La breve passeggiata sulle rive del lago di Carezza (Karersee 1.519 m) è suggestiva ed istruttiva al tempo stesso. Il caleidoscopio composto dalle sue acque, in cui si specchiano le guglie del Latemar, rende giustizia alla leggenda dello stregone che gettò nel lago i pezzi di un arcobaleno da lui inutilmente creato per ammaliare una ninfa di cui si era perdutamente innamorato.
Il Latemar si specchia nel Lago Carezza. |
La parte istruttiva dell'escursione è invece legata ai danni provocati dalla tempesta Vaia, che ha colpito pesantemente questa zona alla fine di ottobre del 2018. Prima di quei giorni, il lago di Carezza era intimamente nascosto da fitte conifere, con le quali creava un contrasto di luci ed ombre che rendevano il luogo ancor più incantato e fiabesco. Oggi le ferite di quell'evento, che è stato definito "il più potente ciclone extratropicale mai abbattutosi sull'Italia a memoria d'uomo", sono ancora molto evidenti, soprattutto a confronto della bellezza del piccolo lago.
Dopo il passaggio di Vaia - foto di Elisa di Blasi. |
Nei giorni precedenti la tempesta, l'Italia nord orientale era stata flagellata da piogge molto abbondanti, che hanno bagnato pesantemente il terreno, indebolendo ulteriormente la resistenza degli alberi, che hanno dovuto affrontare raffiche di vento di scirocco superiore ai 150 chilometri orari. Vaia si creò al largo di un mar Adriatico insolitamente caldo per il periodo, accumulando una energia spaventosa che si è scaricata violentemente incanalandosi nelle strette valli e lungo i ripidi pendii dolomitici.
Sulla riva orientale del lago si nota una fascia di foresta sradicata dalla tempesta. |
I numeri della più grave sciagura ambientale italiana di sempre sono stati mostruosi. Gli alberi abbattuti assommavano a circa 8,5 milioni di metri cubi di legname: oltre sette volte la quantità lavorata annualmente in tutta Italia. L'intero settore del legno è entrato in crisi, per l'eccesso di offerta che ha fatto precipitare i prezzi. Inoltre i tronchi abbattuti dovevano essere rimossi in fretta, per evitare il diffondersi di parassiti (in particolare di un coleottero chiamato "bostrico tipografo") che avrebbero aggravato ulteriormente una ferita ambientale di proporzioni già enormi.
Le guglie del Latemar - foto di Elisa Di Blasi. |
Senza contare il numero di sentieri, strade e tracciati forestali interrotti o dissestati, la distruzione di interi versanti boschivi che hanno modificato l'aspetto morfologico di vallate che fanno della bellezza naturale il proprio patrimonio turistico, l'indebolimento del suolo e delle capacità vitali che hanno le foreste di assorbire il principale gas sera l'anidride carbonica.
La foresta della sponda meridionale del lago non c'è più - foto di Elisa di Blasi |
La camminata intorno alle acque del lago di Carezza ammalia e fa riflettere. Accanto ad angoli di rara suggestione si intravedono le immagini di una natura profondamente ferita e desolata, che lancia un messaggio preciso. Gli esperti valutano in circa 70 anni il periodo utile per ripristinare le foreste nello stato antecedente la tempesta. Al tempo stesso, bisogna essere consapevoli che il cambiamento climatico renderà sempre più frequenti eventi catastrofici come Vaia. Occorre trarre le conclusioni in fretta, ed agire di conseguenza. Perché da troppo tempo su questa emergenza si stanno sprecando troppe parole, senza dar seguito a fatti concreti.
Controsole. |
Info tecniche:
Data dell'escursione: 06.07.2020.
Luogo dell'escursione: Lago di Carezza (Karersee in tedesco) sito nel territorio del comune di Nova Levante in Val d'Ega/Eggental. Si può raggiungere da Bolzano in poco più di mezzora, percorrendo la statale 241 che collega Bolzano con il passo di Costalunga. Cinque chilometri dopo il centro di Nova Levante si incontra un parcheggio a pagamento, accessibile e ben visibile dalla strada statale, che corrisponde al centro visitatori. Dal parcheggio si raggiunge il lago con un sottopasso.
Durata e dislivello: Il sentiero corre lungo le rive del lago, alle quali è proibito l'accesso. Il percorso è pianeggiante e breve (20 minuti) ma le soste per fotografare ed ammirare il panorama saranno molteplici. Numerose le panchine in legno dislocate lungo tutto il tracciato.
Altre informazioni: L'origine del nome dato alla tempesta deriva da una forma di sponsorizzazione introdotta dall'Istituto Meteorologico di Berlino che, sin dagli anni '50 del secolo scorso, mette a disposizione un nome di donna da assegnare in modo casuale ad uno specifico evento. Con una donazione di 200 €, il fratello della signora Vaja Jakobs, manager di un grande gruppo multinazionale, ha legato il nome di sua sorella al catastrofico evento di fine ottobre 2018. Nelle mie ricerche in rete non ho potuto verificare se la signora Jakobs ha gradito questo regalo...
Cartografia: Potete utilizzare la cartina escursionistica della Val d'Ega/Eggental in scala1:25.000 reperibile presso gli uffici del turismo della zona. Costa 5,00 €.
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