domenica 27 agosto 2017

Ai piani dell'Avaro, per scoprire una montagna generosa di facili passeggiate

I Piani dell'Avaro sono una delle mete più alte raggiungibili in automobile.   Una strada asfaltata raggiunge i 1.700 m di quota partendo dal paese di Cusio, in Alta Valle Brembana.   Il transito è a pagamento; il pass costa due euro, da inserire in un apposito parcometro situato all'inizio della strada comunale.
Il Venturosa dai Piani dell'Avaro-foto di Elisa Di Blasi
L'ampia spianata ai piedi del Monte Avaro è un belvedere posizionato nel cuore dell'Alta Valle Brembana.   In ogni stagione, in assenza di nebbie e foschie, basta arrivare qui per assicurarsi un eccezionale spettacolo naturale.   Dal parcheggio situato nei pressi dell'Albergo è possibile dar corso ad una serie di tranquille camminate. 
I Piani dell'Avaro dalla cima del Monte Foppa-foto di Elisa Di Blasi
Per esempio, è possibile percorrere un giro completo dei Piani dell'Avaro incamminandosi su una stradina che si dirige verso sud, per abbandonarla quando, alla vostra sinistra, diventa visibile una cappelletta posta sui dossi prativi della Collina della Croce, in posizione panoramica sulla valle che sale da Cusio.    Da qui, volgendo in direzione nord, si resta in quota toccando, in sequenza, l'arrivo delle sciovie che compongono il circo bianco dei Piani.   A vista, si può scendere verso un'ampia stradina che ci riporta al piazzale dell'Albergo.    L'anello circolare è percorribile in circa un'ora, con un dislivello di poco superiore ai 100 m.
Una baita dei Piani dell'Avaro-foto di Elisa Di Blasi
La stradina che ci ha consentito di tornare al parcheggio è invece punto di partenza per una sgambata in direzione nord, a raggiungere il Monte Foppa (1.895 m).     Si cammina sulla stradina per almeno tre quarti d'ora, fino a raggiungere la Baita della Croce (1.812 m) da dove, volgendosi a destra, è evidente e intuibile il percorso per raggiungere la meta: meno di 200 metri di dislivello, un'ora a salire, un po' di meno a scendere.
 
Un poco più ambiziose altre due passeggiate: la salita all'omonimo Monte Avaro (300 metri di dislivello; 2 ore e mezza complessive tra andata e ritorno) oppure la digressione ai Laghetti del Ponteranica.    Per entrambe le destinazioni si percorre, per un quarto d'ora circa, la stradina protagonista della gita al Monte Foppa, per abbandonarla seguendo le indicazioni del sentiero CAI n. 109.     Poco dopo si raggiunge un bivio dove, se si segue la deviazione evidenziata con il n. 109/A si arriva al Colle dell'Avaro.     Poco prima di questo colletto, un sentiero non segnalato vi porterà, in pochi minuti, diritti alla cima.
Si ringrazia il sito valbrembanaweb per la concessione
Se invece si prosegue sul segnavia n. 109 la salita si inerpica decisa fino ad incrociare il sentiero 101 che si percorre verso destra con percorso in quota fino ad arrivare al bivio per i laghi del Ponteranica, che si raggiungono prima in discesa e poi con percorso a mezzacosta fino alla conca posta a 2.115 metri di quota (450 metri di dislivello; 4 ore complessive tra andata e ritorno).
Evidenza degli itinerari proposti (in viola) -  estratto della tavola 01 della Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.Si ringrazia per la concessione
Info tecniche:
Come arrivare: Cusio è in Alta Valle Brembana, che va percorsa fino a Piazza Brembana dove, con direzione Passo San Marco, si deve raggiungere Olmo al Brembo.   Da lì si prende la strada provinciale n. 8 per Santa Brigida-Cusio.   Oltre il paese inizia la strada comunale Colle della Maddalena-Piani dell'Avaro.
Altri suggerimenti: L'Albergo ai Piani dell'Avaro ha alternato, negli ultimi tempi, periodi di chiusura con una serie di cambi di gestione.     Nei pressi potrete trovare comunque "Ristorobie", un piccolo ristorante, attrezzato in una baita di legno ristrutturata, di cui si dice e si scrive un gran bene: www.altobrembo.it/strutture/ristorobie.
Se invece siete appassionati di storia, topografia ed antiche leggende, suggerisco di immergervi nel seguente link: http://www.provinciabergamasca.com/vallebrembana/cusio/storie_antiche.html.
Il racconto sulle traversie del mandriano taccagno è godibilissimo.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01.

...era quasi un mare, l'erba...-foto di Elisa Di Blasi




















leggenda

sabato 19 agosto 2017

Case di Viso: il borgo alpino ideale

Con questo post non vi propongo un itinerario, ma l'esplorazione di un ambiente capace di sposare armoniosamente le esigenze dell'uomo con il rispetto della natura.    Sto parlando di Case di Viso, un villaggio posto a quasi 1.800 metri di altitudine, nell'ambito del Parco Nazionale dello Stelvio, e facente parte del territorio del Comune di Ponte di Legno, in alta Valle Camonica.
Salendo al Rifugio Bozzi, uno sguardo in basso, verso le Case di Viso,
UN AMBIENTE CIRCONDATO DI LUCE
Case di Viso ha saputo conservare le caratteristiche architettoniche tradizionali, in parte per merito dei vincoli imposti dal Parco Nazionale, ma molto grazie anche alla sensibilità dei proprietari delle baite, che hanno saputo mantenere un aspetto omogeneo fra i diversi edifici in muratura, recuperandoli e ristrutturandoli nel pieno rispetto della tradizione.    Il villaggio è inserito ordinatamente nell'ambiente circostante, che si presenta aperto e inondato di luce, grazie anche alla presenza, rimasta costante nel tempo, di un razionale sistema di pascolo.   Le mandrie di mucche ruminano sul fondovalle, mentre le greggi di pecore gravitano sulle sponde più ripide, limitando e contenendo così l'avanzata del bosco.
Il torrente, due case e un mulino
IL TORRENTE ARCANELLO, GRAN LAVORATORE
Passeggiando tra la ventina di cascine che compongono il nucleo di Case di Viso, lo sguardo viene attirato dalle balconate in legno e dai portoni di legno massiccio, l'orecchio si riempie del fragore del torrente Arcanello, che scorre impetuoso ai lati del borgo, e l'olfatto è stuzzicato dal profumo di formaggio che si diffonde dai piccoli caseifici all'opera.     Un tempo erano più numerosi e sorgevano tutti accanto al corso d'acqua, il cui impeto faceva girare le pale in legno di piccoli mulini attivando così le zangole per la burrificazione. 
Quasi in centro paese....
PUNTO DI ARRIVO E DI PARTENZA PER NUMEROSE ESCURSIONI
Le Case di Viso possono rappresentare il punto di arrivo di una piacevole passeggiata di un'ora che parte dalla frazione di Pezzo (1,565 m), oppure essere il punto di partenza per escursioni più impegnative, come quella che raggiunge il Rifugio Bozzi (2.487 m), situato in un'area che coincideva con la prima linea della "Guerra Bianca" e ricchissima di reperti e ricordi storici.      Lo stesso sentiero da percorrere per raggiungere il rifugio (segnavia CAI n. 52) calpesta una mulattiera militare realizzata per raggiungere le postazioni difensive italiane della prima Guerra Mondiale.
Chi invece si sente pigro o appagato dalla visita del villaggio, può puntare al vicino laghetto di Viso (1.862 m) dal quale potrà ammirare un panorama d'insieme dei pascoli e di tutti gli edifici che compongono Case di Viso. 
Il parco comunale....
Info tecniche:
Come arrivare: da Ponte di Legno si seguono le indicazioni per la frazione di Pezzo. Da lì, circa 3 km di una stretta ma agibile strada asfaltata raggiungono il primo parcheggio di Case di Viso (10 km in tutto da Ponte di Legno). 
Altri suggerimenti: Doveroso e gradevole l'assaggio e l'acquisto di formaggi locali.   Al caseificio Bezzi producono burro, ricotta, formaggella e due importanti formaggi vaccini a pasta dura: il Silter e il Case di Viso. 
Cartografia: Carta Topografica per Escursionisti Tabacco-n. 052.
Il Rifugio Bozzi e le trincee della Guerra Bianca.



domenica 13 agosto 2017

Due passi nella Selva di Clusone, tra pini silvestri, ciclamini e fragoline di bosco

La Pineta (o Selva) di Clusone offre decine di percorsi per chi desidera passeggiare tranquillamente senza fare troppa fatica.    Si stima che, al suo interno, siano disponibili oltre 22 chilometri di tracciati pedonali, a cui si devono aggiungere quelli del circuito di skiroll e della pista ciclopedonale proveniente dalla bassa Valle Seriana.    Questa proposta percorre un tratto di quest'ultima, che si sviluppa ai bordi della pineta di Clusone, ma offre da subito un assaggio di quello che la Selva è in grado di offrire all'escursionista pigro ma curioso.

Uno sguardo oltre i pini - foto di Elisa Di Blasi

Salendo da Bergamo, poco prima della rotonda che, a sinistra, porta a Piario, si trova un ampio parcheggio sterrato dal quale è possibile inserirsi nel tracciato della pista ciclabile.   Siamo intorno ai 550 metri di quota, ma il fresco della pineta è molto fragrante.   La pista attraversa un bosco misto di pino silvestre, abeti rossi e latifoglie che costituisce un ambiente di elevato valore forestale e paesaggistico il cui pregio è riconosciuto a diversi livelli istituzionali.    Insomma è un gran bel posto ed è un piacere percorrere i saliscendi del percorso che viene spesso utilizzato per allenamenti e gare di atleti con gli skiroll.
 
un bivio del circuito di skiroll - foto di Elisa Di Blasi

Ci sono numerosi punti di sosta: alcuni dotati di panchine, altri stimolati dalla presenza di un sottobosco molto allegro e vivace.     All'occhio non sfuggono coloratissimi fiori di ogni tipo, sui quali primeggiano i delicati ciclamini selvatici che, ricordiamolo, sono una specie protetta ed è quindi proibita la raccolta.    All'olfatto invece arriva il profumo intenso delle fragoline di bosco, la cui presenza è spesso annunciata dal loro bel fiore bianco e giallo.

In fondo cì guarda il Monte Alben - foto di Elisa di Blas

Dopo un paio di chilometri si arriva in località Busgarina, dove si trova un punto di ristoro che descrivo nelle note a piè di blog.     Poco oltre si trovano il depuratore e la piattaforma ecologica e la pista torna ad affiancarsi con la strada provinciale.     Per un lungo tratto diventa quindi un po' noiosa e rumorosa, prima di allargarsi nella piana di Clusone.

E da qui ci controlla il Pizzo Formico

Vi propongo quindi di fare dietro front dopo aver fatto sosta alla Busgarina e, magari, di divertirvi a percorrere, al ritorno, alcune varianti del circuito di skiroll, che si inoltra nel bosco offrendo prospettive e panorami nuovi, con begli scorsi sul Monte Alben e sul Pizzo Formico.

L'area della Pineta di Clusone, con l'evidenza della rotonda nei pressi della partenza e della Busgarina.
Dalla tavola 05 della  Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.

Info tecniche:
Partenza: nei pressi della rotonda con il bivio per Piario (550 m circa).   
Dislivello: a causa dei diversi saliscendi il dislivello complessivo è di circa 180 metri.
Durata: Un'ora e mezzo in totale, per circa 4 km di tranquilla passeggiata.
Altri suggerimenti: E' possibile sostare alla Busgarina che, ufficialmente, è un'area attrezzata per la sosta dei camper.    In realtà i servizi proposti possono interessare soprattutto le famiglie con bambini, vista la presenza di numerosi giochi ed attrazioni dedicate a loro: dalla ludoteca alla fattoria con i pony, dal biliardino ai gonfiabili.  Non manca, ovviamente, la possibilità di ristoro.   Altre informazioni: www.busgarina.it.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.


Asinello della Busgarina





sabato 5 agosto 2017

Al passo di Verrobbio, nelle trincee dove la Grande Guerra non arrivò mai

Nei periodi di grande calura, una passeggiata a quota 2.000 può rappresentare una buona soluzione.   Se a questo aggiungiamo gradevoli panorami, scampoli di storia ed un pranzo gustoso, abbiamo completato il quadro di una giornata da trascorrere in Alta Valle Brembana, nei dintorni del Passo San Marco.
Monte Ponteranica e Passo di Verrobbio - foto di Sergio Gavazzeni
IN AUTO FINO A 1.830 METRI DI QUOTA
Percorrendo la strada provinciale che da Mezzoldo porta al Passo San Marco, arriviamo nei pressi dei nuovo rifugio San Marco e prendiamo la deviazione a sinistra che ci porta nell'ampio parcheggio sterrato del "vecchio" rifugio, tuttora aperto e gestito con un servizio di ristoro a mezzogiorno.
Questo edificio è stato costruito nel 1593, come posto di guardia a difesa dei confini della Repubblica Veneta.   Con il passare dei secoli ha assunto la funzione di casa cantoniera e, successivamente, di rifugio per i viandanti che percorrevano la Strada Priula, da Bergamo a Coira, nel cantone svizzero dei Grigioni.    Siamo quindi al cospetto di uno dei più antichi rifugi delle Alpi.

Piano dell'Acqua Nera e diga di Valmora - foto di Sergio Gavazzeni
POCHI PASSI SUL SENTIERO UFFICIALE DELLE OROBIE OCCIDENTALI
Dal piazzale del rifugio si prende il sentiero che transita accanto ai tralicci dell'alta tensione.   Per un ventina di minuti si calpesta il mitico sentiero 101, sentiero ufficiale delle Orobie occidentali.   Al bivio, si prende a destra il sentiero 106, che prosegue a mezzacosta salendo poi, con alcuni tornanti, fino al passo Verrobbio (2026 m).
Panorama dal Passo Verrobbio (2.020 m)
Abbiamo camminato per un'ora, percorrendo un dislivello di circa 200 metri, per arrivare alla meta, rappresentata dalle trincee della linea Cadorna.   In questa località infatti, si possono visitare i manufatti meglio conservati del tratto orobico della linea difensiva realizzata in base all'evenienza che gli austriaci potessero invadere la neutrale Svizzera ed aggredirci alle spalle.   Fu necessario il lavoro di almeno 40.000 tra muratori, carpentieri, falegnami, fabbri e minatori per realizzare, tra i monti del varesotto e le Alpi Orobie, circa 70 km di trincee, 88 postazioni di artiglieria e le relative carrozzabili e mulattiere di collegamento. 
Tratto di trincea sotto il Monte Verrobbio
UNA LUNGA TRINCEA PER RICORDARE LA "GRANDE GUERRA"
Nei pressi del passo Verrobbio si trovano i resti di una grande caserma, decine di metri di trincee perfettamente conservate, le finestre di alcune cannoniere ed un piccolo fortino da cui, un secolo fa, i nostri soldati aspettavano l'assalto di un nemico che, da queste parti, non si fece mai vedere.   Ora, gli escursionisti possono presidiare queste fortificazioni osservando placide mandrie di vacche bruno alpine al pascolo nei pressi del piccolo laghetto del Verrobbio, o vivaci capre orobiche incuriosite dal contenuto degli zaini.  
La gita termina nei prati che circondano il passo.   Chi volesse proseguire verso la cima del Monte Verrobbio, del Ponteranica o verso il lago di Pescegallo, deve mettere in conto di dover transitare su punti esposti, sentieri poco segnalati o tratti molto ripidi.
Ca' San Marco-punto di partenza dell'itinerario proposto.
Info tecniche:
Partenza: Ca' San Marco (1.830 m circa).   
Dislivello: Circa 200 metri.
Durata: Un'ora per la salita; poco meno per la discesa.
Altri suggerimenti: Ca' San Marco e il nuovo rifugio San Marco sono molto frequentati e spesso al completo.   Per questo suggerisco invece di sostare per il pranzo all'Albergo della Salute, ad Olmo al Brembo, sulla strada di ritorno per Bergamo.  Tra le spesse e fresche mura di un edificio storico del diciassettesimo secolo, è possibile gustare una cucina ruspante tipicamente orobica: pochi piatti, sempre quelli e sempre fatti bene.   Dai casoncelli fatti a mano allo stinco con la polenta taragna, con la sola variante dei funghi, raccolti direttamente dal proprietario, che ci possono essere o meno a seconda dei capricci del meteo. Tel. 0345 87079.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01.

Capre orobiche - foto di Sergio Gavazzeni