Il territorio collinare che circonda Cenate Sopra è un pezzo di Toscana spuntato a sorpresa nel cuore della Lombardia. Con questa escursione si potranno ammirare i panorami sui vigneti ed i coltivi di frutta ed ortaggi che si succedono, senza apparente soluzione di continuità, ai margini del fitto bosco di latifoglie che ricopre il versante meridionale del Monte Misma, offrendo suggestioni insolite e paesaggi inediti per i nostri occhi.
L'Arera dal crinale della Corna Clima. |
L'itinerario ad anello parte dalla piccola frazione di Sant'Ambrogio (390 m). Dopo aver parcheggiato negli immediati dintorni della Chiesa, si prende a salire lungo via Lazzarino, seguendo la strada asfaltata, accanto alla quale sono evidenti le indicazioni del sentiero CAI n. 609 che porta fino al Colle Gallo. Arrivati al primo bivio si tiene la destra (diritto si finirebbe in una cascina) e si continua a salire calpestando l'asfalto ed ammirando il panorama che si apre sui borghi del fondovalle e sulla vetta del Misma.
Le ondulate colline che circondano Cenate, viste dal terrazzo di Santa Maria del Misma. |
Dopo circa un chilometro, a 550 m di quota, la segnaletica del sentiero 609 (qui con direzione Prati Alti) ci fa abbandonare la strada per farci salire bruscamente nel bosco. Circondati da un fitto bosco di latifoglie, si guadagna rapidamente quota, fino a risbucare sull'asfalto (circa 45 minuti dalla partenza). Pochi metri verso destra e la strada diventa sterrata, proseguendo in piano nella valletta. Ma non la percorreremo. Il sentiero n. 609, parzialmente nascosto da un cartello di limitazione della velocita a 10 km/h e da alcune regole di comportamento della Comunità Montana, ci fa deviare bruscamente a sinistra, obbligandoci ad un ripido strappo che successivamente si addolcisce continuando ad inoltrarsi nel bosco.
Crocus biflorus nei boschi sopra Sant'Ambrogio. |
Si giunge alla località Pozza del Vac (580 m). Si trascura un'indicazione che ci farebbe scendere a Plasso e proseguiamo diritto. Restiamo sempre sul CAI n. 609, anche se un paio di deviazioni sulla destra potrebbero rappresentare una scorciatoia per raggiungere prima il crinale della Corna Clima. Dopo un lungo traverso nel bosco, effettuato in leggera salita, si arriva ad un trivio. Si segue quindi l'indicazione per Santa Maria del Misma, seguendo le tracce dei sentieri nn. 601 e 513.
Il Misma sbuca dal fitto del bosco. |
Un ultimo strappo nel bosco ci porta infine al crinale (un'ora e mezza dalla partenza - circa 810 m di quota). La traccia del sentiero rimane però sotto gli alberi ed una serie di recinzioni limitano l'accesso ai pascoli solivi dei Prati Alti. Alcuni scorci nella vegetazione permettono di intravvedere la mole del Pizzo Arera e, in lontananza, di altre imponenti cime delle Orobie. A destra lo sguardo viene catturato dai Colli di San Fermo, mentre in basso spuntano le numerose cascine abbarbicate sui bordi delle vallette laterali della Val Cavallina.
Monte Pranzà e Colli di San Fermo dal crinale di Corna Clima |
Si procede in falsopiano, attraversando un piccolo castagneto. Dai ricci a terra si suppone una significativa produzione di frutti in stagione. Siamo sul crinale della Cima Corna Clima (862 m-punto più alto del percorso) ed il sentiero ha preso il n. 601 ma, poco oltre, si raggiunge una strada sterrata, sovrapponendosi al segnavia CAI n. 513. Si tratta del sentiero, lungo 32 km, dedicato al partigiano Andrea Caslini che parte dalla Tribulina di Scanzo per arrivare alla mitica Malga Lunga, ai tempi rifugio partigiano ed oggi museo simbolo della Resistenza bergamasca.
La vetta del Misma dal panoramico colletto con roccolo. |
Ne percorriamo un breve tratto, raggiungendo un panoramico colletto con l'immancabile roccolo e, seguendo la traccia di sinistra al bivio successivo, giungiamo finalmente alla chiesetta medioevale di Santa Maria del Misma (823 m - due ore e un quarto dalla partenza - ulteriori dettagli sul luogo nelle note tecniche in coda al post).
Santa Maria del Misma. |
Dopo la sosta, si scende dal sentiero CAI n. 607 (Plasso-Cenate Sopra), che parte proprio a lato dell' ostello che fa parte del complesso di Santa Maria del Misma. E' una bella mulattiera, con barriere di protezione in legno nei punti più complessi, che scende ripidamente in un fitto bosco di carpini, roverelle e cornioli che, a tratti, lascia spazio a belle vedute sulla cima del Misma.
La Cà Nigra. |
Si supera la Cà Nigra, cascina ricavata da quello che un tempo fu un grande roccolo, fino a giungere alla località Plasso dove la presenza di una proprietà privata impone alla traccia una doppia inversione ad U, proprio accanto alle ben visibili catene di recinzione e ad un abbeveratoio. Trascurata l'indicazione del pianeggiante Sentiero Verde, che ci riporterebbe nella valletta a monte di Sant'Ambrogio, si percorrono entrambi i tornanti, continuando a seguire in discesa la traccia del segnavia n. 607, fino a sbucare su una strada cementata che sale dal paese. Dopo poche decine di metri si costeggia l'agriturismo Tenuta Maria, dove il panorama si apre sulle successive cascine ed i tetti del paese di Sant'Ambrogio, che si raggiunge in pochi minuti.
Arrivo a Sant'Ambrogio. |
Info tecniche:
La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta dei sentieri della Val Cavallina. Ingenia Cartoguide, si ringrazia per la concessione. |
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