domenica 2 febbraio 2020

La conca di San Simone: un piccolo paradiso da esplorare con ciaspole ai piedi.

La chiusura degli impianti di risalita ha restituito alla conca di San Simone alcuni pregi molto apprezzati da ciaspolatori e sci-alpinisti.   I pendii della conca rimangono sempre riparati dal vento e l'esposizione è tale che, dopo le 14, i raggi del sole non toccano più la neve depositata sui suoi pascoli, trasformando quindi San Simone in una garanzia di neve e di itinerari invernali per tutti i gusti.
Il Monte Cavallo dal vallone che porta alla Forcella Rossa.
Foto di Maurizio Parimbelli.
Raggiunto il parcheggio della ex-stazione sciistica (1.670 m) si calzano subito le ciaspole, seguendo la traccia della larga mulattiera che, in una ventina di minuti, porta alla Baita del Camoscio (1.781 m).    Siamo nel mezzo della conca e cominciano ad essere ben visibili tutti i possibili percorsi offerti dalla zona.
Poco dopo la partenza, il primo sguardo sul Monte Pegherolo.
Un cartello del CAI indica due possibili destinazioni, sulle quali siamo indecisi: il passo di Lemma (2.137 m) raggiungibile a piedi in un'ora ed il passo di Tartano (2.102 m) un po' più distante, perché si impiegherebbe circa un'ora e mezza.   Il percorso è comune fino alla poco distante Cascina Sessi, nei pressi della quale una traccia ben battuta piega decisamente a sinistra.
La conca di San Simone vista dalla Cascina Sessi.
Foto di Maurizio Parimbelli.
Decidiamo di percorrerla, i pendii sono più che agibili e la neve tiene bene.    Attirati dall'imponenza delle pareti innevate del Monte Pegherolo e dalla cuspide triangolare del Monte Cavallo, a nostra insaputa, scopriamo di essere sulle tracce un nuovo itinerario.   Le peste proseguono decise e, dopo un'ora e mezza dalla partenza, ci portano alla base di un ripido pendio che risaliamo faticosamente per raggiungere la nostra nuova meta.  Ci troviamo sulla Forcella Rossa (2.058 m). 
Uno squarcio nelle nubi lascia intravedere la cima del Monte Cavallo.
Dalla parte opposta si intravede la Val Terzera e le cime che affiancano il passo San Marco; a sinistra incombe la Cima dei Siltri (2.175 m), mentre alla nostra destra il Pizzo Rotondo (2.239 m) nasconde alla vista il passo di Lemma, una delle possibili mete in precedenza programmate.
Il Pizzo Rotondo dalla Forcella Rossa
Il tempo non ci è clemente e la foschia ci offusca una vista altrimenti spettacolare.   Torniamo sulle nostre tracce, con un po' di attenzione nel primo ripido tratto e poi più tranquillamente, con la possibilità di divagare sui morbidi pendii.    La vista che si apre sulla conca ci permette di individuare meglio quali direzioni avremmo dovuto prendere per le due mete inizialmente individuate. Scopriamo inoltre che esiste la possibilità di una ciaspolata ancora più breve e panoramicamente molto remunerativa, che porta al passo di San Simone (2.106 m) partendo dalla Baita del Camoscio e risalendo il Vallone dei Sessi.
Discesa nel vallone.
Senza entrare nel merito delle diatribe che hanno portato alla chiusura degli impianti sciistici, possiamo dire che l'attuale situazione offre agli appassionati della montagna invernale un'ambiente suggestivo, dove la neve resiste a lungo, con varietà di itinerari e panorami incantevoli. Un'occasione da non perdere...
Le pareti del Monte Pegherolo e gli impianti di risalita.
Info tecniche:
Partenza: Parcheggio degli ex-impianti sciistici di San Simone (1.670 m) località del Comune di Valleve, in Alta Valle Brembana a 60 km da Bergamo.
Dislivello: Il dislivello dell'itinerario proposto, che parte dal parcheggio degli ex-impianti sciistici per raggiungere la Forcella Rossa, assomma a circa 400 metri di sola salita.  Gli altri itinerari citati e tratteggiati sulla cartina, considerando i diversi saliscendi, possono raggiunge i 500 metri di dislivello.
Durata: Per raggiungere la Forcella Rossa abbiamo impiegato circa due ore, per scendere circa un'ora e mezza.
La Baita del Camoscio (1.781 m)
Altri suggerimenti:  Nonostante la chiusura degli impianti di risalita, nella conca restano aperti due esercizi commerciali che offrono la possibilità di pranzo e di ristoro. Si tratta della Baita dello Scoiattolo, posto accanto al parcheggio e della Baita (ora Rifugio) del Camoscio, che si raggiunge soltanto a piedi (o con ciaspole e sci d'alpinismo e da fondo escursionismo) in una ventina di minuti dal parcheggio. Ci siamo fermati in quest'ultimo esercizio, recentemente riaperto da una nuova gestione dopo un anno di chiusura.   La gestione famigliare è simpaticamente disorganizzata, la cucina propone generose porzioni di piatti tradizionali (pizzoccheri, grigliate di carne accompagnate da polenta taragna, torte casalinghe) a prezzi onestissimi.   E' quel che si desidera trovare in un ambiente come la Conca di San Simone
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01. 
I possibili itinerari con le ciaspole nella conca di San Simone 
evidenziati sulla tavola 01 della  Carta Turistica-Escursionistica della 
Provincia di Bergamo. Si ringrazia per la concessione.