La Valle di Fiumenero è così stretta e selvaggia che, nonostante la bassa quota, offre le suggestioni e le difficoltà caratteristiche di altitudini ben più elevate. Frequentata da chi osa macinare il mega dislivello necessario per raggiungere il Rifugio Brunone, rende soddisfazioni anche agli escursionisti meno performanti, con questo anello che raggiunge una spettacolare piana panoramica.
Diavolino, Diavolo di Tenda, Pizzo dell'Omo e del Salto dalla piana di Campo. |
L'itinerario parte dai parcheggi a pagamento posti nei pressi del piccolo cimitero di Fiumenero (790 m), la frazione più a sud di Valbondione (nelle note tecniche i dettagli per arrivarci). L'inizio del sentiero CAI n. 227, con destinazione Rifugio Brunone, si trova alla sinistra della strada provinciale 49, praticamente di fronte all'ingresso del cimitero.
Il torrente Nero si presenta. |
La traccia sale subito decisa, fino a raggiungere una strada sterrata che si percorre per pochi metri, perchè l'evidente segnavia biancorosso fa deviare a destra, ancora su sentiero. Dopo il primo strappo si pianeggia fino ad un bivio dove si devia a sinistra, cominciando a sentire il gorgoglìo del torrente Nero che ci accompagnerà per un lungo tratto, restando basso sulla nostra destra.
Salvastrella Orobica, endemismo esclusivo delle Orobie. |
Il sentiero corre delimitato da ben tenuti muretti a secco. Dopo dieci minuti dalla partenza si torna a calpestare la carrareccia che procede salendo dolcemente in una faggeta che si fa via via più folta. Più sopra la traccia torna a restringersi e riprende le caratteristiche di un evidente sentiero. Dopo una quarantina di minuti si esce dal bosco per attraversare una radura che lascia intravvedere le acque del torrente e le sue caratteristiche pozze.
Pozze e cascatelle del torrente Nero. |
Il torrente (o fiume) Nero assume un ruolo da vero protagonista in questa escursione. A dispetto del nome, le sue acque sono limpidissime. I continui salti effettuati nel suo breve corso di 6 Km sono favoriti dalla notevole pendenza del suo alveo. Il torrente Nero nasce dal Pizzo dell'Omo, a 2650 m di quota e si immette nel fiume Serio subito dopo aver attraversato il borgo di Fiumenero. Nel suo letto si trovano quindi numerose cascatelle che creano pozze smeraldine e, in alcuni casi, vere e proprie vasche o piscine naturali. In certi punti la violenza delle sue acque provoca il furibondo roteare di ciotoli e detriti che, nel tempo, hanno scavato vere e proprie "marmitte dei giganti".
La Valle di Fiumenero dal sentiero di salita. |
Restando più vicini al torrente, si giunge a guadare un affluente che scende dalla Valsecca. In questo tratto è stata installata una catena per favorire il transito in caso di ghiaccio o rocce bagnate. Poco oltre si attraversa una pietraia e si nota la presenza di numerosi massi erratici. Siamo nei pressi della Cascina Campiolo (1065 m). Poco oltre il sentiero passa su un ponticello in legno che attraversa il Nero e prende a sinistra, salendo con più decisione tra i faggi. Al termine del bosco si incontra la variante segnata con il n. 722A, che percorreremo al ritorno.
Segnavia CAI relativo alla variante 227A. |
Da questo punto la salita si fa più impegnativa. In rapida successione si guadano due rivi affrontando quindi un gradone roccioso che ci fa prendere rapidamente quota. Le tracce si moltiplicano e consiglio di tenere sempre il sentiero principale, fortunamente ben segnalato dai bolli biancorossi. In basso a sinistra il torrente Nero offre il meglio di sè, mentre a destra è un alternarsi di guadi, tratti rocciosi e strappi ripidi. Spesso si incrociano catene e cavi posizionati per facilitare il passaggio in punti un po' esposti.
Campanula dei ghiaioni. |
Serve circa mezz'ora per superare il gradone. Oltre si pianeggia, con bella vista sulla Valle che scende a Fiumenero e, ai lati del sentiero, si moltiplicano le fioriture. Siamo a 1300 metri di quota ma la caratteristica della zona è tale che sembra di essere ben più in alto. Se ne ha ulteriore conferma poco sopra, quando un cartello di legno ci indica che servono altre due ore per raggiungere il Rifugio Brunone.
La Valle del Salto, il torrente Nero ed i pascoli di Tenda. |
Noi invece siamo quasi arrivati. A sinistra del cartello scende un sentierino che si immette nel greto in secca del torrente, che seguiamo per inoltrarci nell'amplissima piana del Campo (1380 m circa-quasi due ore e mezza dalla partenza). Pochi passi e le quinte si riempiono della spettacolare vista delle quattro aguzze cime che delimitano lo scenario della Valle del Salto: da sinistra il Pizzo del Diavolo di Tenda, con accanto il suo Diavolino; il Pizzo dell'Omo ed infine il Pizzo del Salto. Si può raggiungere il centro della piana, dove un enorme masso erratico funge da riparo per pastori ed animali, per individuare la migliore posizione per godersi lo spettacolo.
Riparo di fortuna costruito in mezzo alla piana del Campo. |
A sinistra del Diavolo si intuisce la vetta del Pizzo Poris. Tra loro spunta il puntino arancione del Bivacco Frattini, sotto il quale si distendono i ripidi pascoli di Tenda, percorsi dai lunghi salti del torrente Nero e spesso popolati da numerosi greggi di ovini. Voltandoci si intravvede la traccia del sentiero che abbiamo appena abbandonato, che risale faticosamente il costone roccioso per raggiungere la Valle dell'Aser, dietro alla quale si riconoscono i contrafforti che precedono la vetta del Redorta.
La traccia che sale al Pian dell'Aser. |
Per rientrare si seguono le orme lasciate durante la salita. Ritornati sul sentiero CAI n. 227 si scende con prudenza il gradone roccioso attraversato dai numerosi affluenti del Nero, impiegando circa tre quarti d'ora per arrivare al bivio tra questa traccia e la sua variante n. 227A, che si tiene sulla sinistra idrografica del torrente (volgendo cioè le spalle alla sorgente). La traccia è ben segnalata e si inoltra in una freschissima e splendida faggeta. Subito si incontra un guado, dove si sale di pochi passi per individuare la traccia che prosegue pianeggiando nel bosco. Si alternano tratti in leggera discesa a brevi falsopiani, in una solitudine ben diversa rispetto alla traccia che sale dal lato opposto della Valle.
Dal bivio della variante 722A uno sguardo alla testata della Valle. |
Accompagnati soltanto dal cinguettìo degli uccelli e dal mormorìo del torrente Nero, si scende per una buona mezz'ora, arrivando ad una carrareccia che inizialmente prosegue in piano, per poi scendere con decisione verso il paese, che si raggiunge dopo aver calpestato lo sterrato per una ventina di minuti. Si incontra l'asfalto nei pressi di un piccolo parco giochi, si tiene la destra attraversando il borgo ed il ponte sul torrente Nero e giungendo in pochi minuti al parcheggio di partenza. Per scendere si sono impiegate quasi due ore.
Concordia (Dactylorhiza maculata) |
Note tecniche:
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