di dislivello fino a raggiungere, intorno a quota 1750 m., un bivio segnalato da una palina del CAI. Si segue l'indicazione per Plagna-monte Gulter, cercando un'esilissima traccia che pianeggia fra l'erba alta. E' più evidente un solco sulla destra, che scende prima leggermente e poi più deciso, effettuando un tornante sinistrorso. Si tratta di una delle tante varianti di discesa che, dal Visolo, riportano al Cassinelli. Non è il sentiero giusto.

Cespuglio di timo a margini del bosco. 

Si continua quindi in piano su quella che dovrebbe essere la variante CAI n. 316/A e, dopo le prime incertezze, il sentiero diventa pian piano più leggibile, anche se è evidente che questo percorso non viene molto frequentato. Lo si capisce dai bolli biancorossi sui sassi, che risultano molto sbiaditi, a differenza delle fioriture, che si arricchiscono del viola di alcune orchidee a foglie larghe, dei petali gialli del verbasco e dell'eliantemo. Si raggiunge un tratto di bosco rado, dove il sentiero è ancor meglio tracciato e continua in leggera discesa, sfiorando grossi formicai che si sviluppano tra le radici delle conifere.

La variante n. 316/A si inoltra nel bosco.

Dopo una ventina di minuti dall'ultimo bivio si attraversa un piccolo ghiaione e successivamente si incontra una palina segnaletica, che invita a procedere nella medesima direzione per ritornare al Passo della Presolana. Il sentiero compie un paio di serpentine in discesa per perdere un po' di quota, e prosegue quindi in piano, entrando in un boschetto dove le conifere si moltiplicano. Accanto all'onnipresente abete rosso si individuano contorti pini mugo e folti cespugli di ginepro, che rendendo il percorso profumatissino, aguzzando il senso dell'olfatto, compensando così la scarsa visuale provocata dalle nebbie e dalle nuvole basse.

Steli di verbasco nero nei pascoli del Pizzo Plagna.

Si esce brevemente dal bosco, attraversando ripidi pascoli che lasciano intravvedere le residenze e gli impianti sciistici del Passo.  Nel tratto successivo, che presenta le stesse caratteristiche del precedente bosco, ho avuto un emozionante e fuggevole incontro con un camoscio, che ha attraversato velocemente il sentiero un attimo dopo il mio passaggio. Se ce ne fosse bisogno, un altro indizio che certifica la scarsa frequentazione di questi ambienti. Si raggiunge una splendida radura, dove una palina segnaletica ci indica che servono altri venti minuti per arrivare sulla Cima Gulter.

Orchide di Fuchs, poco prima di Cima Gulter.

Si riprende a salire, costeggiando la cresta che divide le conifere del Passo della Presolana dalle faggete  che ricoprono il versante sud della Val di Scalve, arrivando infine in vetta alla boscosa Cima di Gulter (1640 m - qualcosa più di due ore e mezza dalla partenza). Per avere una visuale più panoramica basta proseguire sulla traccia che ora diventa di discesa. Pochi passi e lo sguardo si apre sulla doppia cima del monte Scanapà e sulle sue piste per lo sci alpino.  

La doppia cima dello Scanapà dal sentiero di discesa.

Per ammirare le cime scalvine bisogna scendere tra gli abeti per circa un quarto d'ora. In condizioni di buona visibilità deve essere uno spettacolo notevole, con il Pizzo Camino a dominare l'altipiano di Borno ed i fitti boschi della riserva naturale del Giovetto di Paline. La discesa è un po' impegnativa. In alcuni tratti passa accanto a ripidi pascoli dove è richiesta un po' di attenzione, senza farsi distrarre dal panorama che si amplia a tutto il fondovalle.

Raponzolo di Scheuchzer sul sentiero di discesa.

Dopo tre quarti d'ora di discesa si rientra nel bosco, arrivando ad alcuni ripetitori telefonici. Al bivio successivo si tiene la destra e subito si vede il parcheggio posto a lato della chiesetta di partenza. Lo sterrato per raggiungerlo si prende tenendo la destra. L'anello è così completato.

Laserpizio sermontano, tipico dei terreni calcarei.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 28-06-2023. Tempo  coperto con nebbie di quota e persistenti nubi basse.
Punto di partenza dell'escursione: Il punto di partenza è situato pochi metri prima della chiesetta che, per chi sale da Castione, si trova sul lato sinistro della Strada Statale 671, un centinaio di metri prima dello scollinamento verso la Val di Scalve. Se i parcheggi posti ai lati della chiesetta sono già occupati, pochi metri più indietro  si trova l'ampio sterrato a servizio degli impianti di risalita. Il punto di partenza dell'itinerario dista circa 50 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco più di un'ora d'automobile. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, seguendo le indicazioni per Clusone e Schilpario. Superato il centro di Castione della Presolana si prosegue sempre diritto, raggiungendo il Passo con gli ultimi sette chilometri. 
Dislivello e lunghezza dell'anello: 500 metri di sola salita per un totale di circa sette chilometri. 
Durata: Per compiere l'intera escursione servono circa tre ore e mezza, al netto delle soste.

La Presolana era troppo schiva, oggi...

Altre escursioni in zona: Lo spunto per questa escursione mi è stato offerto dalla guida "Clusone & Castione, l'altipiano della Presolana per tutte le stagioni", realizzata da Alessandra e Anna Chiara Merisio e pubblicata da Lyasis Edizioni. Il volume riporta venti proposte di escursioni nella zona titolata, è stato stampato nella primavera 2023 ed è in vendita al prezzo di 15 euro. 

In questo blog potrete inoltre trovare altri itinerari con partenza dal Passo della Presolana. Questi sono i link di collegamento:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2023/01/alla-malga-cornetto-piedi-o-con-le.html
- https://dislivellozero.blogspot.com/2022/08/un-anello-ai-piedi-della-presolana-e.html;
- https://dislivellozero.blogspot.com/2018/08/una-pigra-passeggiata-sulla-via-del.html;
- https://dislivellozero.blogspot.com/2017/05/rendez-vous-con-la-presolana-e-con-la.html;
Chi è interessato a raggiungere la cima del monte Scanapà, da cui si gode una vista ineguagliabile del massiccio della Presolana, può consultare, in questo blog. il dettaglio di un itinerario non molto frequentato, che parte dal borgo di Lantana: 
- https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/da-lantana-alla-croce-di-vetta-dello.html.
Cartografia: La zona interessata dall'itinerario puà essere visualizzata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000, ma il tratto di sentiero CAI n. 316/A non è evidenziato in questa mappa. Sul geoportale del CAI di Bergamo, il 316/A è evidenziato sulla cartografia, ma è privo di descrizione e topografia. 
Dal sentiero di discesa uno sguardo su alcune ville realizzate a fine ottocento,
nel c.d. periodo del "Turismo d'epoque", con la suggestiva chiesetta di Santa Maria.