martedì 26 maggio 2020

Monte di Nese – Filaressa – Monte Costone – Salmezza: il paradiso ad un quarto d'ora dalla città.

L'anello che, partendo da Monte di Nese, risale le cime della Filaressa e del Monte Costone, scende al borgo di Salmezza e rientra tagliando il versante destro della Val Formica, è un alternarsi di ambienti spettacolari che, in primavera, si riempiono di fiori e colori.   Un fantastico spettacolo della natura.


Monte di Nese, Monte Canto Alto dal sentiero di salita alla Filaressa

Dal parcheggio posto a monte della chiesa parrocchiale di Monte di Nese si percorre il breve strappo che raggiunge la chiesetta della Forcella (870 m) dietro la quale si apre un incrocio di sentieri battuti e ben segnalati.   Seguendo il segnavia CAI n. 531 si risale una stradetta cementata che porta al dosso degli Spiazzi, un ambiente soleggiato, costellato di baite ben ristrutturate ed ampi pascoli.

Gli spiazzi

Camminando in mezzo ai prati, ci si avvicina al fianco meridionale della Filaressa, inoltrandosi in un ambiente che ricorda quello dolomitico.   Ai primi pinnacoli di roccia il sentiero tende ad inerpicarsi, fino ad un bivio dove, per raggiungere la cima, bisogna tenere la destra.   In quindici minuti si raggiunge la vetta della Filaressa (1134 m) dalla quale si gode un ampio panorama, in particolare sull'incombente versante sud del Monte Costone, che rappresenta la prossima meta.

Il versante sud della Filaressa

Per arrivarci occorre ritornare brevemente sul sentiero di salita appena percorso e deviare a destra sul primo sentiero (non segnalato) che si incontra.  Ci troviamo nel versante nord della Filaressa.   La discesa è ripida e in ombra ed è da percorrere con attenzione.   E' attrezzata con funi metalliche che possono essere utili in caso di sentiero bagnato o scivoloso.    Scesi al valico tra la Filaressa ed il Monte Costone, si segue la evidente traccia che porta, con un po' di fatica, alla cima di quest'ultimo (1195 m).


Cefalantera maggiore, altipiano della Stalla del Fopp

Il panorama è amplissimo.   A sud il Canto Alto troneggia sui suoi vasti castagneti.   Si distinguono bene Poscante e le altre frazioni che, nel corso dei secoli, hanno sfruttato le potenzialità di questi boschi, usandone il legname per ardere e per i pali della viticoltura, il fogliame come lettiera per le stalle e i frutti per l'alimentazione quotidiana.   Nella valle di Poscante sono tuttora presenti gli ultimi essiccatoi utilizzati per l'affumicatura delle castagne, un procedimento per consentirne la conservazione ed il consumo a lunga scadenza, creato proprio a Poscante circa settecento anni fa.

I boschi del versante nord del Canto Alto, visti dalla cima del Costone.

Dalla cima del monte Costone si prosegue lungo uno splendido tratto, praticamente pianeggiante, che porta all'altipiano della stalla del Fopp.  Si cammina in pieno relax tra prati fioriti, boschetti di rade betulle ed una vista incantevole sulle Podone, sul piccolo borgo di Salmezza e sulle prime case della troppo urbanizzata Selvino.     Ad un bivio non segnalato (il cartello è abbandonato a terra) si tiene la destra, sino ad arrivare negli immediati dintorni della stalla del Fopp dove si imbocca una stradetta sterrata che, poco dopo, diventa asfaltata e scende, con belle viste su Salmezza.   

Altipiano della Stalla del Fopp

Al primo incrocio il segnavia CAI n. 531 prosegue diritto verso il centro di Selvino. Il nostro itinerario volta invece a destra per scendere, sempre su asfalto, fino a Salmezza (1030 m).    Nel medioevo questo  borgo era una florida e trafficata stazione di sosta, con tanto di locande e dogana ad uso e consumo dei viandanti che percorrevano la via Mercatorum, storica mulattiera che congiungeva i traffici commerciali di Bergamo con le valli Brembana e Seriana.

Salmezza

Oggi Salmezza conta otto abitanti e rappresenta un'oasi di pace e silenzio con pochi eguali nelle Orobie.    Al centro del borgo si incrocia un tratto restaurato e molto suggestivo della via Mercatorum che, per chiudere il nostro anello, va percorso in uscita da Salmezza.   Superato l'ultimo cascinale del borgo, si prosegue nel bosco fino a un bivio ben segnalato.   A sinistra il sentiero CAI 534 scende verso Lonno.   Noi teniamo la destra, seguendo il segnavia CAI 533 che traversa la Val Formica e prosegue, tra baite e campi coltivati, verso Monte di Nese.

Cascine di Salmezza

Giunti ai piedi del dirupato versante sud della Filaressa si incontra un tratto di sentiero che ha subito alcuni smottamenti costringendo ad alcune brevi deviazioni.    Alla prima di queste si deve restare bassi, sulla sinistra, ignorando una traccia con bolli rossi e blu che risale nel bosco rado.    Dopo pochi passi un segnale bianco e rosso del CAI dipinto su un grosso sasso ci conforterà della giusta direzione.   Per una ventina di minuti il sentiero si presenta disagevole, fino ad un tratto boscato dove si incontrano delle sorgenti a cui ci si potrà anche dissetare.

Baita in Val Formica

Il sentiero torna ad essere gradevole e fresco.   Un bel bosco ceduo ci accompagna fino alla contrada Castello (872 m) dove si potrà scegliere, per il rientro al parcheggio di partenza, tra la discesa offerta dalla strada asfaltata che unisce Castello a Monte di Nese e la traccia di risalita che risale, attraversando pascoli e prati fioriti, alla Forcella.


Pulsatilla Alpina del Monte Costone

Info tecniche:

Partenza: Monte di Nese, frazione di Alzano Lombardo, 15 Km da Bergamo.
Dislivello: circa 500 metri di sola salita.
Durata: Almeno quattro ore, escluse le soste.
Punti di ristoro: Arrivati a Salmezza, potrete effettuare una tappa gastronomica al bar-ristorante Merelli, situato nel cuore del borgo.   Un locale rustico e semplice, con posti al coperto ed all'aperto.  La cucina è quella tradizionale, con porzioni abbondanti e gustose.   I prezzi sono molto onesti.   Il telefono è: 035 514870.
Scendendo da Monte di Nese, potreste invece fermarvi alla Trattoria del Brugo, frazione Burro di Alzano.  Si può pranzare in una veranda con bellissimo panorama sulla valle.  Anche qui la cucina è tradizionale, ma con un pizzico di ricercatezza in più. Maggiori info sulla loro pagina facebook: trattoriadelbrugo.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08.

L'itinerario evidenziato (in verde) sulla tavola 08 della
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.

sabato 9 maggio 2020

Da Monte di Nese al Canto Alto, in memoria di una strage poco nota di settantacinque anni fa

L'escursione più breve e con minor dislivello per salire al Canto Alto ha inizio da Monte di Nese e ripercorre, in senso inverso, le tracce dell'odissea di un gruppo di soldati azeri.   Mancava pochissimo alla fine della seconda guerra mondiale, ma centoventi di loro non poterono godere nemmeno di un giorno di pace.
La Val Brembana dai prati del Canto Basso.

L'itinerario prende il via dall'ultimo parcheggio di Monte di Nese (800 m) al termine del quale una stradina cementata porta, con ripido ma breve strappo, all'omonima forcella (870 m).   Pochi passi dopo la chiesetta dedicata alla Madonna del Buon Consiglio,  si prende a sinistra il sentiero CAI n. 553B con direzione Canto Basso.   Inizialmente in leggera discesa, poi con percorso ondulato nel freschissimo bosco che ricopre il versante nord del Monte Cavallo, dopo mezzora dalla partenza si sbuca nei verdi e fioriti prati del Canto Basso (901 m) con belle viste sulla Maresana, Olera e le frazioni di Zogno che si trovano ai piedi della Filaressa.

Il profilo della Filaressa.

La croce del Canto Alto è già ben visibile.   Il segnavia da seguire per raggiungerlo è il n. 507.   Si tratta di scarpinare per un'oretta, entrando ed uscendo dal bosco e costeggiando il crinale un poco faticoso ma molto ben segnalato.    Dalla vetta (1.146 m) il panorama sulle valli Brembana e Serina è a tutto tondo.    A sud, la pianura si stende a vista d'occhio.
Nella notte tra il 12 e il 13 aprile del 1945, una colonna di azeri, disertori dell'esercito tedesco, percorse in  senso inverso il tratto sopra descritto per cercare di raggiungere le formazioni partigiane che avrebbero facilitato la loro fuga in Svizzera. Sostarono esausti a Monte di Nese e vennero accerchiati dai fascisti che compirono una strage da pochi ricordata. Il racconto completo è in coda a questo post.

La vetta del Canto Alto.

Dopo la sosta, si torna al dosso del Canto Basso, calpestando la traccia del sentiero di salita, fino ad arrivare ad un bivio che, a destra, indica il sentiero 533 che passa anche dalla chiesa di Monte di Nese, nostra futura meta.    Poco dopo si trova un'altra biforcazione e si evita la traccia che sembra salire alla vetta del Monte Cavallo.   Il sentiero CAI n. 533 ne costeggia il versante sud, restando sempre nel rado bosco ceduo, fino a raggiungere, in circa mezzora dal Canto Basso, le prime case di Monte di Nese. 
 
Narciso nei prati del Canto Basso

Percorso un breve tratto di asfalto, il segnavia ci fa deviare a sinistra su un tratto di sterrato per poi portarci, tenendo la destra, nella bellissima via Fracc, una storica mulattiera recentemente ristrutturata, che termina dietro la Chiesa parrocchiale.    Aggirato l'edificio ecclesiastico, a sinistra è visibile il parcheggio da dove si sono iniziati i primi passi.

Via Fracc - Monte di Nese.

Info tecniche:
Partenza: Monte di Nese, frazione di Alzano Lombardo, 15 Km da Bergamo.
Dislivello: circa 350 metri complessivi.  
Durata: circa tre ore.
L'itinerario evidenziato sulla tavola 08 della
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.

IN MEMORIA DI 120 AZERI: CRONACA DI UN MASSACRO
I 120 azeri massacrati a Monte di Nese facevano parte di un contingente acquartierato a Bruntino, che aveva avviato una complessa trattativa con i partigiani per organizzare una fuga lungo la provinciale risalente la Val Brembana.   L'operazione scattò la sera dell'11 aprile 1945 ma non tutto andò secondo i piani.  Alcuni ufficiali rimasti fedeli ai tedeschi diedero l'allarme, creando parecchia confusione nella truppa.   Temendo l'attivazione di posti di blocco da parte dei tedeschi, parte dei disertori (circa 600 persone con almeno una cinquantina di cavalli) decise pertanto di non percorrere la provinciale della Valle Brembana, ma di raggiungere le postazioni partigiane residenti a Oltre il Colle, transitando dal sentiero che li avrebbe portati prima sul Canto Alto e poi a Monte di Nese, dove avrebbero svoltato verso nord, lungo la direttrice per Selvino, Trafficanti e Serina.
Fu un errore irreparabile.
La lapide ricordo all'ingresso del cimitero di Monte di Nese

Partita nella notte tra il 12 e il 13 aprile, la lunghissima colonna, guidata da una staffetta partigiana, impiegò quasi una giornata per arrivare a Monte di Nese, dopo essere transitata sulla vetta del Canto Alto.   I sovietici, esausti, cercarono riparo nelle poche case del paese.   La colonna, allo sbando, non organizzò un servizio di sentinella.   Fu quindi facile per i fascisti, avvertiti dagli ufficiali russi rimasti fedeli all'esercito tedesco, individuare il percorso dei disertori e tendere un'imboscata.  Alle sei del mattino del 13 aprile 1945 fu abbattuto il primo soldato russo. La battaglia sconvolse Monte di Nese fino al primo pomeriggio.   I disertori russi furono accerchiati con una manovra a tenaglia, da battaglioni formati in prevalenza da Milizia Forestale e Brigate Nere provenienti da Olera, Selvino, Bergamo e Poscante.

Monte di Nese

Pur essendo numerosi, i russi erano male armati, dispersi, disorganizzati e forse anche già rassegnati al loro destino.   Al termine della battaglia, tra le loro file si contarono 120 morti, 54 dei quali trucidati barbaramente nel prato sotto la Chiesa parrocchiale, dopo essere stati catturati, disarmati e spogliati dei loro pochi averi.    A ricordo di questa strage dimenticata, è stata apposta una lapide all'ingresso del piccolo cimitero di Monte di Nese, dove riposano anche i resti di gran parte degli azeri massacrati.
Per approfondire: Quaderni Brembani n. 13 edito dal Centro Storico Culturale Valle Brembana – pagg. 137-165. Monte di Nese marzo-aprile 1945, cronaca di una diserzione, Di Giancarlo Battilà.

Ginestrino fiorito accanto al sentiero di salita per il Canto Alto.