martedì 26 dicembre 2017

Un'ascensione del Monte Alben di 140 anni fa!

Qualche anno fa, in occasione del 140° anniversario della sua fondazione, la sezione del CAI di Bergamo ha ripubblicato la prima "Guida-Itinerario alle Prealpi Bergamasche",  realizzata da Antonio Curò, primo presidente del CAI bergamasco.   La prima pubblicazione della guida era stata distribuita dalla casa editrice Hoepli di Milano nell'anno 1877.

Monte Alben-foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione.

Dal volumetto estraggo ampi stralci, per descrivere una potenziale ascensione al Monte Alben, descrivendone la partenza da Bergamo-Porta Nuova per arrivare fino a Serina, dove si inizia a camminare verso la vetta.
Carrozza a cavalli di fine 1800 - foto di Eugenio Goglio, tratta dall'archivio
fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione.


A quell'epoca, per raggiungere le valli orobiche, era necessario recarsi nei pressi di Porta Nuova, nel centro di Bergamo Bassa, per prendere la carrozza giornaliera con destinazione Branzi.    Il mezzo, trainato da cavalli, sarebbe arrivato nel capoluogo dell'Alta Valle Brembana in 5 o 6 ore ma, se la destinazione era Serina, si sarebbe dovuto cambiare diligenza a Zogno, non prima di aver superato uno dei tratti più suggestivi del viaggi: i ponti di Sedrina.    Costruiti all'inizio del secolo XIX, i ponti sospesi sul Brembo avevano tolto Sedrina da un secolare isolamento e caratterizzato fortemente il paesaggio della zona.

I ponti di Sedrina - foto di Eugenio Goglio, scattata nel 1898 e tratta
dall'archivio fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione.

Da Zogno, la guida dell'Ingegner Curò invita a prendere un'altra carrozza che, attraversando ... la bella e boschiva Val Serina e la tetra gora del torrente Ambria, raggiunge la meta in altre 2 ore e mezza .   All'epoca, a Serina era possibile trovare discrete osterie con alloggio, anche se il paese già soffriva della decadenza dell'industria della lana, fiorente in tempi ancor più remoti.

Cartolina di Zogno, spedita nel 1925. Tratta dall'archivio fotografico
 di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione.


Per la guida, ...Serina è un buon punto di partenza per salire il Monte Alben ... e propone due diverse soluzioni: ... salire direttamente per la forcella di Serina all'altipiano dell'Alben in due ore, oppure più comodamente per Cornalba (due chilometri da Serina; metri 872, osteria molto primitiva, con due letti) e la verdeggiante Val d'Ola, in tre ore.   La punta più alta dell'Alben si erge dietro l'ultima cascina (1636 m) e si raggiunge facilmente in altri 3/4 d'ora, per il cosiddetto forcellino di Val Volpana, lasciando a destra un bel faggio, ultimo superstite di annosa selva, che in tempi addietro rivestiva le falde della montagna. 
    
Sci di fondo tra Serina e Oltre il Colle- foto del 1964, tratta dall'archivio
fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione.

La guida, prima di descrivere la bella vista che si gode dalla vetta, ci avverte che il versante orientale dell'Alben... è orridamente dirupato verso la Val di Gorno.    Per il ritorno .... si può scendere dal lato del Colle di Zambla e di là guadagnare la Valle Seriana, oppure per Cornalba (non lungi dal paese, è spaziosa grotta) e l'antica via commerciale dell'alta Valle Brembana che, per Selvino e Alzano, metteva a Bergamo.

Info varie:
La guida: Il volumetto, da cui è tratta l'ascensione al Monte Alben proposta 140 anni fa, è composto da 73 pagine, una particolareggiata carta topografica delle Valli Bergamasche (in scala 1:172.800 !) ed una splendida veduta panoramica delle Alpi Orobie, disegnata dalla terrazza del Duomo di Milano.   Qualche copia è ancora disponibile, al prezzo di 10 euro, presso la sede del CAI di Bergamo, sita in via Pizzo Presolana 15 (di fronte al Creberg Teatro).   Per gli orari di apertura, consultate il sito ww.caibergamo.it.

La copertina originale della Guida scritta dall'Ingegner Curò.

Le foto e le cartoline storiche: Foto e cartoline pubblicate in questo post sono tratte dal sito valbrembanaweb, fonte inesauribile di immagini e di informazioni sulla valle bergamasca.  Ne consiglio la navigazione a tutti coloro che voglio trarre spunti per nuove escursioni od anche semplici gite turistiche in Val Brembana.
Il fotografo: Le foto più antiche sono di Eugenio Goglio (Piazza Brembana, 1865-1926) uno dei primi fotografi ambulanti della bergamasca.  All'epoca tutti lo chiamavano semplicemente il Genio.
Oggi, dopo aver ritrovato migliaia di sue lastre fotografiche realizzate in anni di vagabondaggi in ogni angolo della valle, quel diminutivo assume un significato completamente diverso.   Solo un genio poteva rappresentare con così pregnante realismo quel piccolo mondo che era la Val Brembana dell'inizio del ventesimo secolo!  

Moio de' Calvi. Ritratto di gruppo con giovanotti che festeggiano bevendo vino.
All'estrema destra compare Eugenio Goglio, giunto di corsa dopo aver avviato l'autoscatto.

domenica 17 dicembre 2017

A San Piero in Campo: una visita nell'Elba più vera, passeggiando tra cave di granito e macchia mediterranea

Incastonato sopra uno sperone granitico del Monte Capanne, San Piero in Campo viene spesso colpevolmente trascurato dai turisti frettolosi che, in questo modo, si perdono l'incontro con un borgo medioevale che offre moltissime emozioni a chi gli può dedicare una visita.
Il golfo di Marina di Campo da San Piero in Campo
Si raggiunge San Piero salendo in un quarto d'ora di macchina da Marina di Campo.    A 224 metri di quota sembra già di essere in montagna.    Nella frazione si gira soltanto a piedi, percorrendo vicoli e viuzze, salendo e scendendo da ripide scalinate ed ammirando vecchi portali e ballatoi.    Manufatti, lastricati e gradini sono tutti in granito locale: una pietra che ha accompagnato l'esistenza di generazioni di abitanti del borgo, che l'hanno scavata, coltivata, modellata e trasportata in ogni dove. 
Sette colonne del Pantheon romano e molte colonne del Duomo di Pisa sono fatte del granito estratto dalle cave dell'Elba orientale. 
La piazza della chiesa parrocchiale
San Piero in Campo non attira i turisti con le bottegucce artigiane, le torri merlate o i palazzotti signorili.    E' un borgo medioevale che profuma della polvere dei cavatori e risuona dei richiami dei pastori.    La sua struttura a pianta quadrangolare chiusa da quattro porte racchiude abitazioni austere ed essenziali e tre piazze: quella, molto caratteristica, che racchiude la chiesa parrocchiale; il piazzale Belvedere, dove lo sguardo si perde nel golfo di Marina di Campo e la piazzetta della Fonte, in cui trovano riposo gli anziani del paese, seduti su una curiosa panchina circolare al riparo delle fronde di maestosi platani.  Un'immagine che richiama un villaggio greco più che una realtà elbana...
Vicoli e scalinate con il lastricato in granito
Ogni passo nel borgo può incontrare brandelli di storia millenaria.   In Piazza Facciatoja, voltando le spalle alla maestosa vista panoramica sul mar Tirreno, troviamo i resti di una fortezza pisana che racchiude al suo interno la chiesetta romanica di San Niccolò, unica per la sua pianta a due navate separate da tre archi impostati su colonne e concluse con due absidi dotate entrambe di altare.
Chiesa di San Niccolò - particolare
Ma San Piero offre ancora di più, soprattutto a chi ama camminare.   Nei pressi del campo sportivo, parte un sentiero circolare valorizzato dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che attraversa i fianchi sud orientali del Monte Capanne, inoltrandosi nella zona delle antiche cave di granito.  E' un percorso di circa 6 km, sulle tracce dei cavatori, degli agricoltori e dei pastori.    Alle aree di coltivazione del minerale si succedono i recinti dei caprili (ricoveri di fortuna dei pastori) e gli antichi terrazzamenti sui quali prosperava la coltivazione della vite.     Passo dopo passo, i segni dell'attività umana vengono fagocitati da una profumatissima macchia mediterranea.     Cisti, ginestre, eriche e mirti avviluppano grossi blocchi di granito ed avvolgono il nostro olfatto, mentre la vista si perde nello spettacolo offerto dalle isole di Pianosa, Montecristo e del Giglio avvolte dal lucore dei riflessi marini. 
L'itinerario proposto e ... fotografato in sito.
Il percorso di Pietra Murata ha un tempo medio di percorrenza di circa 4 ore e un dislivello totale in salita di 325 metri. La descrizione dettagliata può essere scaricata dal seguente link:
www.islepark.it/visitare-il-parco/sentieri-pi%C3%B9-belli/601-elba-percorso-di-pietra-murata.

Il paese di Sant'Ilario visto da San Piero in Campo
Info tecniche e varie:
Come arrivare: Dopo essere sbarcati dal traghetto a Portoferraio, si prende la SP 24 in direzione Procchio e, successivamente la SP 25 fino a Marina di Campo ed al Colle della Palombaia, dove si volta a destra sulla SP 29 per salire a San Piero al Campo, in circa trentacinque minuti (21 chilometri).
Pieve di San Giovanni (XII secolo). Sovrasta l'abitato di San Piero in campo.
L'intero edificio è rivestito del granito locale ed è stato privato del tetto
in seguito ad una delle numerose scorrerie dei pirati ottomani nel XVI secolo.
Altri suggerimenti: Nella piccola piazza Gadani di San Piero in Campo trovate il Ristorante Pizzeria l'Ottavo. Non ho ancora avuto il piacere di provare personalmente la loro cucina e la loro ospitalità, ma la voci che ho sentito e letto in merito, mi impongono di suggerirlo.   Maggiori informazioni sul loro sito: https://www.lottavo-elba.it/.
Se volete pernottare qualche giorno in zona, vi consiglio il piccolo Agriturismo Castiglione, sito nella omonima frazione di Marina di Campo, in piena campagna.    Pulito, confortevole, ospitale e ben gestito, produce e vende miele millefiori ed olio extra-vergine di oliva.
Il loro sito è: www.agriturismocastiglione-elba.com.
Cartografia: Carta Kompass 650 - Isola d'Elba. Scala 1:30.000. 

sabato 9 dicembre 2017

A caccia di sole nella piana di Clusone

Curiosamente si faticano a trovare indicazioni utili, su internet o in altro modo, per una passeggiata nella soleggiata e pacifica piana di Clusone.    Eppure, soprattutto quando l'inverno morde di più e si cercano occasioni per camminare all'aria aperta, l'altipiano offre diverse opportunità in merito, offrendo anche panorami estremamente piacevoli e rilassanti.

Piana di Clusone, dalle parti di via Lirù.

La tranquilla camminata parte dalla rotonda che introduce a Clusone dalla ex S.S. 671.   Siamo al limitare della frazione Fiorine (580 m) e cerchiamo parcheggio in via Sales.    Da lì, si raggiunge la ciclabile della Valle Seriana e si prende la direzione Ponte Nossa – Ranica, che ci porta al sottopasso  che ci permette di superare in tutta sicurezza l'ostacolo del nuovo tratto della ex-statale.    Tornando verso sud di un centinaio di metri, si abbandona la ciclabile per girare a sinistra in via Lirù, che ci porta nel cuore dell'altipiano di Clusone.   

Colle Crosio, visto da via Ger.

Si prosegue per una decina di minuti in direzione nord e al primo bivio si prende a destra per raggiungere via Ger, che costeggia i prati ed i boschi che salgono verso San Lucio e le asperità del Pizzo Formico.  Restando sullo sterrato, godiamo di ampi panorami sulla corona di monti che circonda la vasta piana.     Di fronte a noi possiamo ammirare il crinale di Cima Blum e del Monte Parè; sulla sinistra fa bella mostra di sé il colle Crosio, con l'omonima chiesetta.      Stiamo attraversando i campi della frazione agricola di Frere (572 m) e, dopo circa tre quarti d'ora dalla partenza, incrociamo la strada comunale asfaltata che sale a San Lucio, giusto all'altezza di un ristorante-braceria.

Cascina nella piana di Clusone.

Attraversando via San Lucio si potrebbe proseguire sulla piana, raggiungendo in pochi minuti anche l'agriturismo Larice (ben segnalato).     Per chiudere ad anello la passeggiata, giriamo a sinistra camminando sul bordo di via San Lucio e raggiungiamo le prime case di Clusone.    Dopo circa un chilometro, voltiamo a sinistra in via Nikolajewka, che ci conduce al punto d'arrivo della ciclopedonale della val Seriana (598 m).   Per tornare al parcheggio di via Sales, non ci resta che percorrere la ciclopedonale per un chilometro, costeggiando il colle Crosio.    Se rimangono voglia e gambe, si può salire a visitare la chiesetta della Santissima Trinità posta in cima al colle (712 m). L'edificio è spesso chiuso ma, dalle sue balconate, la vista sulla piana e sulle cime che circondano Clusone è veramente suggestiva.

Particolare della Danza Macabra dipinta sulla facciata dell'Oratorio dei Disciplini

Info tecniche:
Come arrivare: Il punto di partenza si trova all'ingresso del Comune di Clusone, che si raggiunge da Bergamo percorrendo la Strada Statale 671.
Dislivello: Il dislivello complessivo della passeggiata è praticamente nullo (una ventina di metri complessivi).   La salita al colle Crosio impegna una ventina di minuti per circa 100 metri di dislivello. 
Durata: Calcolate circa un'ora e mezza per percorrere i circa sei chilometri dell'anello indicato, senza considerare la salita al colle Crosio.
Altre note: Amici fidati suggeriscono una sosta all'Agriturismo Larice, che si presenta bene sin dal  proprio sito web (www.agriturismolarice.com).

La chiesetta di San Defendente

Un'altro suggerimento è quello di raggiungere il centro di Clusone per ammirare due piccole perle della cosiddetta Arte Minore del quattordicesimo secolo: la danza macabra dipinta all'esterno dell'Oratorio dei Disciplini e la chiesetta di San Defendente.  Entrambe sono negli immediati pressi della basilica di Clusone e rappresentano con particolare immediatezza i valori religiosi e spirituali del medioevo.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

L'itinerario proposto evidenziato sulla tavola 05 
della  Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.