Qualche anno fa, in occasione del 140° anniversario della sua fondazione, la sezione del CAI di Bergamo ha ripubblicato la prima "Guida-Itinerario alle Prealpi Bergamasche", realizzata da Antonio Curò, primo presidente del CAI bergamasco. La prima pubblicazione della guida era stata distribuita dalla casa editrice Hoepli di Milano nell'anno 1877.
Dal volumetto estraggo ampi stralci, per descrivere una potenziale ascensione al Monte Alben, descrivendone la partenza da Bergamo-Porta Nuova per arrivare fino a Serina, dove si inizia a camminare verso la vetta.
A quell'epoca, per raggiungere le valli orobiche, era necessario recarsi nei pressi di Porta Nuova, nel centro di Bergamo Bassa, per prendere la carrozza giornaliera con destinazione Branzi. Il mezzo, trainato da cavalli, sarebbe arrivato nel capoluogo dell'Alta Valle Brembana in 5 o 6 ore ma, se la destinazione era Serina, si sarebbe dovuto cambiare diligenza a Zogno, non prima di aver superato uno dei tratti più suggestivi del viaggi: i ponti di Sedrina. Costruiti all'inizio del secolo XIX, i ponti sospesi sul Brembo avevano tolto Sedrina da un secolare isolamento e caratterizzato fortemente il paesaggio della zona.
Carrozza a cavalli di fine 1800 - foto di Eugenio Goglio, tratta dall'archivio fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione. |
I ponti di Sedrina - foto di Eugenio Goglio, scattata nel 1898 e tratta dall'archivio fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione. |
Da Zogno, la guida dell'Ingegner Curò invita a prendere un'altra carrozza che, attraversando ... la bella e boschiva Val Serina e la tetra gora del torrente Ambria, raggiunge la meta in altre 2 ore e mezza . All'epoca, a Serina era possibile trovare discrete osterie con alloggio, anche se il paese già soffriva della decadenza dell'industria della lana, fiorente in tempi ancor più remoti.
Cartolina di Zogno, spedita nel 1925. Tratta dall'archivio fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione. |
Sci di fondo tra Serina e Oltre il Colle- foto del 1964, tratta dall'archivio fotografico di valbrembanaweb, che ringrazio per la concessione. |
La guida, prima di descrivere la bella vista che si gode dalla vetta, ci avverte che il versante orientale dell'Alben... è orridamente dirupato verso la Val di Gorno. Per il ritorno .... si può scendere dal lato del Colle di Zambla e di là guadagnare la Valle Seriana, oppure per Cornalba (non lungi dal paese, è spaziosa grotta) e l'antica via commerciale dell'alta Valle Brembana che, per Selvino e Alzano, metteva a Bergamo.
Info varie:
La guida: Il volumetto, da cui è tratta l'ascensione al Monte Alben proposta 140 anni fa, è composto da 73 pagine, una particolareggiata carta topografica delle Valli Bergamasche (in scala 1:172.800 !) ed una splendida veduta panoramica delle Alpi Orobie, disegnata dalla terrazza del Duomo di Milano. Qualche copia è ancora disponibile, al prezzo di 10 euro, presso la sede del CAI di Bergamo, sita in via Pizzo Presolana 15 (di fronte al Creberg Teatro). Per gli orari di apertura, consultate il sito ww.caibergamo.it.
Le foto e le cartoline storiche: Foto e cartoline pubblicate in questo post sono tratte dal sito valbrembanaweb, fonte inesauribile di immagini e di informazioni sulla valle bergamasca. Ne consiglio la navigazione a tutti coloro che voglio trarre spunti per nuove escursioni od anche semplici gite turistiche in Val Brembana.
Il fotografo: Le foto più antiche sono di Eugenio Goglio (Piazza Brembana, 1865-1926) uno dei primi fotografi ambulanti della bergamasca. All'epoca tutti lo chiamavano semplicemente il Genio.
Oggi, dopo aver ritrovato migliaia di sue lastre fotografiche realizzate in anni di vagabondaggi in ogni angolo della valle, quel diminutivo assume un significato completamente diverso. Solo un genio poteva rappresentare con così pregnante realismo quel piccolo mondo che era la Val Brembana dell'inizio del ventesimo secolo!
Il fotografo: Le foto più antiche sono di Eugenio Goglio (Piazza Brembana, 1865-1926) uno dei primi fotografi ambulanti della bergamasca. All'epoca tutti lo chiamavano semplicemente il Genio.
Oggi, dopo aver ritrovato migliaia di sue lastre fotografiche realizzate in anni di vagabondaggi in ogni angolo della valle, quel diminutivo assume un significato completamente diverso. Solo un genio poteva rappresentare con così pregnante realismo quel piccolo mondo che era la Val Brembana dell'inizio del ventesimo secolo!
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