mercoledì 26 maggio 2021

Dal santuario della Santissima Trinità un itinerario ad anello che congiunge la Conca del Farno al Pizzo di Casnigo.

L'escursione che attraversa prati e boschi delle pendici del Pizzo di Casnigo presenta due facce ben distinte illustrandoci, come un libro aperto, le contraddizioni esistenti nel rapporto tra uomo e ambiente montano.

Pascolo in località Lago, poco prima della Conca del Farno.

Lasciata l'auto nel vasto parcheggio adiacente al santuario della Santissima Trinità (nelle note il dettaglio per arrivarci - m 690) si segue la strada asfaltata che pianeggia verso il santuario della Madonna d'Erbia.   La traccia da seguire è quella del sentiero CAI 543 che, soprattutto nella parte bassa della salita, deve fare i conti con le recinzioni ed i divieti delle numerose proprietà private, senza contare la presenza di numerose altre segnaletiche che possono mandare in confusione gli escursionisti. Dopo circa un chilometro di asfalto, un paletto del CAI indirizza a destra, risalendo una costa erbosa e entrando in un bosco di latifoglie.   Anche in questo tratto la presenza di strade d'accesso alle ex-cascine ora trasformate in seconde case può creare qualche difficoltà di orientamento.

Uno sguardo alla Val Gandino dai pressi del Roccolo di Giundit.

Nei pressi di un edificio che cartelli in legno verniciato indicano come il Roccolo di Giundit (m 830  circa) si trova il bivio tra il sentiero CAI 542 (che useremo per il ritorno) ed il 543 che, finalmente, assume l'aspetto di un sentiero vero e proprio.  Tenendo la destra si sale con pendenza accentuata, alternando tratti di bosco con prati a pascolo.   E' il pezzo più faticoso, che porta fino alla Località Lago (m 1080), dove è facile incontrare mandrie di mucche al pascolo, immerse in un panorama agreste e suggestivo.

Località Lago.

In breve la traccia porta ad incrociare la strada asfaltata che da Gandino sale alla Conca del Farno.  L'impatto con il traffico festivo è spesso traumatizzante ma fortunatamente limitato.   Infatti, appena calpestato l'asfalto si incontra il parcheggio più a valle e possiamo sfruttare le scalette in fondo naturale che collegano i diversi parcheggi, fino a giungere accanto al casermone giallo della ex colonia del Farno (m. 1250 circa - poco più di due ore dalla partenza).  

Sentiero CAI n. 542 poco prima della Conca del Farno.

Poco metri dopo la ex colonia si piega a sinistra, imboccando una stradetta normalmente chiusa da una catena (indicazioni per sentiero CAI n. 542).   La si abbandona dopo un centinaio di metri, piegando a sinistra sulla traccia di un sentiero evidenziato con la segnaletica dell'Alta Via delle Grazie.  Camminiamo ora stabilmente sul sentiero 542, diretti alle pendici del Pizzo di Casnigo.  

Euforbia flavicoma nei prati alle pendici del Pizzo di Casnigo.

Pochi metri dalla Conca del Farno e già il silenzio è rotto soltanto dal canto degli uccelli.   Si scende dolcemente in una bella faggeta.   Non si incontra praticamente nessuno; ad un primo bivio si tiene la sinistra, fino a giungere ad un incrocio posto nei pressi di una sorgiva con vasca in cemento, utilizzata come abbeveratoio per gli animali (circa trenta minuti dalla ex-colonia).   Si trascura la deviazione a sinistra, che ci riporterebbe tra le mucche della Località Lago e si compiono pochi passi in direzione di una cascina, notando che la nostra traccia devia a sinistra (indicazioni sul tronco di un albero).

Pascoli, cascine e boschi fotografati dal Pizzo di Casnigo

Dopo una brevissima discesa, davanti a noi si palesano due cascine finalmente rimaste tali, armoniosamente inserite in una conca coltivata a foraggio, posta alla base della cresta ondulata che costituisce la cima del Pizzo di Casnigo (m 1115).   Il sentiero resta poco sotto, rendendo ovvia la tentazione di raggiungerne la sommità, per avere una migliore visuale della valle sottostante, magari con la recondita speranza di individuare qualcuno dei mufloni rilasciati, sul finire degli anni '90, dal servizio caccia e pesca della Provincia di Bergamo.    Qualcuno si chiede cosa centri con le Alpi Orobie questo bovide, tipico delle isole mediterranee.   I cacciatori, favorevoli a questa introduzione, dicono che questi ungulati si sono perfettamente inseriti nel contesto prealpino ed aiutano a tenere pulito il sottobosco oltre che, ovviamente, a fare da bersaglio alle loro fucilate.

Boschetto di betulle attraversato dal sentiero CAI n. 542.

Si abbandona la conca del Pizzo di Casnigo, continuando a scendere lungo la sponda destra orografica della Valle Sponda.   Perdendo quota il bosco si dirada fino ad avere una visuale più ampia dei declivi sottostanti e del lato opposto della val Seriana.   Il sentiero costeggia un bel boschetto di betulle e, poco più avanti perde di consistenza, confluendo in una serie di stradette che conducono a baite e cascine trasformate in ville.   Si procede in discesa, calpestando una carrabile cementata che confluisce nella strada asfaltata che collega i due santuari.   Prendendo a sinistra, in una ventina di minuti si torna al punto di partenza.

Roccolo sulla costa della Valle Sponda.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 23-05-2021 - nuvoloso.
Partenza: Santuario della S.S. Trinità (690 m) che si raggiunge risalendo la provinciale della Valle Seriana fino alla confluenza con la Val Gandino. Entrati in questa valle, si devia a sinistra per raggiungere il centro di Casnigo. Numerose indicazioni ci guidano per le strette vie del paese, fino ad imboccare via Santissima Trinità che, in un paio di chilometri e tre tornanti, ci conduce al parcheggio di servizio dell'omonimo santuario. Dista da Bergamo 25 chilometri, percorribili in circa tre quarti d'ora. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 620 metri di sola salita. L'anello è lungo quasi otto chilometri.  
Durata: Per percorrere l'itinerario descritto servono circa 4 ore.

Il santuario della Santissima Trinità

Altri suggerimenti:  Merita sicuramente una visita il santuario della Santissima Trinità, base di partenza e arrivo dell'escursione. L'edificio è stato edificato probabilmente nel quindicesimo secolo e si trova in posizione dominante l'altipiano di Casnigo e la Valle Seriana. Nel portico esterno si possono ammirare affreschi realizzati tra il sedicesimo ed il diciottesimo secolo. All'interno è particolarmente imponente un affresco del giudizio universale, vera opera dominante della chiesa. Il santuario è aperto la domenica pomeriggio. Maggiori informazioni sul sito del Comune di Casnigo, Un depliant illustrativo può essere scaricato utilizzando il seguente link: http://ftp.casnigo.it/doc/il-paese/pieghevoli/trinita.pdf.
Altre escursioni in zona: In questo blog potete trovare altre due escursioni che percorrono i crinali de Val Brembilla. I link di collegamento sono i seguenti: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2020/06/croce-di-corno-monte-di-corno-campo.html
https://dislivellozero.blogspot.com/2019/05/san-lucio-forcella-larga-fogarolo-san.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.


L'itinerario evidenziato sulla tavola 05 della 
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.




mercoledì 12 maggio 2021

L'anello del Monte Sornadello, a cavallo del selvaggio crinale che unisce la Val Brembilla con la Val Taleggio.

Grazie all'intenso lavoro dei volontari del Gruppo sentieri-Amici della Storia Val Brembilla, è stato risistemato un bellissimo percorso che attraversa un ambiente selvaggio e spettacolare, consentendo inoltre di realizzare un anello che gira attorno al dirupato Monte Sornadello (1580 m).

I prati di Malga Foldone all'ombra del Monte Sornadello.

L'itinerario prende avvio dalla Forcella di Bura (890 m), valico posto sul confine tra le Valli Brembilla e Taleggio.   Accanto ad un cartello informativo dell'ecomuseo della Val Taleggio prende avvio una  sterrata con l'evidenza del segnavia CAI n. 595, che ci porterà fino ai piedi del Monte Foldone.    Si trascura un primo bivio, che sulla destra ci porterebbe nelle pertinenze di una cascina ed al secondo si tiene invece la destra (evidente segnaletica del sentiero CAI 595) inoltrandoci in un bel bosco di faggi e carpini neri.

Primi passi nel bosco.

Si sale tra gli alberi con buona pendenza.   La traccia del sentiero si inerpica ora fra le rocce.   Grazie ad alcune finestre che si aprono fra la fitta ramaglia, è possibile ammirare il verde intenso della vegetazione della Valle Brembilla.    Dopo aver superato un buon dislivello, si sbuca dal folto del bosco per ammirare uno spettacolo di concrezioni rocciose, forre, pinnacoli e strapiombi.   Sulla destra invece i panorami si fanno sempre più ampi, disvelando prima la caratteristica sega del Resegone e, successivamente, il massiccio delle Grigne e la verdissima costiera del Pertus.

Sullo sfondo appare la costiera del Pertus.

Nel tratto più bello del percorso è opportuno fare attenzione.   Il sentiero serpeggia seguendo il contorno della base rocciosa del Monte Sornadello.   Per un buon tratto la traccia rimane in piano. Si prosegue poi seguendo i capricci di arditi saliscendi che aggiungono ulteriore dislivello all'escursione. In sostanza si percorre un lungo traverso, che presenta alcuni tratti un po' esposti, che ne sconsigliano il transito in caso di maltempo o di terreno bagnato o a rischio ghiaccio. 

Tra i pinnacoli del Monte Sornadello.

In un paio d'ore dalla partenza si raggiunge una bella radura con capanno di caccia dove troviamo un trivio.   Sulla sinistra si sale al Monte Sornadello, proseguendo diritto si scende verso San Pellegrino Terme.   Noi prendiamo a destra, imboccando un sentiero che si immerge tra splendidi ed imperiosi faggi raggiungendo, in una ventina di minuti, i prati che circondano Malga Foldone (1445 m), un ambiente suggestivo e bucolico dove è doveroso programmare un'adeguata sosta di ristoro.   

Le Grigne dai prati di Malga Foldone. Foto di Sergio Gavazzeni.

In pochi minuti si potrebbe salire sulla vetta del boscoso Monte Foldone (1497 m) ma è sufficiente sormontare il brullo colletto ben visibile sul retro della cascina per poter ammirare lo spettacolare massiccio dell'Arera che domina la sottostante Val Serina e la media Valle Brembana.

Menna, Corna Piana e Arera dal colletto sopra Malga Foldone.

Dalla Malga Foldone, si ritorna sui propri passi fino al trivio posto nei pressi della postazione di caccia. Prendiamo il sentiero che si prolunga in direzione opposta (n. 595A) che strappa deciso verso la cima del Monte Sornadello.    Per più di mezz'ora si continua a salire, superando oltre cento metri di dislivello.  La fatica comincia a farsi sentire e si trascurano due deviazioni sulla sinistra che, in circa quindici-venti minuti, ci porterebbero in vetta.   Restando rigorosamente sul sentiero principale, ben segnalato da bolli rossi o biancorossi,  si arriva finalmente al passo denominato "Mercante del Ferro" (1550 m).   Dalla Malga Foldone abbiamo camminato per quasi un'ora.

Panorama dal passo Mercante del Ferro.
In primo piano la palina indicatrice dell'itinerario di discesa.

Dopo aver ammirato una bella visuale sulle Grigne e sui monti che coronano la Val Taleggio, si individua sul prato sottostante un paletto il cui puntale è dipinto di bianco e rosso.   E' il punto d'inizio di una lunga discesa che si tuffa in un bellissimo bosco ceduo il cui sottobosco è ricoperto da un morbidissimo tappeto di foglie secche.   Le calpesteremo per oltre un'ora e mezzo, affidando il nostro orientamento ai bolli rossi disegnati sui tronchi che ci permetteranno di completare i restanti settecento metri di dislivello che completano l'anello del Sornadello, portandoci infine al punto di partenza.

Uno sguardo al Sornadello quasi al termine dell'itinerario.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 08-05-2021 - tempo bello.
Partenza: Forcella di Bura (890 m) che si raggiunge risalendo la statale della Valle Brembana sino ai ponti di Sedrina.   Si devia quindi a destra seguendo le indicazioni per Brembilla-Gerosa per percorrere la SP 24. Si risale tutta la Val Brembilla sino al valico della citata Forcella di Bura, raggiunta dopo aver superato anche l'abitato di Gerosa.   Dalla città sono una trentina di chilometri, percorribili in circa tre quarti d'ora. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 850 metri di sola salita. L'anello è lungo oltre otto chilometri.  
Durata: Per percorrere l'anello descritto servono 5 ore abbondanti, al netto delle soste.

Il Resegone visto dalla Malga Foldone.

Altri suggerimenti:  Questo percorso non sarebbe stato fruibile senza il lavoro dei volontari del Gruppo sentieri-Amici della Storia Val Brembilla, nato nel 1997 in seguito all'idea di realizzare una cartina contenente la sentieristica della Valle.   Con il passar del tempo l'impegno dei volontari è cresciuto, realizzando iniziative particolarmente interessanti.   Fra le tante, merita di essere citata la riattivazione dell'antico percorso denominato "Strada Taverna", che collegava il fondovalle con le contrade più a monte.   Da oltre quarant'anni il tracciato non era più transitabile, causa incuria e rimboscamento naturale.   Oggi rappresenta uno degli itinerari più stimolanti da effettuarsi in zona.    La pagina Facebook del gruppo è inoltre una fonte inesauribile di foto storiche, di notizie sulla valle e di immagini interessanti sui borghi, le contrade e le cascine che conservano le tradizioni più autentiche della zona. 
Altre escursioni in zona: In questo blog potete trovare altre due escursioni che percorrono i crinali de Val Brembilla. I link di collegamento sono i seguenti: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2017/05/da-catremerio-al-pizzo-cerro-ed-al.html
https://dislivellozero.blogspot.com/2017/01/da-blello-ai-tre-faggi-una-passeggiata.html
Cartografia: Carta escursioni Lecco-Valle Brembana n. 105 della Kompass-1:50.000.

Un maestoso faggio nel bosco alle pendici del Monte Sornadello.