lunedì 13 febbraio 2023

Un'escursione invernale da Valzurio alla conca del Moschel.

Un anello nel silenzio invernale, rotto soltando dallo scricchiolio dei nostri passi sulla neve e dal  mormorio delle acque del torrente Ogna che cerca di liberarsi dal ghiaccio che limita il suo scivolare a valle. Se non fosse per il freddo, sarebbe pura poesia...

Alle baite del Moschel.

L'itinerario proposto parte dal parcheggio a pagamento realizzato dal Comune di Oltressenda Alta poco sopra la contrada Spinelli (975 m), ultimo avamposto della Valzurio, abitato stabilmente da una sola famiglia. Ma l'avventura inizia molto prima, appena oltre la frazione Nasolino (737 m) quando, seguendo l'indicazione per raggiungere Valzurio, si imbocca una strada tortuosa e stretta al punto tale da non consentire, per lunghi tratti, il transito di due autovetture affiancate fra loro. 

Valzurio da Spinelli (in un foto estiva...)

Sono quasi tre chilometri d'asfalto che pianeggiano lungo la valle che via via si restringe, diventando una profonda forra, la cui vista è in gran parte occultata da una folta vegetazione aggrappata alle sue pareti. L'arrivo al paesino di Valzurio (814 m) rasserena il guidatore, al quale viene richiesto un ultimo sforzo di attenzione per guadagnare l'ultimo strappo per giungere al parcheggio di Spinelli (nelle note tecniche trovate le informazioni per le modalità di pagamento della relativa sosta).

Salendo nel bosco.

Si comincia a camminare imboccando il sentiero CAI n. 340, che parte proprio sul tornante che precede il parcheggio e prosegue in piano in direzione nord, costeggiando la riva destra del torrente Ogna. Questo corso d'acqua, che nasce nei pressi del passo dello Scagnello e modella tutta la Valzurio prima di affluire nel Serio, ci farà compagnia per tutta la salita. Trascurando alcune deviazioni che scendono verso il greto del torrente, si procede in leggera salita per un lungo tratto. Il sentiero è largo ed evidente, ombreggiato da un bosco ceduo che accentua la sensazione di freddo offerta dalla valle che, per largo tempo della giornata, resta all'ombra delle ripide pareti dei monti Valsacco e Campo.

Il ponte di ferro incontrato a metà salita, circondato dal ghiaccio.

Dopo poco meno di tre chilometri, un ponte in ferro consente di guadare il corso d'acqua (a circa 1180 m di quota). La pendenza si accentua, portandoci a un bivio dove a destra si riattraverserebbe il torrente. Un cartello in legno indica infatti che, con quel sentiero si può arrivare alla Sorgente Rui, al Buco del Freddo ed alle Baite del Moschel. Noi teniamo invece la sinistra, riscoprendo il segnavia  CAI poco sopra e pensando che sarebbe stato più utile posizionarlo negli immediati pressi del bivio precedente. 

La radura di Cascina Foppa.

Proseguiamo lungo il sentiero n. 340, che ora si inoltra in un bosco a prevalenza di conifere. Si arriva nei pressi di una bella radura a pascolo, presidiata dai resti di una baita diroccata (cascina Foppa?). Si prosegue alternando bravi strappi a tratti in piano, fino ad arrivare ad un bivio, stavolta ben segnalato. A destra il 340 prosegue in decisa salita verso il rifugio Olmo. Noi giriamo a sinistra, imboccando il sentiero n. 340B (direzione rifugio Albani) che ci porta, in pochi minuti, all'ampia, soleggiata e splendida radura  delle baite del Moschel (1267 m), con emozionante vista sul monte Ferrante ed il Ferrantino.

Primi raggi del sole sulle baite del Moschel, sullo sfondo i monti Ferrante e Ferrantino.

La zona del Moschel è oggi una splendida meta del turismo sostenibile. Un tempo, nemmeno troppo lontano, era invece un luogo produttivo di raccolta e cernita della barite, un minerale estratto dalle miniere aperte nelle profondità delle pendici della Presolana e del monte Ferrante. Lo testimonia anche un cumulo di scorie di lavorazione che si trova immediatamente a monte delle sei baite che compongono il nucleo centrale dell'insediamento rurale.

Lo spigolo della Presolana si nasconde dietro il Pizzo Olone.

Proseguiamo oltre la conca, seguendo la larga traccia del sentiero CAI n. 311, che si fa largo tra splendidi abeti. I rami più alti fungono da cornice allo spigolo della Presolana, seminascosto dal più vicino Pizzo Olone. In una decina di minuti si giunge al termine della strada forestale e, pochi passi oltre, ad una suggestiva radura dove si trova un piccolo ponte in ferro ed una freccia in legno dalla punta colorata di blu, che indica la direzione per raggiungere le vicinissime marmitte dei giganti (1300 metri circa - poco più di un'ora e mezza dalla partenza).

Le marmitte dei giganti.

Si tratta di un fenomeno geologico creato nel corso dei millenni dalle acque superficiali di erosione prodotte dai ghiacciai. Nel concreto sono pozze cilindriche collegate fra loro da cascatelle di acqua fredda, limpida e cristallina. D'inverno la presenza del ghiaccio aumenta i riverberi e la tonalità dei colori naturali si moltiplica, creando un ambiente molto suggestivo.

Le marmitte dei giganti rappresentano la meta della nostra escursione. Il ritorno al parcheggio avviene seguendo a ritroso il percorso della strada forestale, probabilmente realizzata a suo tempo per facilitare il trasporto a valle dei minerali di barite e, in un secondo tempo, per il trasporto del legname ricavato dallo sfruttamento dei fitti boschi della zona. La strada riporta alle baite del Moschel, tuffandosi poi nella fitta nell'abetaia, realizzando quindi un anello completo con il sentiero di salita.

Sulla via del ritorno.

Senza mai abbandonare il percorso della strada forestale, che alterna lo sterrato al cementato dei tratti più ripidi, si procede sempre circondati dal bosco. Più o meno a metà discesa, merita una sosta il Selter del Ruì (a circa 1240 m di quota), una sorta di frigorifero naturale che sfrutta le correnti fredde formatesi nel ghiaione retrostante, e che viene utilizzato da secoli per lo stoccaggio temporaneo di burro e formaggi provenienti dagli alpeggi circostanti. La temperatura interna del manufatto si mantiene costantentemente tra i 3 e 4°.

Ol Selter del Ruì.

Il resto della discesa avviene sempre all'interno del bosco. Nel tratto finale si aprono alcune radure governate da baite ben ristrutturate. Per completare i quattro chilometri di discesa che dividono il Moschel da Spinelli si cammina per circa un'ora e un quarto. 

Baita negli immediati pressi di Spinelli.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 10-02-2023 - tempo bello.
Punto di partenza dell'escursione: Ampio parcheggio con ticket gratta e sosta a monte di Spinelli, la contrada più a nord del Comune di Oltressenda Alta. Gli stalli distano circa 42 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco meno di un'ora d'automobile. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si procede diritti, seguendo le indicazioni per Valbondione. Dopo quattro chilometri si gira a destra in direzione di Villa d'Ogna. Entrati in paese si volta a sinistra (via IV Novembre) attraversando il borgo storico di Ogna. Si sale in direzione di Nasolino, superando quattro tornanti che portano al nucleo principale del Comune di Oltressenda Alta. Lo si lascia alle spalle imboccando, al bivio successivo, la stretta e tortuosa stradina che porta al borgo di Valzurio. Lo si attraversa prendendo la rampa che sale a Spinelli ed al parcheggio
Il parcheggio si paga: Il parcheggio in località Spinelli, è a pagamento.  Occorre premunirsi di ticket gratta e sosta presso il Municipio di Oltressenda Alta o nei esercizi commerciali convenzionati. Il dettaglio si trova nel sito del Comune: https://halleyweb.com/c016147/po/mostra_news.php?id=119&area=H. Il costo giornaliero è di 3 (tre) euro. 

Pizzo Olone e Presolana dal Moschel.
 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 330 metri di sola salita per un totale, fra andata e ritorno, di quasi dieci chilometri. 
Durata: Circa tre ore per l'intero anello, senza calcolare le soste.
Altre note: Si segnala che l'escursione si svolge in un'area in gran parte priva di segnale telefonico. La zona "non prende" rendendo impossibili chiamate, utilizzo di internet e invio di SMS. Il segnale torna disponibile dal borgo di Valzurio.

I pascoli di Stalla Corna.

Altre escursioni in zona: In questo blog sono descritte altre due escursioni che partono dal borgo di Valzurio. Questi solo i link di collegamento: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2018/06/lanello-della-valzuriouna-rara-armonia.html;
https://dislivellozero.blogspot.com/2020/10/cima-blum-e-monte-pare-da-valzurio.html.
Cartografia: La zona interessata dall'itinerario è ben segnalata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000. Potete anche consultare il geoportale CAI, per estrapolare la mappa della zona in formato A4: http://geoportale.caibergamo.it/caibergamo_gfmaplet.

La fitta abetaia che divide il Moschel dai pascoli di Remescler.