giovedì 12 marzo 2020

L'Anello dei Torni: un itinerario nel Parco dei Colli di Bergamo

Escursione di sabato 7 marzo 2020
Questo itinerario prende inizio nel quartiere di Longuelo ed offre suggestive vedute panoramiche su coltivi e verde naturale, ma anche su edifici architettonici che rappresentano un esteso spaccato di storia con esempi di ogni tipo, dai monasteri alto-medioevali, alle ville patrizie del secolo scorso fino alle splendide cascine ristrutturate della conche di Astino e San Martino.

Cascina Moroni.

Si parte dalla via Portone di San Matteo (255 m), che inizia proprio sulla curva di via Lochis, che precede l'accesso al quartiere ed al campo sportivo di Longuelo.   Dopo pochi metri appare la Stongarda (o portone) di San Matteo.    Si tratta dei resti di una prima fortificazione della città, risalente all'anno 1256.   Attraversata la strada, si inizia a calpestare l'acciottolato della scaletta Bellavista che, con una serie di saliscendi, attraversa la bella piazzetta di San Matteo della Benaglia, conducendo al bivio che ci immette sull'asfalto della strada omonima.

Piazzetta di San Matteo con Benaglia.

Costeggiando il colle della Benaglia, si sale sino a giungere al piccolo borgo di San Martino della Pigrizia (300 m, trenta minuti dalla partenza).   Subito dopo una secca curva a sinistra si trova l'accesso alla scaletta dello Scorlazzino.    I suoi 210 gradini, tra orti, frutteti ed una bella vista sul Tempio dei Caduti, portano direttamente in via Sudorno.    Dopo averla attraversata, si tiene la sinistra per imboccare la scaletta dello Scorlazzone.   Si prende rapidamente quota superando 165 gradini, ripidi ed un po' faticosi, fino a raggiungere un bel punto di visuale sulla conca di Astino.  Con pendenza molto più dolce, la stradina prosegue fra case restaurate e giardini, fino a giungere all'incrocio con via San Vigilio (460 m - circa un'ora dalla partenza).

Panorama da San Vigilio sul Resegone.
A destra San Sebastiano, in basso il Monastero di Astino
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Si prende a sinistra e si percorre via San Vigilio, godendo di un panorama via via più ampio sull'omonimo colle, sul Monte Bastia e sulle numerose ville e case in stile liberty.   Si scende a sinistra sulla via San Sebastiano, trascurando la via privata Gustavo Mazzoleni, per arrivare al bivio che sulla destra porta alle Case Moroni.    Questo tratto è pianeggiante ed incredibilmente panoramico e ricorda ai meno giovani il periodo delle frasche: rustiche osterie che, fino alla fine degli anni '70, erano meta di passeggiate domenicali con l'obiettivo di gustare uova, salumi e formaggi nostrani, contornati dalle verdure raccolte nei coltivi e negli orti dei colli.

Botta di San Sebastiano da Via Rione.

La grande cascina Moroni ed il relativo accesso sono in via di ristrutturazione.   E' possibile quindi che il passaggio sia impedito dalle transenne dell'impresa preposta al restauro.   In questo caso, il consiglio è quello di tornare alla terrazza panoramica di San Vigilio, imboccare via Monte Bastia, raggiungere via Orsarola e prendere a sinistra il selciato di via del Rione che passa proprio dietro alle Case Moroni.  Vi troverete a percorrere un sentiero tracciato in piano sopra un antico terrazzamento, che offre un fantastica veduta sulla sottostante Botta di San Sebastiano e sulla digradante pianura.

San Sebastiano da San Vigilio.

Si ritorna così su via San Sebastiano, negli immediati pressi della piccola omonima chiesetta (410 m), posta proprio sul colle.    Bella la vista sul Resegone e sulla Costa del Palio.    Si prosegue in discesa, seguendo il tornante o sfruttando la scorciatoia offerta da una brutta scaletta cementata, fino ad arrivare al Pascolo dei Tedeschi, dove si trova un'area di sosta con tanto di fontanella.    Il toponimo non ha niente a che fare con la seconda guerra mondiale.    I tedeschi a cui fa riferimento erano in realtà mercanti del cantone svizzero dei Grigioni che utilizzavano questa radura per bivaccare, prima di partecipare alla storica Fiera di Sant'Alessandro.

Il tempio dei caduti a Sudorno.

Si svolta quindi a sinistra su via Generale Marieni, da percorrere in piano per oltre un chilometro.   A metà del percorso sarebbe teoricamente possibile scendere sulla destra per via Lavanderio.  Purtroppo una frana ne impedisce l'accesso e la conseguente visita alla cascine ed all'antico lavatoio che dà il nome al microscopico borgo.   Bisogna quindi arrivare sino a Sudorno, girare a destra fino a raggiungere il monumentale Tempio dei Caduti, sorto sui resti della chiesa medioevale di Santa Maria di Sudorno.   Al bivio che si presenta poco oltre si tiene la sinistra.   Pochi passi e si scende decisamente a destra, imboccando il selciato di quella che, trenta metri più avanti si scopre chiamarsi via Moratelli.

Il monastero di Astino ed i suoi coltivi.

Con rapida discesa si arriva ai bordi della conca di Astino.  Tra prati verdissimi e cascine perfettamente ristrutturate, si svolta a destra in via Ripa Pasqualina, fino a giungere in piano all'incrocio con via del Celtro che si percorre sino alla fine, costeggiando un filare di gelsi che tradisce la tradizione contadina della zona.   Incrociata via Longuelo, si entra nel parco comunale intitolato a Carlo Leidi, che confina con il campo sportivo del quartiere, uscendo dal lato opposto dello stesso, per affacciarsi infine su via Lochis.    Prendendo la sinistra, bastano una cinquantina di metri per ritrovare la via del Portone di San Matteo.
Cascina ristrutturata nei campi di Longuelo.
Info tecniche:
Partenza: Longuelo, quartiere di Bergamo (255 m).
Dislivello: circa 250 metri di sola salita.  
Durata: Servono circa tre ore per completare i dieci chilometri di questo anello.

Panorama sul Monte Tesoro e l'Albenza.

Altri suggerimenti:  Arrivati al Tempio dei Caduti di  Sudorno, si può decidere di prendere a destra per via Astino, con lo scopo di arrivare ad ammirare uno dei monumenti più antichi, più significativi e dalla storia più tormentata del Comune di Bergamo.   Il Monastero di Astino è un complesso plurisecolare in stile romanico, la cui fondazione risale alla seconda metà dell'XI° secolo.    Il complesso è importante per la sua armonica connessione all'ambiente naturale che lo circonda e che è cambiato pochissimo nel corso dei secoli.   La piccola valle di Astino è una vera e propria oasi agricola, di grande bellezza paesaggistica.    Dopo anni di abbandono, gli ultimi restauri hanno restituito dignità a tutta l'area.    Il complesso monastico ha acquisito la funzione di contenitore di mostre ed iniziative culturali; i campi dei dintorni sono stati affidati a giovani imprenditori che hanno avviato coltivazioni di frutta e verdura con metodi biologici.  Maggiori informazioni sul sito www.astino.it o su wikipedia.
Cartografia: Carta escursionistica del Parco dei Colli di Bergamo - scala 1:15.000, Ingenia Cartoguide Editore
La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta del Parco dei Colli di Bergamo.
Ingenia Cartoguide. Si ringrazia per la concessione.



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