sabato 23 marzo 2019

Escursioni per tutti i gusti ai Piani dell'Alben ed al Rifugio Gherardi

Minaccia di brutto tempo sui Piani dell'Alben
I piani dell'Alben, in Val Taleggio, rappresentano una splendida meta per gli escursionisti che amano passeggiate tranquille e prive di pericoli.   Arrivati al Rifugio Gherardi, esiste la possibilità di osare qualcosa di più impegnativo, conquistando vette panoramicissime, o completando un intenso e soddisfacente anello, oppure ancora, effettuando una splendida traversata in quota verso i Piani di Artavaggio.
Monte Sodadura ed ex-rifugio Battisti
Il punto di partenza del sentiero che porta ai piani dell'Alben si trova in località Quindicina (1.280 m), raggiungibile percorrendo la strada a pagamento che parte da Pizzino, frazione del Comune di Taleggio.   Dopo aver parcheggiato, ci si incammina sul sentiero CAI n. 120, che entra brevemente in un bosco rado e successivamente sale dolcemente tra i pascoli. Accompagnati da vedute sempre più ampie, la traccia prosegue senza strappi, fino a raggiungere il rifugio Gherardi (1.650 m) in poco più di un'ora dalla partenza.
Rifugio Gherardi e Monte Sodadura
Per molti potrebbe essere il punto d'arrivo, ma consiglio di camminare ancora una ventina di minuti, fino a raggiungere la costruzione rosata dell'ex-rifugio intitolato a Cesare Battisti (1.680 m), splendido balcone panoramico sul piccolo altipiano circondato da una corona di montagne. Ad Est spicca la muraglia composta dai monti Cancervo e Venturosa; sul rifugio privato incombe il Sodadura e a nord chiudono il cerchio l'Araralta ed il pizzo Baciamorti.   Guardando verso i piani d'Artavaggio, è infine possibile distinguere nettamente il gruppo delle Grigne e le altre cime del lecchese. 
L'edificio dell'ex Rifugio Battisti
Il sentiero prosegue verso la bocchetta di Regadur (1.853 m) che dista almeno un'ora di cammino dal Rifugio Gherardi.    E' pane per escursionisti allenati, perché la traccia prende ripidamente quota in mezzo a boschetti di pini mughi, attraversando scarichi di ripidi ghiaioni dove, nel periodo invernale,  abbondanti slavine precipitano verso il fondovalle.
Le Orobie viste dai Piani dell'Alben.
Nella bella stagione, per chi ha gamba ed esperienza, può essere interessante completare un anello che, giunto alla bocchetta di Regadur, prosegue sulle creste dell'Aralalta (2.006 m) e del Pizzo Baciamorti (2.009 m), scende all'omonimo passo di Baciamorti (1.540 m) e, per mezzo del sentiero CAI n. 153, ritorna a Capo Foppa ed infine a Quindicina.    Questo giro è da considerarsi impegnativo, poichè supera le cinque ore di camminata complessiva, coprendo una distanza di circa 13 chilometri con un dislivello di circa 800 metri.

Sul sentiero CAI n. 120.
Info tecniche:
Partenza: Si sale percorrendo la Statale della Valle Brembana sino a San Giovanni Bianco dove si gira a sinistra,  prendendo la SP 25, detta anche la "strada dell'orrido della Val Taleggio.    Per chi non la conosce, percorrere i tre chilometri di questa profonda gola vale il viaggio.    Arrivati al primo centro abitato (Sottochiesa) si prende a destra la strada che, in tre chilometri sale a Pizzino.    Poco prima del paese si trova un parcheggio, dove è attivo il parcometro con il quale si paga il ticket di due euro della strada a pedaggio che arriva alla località di Quindicina, dove parte il sentiero per il Rifugio Gherardi. 
Dislivello: Meno di 400 metri fino al Rifugio Gherardi. 400 metri esatti all'ex Rifugio Battisti, circa 600 metri alla Bocchetta di Regadur (tratto impegnativo e pericoloso d'inverno).
Durata: Poco più di un'ora al Gherardi, un altro quarto d'ora per il Battisti, oltre due ore dalla partenza per la Bocchetta di Regadur.
I segni del tempo intorno ad una cascina, poco sopra Quindicina.
Altri suggerimenti: Consiglio caldamente, soprattutto alle famiglie con bambini, di sostare al Rifugio Gherardi, non solo per la semplicità dell'itinerario e la bellezza del posto.    Il Rifugio, di proprietà del CAI di Bergamo, è gestito da anni dai volontari dell'Operazione Mato Grosso, che utilizzano il ricavato per il sostentamento dell'attività sanitaria dell'ospedale peruviano di Chacas, una impervia ed isolata zona montana dove l'assistenza sanitaria non viene garantita alle fasce di popolazione più povere.  Maggiori info: www.rifugi.lombardia.it/bergamo/taleggio/rifugio-gherardi.html; tel. 0345 47302.
Dopo l'escursione, ci siamo fermati a pranzare al Ristorante San Marco, nella frazione Sottochiesa di Taleggio.  Trovarlo è facilissimo: si trova negli immediati pressi del Municipio.   A dispetto dell'ingresso poco evidente e dell'interno un po' dimesso, il locale offre piatti tipici strepitosi ed un menù molto variegato.   Antipasti belli alla vista, primi piatti gustosi e strabordanti ed una proposta di secondi in cui viene esaltata la selvaggina ma anche gli eccezionali formaggi prodotti nella Valle.   Servizio efficiente e professionale e rapporto qualità/prezzo veramente notevole.  Da non perdere!
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 04.

Esempio di architettura rurale della Valle Taleggio, con il tipico tetto
a lastre chiamate piöde (che non ha eguali in tutto l'arco alpino).