sabato 27 maggio 2017

Rendez vous con la Presolana e con la freschissima foresta di Castel Orsetto

La Presolana come sfondo, la frescura garantita da una foresta di conifere gestita e protetta, l'incanto di una leggenda da raccontare, l'altimetria degna di un elettroencefalogramma piatto.    Sono queste le suggestioni di una tranquillissima passeggiata che parte dal Colle della Presolana (1.297 m).
A pochi passi dal Colle - foto di Elisa Di Blasi
FRA VILLE PATRIZIE E SPOSI CHE BRAMANO L'AMORE ETERNO
Circa 150 metri oltre il Colle, in direzione Val di Scalve, troverete il Bar "Piccolo Museo" (vedi note tecniche).    Accanto ad esso prende inizio un sentiero che, alla prima curva, si tuffa in un verdissimo prato dominato da uno splendido faggio e dalla vista su una serie di ville in stile liberty risalenti ai primi del '900.    Erano le residenze di patrizi milanesi che svernavano dalla città per godersi il fresco nelle torride estati di oltre cent'anni fa. 
Dopo cinque minuti di camminata, il sentiero svolta a destra mentre, di fronte a noi, una traccia nell'erba ci porta al fatidico "Salto degli Sposi", punto panoramico sulla Val di Scalve che, secondo una leggenda ormai celeberrima, venne scelto da una coppia di giovani artisti di origine polacca per rendere eterno il loro amore.
La Presolana e le sue cime satelliti - foto di Elisa di Blasi
UN TUFFO NELLA FORESTA
Ripreso il percorso precedente, il sentiero si trasforma in una stradina forestale, che si inoltra, senza apprezzabili dislivelli, nel bosco gestito dall'Ente regionale delle Foreste (ERSAF).   La foresta regionale della Val di Scalve copre oltre seicento ettari di terreno, partendo dal fondo della via Mala, addossata al tumultuoso torrente Dezzo, per arrivare fino ai 1.800 metri di quota.    In basso domina la faggeta, mentre il sentiero che si sta percorrendo è rinfrescato prevalentemente da abeti rossi.
La Val di Scalve occhieggia dal bosco - foto di Elisa di Blasi
IL PUNTO DI SOSTA DI CASTEL ORSETTO
In meno di un'ora di cammino e senza particolare fatica, si raggiunge la fresca località di Castel Orsetto (1.337 m), un punto sosta attrezzato con tavolini ed un barbecue in muratura a disposizione per tutti coloro che intendono fare pic-nic.   Da Castel Orsetto si può proseguire per raggiungere, in mezz'oretta, il colle di Lantana.    Altrimenti si può ritornare sui propri passi, prendendo il dovuto tempo per ammirare le interessanti vedute sulle cime satelliti della Presolana, sul Pizzo Camino e la Val di Scalve.
Sulla via del ritorno - foto di Elisa Di Blasi
Info tecniche:
Partenza: Passo della Presolana (1.297 m)
Dislivello: circa 40 metri.
Durata: un paio d'ore, comprensive di andata e ritorno.

Altri suggerimenti: Proprio all'inizio dell'itinerario proposto, trovate il bar "Piccolo Museo", un vecchio edificio postale tutto in legno che, oltre ad essere punto di ristoro, è adibito a museo di fossili e di minerali.   Nelle teche e nei tavolini interni, fanno bella mostra di sé numerosi reperti raccolti nel tempo dal proprietario del bar.   Nel periodo estivo si può stare all'aperto, seduti su panche e tavoli ricavati da grossi tronchi d'albero.   Molto buoni i panini, forse perché sono semplicissimi ed imbottiti con materia prima di qualità (pancetta e salame su tutte).   Prezzi onestissimi.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 06.

Traccia dell'itinerario, evidenziata sulla tavola 06 della  Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.



sabato 20 maggio 2017

Da Fiumenero a Valbondione, una rilassante passeggiata sulla ciclopedonale

Ci sono giorni in cui la voglia di montagna non è supportata da adeguata forza fisica, oppure deve tener conto di contingenze famigliari o, ancora, il meteo è troppo incerto per programmare gite di un certo impegno.   Allora può essere utile fare due passi in estrema tranquillità, con scarpette leggere e adatte per camminare anche sull'asfalto. Con questo post vi segnalo una mini-escursione di questo tipo, con dislivello inferiore ai cento metri, ma con ambienti e panorami superbi.
La testata della Valle all'arrivo della gita.
DUE PASSI SULLA CICLOPEDONALE DELL'ALTA VAL SERIANA
Arrivati nella piccola frazione di Fiumenero (800 m sul livello del mare) si gira a destra seguendo le indicazioni per l'agriturismo "Stala dei Mustacc" che portano, dopo poche decine di metri, a poter lasciare la macchina in un parcheggio pubblico a spina di pesce.
Da lì, si prosegue verso l'agriturismo ed il suo parcheggio (privato).   A fianco dell'edificio, parte il tratto ciclopedonale che unisce Fiumenero a Valbondione.
La Stala dei Mustacc e l'accesso alla pista ciclopedonale
Il nastro d'asfalto si immette, con un po' di salita, in un freschissimo bosco ceduo.
Poco dopo, l'erta si addolcisce, continuando a costeggiare il fiume Serio che, in questo tratto, è molto più simile ad un ruscello.
La centrale dei Dossi
Si passa accanto alla centrale idroelettrica dei Dossi ed alla sua piccola diga, per poi raggiungere spazi aperti che consentono di passeggiare tra coloratissimi prati fioriti e con lo spettacolo, proprio di fronte a noi, della testata della Valle, che raggruppa le vette più alte delle Orobie e lascia facilmente intuire il percorso dello spettacolare salto delle cascate più alte d'Italia.

Fuori dal bosco
VALBONDIONE: IL COMUNE PIU' ESTESO DELLA BERGAMASCA
Valbondione racchiude nel proprio territorio le dodici principali vette delle nostre prealpi: dal Pizzo Coca (3050 m) al Redorta (3038 m), dalla Punta Scais (3038 m), al Diavolo della Malgina (2924 m), dal Diavolo di Tenda (2914 m) al Monte Torena (2911 m).     La meta di questa facile e rilassante passeggiata evidenzia e lascia intuire la presenza di questi colossi, insieme ai segni della fatica umana, con le baite di Maslana e Redorta, abbarbicate alle pendici dei giganti orobici, e le diverse derivazioni idrauliche connesse al bacino artificiale del Barbellino.   L'arrivo della gita proposta è presso il campeggio di Valbondione (900 m).   Dalla partenza si sono percorsi circa cinque chilometri e mezzo di piacevole camminata.
Il Centro Sportivo Rodigari
Info tecniche:
Partenza: Fiumenero (800 m)
Dislivello: circa 100 metri.
Durata: Calcolate circa due ore e mezza, comprensive di andata e ritorno.
Altri suggerimenti: Tornando sulla macchina, salite verso Valbondione per un paio di chilometri. Sulla sinistra troverete il Centro Sportivo Rodigari (siamo in via Dossi, 2).    Oltre a potervi divertire pescando trote nel loro laghetto, oppure giocando a bocce, ping-pong o calcio-balilla, è possibile pranzare all'aperto, con un menu tanto essenziale quanto gustoso: trota (o carne) alla brace, con contorno di insalata mista o patate fritte.  Consigliatissimo (tel. 0346 44222).
Cartografia: Carta Kompass n. 104 - Foppolo-Valle Seriana.

Gli asinelli della Stala dei Mustacc



lunedì 15 maggio 2017

In Val di Funes, tra le montagne dell'Eden

La Val di Funes è una perla nascosta tra le pieghe delle Dolomiti, trascurata dalla gran parte dei turisti, che preferiscono sciare sul Sella Ronda, pedalare sui quattro passi o frequentare le più rinomate località della Val Gardena e dell'Alta Badia.    Ma non tutto il male vien per nuocere....
Le Odle dal sentiero Munkel Weg - foto di Sergio Gavazzeni

IL PARCO NATURALE PUEZ-ODLE
Negli anni settanta l'ipotesi di un maxi-carosello sciistico che coinvolgeva la Valle è stato sconfitto da una massiccia raccolta di firme a favore della creazione di un Parco Naturale, che tutelasse le eccellenze paesaggistiche e ambientali del massiccio montuoso del Puez e delle Odle.    Oltre quarant'anni dopo, abbiamo la possibilità di visitare un'oasi di tranquillità dalla bellezza struggente che ha saputo scommettere su un "turismo dolce", capace di ristorarsi in un paesaggio naturale e culturale protetto dal disturbo di massa.
Rocce, pascoli e boschi di conifere: il cuore del Parco
SI PARTE DA MALGA ZANNES
L'itinerario proposto parte dal parcheggio di Malga Zannes (1.685 m).     Per raggiungerlo bisogna risalire tutta la Val di Funes fino al paese di San Pietro, dove si abbandona, girando a destra, la provinciale che porta in Alta Badia, per arrivare infine a questa località, che si può definire il cuore verde del Parco Naturale.      Malga Zannes si trova ad una quota dove il paesaggio rurale muta in modo graduale, tra boschi intatti e prati d’alpeggio fioriti, fino ai piedi delle maestose cime delle Odle che, da questa prospettiva, fanno intuire il significato del loro toponimo ladino: le vette sembrano sottilissimi aghi che puntano diritti al cielo.
Panorama della zona dell'itinerario vista dal Rifugio Genova - foto di Marco Ghirardelli

IL SENTIERO ADOLF MUNKEL (O DELLE ODLE)
Dal parcheggio, il sentiero n. 6 ci fa gradualmente salire lungo la valletta del torrente Ciancenon (o San Zenone), facendoci guadagnare circa duecento metri di dislivello.   Arrivati ad un ponte che attraversa il rio, si incrocia il sentiero n. 35, dedicato ad Adolf Munkel (pioniere del Club Alpino Tedesco), il tracciato più bello ed emozionante che io abbia mai percorso.    Si cammina ad una quota media di 1900 m, al margine superiore di luminose cembrete ricche di rododendri, ai piedi dell’imponente parete nord del Sass Rigais, del Furchetta e delle altre cime delle Odle.
Percorrendo questo sentiero, ho avuto la sensazione di camminare dentro un quadro dipinto da un pittore impressionista: in basso, compatti boschi di abete rosso e di larici disegnano una fascia di colore verde scuro che contrasta ed esalta le pallide pareti rocciose dominanti lo sfondo superiore.   Nella veste autunnale, il paesaggio si arricchisce dei riflessi dorati dei radi lariceti, in estate, sono invece i rododendri a punteggiare l'armonia verde dei pini cembri che dividono la fascia vegetazionale dalla base delle guglie.
La radura di Malga Casnago - foto di Sergio Gavazzeni

MALGA CASNAGO, L'ANGOLO PIU' INCANTEVOLE DELLE DOLOMITI
Dopo circa un'ora di estatica camminata, si raggiunge il bivio di Forcella Pradel.
Continuando sul sentiero delle Odle si potrebbe raggiungere Malga Brogles (2.045 m – circa tre ore dalla partenza), dove è possibile ristorarsi e pernottare.
Se invece si gira a destra, in pochi minuti si arriva ai pascoli di Malga Casnago (1.996 m), definiti da Reinhold Messner come "l'angolo più incantevole delle Dolomiti".
Anche questa malga è un frequentato punto di ristoro, raggiungibile da Malga Zannes anche attraverso una rete di stradette forestali che collegano i diversi masi della zona.   Si può quindi scendere alla Malga Dusler (1.782 m) e quindi al parcheggio, dopo aver camminato per circa 3 ore e mezzo, compiendo un anello di circa 9 chilometri, per un dislivello complessivo di circa 400 metri.

Malga della Val di Funes

domenica 7 maggio 2017

Da Catremerio al Pizzo Cerro ed al Castel Regina

I declivi della Val Brembilla nascondono deliziosi borghi montani e piacevoli itinerari molto panoramici e per tutti i gusti.   Uno di questi parte da Catremerio (988 m) che si può raggiungere salendo da Zogno o da Brembilla.

Vista sui borghi di Brembilla dal Castel Regina
Le due contrade che costituiscono Catremerio sono sicuramente tra le più belle e meglio recuperate della zona.  Nel borgo si ritrovano gli elementi architettonici tipici delle case contadine del cinquecento e del settecento.  I ballatoi esterni in legno che collegano i caseggiati, i comignoli ed i tetti in coppi, i canali di scolo tracciati nel selciato, meritano una visita approfondita e molte fotografie.
C'era una volta Catremerio-foto tratta da Valbrembanaweb
si ringrazia per la concessione
Nei pressi della chiesa del borgo troviamo le indicazioni del sentiero CAI n. 595 che ci direziona verso il Pizzo Cerro ed il rifugio dei Lupi di Brembilla.   E' l'inizio di una bella passeggiata che ci porta prima in una faggeta per farci poi salire ad un roccolo posto in posizione molto panoramica.   Il sentiero continua in un bosco rado fino ad un ultimo tratto, un po' più ripido, che ci conduce ad un bivio, dove è ben indicata la deviazione a sinistra per il rifugio ed il Pizzo Cerro (1.285 m), dove è stata costruita una cappelletta.  Dalla cima si possono ammirare dall'alto  i borghi di Catremerio e Sant'Antonio Abbandonato, il Resegone ed il gruppo delle Grigne e gran parte delle Orobie.

Il sentiero che unisce Pizzo Cerro e Castel Regina
Tornati al rifugio, possiamo tornare alla macchina oppure proseguire per raggiungere la vetta del Castel Regina, seguendo le indicazioni del sentiero CAI n. 596.   E' una traccia ben segnalata, che alterna pendenze rilassanti ad alcuni tratti ripidi, soprattutto nella parte finale.   Il percorso rimane sempre sul largo filo di cresta, consentendo di spaziare con lo sguardo sulla Val Brembilla e il Resegone da un lato e sulle contrade alte di San Pellegrino dall'altro.   Dopo circa un'ora dal rifugio dei Lupi di Brembilla, si raggiunge la cima (1.424 m).
Casa storica di Cavaglia
Il Castel Regina può essere raggiunto anche dal bellissimo borgo di Cavaglia (835 m) con un interessante percorso ad anello segnato dal sentiero 596.  E' un  itinerario decisamente più impegnativo, sia per il dislivello superiore che per i ripidi strappi che portano a percorrere anche tratti un poco esposti prima di giungere in vetta.


Traccia dei due itinerari, evidenziati sulla tavola 04 della
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione
Info tecniche:
Partenza: Catremerio (988 m)
Dislivello: circa 300 m fino al Pizzo Cerro; 450 m al Castel Regina.
Durata: Un'ora per arrivare al Pizzo Cerro; due per il Castel Regina.
Altri suggerimenti: Al rifugio dei Lupi di Brembilla è possibile pranzare. Chi giunge prima delle 11 può prenotare una pastasciutta o un piatto di polenta con formaggio o salamella.  Arrivando più tardi ci si deve accontentare di quel che rimane. 
Segnalo inoltre che, nella caratteristica piazzetta circolare di Cavaglia è stato recentemente aperto un bed and breakfast che promette pernottamenti particolarmente romantici (www.bb-castelloregina-bergamo.com).
Cartografia: Carta escursionistica della Provincia di Bergamo-tavola 04.
Piazzetta di Cavaglia




lunedì 1 maggio 2017

A spasso sulle colline di Torre Boldone


Nelle stagioni di mezzo si possono osare passeggiate nei luoghi più impensati.   Grazie al trentennale lavoro del Parco dei Colli, a nord della città di Bergamo, si è preservato un ampio polmone di verde che consente gite per tutti i gusti.

I prati della Calvarola.

UN BOSCO DIETRO L'ALTRO
Questa proposta parte dal piazzale della chiesa parrocchiale di Torre Boldone (280 m) sul retro della quale, all'altezza del Municipio, è possibile trovare parcheggio.  Attraversando la vecchia provinciale si prende l'alberato viale delle Rimembranze e, dopo la rotonda, si prosegue dritti per via Don Urbani. Al termine di quest'ultima, si torna indietro di pochi metri per prendere la salita di via Kennedy che si percorre praticamente fino alla fine.   Poco prima del suo termine, infatti, sulla destra si stacca un sentiero segnalato che ci porta prima a scollinare, permettendoci di ammirare il panorama sui Colli di Bergamo e Città Alta e poi ci conduce a Gaito ed al ristorante Papillon.

Salita nel bosco

Da qui, il sentiero prende il n. 407, si inoltra in un bosco misto di latifoglie e prosegue praticamente in piano verso la valle del Gardellone.     Dopo aver attraversato un ramo di questo torrente, il sentiero sale, tagliando a mezza costa il versante sud del Colle di Ranica, arrivando a sovrastare la località Fenile di Torre Boldone.   Un'ombreggiata area di sosta con panchina e tavolo di legno ci consente di riposare ammirando il panorama dell'imbocco della Val Seriana.

Uno sguardo su Fenile e l'imbocco della Val Seriana

IL MINUSCOLO BORGO DI FENILE E LA CHIESETTA DEI MORTINI
Raggiunta la minuscola frazione di Fenile (388 m), la strada torna asfaltata e scende fino alla località Ronchella dove si può visitare una chiesetta settecentesca, costruita negli immediati pressi della fossa comune dove furono sepolti le centinaia di morti causati dalla tragica pestilenza del 1630 (quella dei Promessi Sposi, per intenderci).   Dalle case della Ronchella si prosegue sempre diritto fino al ristorante Don Luis.  Da qui, via Roma ci conduce al quartiere del Borghetto e, quindi, alla chiesa parrocchiale.

La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta del Parco dei Colli di Bergamo.
Ingenia Cartoguire, si ringrazia per la concessione.

Info tecniche:
Partenza: Chiesa Parrocchiale di Torre Boldone (280 m).
Dislivello: circa 200 m, complessivi dei saliscendi nel bosco e per l'attraversamento della valletta del Gardellone. 
Durata: due ore complessive per oltre 8 km di percorso.
Cartografia: Carta escursionistica del Parco dei Colli di Bergamo - scale 1:15.000, Ingenia Cartoguide Editore.
Transumanza tra i palazzi di Torre Boldone