giovedì 3 agosto 2023

Un anello per scoprire gli angoli più nascosti della bassa Val Sanguigno, la valle dell'acqua.

Dislivello: circa 450 metri

Durata: 3 ore, 3 ore e mezza.

Lunghezza: poco meno di 7 km


La baita della Vecchia. Sullo sfondo il monte Campagano.

L'itinerario parte dalla centrale Enel di Aviasco (970 m circa) sopra l'abitato di Valgoglio. Nelle note tecniche in fondo al post troverete tutte le informazioni per arrivarci ed altri dettagli relativi al parcheggio a pagamento. Ci si incammina seguendo le indicazioni del sentiero CAI n. 232 con destinazione rifugio Gianpace, scegliendo di percorrere in salita la traccia "normale" e riservando quella "ripida" per la discesa.

Il guado del torrente Goglio.

Il primo tratto fa pensare che, se quello che si sta percorrendo è il sentiero normale, chissà quello ripido. Più avanti però la pendenza si addolcisce. Dopo una decina di minuti dalla partenza un cartello indicante la direzione per il Gianpace ci fa svoltare a sinistra, portandoci ad un ponticello in legno che attraversa il torrente, e depositandoci all'ingresso della Val Sanguigno, area particolarmente tutelata dal Parco delle Orobie, per le sue elevate caratteristiche naturalistiche. 

Punto di sosta nella faggeta.

Subito si incontra un "ral", denominato "ral del put". Queste radure erano utilizzate dagli antichi carbonai per accumulare il materiale vegetale che serviva a comporre i "poiat", cumuli di terra e legna che si trasformavano lentamente in carbone vegetale, a suo tempo utilizzato come carburante per i forni fusori che operavano nel fondovalle della Valgoglio. Durante l'escursione si incontrerà ral, segno che, un tempo, l'economia della valle dipendeva molto dal legname di queste foreste.

Inflorescenza di pimpinella maggiore.

Il bosco che stiamo attraversando è composto prevalentemente da faggi, con qualche esemplare di conifere. Dopo un rilassante quarto d'ora si giunge ad un altro bivio. Si prosegue diritto, seguendo l'indicazione di una freccia in legno, posizionata alla nostra sinistra, che indica il Sentiero della Val Sanguigno.  

Giochi d'acqua del torrente Sanguigno.

La foresta è ricca di fauna. Con un po' di pazienza, è possibile vedere anche gli scoiattoli comuni che saltano sui rami più alti. Dopo un bellissimo falsopiano, a circa quaranta minuti dalla partenza, si incrocia il sentiero "ripido". Il CAI n. 232 diventa quindi un unico tracciato che, restando alto sul fragoroso torrente Sanguigno, guadagna rapidamente quota, seguendo le serpentine di una mulattiera acciotolata.

Fiordaliso nerastro.

Alcuni brevi tratti in piano consentono di tirare il fiato. Un ulteriore strappo porta alle famose cascatelle del Sanguigno. Da questo punto in poi si camminerà accanto alle limpide acque del torrente. Si attraversa un ultimo ral e, dopo circa un'ora e un quarto dalla Centrale di Aviasco, si arriva accanto allo stretto ponte in cemento che porta al Rifugio Gianpace (1331 m). Non lo si attraversa, proseguendo diritti sul solito CAI n. 232 e tenendo il torrente alla nostra sinistra.

Il rifugio Gianpace.

Il panorama cambia notevolmente. Alternando tratti in piano a dolci e brevi salite, si cammina ammirando vivaci cascatelle, alternate a pozze di acqua cristallina. I prati offrono una flora ricca ed assai diversificata, e sono costellati da imponenti massi erratici. Ai bordi del bosco, in cui iniziano a prevalere le conifere, si notano anche numerosi formicai giganti. A circa due ore dalla partenza si giunge ad un bivio segnalato su un grosso masso. Il sentiero di destra sale ripidamente verso l'alta Val Sanguigno. Quello di sinistra scende ad un vasto pascolo, sulla traccia che porta al passo di Zulino. 

Il monte Crapel domina la radura della Baita della Vecchia.

Facciamo pochi passi in piano seguendo quest'ultima direzione e subito individuiamo la Baita della Vecchia (1420 m circa), posta in alto a dominare il pascolo. In basso a sinistra si nota un ponte in legno che attraversa il torrente. Senza una traccia precisa ci dirigiamo a raggiungere il ponte. Passati sull'altra sponda ci aspetta un ambiente del tutto diverso. Voltando a sinistra incontriamo una traccia segnalata da bolli biancorossi. E' un sentiero, privo di numerazione, realizzato dal CAI. Non è molto frequentato e la traccia si perde un po', soprattutto nei tratti erbosi della sua parte iniziale. 

Il ponte in legno sul torrente Sanguigno.

Dopo aver costeggiato l'alveo del torrente per una cinquantina di metri, il sentiero se ne distacca, inoltrandosi in un susseguirsi di piccole, affascinanti radure delimitate da imponenti abeti rossi e qualche sparuto larice. Il silenzio è pressochè totale. Si raggiunge, intorno a quota 1.390 m, una piccola lanca creata nel tempo da una diversione dell'alveo del torrente Sanguigno. Anche la vegetazione assume le caratteristiche proprie delle zone umide. 

La lanca del torrente Sanguigno.

Poco oltre, dopo essere passati dal piano alla discesa, si ritorna a sentire il mormorio delle acque. Un ponticello ci aiuta ad attraversare un vivace affluente del Sanguigno. Poco oltre il sentiero quasi precipita, facendoci calare come falchi praticamente sul tetto del Rifugio Gianpace. Gli ultimi passi sono un'unica, ripida scivolata. Dal pascolo della Baita della Vecchia abbiamo camminato per poco più di mezz'ora.

Il torrente visto dal Rifugio Gianpace.

Dalla terrazza erbosa del piccolo Rifugio è visibile il ponte che ci riporta sul sentiero di salita che ora ripercorriamo scendendo in compagnia delle acque del torrente Sanguigno. In poco più di mezz'ora raggiungiamo il bivio che unisce il sentiero "normale" con quello "ripido". Voltiamo a destra su quest'ultimo, superiamo la suggestiva baita del Sersen, dove il bosco si apre ad una panoramica su Valgoglio e sugli Spiazzi di Boario ed affrontiamo gli ultimi venti minuti di una discesa veramente in forte pendenza. In basso ci aspetta il torrente Goglio e la Centrale di Aviasco. Il sentiero di ritorno ci ha impegnato per una vivace ora e mezza.

Baita del Sersen.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 31-07-2023 - alternanza di nuvole, brevi sprazzi di sereno e cielo coperto.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio negli immediati pressi della Centrale di Aviasco, sopra Valgoglio, che dista circa 47 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora e dieci minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si procede diritto, seguendo le indicazioni per Valbondione. Superato l'abitato di Ardesio si prosegue per un paio di chilometri fino ad imboccare il bivio dove, svoltando a sinistra, si sale a Valgoglio.  Arrivati in paese si supera l'abitato e si procede dritti seguendo le indicazioni per la Centrale che si raggiunge percorrendo una stretta strada lunga poco più di un chilometro.
Modalità di parcheggio: Di fronte all'edificio della Centrale di Aviasco è disponibile uno stallo gratuito per una dozzina di auto. L'ampio piazzale che precede gli edifici della Centrale è a pagamento. Il ticket (o gratta e sosta) di cinque euro si può acquistare all'interno del Bar della diga, posto tra il parcheggio a pagamento e gli stalli gratuiti. Il bar apre alle 06:00 di tutti i giorni.
 Baita della Vecchia.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: Circa 450 metri di sola salita per un totale di quasi sette chilometri. 
Durata: L'escursione si completa in circa tre ore e mezzo di camminata, al netto delle soste. 
Luoghi di sosta e ristoro lungo il tracciato: Lungo il percorso è possibile pranzare al Rifugio Gianpace.  Telefono ed altre informazioni sono recuperabili dal loro sito: http://www.gianpace.it. Alla partenza o al ritorno ci si può invece fermare al Bar della Diga, dove si può consumare anche su tavoli all'aperto. Vendono anche prodotti caseari locali.

Campanula soldanella.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate anche la descrizione di un'escursione autunnale ed una invernale, effettuate nella vicina Selva d'Agnone. I link sono i seguenti:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2019/02/con-o-senza-ciaspole-la-selva-dagnone-e.html;
https://dislivellozero.blogspot.com/2022/10/unavventurosa-escursione-nella-selva.html.
Cartografia: La traccia interessata dall'itinerario è ben evidenziata nella Carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000, in vendita a 10 € alla sede del CAI di Bergamo o nelle librerie della Valle.
Sotto il ponte che porta al rifugio Gianpace.




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