giovedì 17 dicembre 2020

LA MAGIA DI MASLANA IN VESTE INVERNALE: un breve anello per conoscere le quattro contrade della frazione di Valbondione.

In inverno le quattro contrade di Maslana assumono una dimensione magica, ovattata e distante dalle ansie e dalle frenesie quotidiane.   Una breve escursione in questa zona consente di tuffarsi in uno spazio senza tempo, dai ritmi antichi, per assaporare storie e ritrovare costumi che si credevano persi per sempre. 

Valbondione e Vigna Vaga dal sentiero di salita verso Maslana.

Giunti alla frazione Pianlivere di Valbondione (970 m), poco prima del spiazzo sterrato funzionale alla teleferica dell'ENEL, si scende a sinistra, seguendo le indicazioni per l'albergo-ristorante "Il Melograno" fino a raggiungere una piazzola dove è possibile parcheggiare (spazio per 4/5 auto).   Le indicazioni per raggiungere Maslana sono, da subito, chiare ed evidenti.   Il sentiero CAI n. 332 attraversa il fiume Serio e sale con regolarità nel bosco ceduo portando, in circa 40 minuti, alle prime baite del borgo (1.150 m).  In caso di nevicate abbondanti è possibile incontrare famiglie di stambecchi che scendono nel bosco in cerca di cibo e di ripari sgombri di neve. 

Stambecco adulto nel bosco di Maslana - foto di
 Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

La prima contrada che si raggiunge è Ca' Polli, le cui abitazioni sono state ricostruite successivamente alla distruzione provocata da un furioso incendio avvenuto nel 1979.   E' il borgo più esteso e punto di arrivo della teleferica gestita dai proprietari delle baite di Maslana, indispensabile strumento per portare in quota le merci necessarie alla vita di tutti i giorni. 

Contrada Cà Polli - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

Fra queste case, durante la costruzione della possente diga del Barbellino, venivano depositati anche gli esplosivi necessari ai lavori di demolizione della roccia per l'innesto delle strutture in cemento armato componenti l'invaso artificiale.   Gli esplosivi venivano trasportati, esclusivamente a spalla, lungo il sentiero che si inerpicava sino al sito di costruzione della diga.   Un'ora e mezzo a piedi per circa seicento metri di dislivello.   Molti portatori erano donne.   Per tre di queste, il 25 aprile 1919, la salita si è trasformata in tragedia.   Dopo essersi caricate sulle spalle le cassette di dinamite, Rosa, Dorotea e Margherita si erano inerpicate sul sentiero che porta al Barbellino.  Una delle tre inciampa, facendo esplodere la dinamite trasportata.    Una lapide le ricorda lungo il sentiero che, da Maslana, sale ai prati di Masù.

Contrada Piccinella
All'ingresso di Ca' Polli, il sentiero devia a destra e pianeggia lungo un prato da cui si intravedono le prime case della contrada Piccinella.  Sulla sinistra incombono i contrafforti del Pizzo Coca e l'inconfondibile sagoma del Pinnacolo di Maslana (1.854 m) che, proprio da questa prospettiva, offre il suo lato migliore.   Per raggiungere Piccinella bisogna oltrepassare una valletta che, in caso di forti intemperie, si trasforma in una trappola molto pericolosa.

Caccia fotografica a Piccinella.

E' chiamata "Vendòl", denominazione dialettale che, tradotta in italiano significa: "viene giù".    L'attraversamento della valletta è fortemente sconsigliato in caso di temporali intensi o di forti nevicate, che più volte, anche nel recente passato, hanno provocato piene improvvise ed imponenti valanghe.   Il Vendòl (chiamato anche valle della Picinèla) parte dall'anticima del Pizzo Coca ad una quota di circa 2.780 metri.   Il dislivello di 1.600 metri fornisce a frane e valanghe una dirompenza frequente ed impressionante, facilitata anche dall'esposizione a sud della vallata stessa.

Zoom sul Pinnacolo

Dopo la contrada Piccinella si può proseguire brevemente per raggiungere, sulla sinistra, l'edificio più originale della zona: una baita costruita sotto un grosso masso erratico.   Mentre, sulla destra, un antico ponticello attraversa il Serio per raccordarsi alla strada agro-silvo pastorale che sale all'osservatorio floro-faunistico di Maslana (1.340 m).

La baita più originale di Maslana - foto di
 Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

Tornati sui nostri passi, dopo aver nuovamente attraversato il Vendòl, all'altezza di una fontana si tiene la destra per raggiungere l'unico edificio della Contrada Ca' Sura, la cui facciata è ornata da una bella ed originale meridiana che sfrutta l'esposizione a mezzogiorno dell'abitato.  

Primo sole in arrivo a Contrada Cà Sura

Proseguendo sulla traccia pianeggiante si arriva nei pressi della Contrada Caffi, composta da quattro fabbricati separati tra loro da uno stretto lastricato.   Da questa contrada diparte un sentiero che porta direttamente al rifugio Coca ed alle baite di Masù, un tempo utilizzate come alpeggio estivo.  I mandriani residenti nei dintorni percorrevano questa traccia salendo ogni mattina al Pian del Masone per ritornare la sera, coprendo gli oltre 500 metri di dislivello tutti i santi giorni da maggio ad ottobre!

Contrada Caffi

Nell'ultimo edificio della contrada viene allestito un piccolo e suggestivo presepe.   Sul retro del fabbricato prosegue una traccia chiamata "sentiero alto" che si tuffa nel bosco, dando modo di incrociare più volte un piano inclinato che, partendo da Pianlivere (negli immediati pressi dell'attuale albergo Melograno) raggiungeva il Pinnacolo.

Il piano inclinato che scende dal Pinnacolo - foto di
 Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

Su questo piano inclinato transitava una rudimentale funicolare, adibita al trasporto delle merci, delle attrezzature e del personale addetto alla costruzione della diga.   Pare che un viaggio sui vagoncini di questa funicolare fosse un'esperienza da brividi ed assolutamente sconsigliata a chi soffriva di vertigini. Sembra che i nuovi assunti venissero bendati prima di effettuare la prima discesa sul piano inclinato...

I contrafforti del Pizzo Coca - foto di Giovanni
Barbieri, che ringrazio per la concessione.

A poca distanza dal parcheggio il sentiero alto si congiunge al sentiero basso già percorso all'andata, dando modo di chiudere un anello molto interessante, sia dal punto di vista storico-architettonico che da quello naturalistico.

Cucciolo di stambecco.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 15-12-2020 - tempo bello alla partenza, poi rannuvolatosi nel corso della mattinata.
Luogo di partenza: Pianlivere, frazione di Valbondione (970 m)
Dislivello: circa 250 m per l'anello così come descritto nel testo sovrastante che porta a visitare le quattro contrade di Maslana.
Durata: Un paio d'ore per il giro ad anello, al netto delle soste fotografiche e panoramiche.

Angolo di Contrada Ca' Polli.

Altre note: Le indicazioni di carattere storico in corsivo nel testo sono tratte dal sito www.maslana.it, ricco di altre informazioni che possono far apprezzare al meglio una escursione in questa zona. 
Nel borgo si trova il Rifugio Maslana "Goi del cà" che offre possibilità di ristoro e pernottamento.  Quasi sempre aperto, può essere contattato telefonando al n. 338 4228954.   Altrimenti potete consultare la loro pagina facebook (Rifugio Maslana Goi del Cà) nella quale, oltre alla descrizione delle specialità culinarie, è attivo un gruppo di persone che arricchiscono la pagina di belle immagini ed utili descrizioni di passeggiate nei dintorni.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 03.

Evidenza della zona interessata dall'escursione sulla Tavola n. 03
della carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.




giovedì 22 ottobre 2020

Cima Blum e Monte Parè da Valzurio, attraverso la selva scura del lupo cattivo.

Raggiungere dal borgo di Valzurio il panoramico crestone erboso che unisce Cima Blum al Monte Parè è un'itinerario di per sé molto interessante.   Inoltre, la mulattiera che sale dal piccolo borgo attraversa un fitto bosco protagonista di eventi storici che ben descrivono le crude difficoltà che hanno dovuto affrontare gli abitanti di questa zona nei secoli scorsi.

Pascoli e cascine di Cima Blum

L'escursione ha inizio dai parcheggi a pettine posti di fronte alla chiesa ed all'unico punto di ristoro di Valzurio (814 m).   Ci si incammina sulla stradetta che porta alle baite del Moschel, entrando quindi fra le case del borgo.    All'altezza della fontana un tempo usata come lavatoio, sulla destra sono evidenti due frecce in legno che indicano la mulattiera che scende al torrente Ogna per poi raggiungere Cima Blum.  

Case di Valzurio

Si perde quindi quota fino ad arrivare e superare un primo, facile guado.  Poco più avanti se ne trova un secondo, che sembra molto più difficoltoso.   In realtà, basta tornare pochi passi indietro per individuare, sulla sinistra, un sentierino che sale di qualche metro, permettendoci di arrivare ad un ponticello a due campate che consente di attraversare senza problemi il brioso torrente Ogna (779 m).  Sull'altra sponda, la traccia è più evidente e, dopo un tratto in piano costeggiante il rivo, si inizia dolcemente a salire in un bosco orientato a nord, ricco di muschio e di felci.    Siamo sull'itinerario "Alto Serio", che in quattro giorni di cammino congiunge Gorno, in Valle del Riso, a Fino del Monte. 

Il torrente Ogna

Al primo bivio si tiene ancora la sinistra (indicazioni comunque evidenti) e si inizia a salire zigzagando in una foresta mista di latifoglie con una consistente varietà di specie, dal carpino nero al frassino, dal pioppo tremulo all'abete rosso.    Si guadagna quota velocemente, facendo attenzione al fondo roccioso del sentiero e cercando di individuare tra il fogliame i contorni del laghetto artificiale composto dalle acque color smeraldo dell'Ogna, creato nel 1923 per lo sfruttamento idrico dei corsi d'acqua decadenti dai versanti del Ferrante e della Presolana.

Nella selva oscura...

Nei secoli questo sentiero è stato calpestato più volte dagli abitanti di Valzurio, soprattutto precedentemente all'anno 1511, anno di completamento della chiesetta del borgo.   Fino a quella data, Valzurio dipendeva dal centro religioso di Clusone e, per qualsiasi esigenza, i valligiani lo dovevano raggiungere per lo più dal valico di Cima Blum.   Erano quindi costretti a inoltrarsi in questo fitto bosco, all'epoca pieno di insidie.   Tra gli altri, si narra del tragico viaggio di un gruppo di persone che portavano due neonati al fonte battesimale della chiesa principale di Clusone.  Viaggio che non ha avuto ritorno, poiché...dalle foreste uscirono i lupi e divorarono gli infanti e i loro accompagnatori...(*)

La salita nel bosco è terminata.
La lunga salita nel bosco, che alterna ripidi strappi a dolci saliscendi, ha termine quando la vista si apre sui prati delle cascine che compongono la Cima Blum.    Giunti ad un'ampia sella erbosa, il panorama si amplia sull'altipiano di Clusone e sulla corona di monti che lo circondano.   Voltando a sinistra, in pochi minuti si raggiunge una cappelletta eretta dagli Alpini (1297 m - quasi due ore dalla partenza).

Il monte Parè dalla cima Blum

Già qui ambiente, panorama, durata e dislivello giustificherebbero un'appagante escursione.   Se si vuole proseguire, la prossima meta è il Monte Parè, la cui croce di vetta si individua già dalla cappelletta.  Si prosegue quindi sul poggio erboso in direzione nord, seguendo le indicazioni del sentiero CAI n. 317.   Dopo un breve e bucolico tratto quasi in piano, la traccia si inerpica in decisa salita sul declivio erboso.

Betulla in veste autunnale.

Con tratti faticosi ed anche un po' scivolosi, si impiega un'ora abbondante per raggiungere la cima di Monte Parè (1.642 m).  In assenza di nebbie e foschie, si viene ricompensati da un panorama impressionante.    Di fronte, la Presolana è vicinissima ed immediatamente riconoscibile.   I nomi delle altre vette ci vengono indicate dai tubi di orientamento posti negli immediati pressi della cima stessa.  A sinistra infine, un balzo di oltre 800 metri di dislivello ci rende infinitamente piccole le case del borgo da cui siamo partiti.    Per il ritorno si segue il percorso di salita.

Discesa dal monte Parè.

Info tecniche

Data dell'escursione: 18-10-2020 - tempo stabile ma con foschia e nebbie in quota.
Partenza: Valzurio, frazione di Oltressenda Alta, in Valle Seriana.   Il piccolo borgo dista 40 chilometri da Bergamo e si raggiunge in circa un'ora di auto, percorrendo la S.P. 35 fino al bivio per Villa d'Ogna.    Entrati in paese si prosegue in direzione di Nasolino ed Oltressenda Alta.   Superata quest'ultima località, ci aspetta una stretta strada di circa 3 km che consigliamo di percorrere con maggiore prudenza, poiché in diversi tratti non è possibile il transito contemporaneo di due autovetture.
Dislivello e durata:    fermandosi a Cima Blum si fanno circa 550 metri in circa due ore per la sola salita;
                                    arrivando sul Monte Parè, il dislivello sale a quasi 900 metri, percorribili in tre ore di sola salita.
Lunghezza:                per arrivare a Cima Blum si percorrono circa 3,5 chilometri (7 totali con il relativo ritorno a Valzurio);
                                    per raggiungere il Monte Paré si superano i 5 chilometri (oltre 10 con il ritorno).
Altre possibilità di escursione: tra i diversi itinerari offerti dalla zona, segnalo il seguente, già pubblicato il 30-06-2018 in questo blog: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/06/lanello-della-valzuriouna-rara-armonia.html
Trampolino di lancio per parapendio a Cima Blum

Altre informazioni: (*) l'episodio in corsivo nel post è citato nel libro "Tra Montana" di Anna Carissoni - edizioni Villadiseriane.
Percorrendo l'itinerario sopra descritto, a meno di mezz'ora dalla partenza, si trova una deviazione che porta all'acquedotto di Valzurio.    Seguendolo potrete arrivare all'ingresso di una galleria (chiusa al pubblico) che buca il Monte Blum per arrivare nei pressi di Rovetta.   La galleria è lunga quasi 1.700 metri, ha un'altezza media di 170 centimetri e contiene le tubazioni che portano l'acqua della sorgente che sgorga in località Spinelli alle abitazioni dell'altipiano di Clusone.   Fino agli anni '60 del secolo scorso era liberamente percorribile.    Oggi è possibile visitarla solo in occasione di visite guidate organizzate dalla pro-loco di Rovetta Tel. - 0346.72220.  Trovate altre informazioni in merito nell'articolo che troverete cliccando su questo link:  https://www.vivisulserio.it/articoli/146-la-galleria-di-valzurio.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 06.
In verde scuro la traccia dell'itinerario descritto in questo post. 
In rosso, l'itinerario in partenza da Valzurio e raccontato qui:
https://dislivellozero.blogspot.com/2018/06/lanello-della-valzuriouna-rara-armonia.html.
Estratto della carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo
Tavola n. 06. Si ringrazia per la concessione.


domenica 11 ottobre 2020

Una fruttifera passeggiata sul sentiero e nel parco del castagno di Casale, frazione di Albino.

Un migliaio di anni fa la valle del Lujo era interamente ricoperta da una boscaglia fitta e scura e risultava del tutto priva di centri abitati.    Soltanto alla sua sommità, poco prima del Colle Gallo, si notava la presenza di un microscopico centro abitato.   I pochi poderi che componevano Casale erano stati dati in affitto a contadini "liberi", esentati cioè dall'obbligo di pagare corvées al signore feudale della zona.  Si trattava di gente povera, che dedicava il suo tempo al duro lavoro di disboscamento per creare campi da coltivare.   Nella loro precaria alimentazione, un ruolo di rilievo era sicuramente occupato dalle castagne i cui alberi riempivano le pendici delle cime circostanti.

Il borgo di Casale dal sentiero del castagno.

La passeggiata proposta in questo post trova le radici nella vita quotidiana di questi contadini e dei loro discendenti, la cui cura di questi boschi regala oggi la possibilità di raccogliere i frutti di boschi che hanno dominato questa zona per secoli, resistendo anche ai violenti assalti urbanistici degli ultimi decenni.  Il parco del castagno si trova al limite del vasto Bosco Fellongo, che ricopre le pendici del Monte Pranzà e di cui si ha notizia sin dall'epoca tardomedioevale.

Monte Misma al sole.

Parcheggiata l'auto nei pressi del campo sportivo di Casale (circa 650 m), si torna brevemente verso valle, raggiungendo il piazzale attrezzato come capolinea per gli autobus.   Poco dopo si incontra un bivio.    Sulla sinistra della provinciale si prende una stradina asfaltata con l'indicazione del sentiero del castagno ed il segnavia CAI n. 513.   I problemi di orientamento finiscono qui.   Camminando in leggera salita, si seguirà sempre questa traccia che, in una ventina di minuti, ci porterà al Parco del Castagno, attraverso prati e cascine ristrutturate. Già dal principio si incontreranno occasioni di raccolta, che ci faranno arrivare alla meta prefissata con la sporta già mezza piena. 

Punto di partenza del sentiero.

Il Parco del Castagno dispone di una piccola area attrezzata che consente la sosta per merende o spuntini.   Nei pressi si trovano imponenti castagni che un tempo facevano parte di un "bosco di comunità", a suo tempo affidato agli abitanti di Casale affinché raccogliessero legna, erbe, foglie secche e castagne, per il sostentamento proprio e dei loro animali.  Col passare degli anni il bosco fu abbandonato a se stesso e solo il recente intervento dei volontari del gruppo "Amici di Casale" ne ha consentito l'attuale trasformazione, realizzando un'oasi protetta dove tutti possono apprezzare e conoscere i pregi dell'albero simbolo di Casale e della Valle del Lujo.

Cascina ristrutturata con i suoi castagni.

Chi volesse proseguire nell'escursione, potrà semplicemente proseguire lungo la stradetta agro-silvo-forestale che continua in leggera salita per altri due chilometri, inoltrandosi nel fitto del Bosco Fellongo e scoprendo improvvise aperture sul fondo valle, fino ad arrivare in località Colle dei Prati Alti (780 m), dove la traccia si incrocia con i sentieri CAI provenienti da Luzzana e dalla chiesetta romanica di Santa Maria Misma.

Zoom sull'Arera dal sentiero del Castagno.

Info tecniche

Data dell'escursione: 09-10-2020 - tempo bello con un po' di foschia.
Partenza: Casale, frazione di Albino, distante poco più di 20 km da Bergamo.  Si raggiunge il piccolo borgo percorrendo la strada provinciale n. 35 della Valle Seriana fino ad Albino, per poi deviare a destra sulla S.P. 39 della Valle del Lujo. A Casale le possibilità di parcheggio sono limitate agli immediati pressi della Chiesa e del Centro Sportivo.
Dislivello e durata: il dislivello trascurabile per coloro che si fermano al Parco del Castagno, raggiungibile in circa venti minuti.  Per arrivare invece al Colle dei Prati Alti serve un'ora abbondante di sola salita che si stima sui 150 metri di dislivello.

Campanula selvatica ai bordi del sentiero

Altre possibilità di escursione: Proseguendo oltre Casale per poco più di un chilometro si giunge al Colle Gallo, spartiacque tra la Val Seriana e la Valle Cavallina. Dal colle viene descritto l'itinerario che raggiunge la cima del Monte Pranzà. Il link è il seguente: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2017/11/dal-colle-gallo-al-monte-pranza-una.html
Altre informazioni utili: Al Colle Gallo (763 m) è interessante la visita al Santuario della Madonna dei ciclisti con l'annesso piccolo museo che raccoglie cimeli, ricordi, trofei e maglie dei campioni del passato. Molto gustosi sono anche i generi alimentari (formaggi e salumi) prodotti e venduti dalla Fattoria del Colle, che si trova proprio sotto il parcheggio del Santuario.
Particolarmente buoni il primo sale e il taleggio. Il sito internet presenta bene la varietà delle  loro proposte: www.fattoriadelcolle.it. Tel. 035 824435.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08 (scala 1:25.000).


La traccia della passeggiata, evidenziata in verde
sulla tavola 08 della  Carta Turistica-Escursionistica della 
Provincia di Bergamo. Si ringrazia per la concessione.

mercoledì 7 ottobre 2020

Un anello che unisce le frazioni a monte di Alzano Lombardo, tra castagneti, pozze, torrenti e cascine d'altri tempi

L'anello escursionistico che tocca le quattro frazioni a monte di Alzano Lombardo è ricco di boschi, ruscelli, borghi storici e cascine ben ristrutturate.   Ma soprattutto offre, a pochi passi dal traffico che circonda la città di Bergamo, un'oasi di silenzio con angoli "avventurosi" che pochi potrebbero immaginare.

La contrada di Burro vista salendo la Val di Nesa.

Il punto di partenza è la frazione di Burro (556 m) posta a metà strada tra Alzano Sopra e Monte di Nese.    I problemi di parcheggio impongono qualche passo in più, ma raccomando di seguire le relative indicazioni nelle note in coda a questo post, per evitare problemi di orientamento e viabilità.   Dal punto di partenza del segnavia CAI n. 532, si giunge in breve a Burro Basso (536 m - 20 minuti dal parcheggio).   Si scende attraverso le abitazioni della contrada fino al fondovalle, dove un vecchio ponticello, nei pressi di una cascina parzialmente diroccata, ci aiuta a traversare il torrente Nesa. 

Burro Basso

Ci aspetta una ripida mulattiera che, salendo decisa nel bosco, porta ad una radura sulla quale si affacciano le cascine sparse della piccolissima frazione di Brumano (559 m - dieci abitanti) dominate dall'edificio della chiesa parrocchiale che si erge in posizione isolata.   Con pochi passi si arriva ad incrociare la strada asfaltata che si percorre dirigendosi a sinistra. Si procede in piano, costeggiando il dosso sul quale troneggia la chiesa parrocchiale (20 minuti da Burro Basso).    La stradina diviene prima ora sterrata e poi cementata e si inoltra in un boschetto composto da aceri, frassini e betulle. 

Cascina di Brumano

All'altezza di un ponticello protetto da un guardrail metallico, prima che la strada inizi a scendere,  si prende a destra, proseguendo in salita fino ad uno tratto cementato delimitato da due colonne portanti di una vecchia sbarra stradale.   Si percorre questa strada privata fino a che, poco prima di un tornante, si stacca sulla sinistra uno stretto sentiero indicato da una freccia rossa, scritta sul guardrail, con l'indicazione "Monte Podona".

Brumano dall'alto.

Si scende a guadare un torrentello e ad iniziare il tratto più avventuroso e selvaggio dell'itinerario.   La traccia sale nella fitta vegetazione con una serie di strappi anche molto ripidi, fino a che, in una ventina di minuti, si sbuca dai bassi arbusti per trovarsi di fronte ad una lunga siepe che funge da recinzione, accanto alla quale corre un sentiero pianeggiante.   Si piega decisamente a sinistra, riprendendo a salire un pendio che si fa via via più spoglio e roccioso.   Sulla costa la traccia si restringe, restando alta sulla boscosa Valle del Nesa, che nasconde anche alla vista le spettacolari "buche di Nese", conosciute anche come "pozze di Burro".

Camminando sulla testata della Val di Nesa.
Sullo sfondo la cima della Filaressa.

In località Paradis, si incrocia un sentiero più evidente e si gira decisamente a sinistra (la traccia che prosegue diritta porta alla cima del monte Podona).   Pianeggiando, si supera la località Anduì, per rientrare in un bel bosco ceduo.    Il sentiero arriva quindi alla località Sorvaga, dove si incontra la sorgente che serve l'acquedotto di Lonno.   Si supera la vallecola e si giunge infine in una bella radura con una grande e ben tenuta cascina.   Siamo in località Furmiga, dove il torrente Nesa, dopo un pacifico tratto in piano, precipita nel bosco per andar poi a creare le note pozze di acque trasparenti. 

Località Furmiga.

Il sentiero sbuca sul retro di un cascinale e, poco oltre, incrocia il sentiero CAI n. 533 che congiunge Salmezza a Monte di Nese.   Si risale dolcemente nel fresco bosco sino ad arrivare ad un altro bivio, dove si trascura l'indicazione verso la località Castello, ma si tiene la sinistra.   Con un tratto in piano si arriva sulla strada provinciale che giunge da Monte di Nese (1 ora e mezza da Brumano - 848 m).

Esemplare di Centurea Montana.

Calpestando l'asfalto, in un quarto d'ora si raggiunge la chiesa parrocchiale ed il successivo piazzale adibito a parcheggio e sosta autobus.  Si prosegue sulla strada verso valle fino ad imboccare, sulla destra, la via degli Alpini, dove ci aspetta il segnavia CAI n. 540.    Superata una zona residenziale, si sale ad un colletto per poi scendere verso Olera.   La strada da cementata diventa sterrata, poi prende le fattezze di una mulattiera ed infine si trasforma in sentiero nei pressi di una cascina, nei cui campi non protetti da barriera metallica, sono evidenti le tracce notturne lasciate da un branco di cinghiali. 

Viuzza del borgo di Olera.

Il sentiero scende nel bosco con decisione, con tratti anche dissestati, fino a sbucare, in circa tre quarti d'ora da Monte di Nese, su una viuzza asfaltata (538 m).   Voltando a destra si raggiungerebbe in pochi minuti il centro di Olera.   L'itinerario prosegue  invece a sinistra in direzione della chiesetta di San Rocco, che si raggiunge tenendo la sinistra anche al bivio successivo.    La traccia, ora contraddistinta dal segnavia CAI n. 532, percorre il ciottolato di una breve via crucis che termina a San Rocco.   Sotto la chiesetta si trova la segnaletica che ci indica la direzione per completare l'anello.   L'evidente sentiero attraversa tratti terrazzati coltivati a vite ed alberi da frutta, fino a inoltrarsi in un castagneto che ci tiene compagnia fino a scendere sulla strada principale, negli immediati pressi di Burro (circa 45 minuti da Olera).

Baita nel tratto tra Olera e Burro. Sullo sfondo i Colli di Bergamo.
Info tecniche

Data dell'escursione: 29-09-2020 - tempo variabile.
Partenza: Burro, frazione di Alzano Lombardo, sulla strada per Monte di Nese.  Il piccolo borgo dista poco più di dieci chilometri dal centro di Bergamo e lo si raggiunge percorrendo la vecchia provinciale della Valle Seriana, deviando poi in via Europa per iniziare a salire alla Busa e successivamente alla strada che porta alle frazioni alte del Comune di Alzano.   Giunti a Burro bisogna tener conto dell'esiguità dei parcheggi.   Sul tornante nei pressi della chiesa parrocchiale un piccolo slargo sterrato ai lati della strada può ospitare poche auto.   Circa duecento metri più avanti, sulla sinistra, si trova invece un parcheggio pubblico di una dozzina di posti, negli immediati pressi della Trattoria del Brugo.   Da qui, bisogna tornare a piedi sulla strada percorsa in auto per circa 700 metri, per trovare il bivio dove ha inizio l'itinerario proposto.
Dislivello: circa 450 metri di sola salita, comprensivo dei vari saliscendi.
Lunghezza e durata: circa 11,5 chilometri, percorribili in 4 ore e mezza.
Altre possibilità di escursione: nella zona ci sono molteplici occasioni di belle camminate. In questo blog trovate le seguenti proposte di itinerari:

Senecione della Valle di Nesa.

Cartografia: Oltre alla Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 08 (scala 1:25.000), si può utilizzare anche la Carta del Parco dei Colli di Bergamo, più dettagliata (scala 1:15.000) anche per il tipo dei sentieri in essa riportati. Questa cartina è stata realizzata da Ingenia Editore - sito: www.cartoguide.it.

L'itinerario evidenziato (in verde) sulla Carta del Parco dei Colli di Bergamo.
Si ringrazia Ingenia Editore per la gentile concessione.






giovedì 3 settembre 2020

Sull'altipiano di Bossico, tra i panorami del Monte Torrione, la quiete di San Fermo ed i freschissimi boschi di conifere

 All'altipiano di Bossico bisogna andarci apposta, percorrendo una provinciale stretta e tortuosa che sale faticosamente dalla Val Borlezza (altra località non proprio notissima ai più).    Anche per questo, non sono molti gli escursionisti che conoscono le meravigliose foreste e gli splendidi panorami sul lago d'Iseo, sulla Presolana e su altri giganti delle Orobie che si possono godere dai sentieri dell'altipiano.  Ma forse è meglio così...

Corna dei Trenta Passi, Montisola e Lago d'Iseo dalla cima del Monte Torrione.

(Nota preliminare: per chi ha intenzione di effettuare questa od altre escursioni nell'altipiano di Bossico, consiglio di procurarsi o di scaricare la cartina dei sentieri realizzata dalla Pro-loco.   Vedi note in coda al post).   L'escursione proposta parte dal parcheggio sito in località Pila (900 m circa) raggiungibile dalla via San Fermo, dopo aver attraversato il centro di Bossico.   Nel primo tratto del percorso si seguono le indicazioni che portano alla chiesetta dei caduti e che corrispondono anche alla segnaletica CAI n. 553. 

La chiesetta dei Caduti.

Il fondo della carrareccia alterna asfalto, cemento nei tratti più ripidi ed acciottolato in quelli più suggestivi.  Dopo aver attraversato un pezzo della foresta di conifere che ricopre gran parte dell'altipiano, si costeggiano le proprietà di un'azienda agricola e di altre cascine ben ristrutturate.   In circa 40 minuti si raggiunge la radura (attrezzata anche per i pic-nic) della chiesetta di caduti (1029 m) dove si abbandona il sentiero segnalato in rosso nella cartina della pro-loco per seguire, a sinistra, la traccia viola che corrisponde anche al segnavia 553a del CAI.

Nella riserva privata dei daini.

Con un bellissimo tratto pianeggiante nel fitto bosco di abeti rossi, si arriva all'ingresso principale di una riserva privata, dove termina la carrareccia.   Si prosegue costeggiando la sua recinzione, spiando i daini che ruminano tra gli alberi.   Il sentiero, in parte dissestato, porta alla località Cremonella (1070 m) aprendosi a panorami sulla Val Borlezza, sul pizzo Formico, l'Alben e l'Arera.   Lasciati alla nostra sinistra i ruderi di una baita, si segue la traccia ed i radi segnavia del CAI, rientrando in un fitto bosco misto. 

Vista sul Monte Arera dalla località Cremonella.

Tenendo la destra, si continua a salire tra gli alberi fino a raggiungere una carrareccia (contrassegnata dal segnavia CAI n. 556) che percorriamo in salita, fiancheggiando alcuni capanni di caccia per arrivare finalmente ad una sella dove si apre una bellissima vista sul lago d'Iseo (circa due ore dalla partenza). 

Il Pizzo Camino dalla cima del Monte Torrione.

La cima del Monte Torrione (1300 m) si raggiunge salendo a destra per ripidi prati, deturpati da profondi solchi lasciati da mezzi motorizzati.   Il panorama è quasi a 360 gradi.   Al lago ed alla sua corona di monti, all'Arera ed al Formico si aggiungono i giganti delle Orobie ed il massiccio della Presolana in tutta la sua imponenza.    Poco più distante, anche il Pizzo Camino si lascia ammirare.  

La Presolana ci accompagna nel tratto tra il Torrione e San Fermo.

Ridiscesi alla sella, si prosegue sul sentiero n. 556.    E' un tratto molto bello, in leggero saliscendi, con viste eccezionali sulla onnipresente Presolana.    Si trascura la deviazione sulla destra che ci farebbe scendere al Fontanino di Gromo e che potrebbe essere usata per rientrare più velocemente al parcheggio di partenza, e si prosegue diritti, tra bellissimi prati e suggestive cascine, in un ambiente molto bucolico. In mezzora si arriva quindi alla bellissima radura della chiesetta di San Fermo (1250 m).

San Fermo.

Per chiudere l'anello si deve prendere la sterrata contrassegnata con il segnavia CAI n. 553.   Si trova dietro la tettoia costruita dagli alpini, giusto alla sinistra del sentiero che ci ha portato a San Fermo. Sulla cartina della pro-loco è tracciata con il colore rosso.    La carrareccia scende decisa nel bosco, con diverse deviazioni.   In alcune di queste veniamo aiutati da indicazioni in legno con la scritta "per Bossico".   

Cascina in attività a San Fermo.

Dopo circa mezzora di discesa si raggiungono i Prati di Onito (1002 m), una splendida radura in cui dove alcune cascine si perdono tra verdissimi campi con lo sfondo di una suggestiva vista sul Lago d'Iseo.   Tenendo la destra, un'agevole sterrata riporta alla traccia di salita ed all'acciottolato che raggiunge il parcheggio di partenza.

Ai prati di Onito.

Info tecniche

Data dell'escursione: 01-09-2020 - tempo bellissimo.
Partenza: parcheggio in località Pila, Comune di Bossico, distante circa 50 km da Bergamo (un'ora circa di auto).    Dal bivio della Val Borlezza sale la strada provinciale 54 che porta in quota con dodici tornanti fino alla piazza del Municipio, dove si trova anche l'ufficio della Pro-loco.   Per raggiungere il parcheggio di Pila si entra a sinistra nelle strette e tortuose vie del paese, seguendo le indicazioni del parcheggio della pineta, fino a sbucare nella via San Fermo, che termina al parcheggio stesso.
Dislivello: circa 500 metri di sola salita, comprensivo dei vari saliscendi.
Lunghezza e durata: circa 11 chilometri, percorribili in 4 ore.

Genziana di Esculapio nel fresco bosco del Monte Torrione.

Altre possibilità di escursione: sull'altipiano di Bossico sono tracciati oltre 50 chilometri di sentieri, che si prestano a numerose varianti di itinerari, adatti a tutte le gambe.   La cartina dei sentieri predisposta dalla Pro-loco, anche se non è in scala, è utile per avere una visione d'insieme ed aiuta molto, soprattutto in fase di orientamento.    Raccomando quindi di andare a richiederla nei loro uffici o di scaricare il pdf dal loro sito usando questo percorso: 
https://www.bossico.com/wp-content/uploads/2018/01/cartina-sentieri-2017A.png.
La sede della pro-loco è in via Giardini 1 - Bossico. Tel. 035 968365 - www.bossico.com.
In questo blog trovate la descrizione di un'altra passeggiata sull'altipiano. Il link è il seguente:
https://dislivellozero.blogspot.com/2016/12/una-passeggiata-nei-boschi-di-bossico.html.

Altipiano di Bossico - località Sette Colli.

Altre informazioni: La riserva dei daini è a gestione privata. Nei mesi estivi la Pro-Loco organizza delle visite guidate, soprattutto rivolte alle famiglie con bambini. Info qui: https://www.bossico.com/altopiano/parco-riserva-dei-daini.
Cartografia: in alternativa alla cartina della pro-loco, si può fare riferimento alla carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 06, che riporta però soltanto i sentieri tracciati e gestiti dal CAI.

Verso San Fermo.