sabato 22 agosto 2020

A caccia di stelle e di fresco, nei verdissimi boschi di Lantana, ai piedi della Presolana.

Le frazioni di Castione della Presolana nascondono tranquille passeggiate su sentieri che attraversano freschi boschi di conifere, in stagione punteggiati da coloritissime fioriture.

La Presolana dallo spiazzo dell'Osservatorio Astronomico di Lantana.

Per raggiungere il borgo di Lantana (1050 m) bisogna entrare nel centro di Dorga e seguire le indicazioni che, tra un dedalo di stradine, portano di fronte al piccolo santuario della Madonna della Grazie.   Dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio posto a lato dell'edificio religioso, ci si incammina lungo via Predusolo che, in leggera discesa, supera una zona residenziale per inoltrarsi poi in un bel bosco misto.  La strada diviene sterrata e, in meno di un chilometro, raggiunge un bivio dove, sulla sinistra, è tracciato un sentiero che sale all'area attrezzata del Santel di Predusolo.

Il Santuario di Lantana

Proseguendo sulla pianeggiante sterrata, si supera un tratto immerso nelle conifere che ci porta ad alcuni spiazzi dove è possibile ammirare le cime che circondano la valle di Lantana. A lato campeggia l'omonima cima erbosa, alle proprie spalle si erge maestoso il massiccio della Presolana.  Lungo il percorso un'abbondante e variegata flora si presta a numerosi scatti fotografici.

L'albero delle farfalle (Buddleia)

In poco più di mezzora di placida camminata si raggiunge una piccola radura dove è posizionato l'osservatorio astronomico gestito dal Gruppo Astrofili di Cinisello Balsamo, la cui attività di osservazione astronomica, in alcune sere estive, è  aperta anche al pubblico.   Nelle note in calce trovate le informazioni per potervi partecipare.

Geranio nodoso - foto di Elisa Di Blasi

La strada prosegue restringendosi leggermente ma, in questa stagione (agosto 2020) è interrotta da una transenna che ne impedisce il transito. Pericolo di  frane e smottamenti impediscono di giungere ad un successivo bivio che a sinistra ci avrebbe portato, con breve tratto ripido, all'area attrezzata del Santel di Predusolo, per chiudere quindi con un percorso circolare questa fresca passeggiata.

Panoramica dal Santuario di Lantana

Info tecniche:

Data dell'escursione: 19.08.2020 - tempo bello.
Partenza: Parcheggio del Santuario di Lantana (1050 m) frazione di Castione della Presolana, in Alta Valle Seriana.   Dista circa 45 chilometri da Bergamo (un'ora d'auto).
Dislivello, lunghezza e durata: la passeggiata fino all'Osservatorio Astronomico è praticamente a dislivello zero. Tra andata e ritorno la lunghezza del tracciato è di circa 4 chilometri, percorribile in poco più di un'ora. L'anello che porta all'area attrezzata del Santel di Predusolo è un pochino più lungo, con un dislivello complessivo di circa 150 metri. Il dettaglio di quest'ultima passeggiata è qui: 
https://www.visitpresolana.it/estate/lantana-santel-di-predusolo.
Cascina del Borgo Storico di Lantana - foto di Elisa di Blasi

Altri suggerimenti:  Il piccolo santuario della Madonna delle Grazie merita una visita, sia per l'intima e raccolta posizione che per i due importanti affreschi cinquecenteschi conservati al suo interno. Suggerisco inoltre una ricca e commovente raccolta di ex-voto, alcuni risalenti al XIX° secolo, che si trovano sulla parete immediatamente a destra dell'ingresso laterale. 

Per partecipare invece alle iniziative dell'Osservatorio Astronomico Presolana è necessario entrare in contatto con il Gruppo Astrofili che lo gestisce, tramite la loro  pagina facebook, di cui evidenzio il relativo indirizzo: https://www.facebook.com/OsservatorioAstronomicoPresolana.

Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 06. 
Parnassia.


lunedì 17 agosto 2020

Dal canyon della Valle dei Mulini ai verdi pascoli della "via del latte". Sopra a tutto, sempre lei: la Presolana.

 L'anello che unisce i sentieri CAI nn. 318 e 317 è particolarmente affascinante per l'incredibile varietà degli ambienti attraversati, la molteplicità delle specie floreali incontrate e la maestosità dei panorami.

Presolana tra le nuvole - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

Dal lato opposto del parcheggio di Rusio (921 m) frazione di Castione della Presolana, prende inizio il sentiero CAI n. 318 che inizialmente percorre una strada forestale, fino a giungere ad un primo bivio che, sulla destra, ci porta ad inoltrarci nella splendida Valle dei Mulini.    Si tratta di un vero e proprio canyon, disegnato dall'unico torrente che non va mai in secca, pur inserito nell'arido ambiente calcareo che contraddistingue la zona della Presolana.    Il nome della valle deriva dall'antica presenza di una serie di mulini che si susseguivano alla base del canyon.    L'unica traccia rimasta di queste attività è l'edificio posto all'imbocco della valle, ora riattato a bar trattoria.  

Ol puntesel...

Dopo aver superato un antico ponte in pietra (Ol puntesel) la traccia risale, inizialmente senza particolare pendenza, attraversando più volte il corso d'acqua.    In alcuni punti il guado non è agevole e premia l'escursionista dotato di scarponcini impermeabili e con suole che garantiscono particolare aderenza.   Si trascurano le deviazioni che portano alla chiesetta di San Pietro (vedi anche la relativa nota in calce al post) ed alle numerose falesie di arrampicata tracciate sulle pareti e sui torrioni che compongono il canyon.

Nel folto della Valle dei Mulini - foto di Sergio Gavazzeni

La ricchissima vegetazione e le numerose specie floreali che si incontrano nel bosco di fondovalle arricchiscono il senso di avventura offerto dal rigoglioso ambiente che stiamo attraversando.   Nel sottobosco prosperano felci di ogni tipo e le fioriture di ciclamini.   Sul greto del torrente si innalzano maestose ombrellifere.   La valle gradualmente si apre, mentre il sentiero strappa più ripidamente.

Campanula selvatica della Val dei Mulini

Dopo circa tre quarti d'ora di camminata si arriva ad un bivio che, sulla destra, porterebbe alla Malga Bares.   Si prosegue invece diritti, inerpicandoci su alcune roccette che ci tolgono dal fondovalle.   Il sentiero prende quota, supera alcuni brevi tratti esposti e giunge, dopo quasi due ore dalla partenza, al bivio che, a destra, porta alla Valle del Papa.   Noi teniamo invece la sinistra e saliamo su terreno erboso sempre più aperto, fino a raggiungere la sterrata di servizio delle diverse malghe presenti in questa zona.

Il torrente senza nome che attraversa la Valle dei Mulini

Siamo sulla "via del latte", il sentiero così chiamato perchè unisce le principali malghe ancora attive della zona.    Si prende a sinistra per raggiungere, in soli cinque minuti, la Malga Presolana (1538 m) dove è possibile fare scorta di formaggi.    L'ambiente è profondamente cambiato.    Il carattere bucolico dei pascoli che circondano la malga è contornato dalle aspre pareti dei pizzi di Bares, Olone e Corzone, che anticipano e in parte occultano lo spettacolo del Presolana. 

Malga Presolana

Ora si cammina sul sentiero con segnavia CAI n. 317, percorrendo in piano una gippabile molto frequentata dalle mountain-bike.   E' una passeggiata molto piacevole, che raggiunge in una ventina di minuti il fotogenico laghetto di Malga Campo (1520 m) da cui si inizia a scendere per chiudere l'anello dell'itinerario.

Verso Malga Campo.

Dopo pochi passi, un cartello giallo appeso ad un tronco d'albero ci indica una "scorciatoia per Rusio" che ci tuffa in un intricato bosco di abeti rossi, del quale ricordiamo poco, perché l'abbiamo percorso sotto un bel temporale.   La discesa dura circa un'ora e siamo costretti a trascurare la salita che ci avrebbe portato a visitare la storica chiesetta di San Peder.   Arrivati a Rusio la pioggia cala d'intensità, consentendoci una rapida occhiata al borgo storico, ormai raro esempio di architettura contadina, che meriterà sicuramente una visita più approfondita.

Malga Pozzetto sotto il temporale.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 14.08.2020 - tempo molto nuvoloso, con precipitazioni anche intense dalle 11 alle 12.
Partenza: Parcheggio di Rusio (921 m) frazione di Castione della Presolana, in Alta Valle Seriana.   Dista circa 45 chilometri da Bergamo.
Dislivello, lunghezza e durata: il dislivello complessivo dell'anello proposto è di circa 650 metri di sola salita.   La lunghezza del tracciato è di quasi 10 chilometri ed è percorribile in 4 ore e mezza, escluse le soste.
Altri suggerimenti:  Si consiglia di NON percorrere la Valle dei Mulini nei giorni immediatamente successivi ad intense precipitazioni atmosferiche.   Si raccomanda inoltre l'utilizzo di scarponcini ben impermeabilizzati e con suola ben aderente.

Un ciclamino della Valle dei Mulini

Il temporale ci ha impedito di visitare la chiesetta di San Peder (1155 m), il più antico edificio religioso della valle, edificato nell'undicesimo secolo.    La chiesetta è posta su uno sperone roccioso che si affaccia sulla Valle dei Mulini ed è affrescata con dipinti di pregio risalenti al tardo cinquecento.    E' possibile dedicare alla visita della chiesetta un itinerario specifico, compiendo un'escursione di un'ora e mezzo con circa 230 metri di dislivello di sola salita.   Il dettaglio della camminata si trova qui: https://www.visitpresolana.it/estate/rusio-anello-di-san-peder.

Malga Campo

Come già accennato nel post, Rusio merita una visita approfondita.    Ai valori storici ed architettonici, aggiungiamo la presenza, al civico n. 26,  della gelateria Fiocco di Neve che utilizza esclusivamente latte di capra a filiera corta.   Oltre ai gelati si possono degustare ed acquistare anche formaggi, salumi e miele prodotti da aziende agricole locali.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 06. 
La traccia dell'itinerario proposto evidenziato 
sulla tavola 06 della Carta Turistica-Escursionistica della 
Provincia di Bergamo. Si ringrazia per la concessione.



venerdì 7 agosto 2020

San Simone, Passo e Cima di Lemma, Passo di Tartano, San Simone. Un anello ricco di storia e grandiosi panorami.

L'arioso anello che, partendo da San Simone, unisce i passi di Lemma e di Tartano, rappresenta una bella escursione con tantissimi riferimenti storici e culturali che la rendono molto istruttiva, oltre che molto appagante per i grandiosi panorami che la circondano.
La Conca di San Simone con i monti Pegherolo e Cavallo.

Dal parcheggio gratuito della ex-stazione sciistica di San Simone (1670  m) si risale la sterrata che, con un paio di tornanti, porta alla vicina Baita del Camoscio (1760 m - posto di ristoro) dove lo sguardo si apre su una serie di ampie conche prative da secoli destinate all'alpeggio.    Proseguendo sul sentiero CAI n. 116 si incontrano infatti le prime baite dove, nei mesi estivi, fervono le attività casearie di produzione del formaggio.
Verso il Passo di Lemma

Si prosegue in leggera salita, sino ad incontrare il sentiero n. 101 delle Orobie Occidentali che scende dalla Forcella Rossa.   Poco dopo questo bivio, la nostra escursione devia a sinistra, seguendo l'evidente segnaletica per il Passo di Lemma.    Si inizia quindi a salire con maggiore ma regolare pendenza, lungo una mulattiera militare ben tracciata dai soldati durante la prima guerra mondiale.   In circa un'ora dal bivio, si raggiunge il Passo (2108 m) da cui si intravedono i primi pascoli valtellinesi dopo che, per tutta la salita, lo sguardo è stato calamitato dalle rupi calcaree del Monte Pegherolo e dalla bella piramide erbosa del Monte Cavallo.
La Linea Cadorna al Passo di Tartano

Poco prima avevamo incontrato i ruderi di una casermetta militare e, sul passo incrociamo i primi resti di quelle "trincee dimenticate" che costituivano la cosiddetta "Linea Cadorna", eretta dall'esercito italiano a partire dal 1916, per scongiurare una possibile invasione austriaco-tedesca attraverso la Svizzera.    La Storia, si sa, prese un'altra piega e le Orobie passarono indenni quei terribili anni.   Grazie al CAI e ad una serie di associazioni culturali della montagna bergamasca, da alcuni anni si è avviata un operazione di valorizzazione di queste fortificazioni militari, presenti soprattutto nel tratto orobico che va dal Passo di Verrobbio a quello di Dordona.
Sulla cresta della Cima Lemma. Sullo sfondo le Alpi Retiche.

Dal Passo di Lemma, senza perdere quota, si seguono i bolli biancorossi che risalgono con gradualità la cresta erbosa della Cima di Lemma.     Verso nord lo sguardo si apre sulle innevate Alpi Retiche e sui  vicini monti Valegino e Cadelle che chiudono ai nostri occhi la conca di Foppolo.    Il panorama già grandioso, poco prima della Cima di Lemma (2.348 m)  si amplia anche sul maestoso Monte Disgrazia, sulla Val Madre e sui suggestivi Laghi di Porcile.
Panoramica da Cima Lemma: in basso a sinistra il Passo di Tartano,
poco sopra i laghi di Porcile, accoccolati sotto i monti Cadelle e Valegino.

Toccato il punto più alto dell'escursione, i bolli biancorossi ci guidano sui ripidi pendii che portano al Passo di Tartano (2102 m) dove ci aspetta una serie di ben conservati camminamenti militari, interrotti da piazzole di appostamento con feritoie per i cecchini e gli osservatori.    Sul crinale del Passo è piantata una croce in ferro e, nelle vicinanze, si celano i resti di un oratorio di origine medioevale, dedicato a San Salvatore o a San Sisto.    Gli oratori in quota, fino alla fine del sedicesimo secolo, svolgevano funzione di luoghi di culto per gli alpeggiatori ed i mandriani, prima che si erigessero le chiese parrocchiali nei paesi di fondovalle.
Bupleuro stellato, fiorito sui prati tra Cima Lemma e il Passo di Tartano.

Il percorso che ci riporterà al parcheggio di San Simone segue fedelmente il sentiero delle Orobie occidentali (segnavia n. 101) costeggiando pascoli, barech (recinti delimitati da muretti in pietra) e gli edifici di diverse malghe.    Nei secoli, questo storico percorso ha unito l'Alta Val Brembana con la Valtellina, nonostante la presenza del confine di Stato al passo di Tartano dalla metà del quattrocento al 1797.   Nel tempo, mandriani e malghesi delle due valli hanno costruito un profondo legame tra le attività dei due versanti, arrivando a realizzare una produzione di eccellenza casearia che veniva esposta e venduta alla fiera di San Matteo di Branzi, importantissimo appuntamento commerciale noto già in pieno medioevo.  
Baita Fontanini. Sullo sfondo il Pegherolo.

Serve un'ora buona di camminata dal Passo di Tartano per raggiungere le baite che costellano l'ampia conca di San Simone e ricongiungersi con il tratto percorso subito dopo la partenza ed infine scendere alla Baita del Camoscio ed al parcheggio da cui si è iniziata l'escursione.
Mungitrice mobile installata nei pressi di Casera Sessi.

Info tecniche:
Data dell'escursione: 02.08.2020 - giornata uggiosa.
Partenza: Parcheggio degli ex-impianti sciistici di San Simone (1670 m) località del Comune di Valleve, in Alta Valle Brembana.   Dista circa 60 km da Bergamo.
Dislivello e durata: il dislivello complessivo dell'anello proposto è di circa 750 metri di sola salita ed è percorribile in 4 ore e mezza, escluse le soste.
 
Frutto di Pulsatilla Alpina, sulla salita per il Passo di Lemma.

Altri suggerimenti:  Accanto al primo piazzale del parcheggio è aperta la Baita dello Scoiattolo, dove è possibile ristorarsi con bibite, panini, taglieri e piatti della cucina tradizionale (casoncelli, pasta con ragù di selvaggina, pizzoccheri, carni e funghi con polenta taragna).   Il servizio è veloce e ci si può sedere anche su tavoli all'aperto.
Per chi fosse interessato ad escursioni invernali con partenza da San Simone, può leggere il post che segue, pubblicato nello scorso mese di febbraio 2020: https://dislivellozero.blogspot.com/2020/02/la-conca-di-san-simone-un-piccolo.html.
Chi desidera invece visitare altri manufatti storici che componevano la "Linea Cadorna" può cliccare su quest'altro post, pubblicato ad agosto 2017: https://dislivellozero.blogspot.com/2017/08/al-passo-di-verrobbio-nelle-trincee.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01. 

L'anello con partenza da San Simone evidenziato (tratto più scuro)
sulla tavola 01 della  Carta Turistica-Escursionistica della 
Provincia di Bergamo. Si ringrazia per la concessione.




sabato 1 agosto 2020

Una passeggiata sulle rive del Lago di Carezza, tra incanto e desolazione...

La breve passeggiata sulle rive del lago di Carezza (Karersee 1.519 m) è suggestiva ed istruttiva al tempo stesso. Il caleidoscopio composto dalle sue acque, in cui si specchiano le guglie del Latemar, rende giustizia alla leggenda dello stregone che gettò nel lago i pezzi di un arcobaleno da lui inutilmente creato per ammaliare una ninfa di cui si era perdutamente innamorato.

Il Latemar si specchia nel Lago Carezza.

La parte istruttiva dell'escursione è invece legata ai danni provocati dalla tempesta Vaia, che ha colpito pesantemente questa zona alla fine di ottobre del 2018. Prima di quei giorni, il lago di Carezza era intimamente nascosto da fitte conifere, con le quali creava un contrasto di luci ed ombre che rendevano il luogo ancor più incantato e fiabesco. Oggi le ferite di quell'evento, che è stato definito "il più potente ciclone extratropicale mai abbattutosi sull'Italia a memoria d'uomo", sono ancora molto evidenti, soprattutto a confronto della bellezza del piccolo lago.


Dopo il passaggio di Vaia - foto di Elisa di Blasi.

Nei giorni precedenti la tempesta, l'Italia nord orientale era stata flagellata da piogge molto abbondanti, che hanno bagnato pesantemente il terreno, indebolendo ulteriormente la resistenza degli alberi, che hanno dovuto affrontare raffiche di vento di scirocco superiore ai 150 chilometri orari. Vaia si creò al largo di un mar Adriatico insolitamente caldo per il periodo, accumulando una energia spaventosa che si è scaricata violentemente incanalandosi nelle strette valli e lungo i ripidi pendii dolomitici.


Sulla riva orientale del lago si nota una fascia di foresta sradicata dalla tempesta.

I numeri della più grave sciagura ambientale italiana di sempre sono stati mostruosi. Gli alberi abbattuti assommavano a circa 8,5 milioni di metri cubi di legname: oltre sette volte la quantità lavorata annualmente in tutta Italia. L'intero settore del legno è entrato in crisi, per l'eccesso di offerta che ha fatto precipitare i prezzi. Inoltre i tronchi abbattuti dovevano essere rimossi in fretta, per evitare il diffondersi di parassiti (in particolare di un coleottero chiamato "bostrico tipografo") che avrebbero aggravato ulteriormente una ferita ambientale di proporzioni già enormi.


Le guglie del Latemar - foto di Elisa Di Blasi.

Senza contare il numero di sentieri, strade e tracciati forestali interrotti o dissestati, la distruzione di interi versanti boschivi che hanno modificato l'aspetto morfologico di vallate che fanno della bellezza naturale il proprio patrimonio turistico, l'indebolimento del suolo e delle capacità vitali che hanno le foreste di assorbire il principale gas sera l'anidride carbonica.


La foresta della sponda meridionale del lago non c'è più - foto di Elisa di Blasi

La camminata intorno alle acque del lago di Carezza ammalia e fa riflettere. Accanto ad angoli di rara suggestione si intravedono le immagini di una natura profondamente ferita e desolata, che lancia un messaggio preciso. Gli esperti valutano in circa 70 anni il periodo utile per ripristinare le foreste nello stato antecedente la tempesta. Al tempo stesso, bisogna essere consapevoli che il cambiamento climatico renderà sempre più frequenti eventi catastrofici come Vaia. Occorre trarre le conclusioni in fretta, ed agire di conseguenza. Perché da troppo tempo su questa emergenza si stanno sprecando troppe parole, senza dar seguito a fatti concreti.


Controsole.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 06.07.2020.

Luogo dell'escursione: Lago di Carezza (Karersee in tedesco) sito nel territorio del comune di Nova Levante in Val d'Ega/Eggental. Si può raggiungere da Bolzano in poco più di mezzora, percorrendo la statale 241 che collega Bolzano con il passo di Costalunga. Cinque chilometri dopo il centro di Nova Levante si incontra un parcheggio a pagamento, accessibile e ben visibile dalla strada statale, che corrisponde al centro visitatori. Dal parcheggio si raggiunge il lago con un sottopasso.

Durata e dislivello: Il sentiero corre lungo le rive del lago, alle quali è proibito l'accesso. Il percorso è pianeggiante e breve (20 minuti) ma le soste per fotografare ed ammirare il panorama saranno molteplici. Numerose le panchine in legno dislocate lungo tutto il tracciato.

Altre informazioni: L'origine del nome dato alla tempesta deriva da una forma di sponsorizzazione introdotta dall'Istituto Meteorologico di Berlino che, sin dagli anni '50 del secolo scorso, mette a disposizione un nome di donna da assegnare in modo casuale ad uno specifico evento.   Con una donazione di 200 €, il fratello della signora Vaja Jakobs, manager di un grande gruppo multinazionale, ha legato il nome di sua sorella al catastrofico evento di fine ottobre 2018.   Nelle mie ricerche in rete non ho potuto verificare se la signora Jakobs ha gradito questo regalo...

Cartografia: Potete utilizzare la cartina escursionistica della Val d'Ega/Eggental in scala1:25.000 reperibile presso gli uffici del turismo della zona. Costa 5,00 €.