venerdì 28 gennaio 2022

Dal Santuario di San Patrizio alla Cima di Tisa, circondati da incredibili panorami sulle cime più dolomitiche delle Orobie.

Una storica mulattiera unisce le località che facevano parte di Honio, un'antichissima Confederazione di Comuni, che ebbe origine nell'XI° secolo.   La sua traccia attraversa boschi e pascoli ed offre splendide panoramiche sulle cime più dolomitiche delle Orobie.   Un itinerario che racconta la Storia e regala tante emozioni per i nostri occhi.

Le dolomiti della Valcanale dalla dorsale erbosa della cima di Tisa.

L'escursione parte dai parcheggi a servizio del Santuario di San Patrizio (620 m circa slm) utilizzando l'antica mulattiera che, per secoli, ha rappresentato l'unico collegamento tra Colzate ed i piccoli borghi di Bondo e Barbata.    Del Santuario, che merita assolutamente una visita, trovate un approfondimento nelle note tecniche.

Zoom da Colzate sul Santuario di San Patrizio.

La traccia da seguire per tutto il percorso è il segnavia CAI n. 518 e, per un breve tratto iniziale, coincide con la strada asfaltata che conduce a Bondo.   Dopo pochi minuti, si prende sulla sinistra una stretta scalinata in cemento che porta di fronte alla "Tribulina di Lomàghe", una delle numerose santelle che caratterizzano questo tracciato.  Si continua a salire, tagliando alcuni tornanti della strada. All'altezza dei Piani di Rezzo (732 m-poco più di 15 minuti dalla partenza) si abbandona definitivamente l'asfalto.   La traccia attraversa i coltivi di alcune cascine ben ristrutturate e tratti di un bosco rado ricco di fioriture, fino ad arrivare ad un'altra Tribulina che annuncia gli splendidi pascoli del piccolo altipiano di Unì (880 m circa-45 minuti dalla partenza).

Crocus biflorus nei prati e boschi prima di Unì.

In questa bucolica località, aperta ad un eccezionale panorama sul Pizzo Formico, la Presolana ed il Monte Ferrante, aveva sede il Comune Maggiore di Honio che, a rappresentanza di nove Comuni della Media Val Seriana, avrebbe gestito per secoli i beni indivisi (prati, pascoli e boschi) dei loro territori.  Si fatica a pensare che, in questo soleggiato pascolo, oltre alle residenze dei contadini e gli alloggi per le guardie, sarebbe stata edificata anche una fortezza con funzioni di sede istituzionale, scuola, salone per le assemblee ed una collegiata. 

Il Pizzo Formico dall'altipiano di Unì.

Al termine del piccolo altipiano il tracciato ritorna nel bosco, giungendo ad un bivio dove il segnavia CAI ci fa abbandonare lo sterrato che si stava percorrendo per salire con decisione a sinistra.   Fattasi sentiero, la traccia guadagna quota all'ombra della fitta faggeta, fino ad arrivare ad una vallecola dove è opportuno un minimo di attenzione a causa di un tratto a suo tempo dissestato da fenomeni franosi. I segnali biancorossi del CAI ci aiutano ad affrontarlo senza particolari problemi, poichè, ancora nei pressi del precedente segnale, si ha a già portata d'occhio anche il successivo, fino a superare il greto del ruscello, dove si riprende la linearità del sentiero.

Cascina lungo il tracciato.

Usciti dal bosco, si giunge alle cascine ed ai prati della località Orètel (circa 1020 m-un'ora e un quarto dalla partenza) dove si torna ad ammirare l'imponenza del massiccio della Presolana, prima di rituffarsi fra gli alberi ed affrontare lo strappo che ci porta al grande roccolo Messina (1150 m-un'ora e tre quarti dalla partenza).   La traccia del CAI n. 518 lo aggira salendo a sinistra, ma prima conviene arrivare alla terrazza del roccolo per ammirare una gran bella vista sull'Arera e le altre cime dietro alle quali si nasconde la Valcanale. 

L'Arera dal terrazzo del roccolo Messina.

Sopra il roccolo il sentiero si trasforma in sterrata, che percorriamo per pochi metri, perchè una palina segnaletica del CAI ci fa svoltare subito a destra, in un bosco dove la faggeta si mischia alle prime conifere.   Alternando tratti pianeggianti a ripidi strappi, si guadagna una sella con un roccoletto in pietra ed una pozza per l'abbeverata degli animali (1280 m circa- due ore dalla partenza). 

L'Alben sovrasta la Cima di Cavlera.
Scendendo dalla dorsale erbosa della Cima di Tisa.

Da questo punto il panorama comincia ad essere veramente spettacolare.   Poichè alla meta manca ormai poco, conviene seguire la traccia che svolta a sinistra salendo la dorsale erbosa a tratti punteggiata dalla vegetazione piegata dal vento.  In una decina di minuti dalla pozza si raggiunge la croce della cima di Tisa, posizionata a 1317 m di quota (punto più alto e meta dell'itinerario). 

La Presolana vista dai pressi della Cima di Tisa.

Dopo una breve sosta, si torna sui propri passi ed il tratto che riporta alla pozza regalerà scorci indimenticabili.   Di fronte, dalla boscosa cima di Cavlera spuntano gli scuri pinnacoli del Monte Alben.  Sulla sinistra, dolci pendii costellati di cascine e pascoli digradano verso la pianura.   A destra, al massiccio della Presolana ed alle dolomiti della Valcanale si è aggiunto, in tutta la sua imponenza, il massiccio dell'Arera, che domina la cima Grem e tutta la Val del Riso.   Più lontano, il Monte Menna chiude il circo delle vette. Il rientro segue il percorso dell'andata.

I dolci pendii meridionali della Cima di Tisa.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 26-01-2022. Bellissima giornata.
Partenza dell'itinerario: Il santuario di San Patrizio si trova nel territorio del Comune di Colzate, nella media Val Seriana.   Si raggiunge percorrendo la trafficata SS671 della Val Seriana fino allo svincolo che porta nel centro di Vertova e quindi a Colzate, dove i segnali turistici per il complesso religioso sono numerosi ed evidenti.  Il Santuario di San Patrizio dista 24 chilometri dal centro di Bergamo, percorribili in circa quaranta minuti.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 700 metri di sola salita. Complessivamente si percorrono poco più di nove chilometri.  
Durata: Tra salita e discesa servono circa quattro ore, al netto delle soste.

Presolana e Monte Ferrante dai prati di Unì.

Altri suggerimenti turistici ed escursionistici:  Non fatevi mancare la visita al Santuario di San Patrizio (aperto ogni giorno dalle 13:30 alle 17:00).   Molto interessante è il sacello, il piccolo oratorio trecentesco attorno al quale è stato poi edificato tutto il resto del santuario.    Affreschi cinquecenteschi di particolare valore ornano l'esterno e l'interno del sacello.  Vanno segnalati soprattutto quelli conservati sopra l'altare.   Dal colonnato si gode un maestoso panorama della Val Seriana.   Ulteriori info: https://www.itinerari.bergamo.it/santuario-di-san-patrizio-colzate.

Dal colonnato del santuario, uno sguardo alla zona del Formico.

Un interessante itinerario effettuabile in questa zona porta alla cima del Monte Secretondo.  Il dettaglio dell'escursione è disponibile in questo blog: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/10/i-tesori-del-monte-secretondo.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

Sulla destra il tracciato che da San Patrizio porta alla Cima di Tisa. 
A sinistra quello che, dal Rifugio Alpini di Cavlera sale al Monte Secretondo.
 Estratto della carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo
Tavola n. 05. Si ringrazia per la concessione.









lunedì 17 gennaio 2022

Da Sant'Ambrogio alla storica chiesa di Santa Maria Assunta: un anello nei fitti boschi del versante sud del Misma.

Il territorio collinare che circonda Cenate Sopra è un pezzo di Toscana spuntato a sorpresa nel cuore della Lombardia.   Con questa escursione si potranno ammirare i panorami sui vigneti ed i coltivi di frutta ed ortaggi che si succedono, senza apparente soluzione di continuità, ai margini del fitto bosco di latifoglie che ricopre il versante meridionale del Monte Misma, offrendo suggestioni insolite e paesaggi inediti per i nostri occhi.  

L'Arera dal crinale della Corna Clima.

L'itinerario ad anello parte dalla piccola frazione di Sant'Ambrogio (390 m).   Dopo aver parcheggiato negli immediati dintorni della Chiesa, si prende a salire lungo via Lazzarino, seguendo la strada asfaltata, accanto alla quale sono evidenti le indicazioni del sentiero CAI n. 609 che porta fino al Colle Gallo.   Arrivati al primo bivio si tiene la destra (diritto si finirebbe in una cascina) e si continua a salire calpestando l'asfalto ed ammirando il panorama che si apre sui borghi del fondovalle e sulla vetta del Misma. 

Le ondulate colline che circondano Cenate, viste dal terrazzo di Santa Maria del Misma.

Dopo circa un chilometro, a 550 m di quota, la segnaletica del sentiero 609 (qui con direzione Prati Alti) ci fa abbandonare la strada per farci salire bruscamente nel bosco.   Circondati da un fitto bosco di latifoglie, si guadagna rapidamente quota, fino a risbucare sull'asfalto (circa 45 minuti dalla partenza). Pochi metri verso destra e la strada diventa sterrata, proseguendo in piano nella valletta.  Ma non la percorreremo.   Il sentiero n. 609, parzialmente nascosto da un cartello di limitazione della velocita a 10 km/h e da alcune regole di comportamento della Comunità Montana, ci fa deviare bruscamente a sinistra, obbligandoci ad un ripido strappo che successivamente si addolcisce continuando ad inoltrarsi nel bosco.

Crocus biflorus nei boschi sopra Sant'Ambrogio.

Si giunge alla località Pozza del Vac (580 m).   Si trascura un'indicazione che ci farebbe scendere a Plasso e proseguiamo diritto.  Restiamo sempre sul CAI n. 609, anche se un paio di deviazioni sulla destra potrebbero rappresentare una scorciatoia per raggiungere prima il crinale della Corna Clima. Dopo un lungo traverso nel bosco, effettuato in leggera salita, si arriva ad un trivio.  Si segue quindi l'indicazione per Santa Maria del Misma, seguendo le tracce dei sentieri nn. 601 e 513. 

Il Misma sbuca dal fitto del bosco.

Un ultimo strappo nel bosco ci porta infine al crinale (un'ora e mezza dalla partenza - circa 810 m di quota).   La traccia del sentiero rimane però sotto gli alberi ed una serie di recinzioni limitano l'accesso ai pascoli solivi dei Prati Alti.   Alcuni scorci nella vegetazione permettono di intravvedere la mole del Pizzo Arera e, in lontananza, di altre imponenti cime delle Orobie.   A destra lo sguardo viene catturato dai Colli di San Fermo, mentre in basso spuntano le numerose cascine abbarbicate sui bordi delle vallette laterali della Val Cavallina.

Monte Pranzà e Colli di San Fermo dal crinale di Corna Clima

Si procede in falsopiano, attraversando un piccolo castagneto.  Dai ricci a terra si suppone una significativa produzione di frutti in stagione.   Siamo sul crinale della Cima Corna Clima (862 m-punto più alto del percorso) ed il sentiero ha preso il n. 601 ma, poco oltre, si raggiunge una strada sterrata, sovrapponendosi al segnavia CAI n. 513.   Si tratta del sentiero, lungo 32 km, dedicato al partigiano Andrea Caslini che parte dalla Tribulina di Scanzo per arrivare alla mitica Malga Lunga, ai tempi rifugio partigiano ed oggi museo simbolo della Resistenza bergamasca. 

La vetta del Misma dal panoramico colletto con roccolo.

Ne percorriamo un breve tratto, raggiungendo un panoramico colletto con l'immancabile roccolo e, seguendo la traccia di sinistra al bivio successivo, giungiamo finalmente alla chiesetta medioevale di Santa Maria del Misma (823 m - due ore e un quarto dalla partenza - ulteriori dettagli sul luogo nelle note tecniche in coda al post).

Santa Maria del Misma.

Dopo la sosta, si scende dal sentiero CAI n. 607 (Plasso-Cenate Sopra), che parte proprio a lato dell' ostello che fa parte del complesso di Santa Maria del Misma. E' una bella mulattiera, con barriere di protezione in legno nei punti più complessi, che scende ripidamente in un fitto bosco di carpini, roverelle e cornioli che, a tratti, lascia spazio a belle vedute sulla cima del Misma. 

La Cà Nigra.

Si supera la Cà Nigra, cascina ricavata da quello che un tempo fu un grande roccolo, fino a giungere alla località Plasso dove la presenza di una proprietà privata impone alla traccia una doppia inversione ad U, proprio accanto alle ben visibili catene di recinzione e ad un abbeveratoio.  Trascurata l'indicazione del pianeggiante Sentiero Verde, che ci riporterebbe nella valletta a monte di Sant'Ambrogio, si percorrono entrambi i tornanti, continuando a seguire in discesa la traccia del segnavia n. 607, fino a sbucare su una strada cementata che sale dal paese.   Dopo poche decine di metri si costeggia l'agriturismo Tenuta Maria, dove il panorama si apre sulle successive cascine ed i tetti del paese di Sant'Ambrogio, che si raggiunge in pochi minuti.

Arrivo a Sant'Ambrogio.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 14-01-2022. Bellissima giornata.
Partenza dell'itinerario: Si raggiunge la frazione di Sant'Ambrogio percorrendo la SS 42 fino a Trescore Balneario. All'incrocio con via Paglia si gira a sinistra.   Sbucati sulla SP 65 si prende ancora a sinistra in direzione di Cenate Sopra.  Prima di raggiungere il centro del paese si incrocia, sulla destra, l'indicazione che porta a Sant'Ambrogio.   L'omonima via sale per poco più di un chilometro fino alla piazzetta posta sul retro della Chiesa.  Sulla sinistra, in via Lazzarino, trovate alcuni parcheggi a pettine.   Altrimenti entrate nella viuzza che a sinistra porta al frontale della Chiesa, accanto al quale ci sono altri posti dove mettere l'auto.  Nella piazzetta è installata una palina della segnaletica CAI con i sentieri indicati nel post.  Sant'Ambrogio dista venti chilometri dal centro di Bergamo, percorribili in mezz'ora.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 500 metri di sola salita. Si percorrono circa sette chilometri e mezzo.  
Durata: Per completare l'intero anello servono poco più di tre ore e mezza.

Primule in località Plasso.

Altri suggerimenti turistici ed escursionistici:  Il gioiello dell'escursione sopra descritta è sicuramente rappresentato dalla Chiesa di Santa Maria del Misma, di cui si ha notizia documentata sin dal XII° secolo.   Maggiori informazioni su questo complesso religioso si trovano nel sito della Parrocchia di Cenate Sopra: https://parrocchiacenatesopra.it/la-parrocchia/chiesa-di-santa-maria-di-misma.   In un altro post del mio blog ho invece descritto l'importanza storica ed il profondo significato che questa chiesa ha assunto per la popolazione dei paesi circostanti, suggerendo anche le diverse escursioni con cui è possibile raggiungerla e visitarla.  Il link di collegamento è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/03/sulle-vie-del-misma-una-montagna-per.html.

Santa Maria del Misma dal sentiero di discesa n. 607.

A pochissima distanza da Sant'Ambrogio (5 minuti d'auto) è possibile visitare l'oasi naturale della Valpredina, gestita dal WWF.   L'area protetta si estende per circa 90 ettari ed è dotata di un'area didattica con facile percorso tra gli stagni e un giardino delle farfalle, un'area faunistica ed un'area agricola con prodotti certificati bio.   E' inoltre presente un centro con ambulatorio veterinario per il recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà.   I dettagli per poterla visitare sono reperibili sul sito della riserva: https://www.valpredina.eu.

Sant'Ambrogio e, in alto a destra, l'agriturismo Sassi della Luna.

Suggerimenti gastronomici: A soli tre minuti d'auto da Sant'Ambrogio si trova l'Agriturismo Sassi della Luna, nel quale ho avuto modo di pranzare in un paio di occasioni, trovandomi benissimo.  Il loro ristorante propone una cucina di territorio basata su ingredienti stagionali, con piatti della tradizione lombarda e del Nord Italia.   E' possibile anche ritirare i piatti preparati dalla loro cucina e gustarli facendo pic-nic in uno degli spazi attrezzati nel bosco di proprietà.   L'azienda agricola produce e vende vino e confetture di alta qualità.   Maggiori informazioni sul loro sito: https://sassidellaluna.it.
Cartografia: Carta dei sentieri della Val Cavallina-scala 1:25.000, di Ingenia Cartoguide.

La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta dei sentieri della Val Cavallina.
Ingenia Cartoguide, si ringrazia per la concessione.
















lunedì 10 gennaio 2022

Da Trevasco alla doppia cima del Monte Cereto, attraversando boschi fioriti di ellebori.

Trevasco (496 m slm) è una minuscola frazione del Comune di Nembro, che conta meno di quaranta abitanti.   Bisogna andarci apposta e lì termina la strada.   I coltivi delle sue cascine riempiono una valletta praticamente isolata dal mondo, del quale si percepisce soltanto un fastidioso rumore di fondo provocato dalle auto che percorrono la provinciale della Val Seriana o la salita per Selvino.  Da Trevasco il sentiero CAI n. 536 sale al valico che divide il territorio comunale di Nembro da quello di Albino, da cui si può conquistare la doppia cima del Monte Cereto.

L'anticima del Monte Cereto.

La traccia parte da un viottolo gradinato che conduce al piccolo sagrato di una bella chiesetta, dove si trasforma in una mulattiera che prende subito quota sul paesino, regalando begli scorci sui profili delle Podone.  Si entra in un bosco ceduo dove, in stagione, fioriscono numerosi ellebori.  Il sentiero è ben segnalato e risale con decisione fino a giungere ad una piccola radura con capanno di caccia.

Primo sole sui profili delle Podone.

Si continua a salire, percorrendo un tratto dalla vegetazione più diradata.  Si incontrano un paio di bivi.  In entrambi i casi si trascura il sentiero di destra, che rimane pianeggiante penetrando nella valletta che domina Trevasco, e si tiene invece la sinistra, raggiungendo altri capanni ed arrivando ad una di queste costruzioni, sulla cima della quale campeggia una curiosa torretta che lo rende più simile ad un bunker.

Ellebori nei boschi di Trevasco.

Al successivo bivio si tiene la destra, salendo sulla larga cresta erbosa che fa da spartiacque tra la Val Brughera e la Valle dei Fichi.  Il panorama si amplia, lasciando intravedere i tornanti della tortuosa strada che si arrampica verso Selvino. Dal lato opposto lo sguardo viene catturato dagli abitati di Nembro e Pradalunga, prima di allargarsi sulla pianura.

La cascina di quota 860 m, poco prima del valico.

Arrivati a quota 860 si passa accanto a due cascine, la prima piccola ed incassata nel bosco, la seconda protetta da un semicerchio di rade betulle.   Il tratto successivo ci regala un bel panorama sull'agglomerato di Selvino e sui contrafforti del Monte Purito.  Trascuriamo una indicazione (cartello in ferro) che ci indica la direzione per Selvino e, dopo pochi passi, si raggiunge il valico (944 m - punto più alto del percorso).

Ol Mùt di dò ciape visto dal Pià de la Loèra.

Siamo in località Pià della Lòera, si è camminato per circa un'ora e mezza ed è gradita una sosta per guardarsi un po' in giro. Sulla destra, antistanti al panettone del Misma, appaiono le due cime del Monte Cereto, che i locali chiamano anche "mùt di dò ciape" per evidenti affinità anatomiche.   A sinistra si trova invece il largo crestone che sale alla vetta del Purito, mentre di fronte spiccano i ripetitori posti sulla cima del Monte Rena. 

La Cornagera dalla cima del Monte Cereto.

Salutiamo il segnavia CAI n. 536 e seguiamo ora il n. 515 (Monte Cereto-Albino) trascurando la traccia che sale sulla costa erbosa alla nostra destra.   La segnaletica biancorossa ci ributta nel bosco, facendoci percorrere un tratto in leggero saliscendi, che resta a cavallo dei confini comunali di Nembro e Albino. In breve si raggiunge la cima più alta del Cereto (936 m), dove è posizionata una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri ed una piccola croce.   Da un lato siamo di fronte alle guglie della Cornagera, dall'altro ci troviamo a picco sulle poche costruzioni che compongono il paesino di Trevasco. 

A picco su Trevasco.

La panoramica anticima del Monte Cereto (928 m) si trova poco oltre.   E' sufficiente abbassarsi di pochi passi fino a raggiungere una più evidente croce metallica posta a precipizio sul fondovalle della Val Seriana.   Di fronte campeggia il Misma.   A destra si allarga la Pianura Padana, a sinistra spicca in primo piano il Monte Altino, dietro al quale si nasconde la Val Gandino.   Il ritorno avviene ripercorrendo la traccia dell'andata.

Uno sguardo su Nembro e sulla pianura.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 07-01-2022. Nuvoloso con occhiate di sole.
Partenza dell'itinerario: Si raggiunge la frazione di Trevasco percorrendo la SP 35 della Valle Seriana fino a Nembro. Si seguono le indicazioni per il centro ed il Municipio.   Proseguendo verso nord si supera il bivio che ci porterebbe a Selvino per prendere, a sinistra, la successiva via Fontane.   La si percorre integralmente per deviare infine a sinistra in via Trevasco, che ci condurrà al punto di partenza dell'escursione. La chiesetta rimane alta sulla destra del piccolo nucleo di case. La palina segnaletica del sentiero 536 è evidente, accanto ad un altrettanto evidente divieto di transito alle motociclette.   Si parcheggia pochi metri più avanti, dove la strada si allarga sulla destra.   Undici chilometri dal centro di Bergamo, percorribili in poco più di un quarto d'ora.

La chiesina di Trevasco, punto di partenza dell'itinerario.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 500 metri di sola salita, per una lunghezza complessiva di circa sette chilometri.  
Durata: Da Trevasco si raggiunge l'anticima del Cereto in un paio d'ore. Si scende in circa un'ora e mezza.
Altri suggerimenti turistici ed escursionistici:  Dalla cima principale del Monte Cereto si nota un evidente sentiero che scende ripidamente verso le cascine di Piazza Canterina e la successiva località Piazzo.   Guardando la carta escursionistica si può essere tentati di chiudere un bell'anello con il sentiero di salita, visto che dalla parte alta di Piazzo si potrebbe pianeggiare in breve alle prime cascine di Trevasco.   Una serie di proprietà private e la costruzione di alcune strade di accesso alle stesse impediscono però, di fatto, l'individuazione di un sentiero facilmente percorribile.   Potrebbe essere un'idea per una futura valorizzazione della zona ai fini escursionistici.

Il sentiero non segnalato che scende dalla cima del Cereto verso Piazzo (e lì si ferma).

In questo blog potrete inoltre trovare altre tre escursioni che attraversano il territorio comunale di Nembro. Questi sono i relativi link di collegamento:
https://dislivellozero.blogspot.com/2021/02/dal-santuario-dello-zuccarello-alla.html
https://dislivellozero.blogspot.com/2020/05/monte-di-nese-filaressa-monte-costone.html
https://dislivellozero.blogspot.com/2017/01/il-fascino-antico-di-salmezza-e-gli.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08.

L'itinerario evidenziato in un estratto della carta
turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo

Tavola n. 08. Si ringrazia per la concessione.