sabato 22 luglio 2017

Il Corno Zuccone: la sentinella della Val Taleggio

Per godere di un panorama a 360° sono necessarie due condizioni: la presenza di una vetta isolata e la disponibilità a fare un po' di fatica per conquistarne la cima.    La salita al Corno Zuccone, nonostante la modesta altitudine, soddisfa entrambi i requisiti.
Il Sodadura e la Val Taleggio dalla cima del Corno Zuccone
UNO SGUARDO A REGGETTO
La partenza avviene dalla piazzetta di Reggetto (962 m) minuscola frazione del Comune di Vedeseta, in Val Taleggio.    La contrada è soleggiata, con le abitazioni raggruppate fra loro senza soluzione di continuità, quasi a proteggersi l'un l'altra ed a rinforzare l'opinione che l'etimologia del nome derivi da "receptum": rifugio.
Reggetto - si ringrazia il sito valbrembanaweb per la concessione
UN CEPPO STORICO E UN ROCCOLO CIRCOLARE
Si prende la stradina a fianco della fontana-lavatoio.   Il segnavia a lato strada indica anche il sentiero n. 152, che ci porterà fedelmente in cima alla nostra meta.    Dopo un centinaio di metri incontriamo un vecchio cippo (termenù) infilato in una vecchia vasca in cemento, indicante il confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta. Controllate la data incisa sulla pietra: correva l'anno 1760.    Poco distante un'altra piccola perla: un ex-roccolo restaurato, denominato la Torre degli Alpini, con un'insolita e attraente base circolare.
la Torre degli Alpini - si ringrazia il sito valbrembanaweb per la concessione
INIZIA LA FATICA...
Dalla vasca di cemento si gira a sinistra e, poco oltre e sempre seguendo il segnavia n. 152, si volta invece a destra.     La stradina è diventata sentiero, che si inoltra nel bosco.   Si prende quota, attraversando piccole radure dove, ogni tanto, uno sguardo verso l'alto intuisce la cima dello Zuccone.
   
Usciti dal bosco la vetta ci appare incombente e massiccia....
Si ringrazia il sito valbrembanaweb per la concessione
....E BISOGNA ANCHE FARE ATTENZIONE
Il sentiero si inerpica bruscamente e un paio di passaggi esposti richiedono attenzione (se soffrite di vertigini evitate questa escursione).    Manca ormai poco: si sbuca ad una estremità della cima, sulla quale campeggia l'ormai visibile Madonna delle Nevi, costruita con lamiere raccolte dopo i bombardamenti degli alleati alle fabbriche di Dalmine.   E' fatta: si è conquistata "la montagna più bassa della Val Taleggio"!    Solo 1.458 m di quota, ma il panorama sul Resegone, sui piani d'Artavaggio e sulla Val Taleggio la rendono una meta di tutto rispetto, senza contare l'ultima mezzora di salita minuti, quando la cresta si fa un poco aerea, imponendo un passo più stabile e sicuro. Il Corno Zuccone, nel suo piccolo, regala grandi soddisfazioni.

Il Resegone dalla cima del Corno Zuccone
Info tecniche:
Partenza: Reggetto, frazione di Vedeseta (962 m circa).   
Dislivello: Circa 500 metri.
Durata: Poco più di un'ora e mezzo per la salita; un'oretta la discesa.
Altri suggerimenti: A Reggetto si trova il caseificio della Cooperativa Agricola Sant'Antonio, che lavora esclusivamente il latte di vacche di razza Bruno Alpina degli allevatori della zona, producendo e vendendo quindi il vero Taleggio a latte crudo, il formaggio simbolo di tutta la Valle. 
Oltre al Taleggio, qui viene prodotto anche lo spettacolare Strachitunt, l'antenato del gorgonzola.   Pare che le origini di questo straordinario formaggio si perdano intorno all'anno mille e gli esperti considerano insuperabile il suo sapore aromatico, fragrante e fondente con un piacevole retrogusto vegetale.    Se avete intenzione di acquistare i formaggi della Cooperativa Agricola Sant'Antonio, chiamate per gli orari di apertura: 0345 47467. 
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 04.

Mappa della salita - si ringrazia il sito valbrembanaweb per la concessione.





sabato 15 luglio 2017

Una visita al monastero sulla montagna, dove tredici secoli di storia continuano a guardarci...

In una piccola radura, sulle pendici delle montagne del triangolo lariano, il tempo sembra essersi fermato.   Raggiungere, partendo da Civate, la basilica ed i resti del monastero-fortezza di San Pietro al Monte offre le stesse sensazioni di un viaggio lungo quasi tredici secoli di storia, che inizia e finisce nel regno di Desiderio, l'ultimo re longobardo vissuto nel settimo secolo dopo cristo.
Spiando da una bifora - foto di Maurizio Campana
La passeggiata che vi propongo con questo post parte dalla piccola frazione di Pozzo (350 m) ed è di una semplicità disarmante: si percorre un un sentiero, contrassegnato con il numero 10 e ricco di un'evidente segnaletica direzionale.   E forse è meglio così, perché la mente resta libera ad immaginare come potrebbero essere stati, al tempo dell'edificazione del monastero-fortezza, questi luoghi da percorrere ancora oggi con passo lento e meditato.
Arrivando a San Pietro-foto di Maurizio Campana
Dopo un primo tratto pianeggiante, la mulattiera sale in un fresco bosco di castagni, superando circa 300 metri di dislivello prima di arrivare alla meta.    I primi monaci benedettini che si sono riparati in questa radura hanno sicuramente apprezzato l'ampia vista sui laghetti dell'Alta Brianza per un motivo diverso rispetto al nostro: da qui potevano controllare le mosse della soldataglia che dominava la pianura e che li aveva costretti a cercare un rifugio riparato come questo.
L'oratorio di San Benedetto-foto di Maurizio Campana
In quest'angolo appartato, a 630 metri di quota, è stato così realizzato un complesso monastico con pochi eguali nell'architettura romanica lombarda.   Il suo isolamento ed il fatto che sia ancora oggi raggiungibile soltanto a piedi, ne hanno permesso un'invidiabile stato di conservazione.
Poche centinaia di metri più in basso, ribolle l'attività convulsa della megalopoli padana.  Qui, nel silenzio rotto soltanto da suoni e rumori naturali, le pietre che compongono la basilica, l'oratorio ed i resti del monastero-fortezza di San Pietro al Monte riflettono la storia di tredici secoli di meditazione, di preghiera e di lavoro quotidiano, rappresentando lo specchio di una serenità che la frenesia odierna ha purtroppo dimenticato.
La cripta della basilica - foto di Maurizio Campana
Chi volesse proseguire l'escursione, può porsi l'obiettivo di raggiungere il rifugio Consiglieri (1.110 m-poco più di un'ora da San Pietro al Monte) e, successivamente, il Monte Cornizzolo (m. 1230-aggiungete un'altra mezzora), da dove si può ammirare uno dei migliori panorami del Triangolo Lariano.   Da questa vetta, lo sguardo spazia,quasi senza più confini: dal Lago di Como alle Grigne, dai Corni di Canzo all'inconfondibile sagoma del Resegone.   E, ai vostri piedi, i piccoli laghi pedemontani e tutta la Pianura Padana.

Scendendo dal Cornizzolo - foto di Maurizio Campana
Info tecniche:
Partenza: Pozzo, frazione di Civate (350 m circa).   
Dislivello: Si arriva a San Pietro al Monte superando circa 300 metri di dislivello.
Durata: Un'ora per l'andata, qualcosa meno per il ritorno.
Periodi migliori: Evitate i mesi caldi dell'estate. Privilegiate la primavera e l'autunno.
Ulteriore documentazione: il sito www.amicidisanpietro.it offre tutte le informazioni di carattere storico, artistico e logistico per una visita approfondita al complesso monastico.
Cartografia: Carta Kompass n. 91  Lago di Como-Lago di Lugano 1:50.000.

Le Grigne dalla vetta del Cornizzolo-foto di Maurizio Campana






sabato 8 luglio 2017

Da Casere di Predoi, una rilassante passeggiata in pieno sole, tra malghe, chiesette medioevali e scintillanti corsi d'acqua.

Nel territorio del Comune più a nord d'Italia si possono effettuare passeggiate per tutti i gusti. 
Per arrivare a Predoi è necessario percorrere tutta la Valle Aurina, giungendo infine a Casere, l'ultima frazione di questo Comune altoatesino.
Nei pressi di Prastmannalm
Siamo nel cuore del parco naturale delle Vedrette di Ries e il posto giusto per fermare i motori è il parcheggio a pagamento negli immediati pressi della Casa del Parco, che offre all'escursionista curioso la possibilità di acquistare mappe e guide sugli itinerari da percorrere e di visitare mostre temporanee e permanenti sugli aspetti paesaggistici e culturali della testata della Valle Aurina.
Il torrente Aurino
Dalla Casa del Parco (1.595 m) dipartono una miriade di sentieri. il più tranquillo e rilassante dei quali segue i saliscendi di una via crucis che conduce, in meno di mezzora, alla quattrocentesca chiesetta di Santo Spirito, probabilmente la più antica dell'intera Valle Aurina. 
La chiesetta ha rappresentato, per secoli, un importante centro spirituale per i minatori della vicina miniera di rame di Predoi e per i contadini che lavoravano i campi dei dintorni.   Negli immediati pressi si trova il minuscolo abitato di Prastmann (1.623 m) composto da un paio di malghe dove è possibile ristorarsi.
La chiesetta di Santo Spirito
Il sentiero prosegue dolcemente sul fondovalle, lungo il corso del torrente Aurino che disseta grassi pascoli su cui si cibano mandrie di mucche ma anche stuoli di oche.    In questa stagione, nei campi si assiste alla preparazione dei covoni di fieno e non si può fare a meno di notare che questa Regione presenta una cultura contadina ed un legame con il territorio difficilmente riscontrabili in altre realtà italiane.
Le oche da guardia della Valle Aurina
Si può camminare praticamente in piano per un'altra mezzora, accompagnati dall'Aurino e dai suoi affluenti.   Contestualmente, si possono ammirare numerose cascatelle che scendono dal circo che compone la testata della Valle Aurina.    In questo festival delle acque, si arriva alle malghe Jagerhutte e Adleralm (1.670 m), dove è possibile terminare la salita, dissetandosi e pranzando con i piatti tipici della zona.
Chi volesse proseguire può avere anche mete ambiziose, anche se non difficili: è possibile, per esempio, raggiungere il Rifugio Tridentina (2.441 m-circa tre ore dal parcheggio di Casere) che probabilmente è l'edificio abitato posto nel punto più a nord della nostra penisola.

La chiesetta tra prati e larici
Info tecniche:
Partenza: Parcheggio al termine della strada provinciale della Valle Aurina, in località Casere di Predoi (1.595 m).   
Dislivello: Si arriva alla Jagerhutte superando circa 100 metri di dislivello.
Durata: Un'ora per l'andata e altrettanto per il ritorno
Altri suggerimenti: Le tre maghe citate nella relazione (Prastmannalm, Jagerhutte e Adleralm) propongono gustosi piatti tipici altoatesini serviti con un'ospitalità molto contadina.
Cartografia: Carta Kompass n. 82  Tures-Valle Aurina 1:50.000.
Jagerhutte