sabato 6 maggio 2023

Sul balcone più soleggiato dell'Alta Valle Seriana: alle Stalle di Redorta da Valbondione, con splendide viste sulle cascate della Valle di Foga.

Alla scoperta di una valle ancora selvaggia, ricca di corsi d'acqua e spettacolari cascate naturali, libere dalle costrizioni imposte dalla produzione di energia idroelettrica. All'arrivo, due splendidi gruppi di baite, circondati da pascoli e boschi nei quali si nascondono gruppi di stambecchi. 

Dalle stalle di Redorta uno sguardo verso Lizzola e le sue montagne.

La partenza dell'escursione avviene dal piazzale annesso al deposito dei pullman, il primo edificio che si incontra poco prima di entrare nel paese di Valbondione (875 m - ulteriori dettagli per arrivarci nelle note tecniche in fondo al post).  L'accesso al sentiero è segnalato da una palina segnaletica del CAI, che indica la direzione per salire al pozzo ENEL, al lago di Avert ed al Simàl. Noi ci fermeremo molto prima.

Il Pizzo delle Corna da Salvasecca.

Agevolati da alcune serpentine, si prende rapidamente quota, camminando in un bel bosco ceduo formato da noccioli, aceri e faggi, che ci accompagnerà per quasi tutta l'escursione. Dopo mezz'oretta di salita si giunge ad un bivio. La traccia principale (sentiero CAI n. 331) procede in salita, mentre a sinistra, un sentierino pianeggiante conduce all'ingresso della radura di Salvasecca (1025 m). Conviene fare questa breve deviazione anche solo per ammirare i due grandi edifici rurali splendidamente ristrutturati.

Le due baite di Salvasecca.

Tornati al bivio si arriva, in dieci minuti, ad intersecare una gippabile che sale dal fondovalle, segnalata anche dal segnavia CAI che ci accompagna dall'inizio. Si procede, con pendenza più dolce, per un altro quarto d'ora fino a che un fragore d'acqua precede la vista della Cascata della valle di Foga. Arrivati ad un tornante destrorso, si individua un'esile traccia che scende velocemente fino alla base della stessa (attenzione in caso di terreno bagnato od in seguito ad abbondanti precipitazioni!). 

Cascata della Valle di Foga.

Lo spettacolo è emozionante da entrambi i lati. Di fronte la cascata nebulizza il suo scroscio dopo aver superato un salto di circa cento metri; alle spalle il torrente precipita verso valle, liberando  qualsiasi ostacolo alla nostra vista ed offrendoci un suggestivo panorama sul Pizzo della Corna. La montagna riempie ai nostri occhi la sinistra orografica della Valle, nascondendo le cime dei monti Vigna Soliva e Calvera.

Dal sentiero di salita lo sguardo spazia su tutta la conca di Valbondione.

Tornati sulla strada forestale, si riprende a salire, con pendenza regolare, fino a giungere, dopo un'ora e mezza dalla partenza, sulla sommità della cascata (circa 1290 m). Un ponticello in muratura consente di attraversare il corso del torrente che la crea. E' qui che incontro due cagnoloni che si stanno abbeverando. Sono un maschio ed una femmina. Il maschio, di pelo nero, è vecchio e soffre di artrosi. Mi segue per pochi metri ma poi si accuccia all'ombra di un faggio. La femmina è più arzilla e mi precede con fare da guida esperta.  

La centrale dei Dossi, cinquecento metri più in basso.

Poco oltre il bosco si apre sul fondovalle, permettendo di ammirare il salto della condotta forzata che precipita sulla centrale idroelettrica dei Dossi con un salto di quasi mille metri. Sempre preceduto dalla cagnolona (che scoprirò chiamarsi Lana) supero un'altro vivace rio, fino a giungere ad un bivio dove la traccia CAI torna sentiero e sale decisa nel bosco, mentre la gippabile procede in leggera discesa verso le prime baite che compongono la località Stalle di Redorta (1348 m-circa due ore dalla partenza).

Arrivo alle Stalle di Redorta.

Siamo sulla terrazza più soleggiata dell'Alta Valle Seriana e questa caratteristica, unitamente all'abbondanza di corsi d'acqua, ha favorito l'insediamento umano in questa località sin dal tardo medioevo. Atti notarili certificano il possesso di proprietà immobiliari nel sito sin dal 1400. Pare assodata anche la presenza di una chiesetta cinquecentesca (poi distrutta da un terremoto nel secolo nel XVII secolo) dedicata a San Bernardo da Mentone, costruita da pastori che, dalle Stalle di Redorta, svernavano le loro greggi nelle pianure novaresi.

Baite di Redorta. Sullo sfondo le pendici meridionali del Redorta.

Le undici baite sono magistralmente ristrutturate con le pareti in sasso ed i tetti in ardesia e poggiano su un balcone panoramico a 180° che, ad altezza d'occhio, si sviluppa dai monti Cimone e Pomnolo, dominanti l'abitato di Valbondione, al Crostaro ed al Barbarossa, che delimitano la piana di Lizzola. Più a destra si impone il già citato Pizzo della Corna e la imponente mole del monte Calvera. Guardando il fondovalle, si distinguono nettamente gli abitati di Gavazzo, Mola, Fiumenero e Gromo San Marino.

Il Pizzo della Corna e la più alta delle Stalle di Redorta.

Sazio di queste viste, sono tentato di tornare a valle, ma Lana, che mi ha sempre preceduto con discrezione, si dirige verso la baita più alta, voltandosi spesso per attirare la mia attenzione. La seguo mentre aggira l'edificio, seguendo un tracciolino che si dirige verso un vicino boschetto di faggi. Con andamento pressochè pianeggiante passiamo attraverso gli alberi fino a sbucare di fronte ad un'altra bellissima cascata, formata da tre possenti salti d'acqua. Siamo sulla testata della Valle Antica (dieci minuti dalle Stalle di Redorta-circa 1380 m) che, da questa quota, precipita verso il piccolo borgo di Gavazzo. Alla base della cascata Lena si siede, soddisfatta. Il tour è completato.

La cascata della Valle Antica.

Mentre torniamo alle baite si sente un rumore provenire dal fitto del bosco. Lana scatta rapidissima, abbaiando festosamente. La ritrovo più avanti, con la lingua penzolante a toccare il terreno. I boschi che circondano le Stalle di Redorta sono frequentati da branchi di stambecchi. Uno di questi deve aver fatto conoscenza con Lena.

Cespuglio di saponaria rossa ai bordi del sentiero.

Riprendiamo a scendere lungo lo stesso percorso dell'andata e con la medesima formazione: davanti la mia nuova amica a quattro zampe, che annusa i bordi della strada forestale e si disseta ai numerosi rivoli che scendono a valle; io resto poco più indietro, cercando immagini da catturare con la macchina fotografica.  Ad un tratto Lana si ferma di colpo, puntando il muso verso il bosco. Mentre mi avvicino, si gira e pare invitarmi a guardare nell'intrico dei rami più frondosi. E finalmente lo vedo.

Giovane stambecco nel bosco della Valle di Foga

E' un giovane stambecco maschio. Completamente immobile a fissarci intensamente. Quando ce ne andiamo lasciondolo in pace, Lana zampetta per un po' accanto a me, guardandomi ogni tanto, forse per capire se ho apprezzato la sua decisione di non rincorrere il giovane stambecco per permettermi di immortalarlo con la mia macchina fotografica.

Latte di gallina sul limitare del bosco della Valle di Foga.

La passeggiata in compagnia termina al bivio che conduce all'Azienda Agricola Salvasecca. Più tardi scoprirò che è anche la casa di Lana, che nel frattempo si accuccia proprio sul limitare del bivio e mi guarda scendere verso il parcheggio, che raggiungo in un'ora e mezza circa dalla Cascata della Valle Antica. Un'escursione fantistica, anche grazie a Lena.

Lana.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 03-05-2023 - tempo bello, visibilità ottima.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio a lato del deposito dei pullman a Valbondione, che dista circa 50 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le relative indicazioni e percorrendo la Strada Provinciale 49. Il deposito dei pullman è il primo edificio che si trova dopo aver superato il cartello stradale che indica la località di Valbondione. Si trova sul lato sinistro della provinciale. Si parcheggia l'auto nel piazzale sterrato posto alla sinistra del deposito. Non è attualmente previsto nessun pedaggio. 
Nel "centro" delle Stalle di Redorta.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 530 metri di dislivello per una lunghezza totale di quasi dieci chilometri, comprese le deviazioni per visitare le due cascate e la radura di Salvasecca.
Durata: Tra andata e ritorno si cammina per circa tre ore e mezzo, escluse le soste.

Veronica comune in fiore nel bosco della Val di Foga.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizioni di alcune facili passeggiate, effettuabili negli immediati dintorni di Valbondione. I link sono i seguenti:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/alle-piane-di-lizzola-una-breve-e.html
- https://dislivellozero.blogspot.com/2017/05/da-fiumenero-valbondione-una-rilassante.html
- https://dislivellozero.blogspot.com/2017/02/una-passeggiata-maslana-tra-stambecchi.html
- https://dislivellozero.blogspot.com/2020/12/la-magia-di-maslana-in-veste-invernale.html
Se invece vi sentite pronti per un'escursione più impegnativa, con partenza da Lizzola, potete cliccare su:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2022/08/da-lizzola-unescursione-circolare-per.html
Se infine siete interessati ad un breve resoconto sulla reintroduzione dello stambecco nelle Orobie, il post di riferimento in questo blog è:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2018/03/incontri-ravvicinati-con-gli-stambecchi.html
Cartografia: La traccia interessata dall'itinerario è ben evidenziata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000.

Zoom sugli impianti di Lizzola.