venerdì 24 luglio 2020

Al passo di Oclini per una tranquilla passeggiata con viste memorabili su Corno Bianco, Corno Nero e Dolomiti di Brenta.

La breve passeggiata che collega il passo di Oclini alla malga Gurndin (Gurndinalm) regala panorami incomparabili.  Il percorso proposto prende inizio al passo (1989 m), dove termina la strada percorribile dalle automobili, che possono raggiungere questa località da Bolzano, che dista circa trenta chilometri, o in una ventina di minuti da Cavalese, risalendo la statale 620 del passo di Lavazè.
Il Corno Bianco dal Passo di Oclini

La camminata è semplicissima, praticamente pianeggiante e adatta a tutti.  Dopo aver parcheggiato  nell'ampio piazzale, si inizia a camminare sulla strada forestale bianca, con la cima del Corno Bianco (2313 m)  alla nostra destra e quella del Corno Nero (2436 m) sulla sinistra.   Ai lati, ampi pascoli accolgono placide mandrie di mucche che brucano tra fiori di ogni colore. 
Il Corno Nero-foto di Elisa Di Blasi

L'ambiente si apre su viste senza confronti.  Di fronte, l'orizzonte si apre sulla straordinaria balconata delle Dolomiti di Brenta, sul gruppo dell'Ortles e sulle cime innevate che delimitano il confine austriaco.   Proseguendo sullo sterrato e alternando ampi tratti al sole a radi boschetti di pino cembro e abeti rossi, si scende dolcemente ai prati che circondano la malga Gurdin (1946 m) dove è possibile sostare, pranzare con specialità altoatesine e godersi il sole su apposite sedie a sdraio.   Dal passo si impiega meno di mezzora, con un dislivello contenutissimo.
Lungo il tracciato, con vista sulle Dolomiti di Brenta
- foto di Elisa di Blasi

Se decidete di tornare sui vostri passi, potrete godervi il panorama che avevate lasciato alle vostre spalle: poco alla volta si dispiegheranno di fronte ai vostri occhi la Pala di Santa (2487 m) posta quasi a perpendicolo sopra il passo di Lavazè, il maestoso gruppo del Latemar e, poco oltre, le ardite guglie del Catinaccio.
La malga Gurndin. Sullo sfondo le Dolomiti di Brenta.

Se invece volete effettuare un escursione circolare, proseguirete sullo lo sterrato e, subito dopo la malga Gurdin, terrete la sinistra per scendere in direzione della Isi hutte (capanna Isi) (1834 m).  Da lì, SI ritorna al passo di Oclini, percorrendo un ultimo tratto che risale in maniera un po' decisa, su un fondo un poco dissestato.
Giglio Martagone fiorito ai bordi del sentiero.

Chi si sente in forma, può programmare la salita alla panoramicissima cima dolomitica del Corno Bianco.   Si consiglia di affrontare la salita direttamente dal passo.   Le indicazioni sono evidenti, ed il dislivello di circa 330 metri di dislivello si supera in un'ora di camminata, tutta al sole.   Scendendo dalla cima, dopo circa 400 metri è possibile deviare a destra per un sentiero che raggiunge la malga Gurdin e completare quindi l'anello rientrando sulla strada forestale bianca.
Il Corno Bianco dai prati della malga Gurndin.

Info tecniche:
Data dell'escursione: 09.07.2020.
Partenza: Passo di Oclini, località in comune di Aldino (Bolzano).    Si può raggiungere da nord, salendo dalla statale 241 che collega Bolzano con la Val d'Ega/Eggental e deviando poi sulla statale 620 che porta al passo di Lavazè, che unisce la valle altoatesina con la trentina Val di Fiemme.    Dal passo di Lavazè una tranquilla e pianeggiante strada asfaltata di circa tre chilometri porta al passo di Oclini.    Naturalmente è possibile arrivarci anche dalla Val di Fiemme.    Dal centro di Cavalese dista una quindicina di chilometri.
Durata e dislivello: La Malga Gurndin viene raggiunta in meno di mezz'ora di placida passeggiata con un dislivello negativo di circa 50 metri.    Se volete fare l'anello che tocca anche la Capanna Isi, calcolate un paio d'ore complessive di camminata con un dislivello di circa 150 metri.
Margherite alpine nei pascoli alle pendici del
Corno Bianco-foto di Elisa di Blasi


Altri suggerimenti: E' doveroso completare questa passeggiata con una sosta gastronomica. Potete scegliere se gustare specialità altoatesine oppure se assaggiare la cucina tipica trentina.  
Alla malga Gurndin (o Gurndinalm) i piatti contadini del Sud Tirolo vengono consumati su tavoli all'aperto con vista panoramica indimenticabile.    Volendo è possibile anche pernottare. Maggiori info: https://www.gurndinalm.com/it.

Malga Varena.

Un paio di chilometri a valle del passo di Oclini si rientra in territorio trentino.   Sulla sinistra della strada che riporta al passo di Lavazè trovate i prati della bella Malga Varena, dove sono di casa le più gustose specialità trentine.   Tra queste, potrete assaggiare taglieri di affettati misti e formaggio, primi con ragù di selvaggina e un trionfo di polente accompagnate da funghi, carne alla brace, salsiccia trentina e formaggio fuso. Molto gustosa anche la zuppa di goulash. Maggiori info:  https://www.facebook.com/MalgaVarena.
Cartografia: Potete utilizzare la cartina escursionistica della Val d'Ega/Eggental in scala 1:25.000 reperibile presso gli 'uffici del turismo di Nova Ponente e di Obereggen. Costa 5,00 €.




mercoledì 15 luglio 2020

Torniamo sull'anello nella valle dei maggiociondoli con il sole che illumina le dolomiti della Valcanale

Da un po' di tempo volevo esplorare il sentiero CAI n. 265A che, a detta di molti, è uno degli anelli più panoramici delle Orobie.    Naturalmente ho scelto la giornata sbagliata, ricca di nuvole basse che hanno coperto le dolomiti della Valcanale durante tutto il tempo dell'escursione, offrendone solo qualche breve e parziale finestra.    Ma la passeggiata ha svelato altri tesori che mi hanno stupito sicuramente più delle splendide viste che volevo ammirare...
Panoramica su Cima Valmora, Arera, Corna Piana e Branchino
dalla parte alta del sentiero 265A. -foto di Diego Zatelli

Per raggiungere il sentiero 265A bisogna superare Valcanale ed il suo laghetto.  Subito dopo il secondo parcheggio a pagamento, a destra della strada è ben evidenziata la segnaletica del sentiero CAI n. 265 che, attraverso il Passo di Zulino, collega Valcanale alla Val Sanguigno.  Siamo a circa 1.080 metri di quota. Seguendo questo sentiero, arriveremo a collegarci all'anello disegnato dal 265A.   
Cima del Fop, Cima Valmora, Arera e Corna Piana dai pascoli 
della baita Campagano. -foto di Diego Zatelli

La traccia parte subito in decisa salita, in un bel bosco di conifere.  La pendenza rimane costante e, dopo circa 40 minuti si arriva di fronte al bivio che ci introduce nell'anello del sentiero 265A.  A sinistra si potrebbe arrivare, con percorso pianeggiante, al rifugio Alpe Corte. Noi prendiamo decisamente a destra, riprendendo la salita che porta in pochi minuti sui pascoli della baita bassa del Monte Zulino (1.441 m).
Pascoli della Baita bassa di Monte Zulino-foto di Diego Zatelli

Il bosco si dirada, lasciando che singoli esemplari di abeti svettino nel mezzo di radure dove è frequente incontrare mucche al pascolo.  La traccia segue un costone erboso che, alternando tratti pianeggianti a brevi strappi, ci porta ad una pozza (1.584 m) dove il nostro sentiero prende decisamente a sinistra, trascurando l'indicazione che ci porterebbe alla vicina baita alta di Monte Zulino e, successivamente, all'omonimo passo.  
Inizia la valle dei maggiociondoli -foto di Diego Zatelli

Nell'autunno del 2008, in questa zona maramaldeggiava JJ5, un giovane orso proveniente dal Trentino che ha frequentato le Orobie per un paio d'anni.   Nei pascoli sotto la Corna Piana aveva assalito un gregge di pecore.   Nella zona del Passo di Zulino aveva incontrato alcuni escursionisti prima di trascorrere il letargo invernale nella vicina Val Sanguigno, non lontano dalla località denominata "Tane dell'orso", che, nell’ottocento, rappresentò un rifugio storico per generazioni di orsi. 
Tappeto di Polygonum Bistorta tra maggiociondoli ed abeti rossi-foto di Diego Zatelli.

La traccia che parte dalla pozza di quota 1.584 entra in un bosco rado pieno di sorprese.   Le conifere assumono aspetti imponenti, ed il loro verde scuro si alterna al giallo brillante di piccoli arbusti di maggiociondolo.    Cespugli di pino mugo si mischiano a piccoli abeti freschi di vita.    Dopo pochi passi si apre una valletta che è letteralmente ricoperta di maggiociondoli alti anche 3-4 metri.    I loro fiori a grappolo illuminano l'ambiente circostante proprio mentre le nubi lasciano intuire alcune cime della bastionata dolomitica della Valcanale, della Corna Piana e dell'Arera.   
Nella valletta dei maggiociondoli-foto di Diego Zatelli.

Lo spettacolo prosegue a lungo, accompagnandoci alle due baite basse di Campagano (1.603 m). Superata la seconda costruzione, il sentiero si abbassa bruscamente a sinistra, senza arrivare al vicino abbeveratoio.   Si scende in una valletta, cercando con cura i segnavia, che ci riportano in un boschetto dove lo spettacolo dei maggiociondoli riprende vigore.     Ad una radura sembra di essere entrati in una esposizione di dipinti impressionisti: isolate conifere e vigorosi cespugli di maggiociondolo in fiore riposano su un tappeto foltissimo di fiori rosa, abbastanza comuni sulle Orobie ma raramente così numerosi.    Credo che il loro nome sia Polygonum Bistorta.
Baita di Campagano-foto di Diego Zatelli

Tenendo la sinistra, con alcuni tornanti si scende verso il fondovalle, raggiunto senza problemi all'altezza di un ponticello che non si deve attraversare.   Siamo ora sul Sentiero delle Orobie e, proseguendo verso sinistra, in pochi minuti si arriva al rifugio Alpe Corte (1.410 m).    Poco dopo il rifugio ci si abbassa verso valle per qualche metro, fino ad incontrare una deviazione a sinistra con l'indicazione del numero del sentiero (265A) e la direzione verso la Baita bassa di Monte Zulino.    Per circa mezzora si procede nel bosco con percorso  perfettamente pianeggiante, fino a ritrovare il bivio con il sentiero n. 265 che ci precipiterà verso il parcheggio dove abbiamo lasciato la nostra auto.
Camminando sul sentiero 265A-foto di Diego Zatelli

Info tecniche: 
Data dell'escursione: prima uscita il 26-06-2020, utile per la redazione del testo ma con tempo uggioso con foto di scarsa qualità. Le foto qui riprodotte sono state invece effettuate dal mio caro amico Diego Zatelli, che il 05-07-2020 ha avuto la fortuna di trovare una bellissima giornata.
Partenza: Località Babes al termine della Valcanale, frazione di Ardesio.   Babes dista circa 45 km da Bergamo e si raggiunge in una cinquantina di minuti percorrendo la strada provinciale della Val Seriana.  Dal laghetto che si incontra subito dopo Valcanale è obbligatorio il pagamento di un ticket di 3 euro/giorno per il transito e la sosta.   I parcometri sono stati installati nei pressi del laghetto ed all'ingresso del successivo parcheggio.  Proprio di fronte all'imbocco del sentiero n. 265 per il Passo Zulino si trova uno slargo dove trovano posto 4/5 autovetture.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 700 metri di sola salita, 10 chilometri di lunghezza.
Durata: Dalle 4 alle 5 ore complessive, a seconda della durata delle soste per gli scatti fotografici.
Pozza di quota 1.584 m-foto di Diego Zatelli

Altre informazioni
Come molti altri itinerari fattibili in zona, anche questo anello tocca il Rifugio Alpe Corte, di proprietà del CAI di Bergamo ed apprezzato punto di sosta e di ristoro e primo posto tappa del sentiero orientale delle Orobie.    Facilmente raggiungibile dal fondovalle in meno di un'ora e con un dislivello di 300 metri, è spesso meta di famiglie e principianti, per la bellezza dei suoi panorami e le gustose specialità offerta dalla sua cucina.  Quasi sempre aperto, è un rifugio adatto a tutti e vivamente consigliabile.    Molte camere sono dotate di bagno privato.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo - Tavole 02 e 05.
L'itinerario evidenziato sulle tavole 02 e 05 della
Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.

lunedì 13 luglio 2020

Sul sentiero panoramico di Nova Ponente, nel mondo contadino della Val d'Ega, di fronte agli incomparabili panorami di Latemar e Catinaccio.

Nei pressi di Nova Ponente si stende un piccolo altipiano dove è possibile effettuare rilassanti passeggiate tra boschi, masi e pascoli.   Il paesaggio è da premio Oscar, circondato da panorami a perdita d'occhio sui gruppi dolomitici del Latemar e del Catinaccio, ma anche sul Corno Bianco, sulle innevate Alpi austriache e lo Sciliar.
Il Latemar dal sentiero panoramico.

L'escursione proposta è un anello che utilizza strade e sentieri forestali che collegano i diversi masi dell'altipiano. Nella versione proposta dall'Azienda di Turismo Locale (segnavia con la lettera P, iniziale di "panoramaweg") la traccia effettua il periplo attorno al cucuzzolo sul quale è posizionata l'antica chiesetta di Sant'Elena (1.439 m), risalente all'undicesimo secolo.   Negli interni e sulla facciata esterna dell'edificio sacro si trova un complesso di affreschi che rappresenta uno dei principali capolavori della scuola quattrocentesca di Bolzano.
Il cucuzzolo con la chiesetta di Sant'Elena - foto di Elisa Di Blasi

La chiesetta e l'ambiente che la circonda meritano assolutamente una visita.    Per questo motivo, e per evitare alcuni tratti un po' noiosi del sentiero panoramico che lambiscono una trafficata strada provinciale, propongo di iniziare l'escursione proprio dal parcheggio del piccolo posto di ristoro attiguo alla chiesetta, prenotando ai gestori un pranzo (o una merenda o una cena) da effettuarsi al termine della passeggiata (maggiori info nelle note in calce al post).

Panoramica sui gruppi del Latemar e del Catinaccio-foto di Elisa di Blasi

Si inizia quindi a camminare proseguendo sulla strada di cui abbiamo superato la salita con l'automobile e ci dirigiamo verso un recinto che occlude l'accesso dei mezzi a motore ad un bosco di conifere.   Sulla sinistra la vista sul Latemar è semplicemente emozionante.   Una ventina di metri prima del recinto troviamo, alla nostra sinistra, un cancellino di legno che ci inoltra in un sentiero che ci consente di entrare nel bosco aggirando il recinto stesso.   Siamo sul sentiero H.    I suoi bolli biancorossi ci guidano fra gli abeti, portandoci a scendere fino al maso Weissbaumer (1.381 m) dove si incontra il sentiero panoramico, contrassegnato con la lettera P.  

Fienile sul sentiero panoramico

Se si girasse a destra, in una decina di minuti si arriverebbe ai masi Titsch e Bayerhof (1.376 m) per ammirare un maestoso panorama sul gruppo del Latemar.     Noi invece teniamo la sinistra e, seguendo la stradetta forestale, ci immergiamo nel tipico paesaggio contadino dell'Alto Adige, ammirandone  l'armonia che consente una felice coesistenza tra natura e manufatti costruiti dall'uomo. 
Radura nei pressi di Haus Schlernblick-foto di Elisa di Blasi

Tra pascoli verdissimi e tratti ombreggiati da imponenti conifere, si prosegue in piano fino ad  Haus Schlernblick (1.382 m), posizionata nei pressi di un terrazzo erboso con splendida vista su Catinaccio e Sciliar.    Nelle giornate più terse, in lontananza spiccano la Marmolada ed i ghiacciai delle Alpi austriache.
Zoom sulle Alpi austriache-foto di Elisa di Blasi

Tenendo sempre la sinistra, si scende costeggiando un tratto asfaltato che porta ad incrociare, all'altezza di una fermata per gli autobus pubblici, la strada provinciale che collega Nova Ponente ad Obereggen.  La si costeggia per poche decine di metri, per deviare a sinistra sulla stradina precedentemente percorsa in auto, che sale alla chiesetta di Sant'Elena.    In mezzora di camminata nel fresco bosco si risale quindi al punto di partenza.
Sant'Elena in primo piano.

Info tecniche:
Data dell'escursione: 05.07.2020.
Partenza: Chiesa di Sant'Elena, in località Rio Nero a Nova Ponente in Val d'Ega (provincia di Bolzano).    Nova Ponente dista poco più di 20 chilometri da Bolzano e una trentina dal casello autostradale di Egna-Ora.   
Dislivello: Circa 100 metri di dislivello complessivo.
Durata: L'anello descritto si copre in un paio d'ore.    Se si intende invece percorrere l'intero sentiero panoramico con partenza dal parcheggio di Nova Ponente, calcolate almeno tre ore.

Tramonto sul Latemar-foto di Elisa di Blasi

Altri suggerimenti: Doverosa una visita all'interno della chiesetta. La chiave va richiesta ai gestori del limitrofo posto di ristoro gestito dalla famiglia Zelger. Questo Jausenstation (letteralmente: posto merenda) o Buschenschank (osteria contadina) offre pochi ma gustosi piatti tipici della cucina altoatesina a prezzi onestissimi e da consumarsi, nella bella stagione, su rustici tavoli all'aperto di fronte ad un panorama spettacolare.   In più occasioni abbiamo assaggiato con soddisfazione canederli e ravioli fatti in casa, uova con speck e patate, strudel e frittelle.   Telefono: 346 5797527.
Lavori agricoli con vista sul Corno Bianco.

Per chi fosse interessato al pernottamento, noi abbiamo usufruito dei servizi dell'agriturismo Stockerhof della famiglia Kofler, situato negli immediati pressi dell'itinerario sopra descritto.    Pulizia, gentilezza, abbondanza di accessori per la casa, disponibilità e fornitura di prodotti di qualità realizzati nel proprio maso sono le caratteristiche che abbiamo riscontrato con piacere.    Per maggiori info: https://www.stockerhof-eggental.com. Tel. 0471 610057.
Ai golosi di formaggio, suggerisco infine una visita al piccolo caseificio del maso Lehrnerhof, in via Lehner 15, nella zona degli impianti sportivi di Nova Ponente.    Producono formaggi a base di latte crudo di altissima qualità, secondo ricette valorizzanti la locale tradizione contadina. tel 0471 616367.
Cartografia: Presso l'ufficio del turismo di Nova Ponente è in vendita (a 5,00 €) la cartina escursionistica della Val d'Ega/Eggental in scala 1:25.000.

Stocker-Hof  - Nova Ponente - Agriturismo in Alto Adige  - Dolomiti
Maso Stockerhof-foto estratta dal loro sito internet