venerdì 19 febbraio 2021

Dal Santuario dello Zuccarello alla croce del Monte Valtrusa, passando da Lonno e dal Forcellino. Quando la mezza montagna offre soddisfazioni inaspettate.

Conquistare una cima che non raggiunge i 900 metri di altezza può sembrare poca cosa.   Ma, per chi sa apprezzare, il Monte Valtrusa rivela panorami inediti ed una natura rigogliosa, in armonia con una presenza antropica non invasiva ed una rete di sentieri capace di soddisfare le più svariate esigenze.

L'altipiano di Selvino dalla cresta dei Corni.

Questo itinerario prende il via dall'ampio parcheggio annesso al Santuario dello Zuccarello (446 m., nelle note i dettagli per arrivarci).  I primi passi si susseguono sulla storica Via Mercatorum (il principale asse viario medioevale che congiungeva Bergamo con le sue Valli), che si imbocca sul lato opposto all'ingresso del Santuario, sulla destra per chi guarda dal parcheggio.   E' una bella mulattiera lastricata, che sale con buona pendenza in un bosco misto di castagni ed altri alberi caducifoglie ed è contrassegnata con il segnavia CAI n. 535.

Prime case di Lonno viste dal selciato della Via Mercatorum.

In località Bastia (586 m) la salita si addolcisce.  Dopo aver incrociato un percorso vita, la mulattiera supera orti, piccoli pascoli e cascine, fino a raggiungere le prime case di Lonno.  Lo sguardo si apre su belle colline e sull'inizio della valle Seriana.   Il lastricato lascia il posto all'asfalto percorrendo via allo Zuccarello e giungendo quindi in Piazza Sant'Antonio (698 m.-45 minuti dalla partenza) dove sarebbe possibile arrivare anche in automobile, risalendo la carrozzabile che raggiunge il paese da Nembro, realizzata negli anni '70 del secolo scorso. 

Primule comuni ai bordi della mulattiera per Lonno.

Tenendo sulla destra la Chiesa parrocchiale, si attraversa Lonno, percorrendo via Buonarroti.  Si seguono sempre le indicazioni CAI n. 535 che dopo una strettoia, fanno svoltare a destra, per percorrere un brevissimo tratto in comune con la segnaletica CAI n. 534.   Al bivio successivo il CAI 535 sale a destra, passa in mezzo ad alcune case e finalmente diventa sentiero, superando un tratto in ripida pendenza che sale deciso lungo il fianco boscoso del monte.   Al termine dello strappo si trascura una deviazione che porterebbe direttamente alla cima del Monte Valtrusa e si prosegue in falsopiano, lungo il versante occidentale dei Corni, ammirando le fioriture e gli agrifogli che colorano il sottobosco.  Superando alcuni metri di dislivello, si giunge quindi alla selletta del Forcellino (863 m.- un'ora e mezza dalla partenza), dove una serie di cartelli segnaletici la evidenziano come punto di passaggio obbligato di più sentieri. 

I contrafforti del Monte Podona visto dal Forcellino.

Voltando le spalle al Monte Podona, prendiamo la traccia pianeggiante a destra (direzione est) che percorre la cresta erbosa dei Corni, dalla quale si intravedono la corona di monti che fa da sipario all'altipiano di Selvino ed i numerosi tornanti della strada che lo congiungono al fondovalle.   Il sentiero prosegue lungo il filo di cresta, sempre ben segnalato ad eccezione dei tratti che traversano le proprietà di tre ex-postazioni di caccia.   La direzione è obbligata, ma consiglio di dedicare una certa attenzione agli sbiaditi segni rosso scuri che aiutano a non perdere la traccia.   Dopo circa 40 minuti dal Forcellino, si raggiunge infine la bianca croce in ferro posta sulla sommità del Monte Valtrusa (894 m.-2 ore e 10 minuti dalla partenza), dove lo sguardo è particolarmente catturato dalle insolite viste del massiccio della Presolana e del monte Ferrante.

La Presolana dalla cima del Valtrusa.

Per ritornare si può seguire l'evidente traccia che scende sul lato opposto del monte.  Dopo pochi  minuti dalla croce, si prende una deviazione sulla destra, segnalata da una freccia in legno con la scritta "Lonno".    Il sentiero scende velocemente nel bosco fino ad arrivare ai prati ed alle prime case della località Prato Fò, da cui raggiunge la strada carrozzabile. Tenendo la destra, si risale in breve alla Piazza Sant'Antonio, per riprendere la mulattiera già percorsa all'andata, e riportarsi infine al parcheggio del Santuario della Madonna dello Zuccarello.

I tornanti che portano a Selvino, fotografati dal sentiero di cresta.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 17-02-2021 - tempo bello.
Partenza: Santuario della Madonna dello Zuccarello (446 m.) via Case Sparse - Nembro, situato a meno di dieci chilometri dal centro di Bergamo.    Per arrivarci dalla strada provinciale n. 35 della Val Seriana è sufficiente seguire le numerose indicazioni che troverete a partire  dall'uscita che indica il centro di Nembro.
Dislivello: circa 500 metri di sola salita.  
Durata: Per percorrere l'anello descritto servono circa tre ore e mezza, al netto delle soste.

Faggio del bosco sul che ricopre la cima del Valtrusa.

Altri suggerimenti:  Non perdetevi il suggestivo panorama che si gode dalla terrazza del Santuario della Madonna dello Zuccarello.   Nel primo tratto dell'escursione si arriva in località Bastia, dove si trova l'azienda agricola di Marco Rossi, con le sue "selvagge". E' un allevamento di galline che vivono allo stato brado, rispettando le regole che garantiscono la certificazione biologica delle loro uova.   Maggiori info qui: https://www.leselvagge.it/index.html.

Elleboro bianco nei pressi del Forcellino.

Altri itinerari nei pressi e testi interessanti: L'inizio dell'escursione si svolge sulla storica via Mercatorum che, nel periodo medioevale, univa Nembro a Cornello dei Tasso ed a San Giovanni Bianco, attraverso le coste della Val Serina.  Una interessante Guida alla Via Mercatorum è stata recentemente scritta da Silvia Bonomi e pubblicata dall'editore Grafica & Arte (18 €).   Corredata di belle fotografie, la guida è uno strumento molto utile per effettuare un trekking di mezza montagna ricco di riferimenti storici ed artistici. 
Da Lonno è possibile effettuare escursioni per raggiungere la suggestiva località di Salmezza o anche per effettuare l'anello delle Podone.   In questo blog potete trovare indicazioni utili in merito: http://dislivellozero.blogspot.com/2017/01/il-fascino-antico-di-salmezza-e-gli.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08.
 
L'itinerario evidenziato in un estratto della carta
turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo

Tavola n. 08. Si ringrazia per la concessione.


martedì 2 febbraio 2021

Da Valtorta ai Piani di Bobbio, ciaspolando sullo storico confine tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano.

La conca di Valtorta offre diverse occasioni di turismo invernale. Anche quando gli impianti sciistici sono chiusi, è frequentata da molti escursionisti che disegnano interessanti itinerari da percorrere con ciaspole o sci d'alpinismo.

Il Pizzo dei Tre Signori dai Piani di Bobbio.

Il punto ideale di partenza per i trekking invernali è il piazzale degli impianti di Ceresola-Valtorta (1330 m) dove si trova un ampio parcheggio con annesso rifugio (Il Trifoglio) dotato anche di locale ristoro.  Il nostro itinerario inizia prendendo la stradina di servizio degli impianti, che sale in direzione dei Piani di Bobbio.   La traccia è inizialmente indicata anche con la segnaletica che indirizza verso i rifugi Buzzoni e Grassi.   Si percorre la strada per un tratto che attraversa un bosco di latifoglie.  Sulla destra la vista si apre sulle cime che contornano il rifugio Grassi e, verso valle, sul gruppo delle Baite di Ceresola.

Le baite di Ceresola; sullo sfondo lo Zucco del Corvo.

Quel che oggi è una sorta di parco giochi a disposizione di sciatori ed escursionisti, nel passato è stato teatro di violenze e scontri sanguinosi.   Le Baite di Ceresola erano poste nei pressi del confine tra Valtorta, che apparteneva alla Repubblica di Venezia, e la Valsassina, proprietà del Ducato di Milano che, nel diciassettesimo secolo, era in mano all'esercito spagnolo. Nell'agosto 1619, al culmine di una serie di reciproche rappresaglie tra le parti, che consistevano in furti di bestiame, aggressioni ai pastori, distruzione di baite isolate, ruberie di prodotti caseari e continui spostamenti notturni dei cippi di confine, una moltitudine di abitanti della Valsassina e di Vedeseta, scortati da una cinquantina di soldati spagnoli, saccheggiò ed incendiò le Baite di Ceresola, picchiando a sangue i contadini che osavano ribellarsi. 

Zoom sulle Orobie: si riconoscono il Monte Cavallo ed il Pegherolo.

Dopo mezz'ora, la traccia si inoltra sulla pista di sci denominata "nube bianca".  La si percorre con pendenza moderata per un buon tratto, fino ad arrivare di fronte ad un deciso cambio di pendenza. Decisamente a destra si potrebbe prendere la traccia della strada di servizio agli impianti, che, con una serie di tornanti, sale dolcemente ai Piani di Bobbio.   Se invece la neve lo consente, si può continuare diritti sulla pista, superando un tratto ripido, che va comunque affrontato con larghi zig-zag. 

La pista "nube bianca" dalla testata della Valle Lavazero.

Il muro ci porta nei pressi di un ultimo gradone che ci divide dai Piani di Bobbio.   Appena la pendenza diminuisce, si volta decisamente a destra, in un largo canalone con poca pendenza, che ci accompagna dolcemente fino a riprendere la strada di servizio negli immediati pressi dell'arrivo della seggiovia.

Lo Zucco Barbesino dai Piani di Bobbio.

Siamo praticamente sulla testata della Valle di Lavazero, che segnava il confine tra Valtorta e Valsassina, cioè tra Venezia e Milano.  Con la sottile differenza che per i valtortesi la linea di confine si trovava dove l'altipiano di Bobbio diventava perfettamente orizzontale, mentre per gli abitanti della Valsassina il confine passava accanto al più grande faggio della zona, di smisurata grandezza e perfettamente individuabile grazie anche ad una croce di ferro inserita nel suo enorme tronco.  Questo faggio si trovava 400 metri più a valle, permettendo quindi ai sudditi del Ducato di Milano di sfruttare una notevole fetta di pascolo ed una bella porzione di bosco che forniva la legna necessaria ai forni fusori annessi alle loro miniere di ferro. Il maestoso albero, oggetto di risse continue, visse fino ad una calda mattina di agosto del 1720, quando fu ritrovato tagliato a pezzi e completamente asportato dalle sue radici.

Arrivo ai Piani di Bobbio. Alle spalle il Monte Chiavello.

Tornati quindi sulla traccia della strada, si prende decisamente a sinistra per raggiungere velocemente la linea orizzontale che rappresenta la nostra meta ed anche l'orlo dell'altipiano (circa 1700 m).   Il panorama si fa ampio da ogni parte si guardi: sulla destra compare l'affilato profilo del gruppo delle Grigne; sulla sinistra si impone il gruppo composto dallo Zuccone dei Campelli, lo Zucco di Barbesino e quello di Pesciola.   Volgendosi verso nord, su tutte le cime domina l'incombenza del Pizzo dei Tre Signori.   Uno spettacolo maestoso, degno punto di arrivo di una escursione adatta a molti.  Il ritorno avviene seguendo a ritroso l'itinerario di salita.

Le Grigne dai Piani di Bobbio - foto di Sergio Gavazzeni.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 31-01-2021 - tempo con ampie velature, in parziale dissolvenza dalla tarda mattinata.
Luogo di partenza: Ceresola di Valtorta (1330 m) in Alta Valle BrembanaLa località dista circa 60 km da Bergamo (un'ora e un quarto di automobile).   La si raggiunge percorrendo la statale 470 della Valle Brembana fino a Piazza Brembana, dove si tiene la sinistra percorrendo la strada provinciale 1 fino ad Olmo al Brembo, dove si gira a sinistra (indicazioni per Cassiglio, Ornica, Valtorta) sulla strada provinciale 6.   Giunti a Valtorta, si seguono le indicazioni per gli impianti sciistici fino ad arrivare nel parcheggio del rifugio Il Trifoglio.
Dislivello e distanza: circa 370 m di sola salita. Tra andata e ritorno si percorrono 6,4 km.
Durata: La salita impiega circa un'ora e mezza; per la discesa basta un'ora, ovviamente al netto delle soste fotografiche e panoramiche.
Prime tracce di discesa dalla testata della Valle Lavazero.

Note sull'accessibilità dell'escursione: Sulle piste degli impianti sciistici non è quasi mai compatibile la coesistenza tra discesisti ed escursionisti che effettuano trekking invernale con ramponi, ciaspole e sci d'alpinismo.   L'escursione qui descritta è stata effettuata ad impianti chiusi.   Invito quindi chi volesse effettuarla di verificare la situazione telefonando alla biglietteria di Ceresola 0345 87853, o consultando il sito: https://www.pianidibobbio.com.
Altre note: Le sintetiche indicazioni di carattere storico in corsivo nel testo possono essere ampliate ed approfondite procurandosi il volume "Valle Brembana, antica terra di frontiera" scritto da Giuseppe Pesenti e Franco Carminati, editore Corponove. Il testo può essere prenotato anche sulla rete bibliotecaria bergamasca: https://www.rbbg.it.
Passando da Valtorta è d'obbligo una sosta alla Latteria Sociale di Valtorta che, dal 1954 trasforma il latte conferito dai suoi soci produttori in piccoli capolavori caseari tutti da gustare.   In particolare, Valtorta è famosa per gli Agrì e lo stracchino all'antica delle valli orobiche, entrambi presidi Slow Food.   Ma la zona è anche produzione diretta del Formai de Mut e del Fiurì.    Giorni ed orari d'apertura ed ulteriori dettagli qui: http://www.latteriavaltorta.it/latteria-sociale-valtorta.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01.