lunedì 1 marzo 2021

Sulla cima del Monte Misma, con un itinerario ad anello ricco di spunti naturalistici e storici.

Il Monte Misma è un placido panettone dal quale si gode un'eccezionale panorama.    Si eleva all'inizio della Valle Seriana ed è percorso da una miriade di sentieri che consentono di esplorare la zona in lungo e in largo.   Con questo itinerario si conquista la cima e si percorre un largo anello che tocca punti molto interessanti anche dal punto di vista storico e naturalistico.

Scendendo dal Misma: la Stalla di Cura con l'Arera a fare da sfondo.

Si parte dal parcheggio del Santuario della Madonna della Forcella (630 m) seguendo, per il primo tratto, le indicazioni che portano alla Cappella degli Alpini.   Si sale una scalinata che, dal retro del Santuario arriva in breve alla Cappelletta, dietro alla quale un sentiero risale la costa che attraversa un folto castagneto.    Arrivati ad un bivio, si tiene la sinistra, seguendo un'evidente segnaletica che indica  le località Prati Alti, Madonnina e Misma.   Quasi in piano, la traccia arriva a Pradadòlt (777 m - 40 minuti dalla partenza), una bella radura ombreggiata da grandi castagni.

Località Pradadòlt.

Il castagneto da frutto ha storicamente avuto un enorme sviluppo in tutto l'areale del Misma.   Negli anni trenta del secolo scorso a Pradalunga si producevano oltre 1400 quintali di castagne all'anno, grazie alla coltivazione di estesi castagneti che ricoprivano le pendici della montagna.   Gli esemplari secolari di Pradadòlt sono veri e propri monumenti viventi, simbolo di quella economia frugale che, fino al recente passato, ha contraddistinto la quotidianità delle popolazioni rurali del nostro territorio. 

Primule sul sentiero del Misma.

Da Pradadòlt si prosegue sulla sterrata, contrassegnata dalla segnaletica CAI n. 539 e, con un facile tratto in piano, si arriva velocemente in località Mesòlt (770 m) dove si nota una bella cascina ristrutturata, alle cui spalle si trovano una serie di dossi ondulati che risalgono le pendici del Misma.

Località Mesòlt
Quei prativi nascondono cumuli di roére, ammassi di ciottolame scartato dalle vene delle cave di pietra coti, uno dei prodotti per cui Pradalunga è famosa fin dal tempo degli antichi romani.   La pietra coti, opportunamente bagnata con acqua, è stata, per oltre un millennio, lo strumento più semplice ed efficace per tenere affilate le lame degli attrezzi utilizzati in agricoltura.   Il filo di falci, falcetti e roncole (ma anche quello delle armi da taglio) di mezza Europa veniva mantenuto efficiente grazie alle pietre coti estratte dagli stretti pertugi che si inoltravano nelle viscere del Misma. Dal dopoguerra l'attività estrattiva è andata scemando, lasciando soltanto enormi cumuli di pietrisco, ora quasi tutti completamente sommersi dalla vegetazione.

Il Roculù.

Da Mesòlt si prosegue in falsopiano, trascurando una prima deviazione per la croce del Misma, portandosi ad un colletto dove si incontra un caratteristico roccolo, chiamato Roculù (789 m - 30 minuti da Pradadòlt).   Qui si svolta a sinistra, su una traccia che sale ripidamente nel bosco.   Con fatica si prende decisamente quota, fino a superare una caratteristica baita dal profilo deturpato da una serie di antenne.  Poco oltre il bosco gradatamente si dirada fino a raggiungere il crinale erboso del Misma.  Manca ormai poco alla croce di vetta (1160 m - un'ora dal quadrivio del Roculù).  

La cascina dalle mille antenne.

Il panorama che si gode dalla cima del Monte Misma è veramente a 360°.   Aiutati da una piastra geodetica con i nomi delle montagne circostanti, riconosciamo l'Alben, l'Arera, il Pizzo del Diavolo, il Redorta, il Coca e la Presolana.   Nelle giornate limpide lo sguardo arriva facilmente ad ammirare le Alpi Occidentali, al cui centro campeggia l'imponente massiccio del Monte Rosa.   Per completare l'anello, dalla cima si prosegue scendendo lungo il crinale opposto, dove troviamo una vegetazione molto diversa rispetto a quella incontrata durante la salita.

Betulla negli immediati pressi della cima del Misma.

Il versante Nord-Nord/ovest del Misma è infatti meno soleggiato e più fresco, favorendo la presenza di betulle e soprattutto faggi.   Percorrendo una bellissima faggeta si percorre un tratto in falsopiano che porta al bel punto panoramico della Croce di Sant'Antonio (1053 m).  Successivamente il sentiero scende ripidamente fino ai prati della semidiroccata Stalla di Cura, da dove si domina tutta la bassa Valle Seriana (863 m - 45 minuti dalla cima del Misma).

Località Croce di Sant'Antonio.

Qui si incrocia la segnaletica del periplo denominato "le vie del Misma" e, per ritornare al punto di partenza, si deve prendere a sinistra.   Si calpesta quindi la traccia del sentiero CAI n. 510, che sale da Albino e termina proprio alla Forcella di Pradalunga.   Al primo bivio che si incontra dopo la Stalla di Cura, una evidente segnaletica indica di tenere la traccia di destra. Si prosegue nel bosco, fino ad arrivare ad un breve passaggio coperto che attraversa letteralmente la prima di una serie di cascine.

Anemone hepatica (detta anche erba trinità).

Ci si trova in una zona utilizzata per la castanicoltura. Numerosi cartelli ricordano che questi boschi sono di proprietà privata e vige il divieto di raccolta delle castagne da parte di terzi.   Si alternano tratti di castagneti con piccole radure e si scende fino ad usufruire di una strada privata che porta poco sopra la località Sbardelada, una ex cava di pietra coti, la cui area pianeggiante è stata trasformata in un  parcheggio sterrato, circondato da cumuli di roére.  Scendendo lungo la carreggiabile asfaltata si ritorna, in dieci minuti dalla Sbardelada e in poco più di un'ora e mezza dalla cima, al Santuario della Madonna della Forcella.

Nella faggeta del versante Nord-Nord/Ovest del Misma.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 26-02-2021 - tempo bello con foschia in quota.
Partenza: Santuario della Madonna della Forcella (630 m.) via della Forcella - Pradalunga, che si trova a meno di quindici chilometri dal centro di Bergamo.    Lo si raggiunge arrivando in centro a Pradalunga e salendo la via della Forcella che si prende dietro la chiesa parrocchiale.   Con una decina di tornanti si arriva all'ampio parcheggio sterrato del Santuario. 
Dislivello e distanza percorsa: circa 580 metri di sola salita. L'anello è lungo poco meno di otto chilometri.  
Durata: Per percorrere l'anello descritto servono poco più di tre ore e mezza, al netto delle soste.

Elleboro bianco fotografato nei pressi della Cappella degli Alpini.

Altri suggerimenti:  In stagione sarete fortemente tentati di raccogliere castagne.   Gran parte dei castagneti attraversati è di proprietà privata e non manca la segnaletica di avvertimento che vi invito a rispettare.   Se volete maggiori informazioni sulla coltivazione del castagno e sui prodotti derivati, potete fare riferimento all'Associazione Castanicoltori del Misma, contattabile tramite la pagina facebook: @castanicoltorimisma.
 
Se invece volete approfondire gli altri argomenti di carattere storico e naturalistico appena accennati in questo post, consiglio di prenotare, nella vostra biblioteca di riferimento, il volumetto scritto da Mario Valoti e pubblicato dal Comune di Pradalunga, dal titolo "I sentieri del Misma" che, in appena cinquanta pagine e proponendo una decina di itinerari da effettuarsi nella zona, offre tutte le informazioni che vi saranno necessarie.
Infine, in questo blog potete trovare un altro itinerario che gira tutt'intorno al Misma, passando dalla chiesetta di Santa Maria del Misma, uno splendido complesso religioso risalente al dodicesimo secolo, accessibile soltanto tramite sentieri.   Il link è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/03/sulle-vie-del-misma-una-montagna-per.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08.

L'itinerario evidenziato in verde scuro sulla carta
turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo

Tavola n. 08. Si ringrazia per la concessione.