venerdì 27 marzo 2020

Quando la vetta più alta delle Orobie era "La Redorta"...

Centocinquanta anni fa, per raggiungere la conca di Valbondione partendo da Bergamo erano necessarie quasi sette ore di viaggio in carrozza, spesso facendo "scalo" a Ponte di Nozza.
Redorta e Coca dal Passo della Manina.  Tutte le foto a corredo di
questo post sono di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.
Questa è una delle notizie che si possono trarre leggendo la "Guida-Itinerario alle Prealpi Bergamasche", realizzata da Antonio Curò, primo presidente della sezione CAI di Bergamo, pubblicata per la prima volta nel lontanissimo anno 1877.     All'epoca, i mezzi di trasporto su strada non conoscevano ancora l'avvento del motore a scoppio ed i treni a vapore avrebbero attraversato la Valle Seriana soltanto a partire dal 1884.   Per trasferimenti di questo tipo, i turisti, gli escursionisti e gli alpinisti dell'epoca dovevano quindi fare affidamento alle carrozze trainate da cavalli.
Dighe di Val Morta e del Barbellino. Al centro il Pizzo Recastello.
Si partiva quindi dalla Porta Nuova di Bergamo con la carrozza giornaliera  che percorreva "...la via che costeggia gli ameni colli alla destra del Serio e passa per Alzano Maggiore, Nembro, Albino, Gazzaniga e Vertova, grosse borgate allo sbocco della Valle Seriana, ricche di svariate e importantissime industrie."   Giunti a Ponte di Nozza, prima di cambiare carrozza, la guida suggerisce alcune brevi visite nei dintorni, rimarcando che a Parre, oltre ad ...una tela lodatissima del Morone... si potrà ammirare la ... foggia particolare nel vestire delle donne.   E raccomanda altresì di ...visitare l'origine del torrente Nozza .... Sebbene quel torrente non abbia più di un chilometro di corso, pure è uno dei principali tributari del Serio....    All'epoca le acque del Nozza erano asservite all'attività dei numerosi magli della zona.    Dal 1975 alimentano un acquedotto che soddisfa il fabbisogno idrico di 120.000 bergamaschi.
Pizzo Coca dal laghetto di Valmorta
Dopo Ponte di Nozza la valle assume un carattere più alpestre ed appaiono le prime selve di abeti. Con mite pendenza (la strada) rimonta la valle principale.    Superato Gromo, si arriva a Fiumenero, dove la guida non manca di citare gli itinerari per raggiungere il passo del Salto e quello della Scala, altrimenti detto del Brunone.    Per arrivare a quest'ultimo, che all'epoca la guida definiva come ... pochissimo frequentato, era necessario percorrere il ripidissimo sentiero delle miniere, per arrivare all'ultima piccola baita dei minatori (Ca' Brunone) situata in prossimità delle ricche cave di minerale di ferro, allora in piena attività.     Siamo in una zona che offre un.... bel colpo d'occhio sulla Redorta (nome che i valtellinesi danno alla più alta punta della Brunone) e che, con i suoi 3.042 metri, viene definita dalla Guida come la più alta vetta della Bergamasca.    Più avanti, il volumetto ipotizza che il Coca (allora definito come Pizzo Cocca) fosse alto circa 2.600 metri.
I giganti delle Orobie visti dalla cima del Monte Timogno
Interessante l'annotazione in basa alla quale...il Passo della Scala deve il suo nome ad una lunghissima ed erta gradinata stabilitasi in addietro sul versante settentrionale, per recare dalla valle Agneda parte del carbone occorrente alla torrefazione del minerale.   Sicuramente tale trasporto era effettuato a piedi, tramite pesanti carichi di carbone caricati sulle spalle dei minatori.  La guida ammira anche ... l'altissima costiera che congiunge la Brunone al Pizzo del Diavolo ...E' una vera muraglia che, ove venisse forata da una galleria di circa 2 chilometri, con non grave spesa, porrebbe Sondrio in diretta comunicazione con la Valle Seriana e Bergamo.
Maslana - Valbondione
La corriera giunge finalmente a ...Bondione (metri 890; 51 chilometri da Bergamo, modestissima osteria con alloggio) ...che ...possiede altoforno per la riduzione del ferro e riputate fonderie di ghisa.    La guida, ovviamente, consiglia di visitare ...la bella cascata del Serio ...rimontando, anche con cavalcatura, la valle per la via al Barbellino.     L'Ingegner Curò si dilunga in dettagli ed immagini che, in seguito alla costruzione della diga, avvenuta nel 1932, non potremo più vedere nella loro originaria purezza. 
Le cascate del Serio.
L'autore della guida suggerisce infine di non trascurare ...di visitare, a circa un'ora dal paese e poco discosto dal sentiero del Barbellino, lo stupendo orrido detto "Goi del cà", presso il ponte della Piscinella, dove ...si vede inabissarsi il Serio con imponente salto in profondo burrone .... offrendo uno spettacolo che non ha pari nelle nostre prealpi.
Transito merci presso il Lago del Barbellino
Info varie:
La guida: Il volumetto, da cui sono tratte le descrizioni riportate in corsivo, è composto da 73 pagine, una particolareggiata carta topografica delle Valli Bergamasche (in scala 1:172.800!) ed una splendida veduta panoramica delle Alpi Orobie, disegnata dalla terrazza del Duomo di Milano.   Qualche copia è ancora disponibile, al prezzo di 10 euro, presso la sede del CAI di Bergamo, sita in via Pizzo Presolana 15 (di fronte al Creberg Teatro).   Per gli orari di apertura, consultate il sito ww.caibergamo.it.
La copertina originale della Guida scritta dall'Ingegner Curò.



giovedì 12 marzo 2020

L'Anello dei Torni: un itinerario nel Parco dei Colli di Bergamo

Escursione di sabato 7 marzo 2020
Questo itinerario prende inizio nel quartiere di Longuelo ed offre suggestive vedute panoramiche su coltivi e verde naturale, ma anche su edifici architettonici che rappresentano un esteso spaccato di storia con esempi di ogni tipo, dai monasteri alto-medioevali, alle ville patrizie del secolo scorso fino alle splendide cascine ristrutturate della conche di Astino e San Martino.

Cascina Moroni.

Si parte dalla via Portone di San Matteo (255 m), che inizia proprio sulla curva di via Lochis, che precede l'accesso al quartiere ed al campo sportivo di Longuelo.   Dopo pochi metri appare la Stongarda (o portone) di San Matteo.    Si tratta dei resti di una prima fortificazione della città, risalente all'anno 1256.   Attraversata la strada, si inizia a calpestare l'acciottolato della scaletta Bellavista che, con una serie di saliscendi, attraversa la bella piazzetta di San Matteo della Benaglia, conducendo al bivio che ci immette sull'asfalto della strada omonima.

Piazzetta di San Matteo con Benaglia.

Costeggiando il colle della Benaglia, si sale sino a giungere al piccolo borgo di San Martino della Pigrizia (300 m, trenta minuti dalla partenza).   Subito dopo una secca curva a sinistra si trova l'accesso alla scaletta dello Scorlazzino.    I suoi 210 gradini, tra orti, frutteti ed una bella vista sul Tempio dei Caduti, portano direttamente in via Sudorno.    Dopo averla attraversata, si tiene la sinistra per imboccare la scaletta dello Scorlazzone.   Si prende rapidamente quota superando 165 gradini, ripidi ed un po' faticosi, fino a raggiungere un bel punto di visuale sulla conca di Astino.  Con pendenza molto più dolce, la stradina prosegue fra case restaurate e giardini, fino a giungere all'incrocio con via San Vigilio (460 m - circa un'ora dalla partenza).

Panorama da San Vigilio sul Resegone.
A destra San Sebastiano, in basso il Monastero di Astino
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Si prende a sinistra e si percorre via San Vigilio, godendo di un panorama via via più ampio sull'omonimo colle, sul Monte Bastia e sulle numerose ville e case in stile liberty.   Si scende a sinistra sulla via San Sebastiano, trascurando la via privata Gustavo Mazzoleni, per arrivare al bivio che sulla destra porta alle Case Moroni.    Questo tratto è pianeggiante ed incredibilmente panoramico e ricorda ai meno giovani il periodo delle frasche: rustiche osterie che, fino alla fine degli anni '70, erano meta di passeggiate domenicali con l'obiettivo di gustare uova, salumi e formaggi nostrani, contornati dalle verdure raccolte nei coltivi e negli orti dei colli.

Botta di San Sebastiano da Via Rione.

La grande cascina Moroni ed il relativo accesso sono in via di ristrutturazione.   E' possibile quindi che il passaggio sia impedito dalle transenne dell'impresa preposta al restauro.   In questo caso, il consiglio è quello di tornare alla terrazza panoramica di San Vigilio, imboccare via Monte Bastia, raggiungere via Orsarola e prendere a sinistra il selciato di via del Rione che passa proprio dietro alle Case Moroni.  Vi troverete a percorrere un sentiero tracciato in piano sopra un antico terrazzamento, che offre un fantastica veduta sulla sottostante Botta di San Sebastiano e sulla digradante pianura.

San Sebastiano da San Vigilio.

Si ritorna così su via San Sebastiano, negli immediati pressi della piccola omonima chiesetta (410 m), posta proprio sul colle.    Bella la vista sul Resegone e sulla Costa del Palio.    Si prosegue in discesa, seguendo il tornante o sfruttando la scorciatoia offerta da una brutta scaletta cementata, fino ad arrivare al Pascolo dei Tedeschi, dove si trova un'area di sosta con tanto di fontanella.    Il toponimo non ha niente a che fare con la seconda guerra mondiale.    I tedeschi a cui fa riferimento erano in realtà mercanti del cantone svizzero dei Grigioni che utilizzavano questa radura per bivaccare, prima di partecipare alla storica Fiera di Sant'Alessandro.

Il tempio dei caduti a Sudorno.

Si svolta quindi a sinistra su via Generale Marieni, da percorrere in piano per oltre un chilometro.   A metà del percorso sarebbe teoricamente possibile scendere sulla destra per via Lavanderio.  Purtroppo una frana ne impedisce l'accesso e la conseguente visita alla cascine ed all'antico lavatoio che dà il nome al microscopico borgo.   Bisogna quindi arrivare sino a Sudorno, girare a destra fino a raggiungere il monumentale Tempio dei Caduti, sorto sui resti della chiesa medioevale di Santa Maria di Sudorno.   Al bivio che si presenta poco oltre si tiene la sinistra.   Pochi passi e si scende decisamente a destra, imboccando il selciato di quella che, trenta metri più avanti si scopre chiamarsi via Moratelli.

Il monastero di Astino ed i suoi coltivi.

Con rapida discesa si arriva ai bordi della conca di Astino.  Tra prati verdissimi e cascine perfettamente ristrutturate, si svolta a destra in via Ripa Pasqualina, fino a giungere in piano all'incrocio con via del Celtro che si percorre sino alla fine, costeggiando un filare di gelsi che tradisce la tradizione contadina della zona.   Incrociata via Longuelo, si entra nel parco comunale intitolato a Carlo Leidi, che confina con il campo sportivo del quartiere, uscendo dal lato opposto dello stesso, per affacciarsi infine su via Lochis.    Prendendo la sinistra, bastano una cinquantina di metri per ritrovare la via del Portone di San Matteo.
Cascina ristrutturata nei campi di Longuelo.
Info tecniche:
Partenza: Longuelo, quartiere di Bergamo (255 m).
Dislivello: circa 250 metri di sola salita.  
Durata: Servono circa tre ore per completare i dieci chilometri di questo anello.

Panorama sul Monte Tesoro e l'Albenza.

Altri suggerimenti:  Arrivati al Tempio dei Caduti di  Sudorno, si può decidere di prendere a destra per via Astino, con lo scopo di arrivare ad ammirare uno dei monumenti più antichi, più significativi e dalla storia più tormentata del Comune di Bergamo.   Il Monastero di Astino è un complesso plurisecolare in stile romanico, la cui fondazione risale alla seconda metà dell'XI° secolo.    Il complesso è importante per la sua armonica connessione all'ambiente naturale che lo circonda e che è cambiato pochissimo nel corso dei secoli.   La piccola valle di Astino è una vera e propria oasi agricola, di grande bellezza paesaggistica.    Dopo anni di abbandono, gli ultimi restauri hanno restituito dignità a tutta l'area.    Il complesso monastico ha acquisito la funzione di contenitore di mostre ed iniziative culturali; i campi dei dintorni sono stati affidati a giovani imprenditori che hanno avviato coltivazioni di frutta e verdura con metodi biologici.  Maggiori informazioni sul sito www.astino.it o su wikipedia.
Cartografia: Carta escursionistica del Parco dei Colli di Bergamo - scala 1:15.000, Ingenia Cartoguide Editore
La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta del Parco dei Colli di Bergamo.
Ingenia Cartoguide. Si ringrazia per la concessione.