martedì 2 febbraio 2021

Da Valtorta ai Piani di Bobbio, ciaspolando sullo storico confine tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano.

La conca di Valtorta offre diverse occasioni di turismo invernale. Anche quando gli impianti sciistici sono chiusi, è frequentata da molti escursionisti che disegnano interessanti itinerari da percorrere con ciaspole o sci d'alpinismo.

Il Pizzo dei Tre Signori dai Piani di Bobbio.

Il punto ideale di partenza per i trekking invernali è il piazzale degli impianti di Ceresola-Valtorta (1330 m) dove si trova un ampio parcheggio con annesso rifugio (Il Trifoglio) dotato anche di locale ristoro.  Il nostro itinerario inizia prendendo la stradina di servizio degli impianti, che sale in direzione dei Piani di Bobbio.   La traccia è inizialmente indicata anche con la segnaletica che indirizza verso i rifugi Buzzoni e Grassi.   Si percorre la strada per un tratto che attraversa un bosco di latifoglie.  Sulla destra la vista si apre sulle cime che contornano il rifugio Grassi e, verso valle, sul gruppo delle Baite di Ceresola.

Le baite di Ceresola; sullo sfondo lo Zucco del Corvo.

Quel che oggi è una sorta di parco giochi a disposizione di sciatori ed escursionisti, nel passato è stato teatro di violenze e scontri sanguinosi.   Le Baite di Ceresola erano poste nei pressi del confine tra Valtorta, che apparteneva alla Repubblica di Venezia, e la Valsassina, proprietà del Ducato di Milano che, nel diciassettesimo secolo, era in mano all'esercito spagnolo. Nell'agosto 1619, al culmine di una serie di reciproche rappresaglie tra le parti, che consistevano in furti di bestiame, aggressioni ai pastori, distruzione di baite isolate, ruberie di prodotti caseari e continui spostamenti notturni dei cippi di confine, una moltitudine di abitanti della Valsassina e di Vedeseta, scortati da una cinquantina di soldati spagnoli, saccheggiò ed incendiò le Baite di Ceresola, picchiando a sangue i contadini che osavano ribellarsi. 

Zoom sulle Orobie: si riconoscono il Monte Cavallo ed il Pegherolo.

Dopo mezz'ora, la traccia si inoltra sulla pista di sci denominata "nube bianca".  La si percorre con pendenza moderata per un buon tratto, fino ad arrivare di fronte ad un deciso cambio di pendenza. Decisamente a destra si potrebbe prendere la traccia della strada di servizio agli impianti, che, con una serie di tornanti, sale dolcemente ai Piani di Bobbio.   Se invece la neve lo consente, si può continuare diritti sulla pista, superando un tratto ripido, che va comunque affrontato con larghi zig-zag. 

La pista "nube bianca" dalla testata della Valle Lavazero.

Il muro ci porta nei pressi di un ultimo gradone che ci divide dai Piani di Bobbio.   Appena la pendenza diminuisce, si volta decisamente a destra, in un largo canalone con poca pendenza, che ci accompagna dolcemente fino a riprendere la strada di servizio negli immediati pressi dell'arrivo della seggiovia.

Lo Zucco Barbesino dai Piani di Bobbio.

Siamo praticamente sulla testata della Valle di Lavazero, che segnava il confine tra Valtorta e Valsassina, cioè tra Venezia e Milano.  Con la sottile differenza che per i valtortesi la linea di confine si trovava dove l'altipiano di Bobbio diventava perfettamente orizzontale, mentre per gli abitanti della Valsassina il confine passava accanto al più grande faggio della zona, di smisurata grandezza e perfettamente individuabile grazie anche ad una croce di ferro inserita nel suo enorme tronco.  Questo faggio si trovava 400 metri più a valle, permettendo quindi ai sudditi del Ducato di Milano di sfruttare una notevole fetta di pascolo ed una bella porzione di bosco che forniva la legna necessaria ai forni fusori annessi alle loro miniere di ferro. Il maestoso albero, oggetto di risse continue, visse fino ad una calda mattina di agosto del 1720, quando fu ritrovato tagliato a pezzi e completamente asportato dalle sue radici.

Arrivo ai Piani di Bobbio. Alle spalle il Monte Chiavello.

Tornati quindi sulla traccia della strada, si prende decisamente a sinistra per raggiungere velocemente la linea orizzontale che rappresenta la nostra meta ed anche l'orlo dell'altipiano (circa 1700 m).   Il panorama si fa ampio da ogni parte si guardi: sulla destra compare l'affilato profilo del gruppo delle Grigne; sulla sinistra si impone il gruppo composto dallo Zuccone dei Campelli, lo Zucco di Barbesino e quello di Pesciola.   Volgendosi verso nord, su tutte le cime domina l'incombenza del Pizzo dei Tre Signori.   Uno spettacolo maestoso, degno punto di arrivo di una escursione adatta a molti.  Il ritorno avviene seguendo a ritroso l'itinerario di salita.

Le Grigne dai Piani di Bobbio - foto di Sergio Gavazzeni.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 31-01-2021 - tempo con ampie velature, in parziale dissolvenza dalla tarda mattinata.
Luogo di partenza: Ceresola di Valtorta (1330 m) in Alta Valle BrembanaLa località dista circa 60 km da Bergamo (un'ora e un quarto di automobile).   La si raggiunge percorrendo la statale 470 della Valle Brembana fino a Piazza Brembana, dove si tiene la sinistra percorrendo la strada provinciale 1 fino ad Olmo al Brembo, dove si gira a sinistra (indicazioni per Cassiglio, Ornica, Valtorta) sulla strada provinciale 6.   Giunti a Valtorta, si seguono le indicazioni per gli impianti sciistici fino ad arrivare nel parcheggio del rifugio Il Trifoglio.
Dislivello e distanza: circa 370 m di sola salita. Tra andata e ritorno si percorrono 6,4 km.
Durata: La salita impiega circa un'ora e mezza; per la discesa basta un'ora, ovviamente al netto delle soste fotografiche e panoramiche.
Prime tracce di discesa dalla testata della Valle Lavazero.

Note sull'accessibilità dell'escursione: Sulle piste degli impianti sciistici non è quasi mai compatibile la coesistenza tra discesisti ed escursionisti che effettuano trekking invernale con ramponi, ciaspole e sci d'alpinismo.   L'escursione qui descritta è stata effettuata ad impianti chiusi.   Invito quindi chi volesse effettuarla di verificare la situazione telefonando alla biglietteria di Ceresola 0345 87853, o consultando il sito: https://www.pianidibobbio.com.
Altre note: Le sintetiche indicazioni di carattere storico in corsivo nel testo possono essere ampliate ed approfondite procurandosi il volume "Valle Brembana, antica terra di frontiera" scritto da Giuseppe Pesenti e Franco Carminati, editore Corponove. Il testo può essere prenotato anche sulla rete bibliotecaria bergamasca: https://www.rbbg.it.
Passando da Valtorta è d'obbligo una sosta alla Latteria Sociale di Valtorta che, dal 1954 trasforma il latte conferito dai suoi soci produttori in piccoli capolavori caseari tutti da gustare.   In particolare, Valtorta è famosa per gli Agrì e lo stracchino all'antica delle valli orobiche, entrambi presidi Slow Food.   Ma la zona è anche produzione diretta del Formai de Mut e del Fiurì.    Giorni ed orari d'apertura ed ulteriori dettagli qui: http://www.latteriavaltorta.it/latteria-sociale-valtorta.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 01.

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