lunedì 17 aprile 2017

Malga Fane: l'alpeggio più bello dell'Alto Adige

Malga Fane è un luogo dell'anima. Un ambiente unico, anche per una Provincia, come l'Alto Adige, ricchissima di ambienti montani spettacolari.
Malga Fane a prima vista - foto di Elisa di Blasi
Siamo all'inizio della Val Pusteria, nel territorio del Comune di Rio di Pusteria.   Dirigendosi verso nord, si deve prendere la provinciale della Val di Valles, raggiungendo l'omonima, caratteristica frazione di circa 300 abitanti, posta a 1.353 metri di quota.   Circondati da splendidi boschi, si continua ancora per un paio di chilometri, parcheggiando nell'ultima area di sosta disponibile, prima che la valle si restringa notevolmente nella forra del Rio Valles.
Si potrebbe raggiungere l'alpeggio di Malga Fane anche con la propria autovettura, percorrendo una stretta strada asfaltata chiusa al traffico dalle 9 alle 17 di ogni giorno estivo.   Ma consiglio di usufruire del bus navetta ed ammirare il panorama, restando tenacemente aggrappati alle maniglie del pulmino, che ormai conosce a memoria ogni tornante della salita.
Ponte sul Rio Valles - foto di Elisa di Blasi
L'arrivo a Malga Fane (1.739 m)  è una emozione intensa.   Il medioevale agglomerato di baite in legno è immerso in un idilliaco paesaggio alpino a cui fanno da corona numerose vette che superano i 3.000 metri d'altezza.    Nel periodo estivo, l'originalità architettonica delle baite, dei fienili, delle tre malghe aperte al pubblico e della piccola chiesetta, spicca fra le sinuosità del placido torrente e le diverse tonalità di verde dei prati e dei campi circostanti.
Dal villaggio parte un sentiero che porta, in meno di due ore, al Rifugio Bressanone (2.307 m), base di partenza per le cime circostanti.   Ma forse può valer la pena sedersi sul prato ed ammirare Malga Fane e l'ambiente circostante, riflettendo sulla storia di questo alpeggio sorto, nel lontano Medioevo, come lazzaretto per malati di peste e colera.  
Baite di Malga Fane - foto di Elisa di Blasi
Un migliaio di anni dopo, queste baite, che hanno visto dolore e sofferenza, ma anche un duro lavoro quotidiano per uscire dalla miseria del lavoro contadino ad alta quota, si sono trasformate in un luogo ameno ed idilliaco, dando ragione a De Andrè, quando cantava che..."dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori....".  
La natura, se ben gestita, sa fare miracoli.
Fontana e chiesetta di Malga Fane- foto di Elisa di Blasi
Info tecniche:
Partenza: Dal parcheggio "Berg am Boden", al termine della strada provinciale della val di Valles. (1.390 m)
Dislivello e durata: se decidete di salire a piedi, potete percorrere un sentiero che supera i 350 metri di dislivello da Malga Fane in poco più di un'ora.
Altri suggerimenti: Anni fa, mia moglie ed io abbiamo trascorso una gradevolissima settimana di ferie all'agriturismo Zingerlehof di Valles.  Pulitissimo, onesto ed ospitale. Ve lo consigliamo di cuore:  www.zingerle-hof.com/it/.
Cartografia: Carta escursionistica Kompass n. 081, Monti di Fundres 1:25.000.


Zingerlehof






sabato 8 aprile 2017

Panorami a 360° dalla cima del Monte Magnodeno

Per conquistare questo splendido balcone panoramico bisogna arrivare a Costalottiere, minuscola frazione del piccolo Comune di Erve, abbarbicato sulle propaggini meridionali del Resegone, sopra Calolziocorte.
Grigna, Grignone e Monte Legnone dalla costa del Magnodeno
CONCERTO PER PICCHIO E FAGGETA
Si cerca parcheggio nel punto più alto di Costalottiere e, poco prima che la strada torni a scendere, ci si incammina prendendo il bivio che sale a destra.   Fatti pochi passi, sulla sinistra si stacca il sentiero, segnalato da due minuscoli cartelli con l'indicazione "Magnodeno".
Un centinaio di metri in decisa pendenza e si è ad un secondo bivio.   Entrambe le direzioni (Falesia e Magnodeno) portano alla nostra meta, consentendoci di realizzare un percorso ad anello,   Noi prendiamo la salita per la Falesia, un po' più lunga, ma meno ripida dell'altra.
Si risale la valletta, camminando in un bel bosco di faggi ed accompagnati dal ritmico tamburellare dei picchi.   In poco meno di un'ora si arriva alla fonte del Pisì (acqua potabile) dopo aver seguito un segnale giallo e rosso che si abbandona presto, quando si dovrà continuare a seguire la traccia in salita, mentre il segnale rosso e giallo piega verso valle.
Il sentiero raggiunge la costa del monte, congiungendosi con quello segnalato con il numero 29 che sale da Maggianico (rione di Lecco).   Si intravedono i primi panorami che si aprono sul lago, su Lecco ed il Monte Barro.
Il Resegone dalla cima del Magnodeno
E, PER PREMIO, UN PIATTO DI RISOTTO
Da qui, sono evidenti sia il punto di arrivo che il percorso per raggiungerlo.   Passo dopo passo la vista si allarga: sulla sinistra si ammirano Grigna, Grignone e, splendido nel suo isolamento, il Monte Legnone.   Arrivati in vetta (due ore da Costalottiere) ci aspetta il Resegone, con i suoi classici denti a sega ispiratori del Manzoni e dei suoi Promessi Sposi.   Nei pressi della cima del Magnodeno (1231 m) si trova il bivacco degli alpini, luogo di raduno, soprattutto il mercoledì e la domenica, di stuoli di pensionati che approfittano della piccola cucina del bivacco per preparare un risotto da condividere, fin che ce n'è, con tutti coloro che raggiungono la meta.
Sulla via del ritorno
Il ritorno può essere effettuato seguendo un'altra traccia che si intuisce, netta ed evidente, dalla cima del Magnodeno.   Discende un costone e, consentendoci begli scorci sulle impervie vallette che scendono dai dirupati fianchi del Resegone, ci porta fino al passo del Forcellino (950 m), dove troviamo un Termenù (cippo di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia).   Sulla destra, un sentiero ben segnalato entra nel bosco, riportandoci a Costalottiere, in circa un'ora e mezza dalla cima.
La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta dei sentieri della Val d'Erve,
Ingenia Cartoguide - si ringrazia per la concessione
Info tecniche:
Partenza: Costalottiere, frazione di Erve (630 m)
Dislivello: circa 600 m 
Durata: Due ore di sola salita; tre ore e mezza per il giro ad anello.
Altri suggerimenti: Accanto alla chiesa di Erve si trova il piccolo bar-trattoria La Tour, che propone un'onesta cucina casalinga a prezzi onestissimi (buono il brasato con la polenta).    Al ritorno, inoltre, fermatevi ad ammirare gli alpaca di un allevamento privato sito accanto alla provinciale, nella frazione Rossino di Calolziocorte.
Cartografia: Carta dei sentieri della Val d'Erve della Ingenia Cartoguide (1:10.000), in vendita alla sede del CAI di Bergamo.

Alpaca


sabato 1 aprile 2017

Fraggio: l'incanto di un paese abbandonato

La Val Taleggio, per diversi secoli, è stata terra di frontiera tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia.   A causa della sua conformazione geografica è rimasta isolata nel tempo, mantenendo caratteristiche peculiari rispetto alle altre valli orobiche.   Con questa passeggiata andiamo a scoprire un paesino abbandonato che avrà molte cose da dirci...
Fraggio - Chiesa di San Lorenzo
(ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)

Fra tegole e formaggi
Il borgo di Fraggio è raggiungibile da Pizzino (910 m) una frazione del vasto e disperso Comune di Taleggio.   La passeggiata è breve (poco più di mezzora) e con dislivello poco significativo.
Dopo avere parcheggiato nei pressi della Chiesa Parrocchiale di Pizzino, si torna indietro di pochi metri e si entra nel nucleo di case a sinistra, superando una fontana e raggiungendo il vecchio edificio delle scuole elementari.   Nei pressi si trova l'agriturismo "Il Pavone".
Imboccato il sentiero, si trascura la deviazione a sinistra che ci porterebbe al Santuario della Madonna di Salzana e si prosegue in piano, giungendo ad una fonte dedicata a San Carlo Borromeo che visitò, in veste di cardinale di Milano e ovviamente a piedi, quasi tutte le parrocchie della Val Taleggio, passando quindi anche da queste parti.
Dalla fonte mancano solo cento metri al nucleo abbandonato di Fraggio (992 m) i cui edifici sono realizzati unicamente in pietra calcarea su cui poggiano i caratteristici tetti a forte pendenza, ricoperti da pietre sovrapposte a gradini, chiamate piode o, in dialetto locale "taècc". Per molti è da questo termine che deriva il nome identificativo del notissimo e buonissimo taleggio.
Autunno a Fraggio
(ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)

Una fortezza di confine
Fraggio era probabilmente una specie di fortezza di confine: ne fa fede la presenza di una prigione che era situata nel seminterrato della casa-torre dietro la chiesa ed anche la presenza di un antico forno per la panificazione e di una macelleria.  Gli edifici erano un tempo ornati da belle balconate lignee, o lobbie, utilizzate per essiccare le erbe ed il fieno raccolti nei campi vicini.    La testimonianza più significativa rimane comunque la Chiesa quattrocentesca di San Lorenzo che, con la sua piazzetta erbosa, rappresenta un imperdibile soggetto da fotografare, consapevoli che è l'unico esempio rimasto che testimoni le architetture degli oratori tra il 1300 ed il 1500.
Fraggio, com'erano le case con le lobbie
(ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)

Una visita anche al Santuario di Salzana
Ripreso il sentiero di ritorno, è possibile decidere per una breve visita scendendo al piccolo Santuario di Salzana (863 m) immerso nel verde del bosco.   E' una deviazione che prende un'altra mezzora circa di camminata ed altri quindici minuti per risalire al parcheggio di Pizzino, con un dislivello aggiuntivo di circa 50 metri.

Il Santuario di Salzana
(ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)

Info tecniche:
Partenza: Pizzino, in Val Taleggio (910 m)
Dislivello: circa 80 m di sola salita per arrivare a Fraggio. Se si vuole raggiungere anche il Santuario di Salzana, il dislivello di sola salita raggiunge i 130 metri circa.
Durata: Poco più di un'ora per l'andata e il ritorno da Fraggio.  Con la visita al Santuario di Salzana la gita diventa di circa due ore complessive.
Altri suggerimenti: Siamo in Val Taleggio. Sarebbe criminale tornare a casa senza aver acquistato alcuni formaggi della zona. A sette chilometri da Pizzino (venti minuti di automobile) troverete la Cooperativa Agricola Sant'Antonio, posta in località Reggetto, frazioncina di Vedeseta.  Potrete degustare un superbo taleggio a pasta cruda, deliziosamente intenso e cremoso e fare la conoscenza con l'antenato del gorgonzola: lo Strachitunt, di cui si ha notizia sin dall'anno mille e che ha recentemente conquistato le attenzioni di palati sopraffini.
Cartografia: Kompass 105 Lecco-Valle Brembana.

Torello taleggino