mercoledì 12 novembre 2025

Da Martorasco (frazione di Parre) alla chiesetta di Sant'Antonio, lungo un sentiero impervio, che porta ai bucolici pascoli del monte Alino.

 🥾 Dislivello: 600 metri            ⌚ Durata: quasi 4 ore              📏Lunghezza: 9 chilometri

Larici con vista sulla Presolana, dai pascoli del monte Alino.

Alla ricerca di una traccia che collegava Martorasco agli ariosi pascoli del Monte Alino, risalendo la dirupata Valle dei Frati ed un selvaggio traverso boscoso. Un sentiero quasi perduto, che necessita di buona capacità di orientamento. All'arrivo la fatica viene ripagata da un ambiente bucolico, circondato da maestosi panorami. 

Panorama dalla Località Perùs, poco prima del monte Alino.

L'escursione ha inizio dalla strada provinciale di fondovalle dell'Asta del Serio, cinquanta metri prima della deviazione che sale al microscopico borgo rurale di Martorasco (circa 520 m. di quota) frazione di Parre (dettagli sul parcheggio nelle note tecniche). Dalla provinciale una stradina asfaltata porta al borgo, dove i non residenti non possono parcheggiare (nelle note tecniche trovate altre informazioni su Martorasco).

In "centro" a Martorasco.

Si passa in mezzo alle case, oltrepassando il borgo e procedendo in direzione sud, fino a raggiungere la località Vachel (535 m-dieci minuti dalla partenza) dove termina l'asfalto. Al primo bivio, si sale su una strada cementata di proprietà privata, che vieta l'accesso agli automezzi. Con buona pendenza si arriva di fronte alla Cascina Ciliegio (560 m circa-venti minuti dalla partenza). A destra una traccia porterebbe in direzione di Villa d'Ogna. Noi proseguiamo diritto per pochissimi metri, guardando con attenzione alla nostra sinistra, nella fitta boscaglia che riempie l'alveo del torrente che scende dalla Valle dei Frati, in secca per gran parte dell'anno.

La Cascina del Ciliegio (foto di maggio 2025).

Alcuni bolli rossi evidenziano un'esile traccia che scende nell'alveo, lo attraversa e ne risale la sponda opposta, trovando uno sterrato che sale dalla frazione di Sant'Alberto. Lo si prende voltando a destra e risalendo in un bosco di latifoglie a cui si alternano alcuni boschetti di conifere. Incontriamo dei segnavia biancorossi che ci accompagnano fino ad un tornante sinistrorso e ad un successivo bivio (45 minuti dalla partenza-685 m. circa) che si palesa poco prima di una cascina ben ristrutturata posta in situazione panoramica. Sull'angolo del bivio è dipinto un segnavia biancorosso e tra i sassi è appoggiata una malconcia freccia in legno con l'indicazione per il Monte Alino.

Il  bivio sopra indicato. Sopra lo zaino, la malconcia indicazione per il monte Alino.

Qui si volta a destra, calpestando un stretto sentiero ricoperto da un tappeto di foglie secche. Procede a serpentine, guadagnando rapidamente quota nel querceto. Alcuni bolli rossi ci aiutano a mantenere la giusta direzione mentre si fatica nel superare pendenze significative.  Dopo una buona mezz'ora si plana finalmente su un tratto in falsopiano (circa 830 m. di quota) che resta quasi a strapiombo sul fondovalle. Fortunamente la fitta boscaglia attenua il senso di vuoto. Si risale arrancando a zig-zag per un breve tratto per poi procedere pianeggiando a lungo a mezza costa, superando un paio di ripide vallette. 

Da una finestra nella vegetazione si intravvede una cascina...

Da una finestra nella vegetazione si intravede, più in alto, una cascina, che raggiungeremo più tardi. Transitiamo poco sotto un maestoso sperone roccioso e percorriamo un tratto dirupato e molto selvaggio, dove la traccia tende a perdersi, in particolare nell'attraversare letti di rii in secca e che, in caso di forti piogge, si trasformerebbero in effimere cascate. E' un tratto che il CAI classificherebbe EE e necessita di buone capacità di orientamento.

Transitiamo sotto un maestoso sperone roccioso...

A quasi due ore dalla partenza superiamo quota 900 metri ed incontriamo un primo segno di "civiltà", che ci avvisa della presenza di un roccolo. Poco oltre arriviamo ad un bivio con tanto di segnaletica. Seguiamo l'indicazione per il monte Alino e costeggiamo il muro a sassi di una lussuosa proprietà, fino ad arrivare al suo termine. Un bollo rosso sulla staccionata ci fa salire voltando prima a destra e poi a sinistra, per farci arrivare su una sterrata a servizio di due splendidi edifici, che godono di una vista sensazionale su Piario e Villa d'Ogna, sul monte Sapèl Né, sull'altipiano di Clusone e sulla Presolana.

Piario e Villa d'Ogna dalla località Perùs.

Siamo in località Perùs (950 m-poco più di due ore dalla partenza) e, per raggiungere la nostra meta ci basta salire sulla cementata che passa accanto alle due cascine, girare a sinistra ad un bivio dove compare la freccia segnaletica per la chiesetta di Sant'Antonio e risalire gli ultimi scampoli di bosco. L'oratorio seicentesco ci aspetta (1040 m-due ore e mezza dalla partenza), così come lo spettacolo dei prati e dei pascoli del monte Alino. (nelle note tecniche trovate altre informazioni sul Monte Alino).

L'oratorio dedicato a Sant'Antonio da Padova.

A seconda dell'energia residua, ogni escursionista può decidere come proseguire la giornata: chi ha gambe può osare di raggiungere il Rifugio Vaccaro (nelle note un link di collegamento alla proposta di escursione) oppure, per chi si accontenta dei panorami, proseguire in piano sulla via di Monte Alino, che porta ad una serie di cascine ben restaurate site in posizioni suggestive ed invidiabili.

Cascina in via Monte Alino.

Per rientrare si percorre la stessa traccia dell'andata, prestando una certa attenzione soprattutto nel tratto dove la discesa si fa più ripida. L'inconsistenza della segnaletica e la presenza del tappeto di foglie non aiutano a mantenere la giusta rotta. Segnalo inoltre l'oggettiva difficoltà ad individuare la deviazione necessaria per attraversare il torrente della Valle dei Frati, che si incontra dopo circa un'ora di discesa. 

Cascina tra i prati del Monte Alino.

Scendendo infatti, si fatica a vedere i bolli rossi, che sono più facilmente individuabili nella fase di salita. Se non riuscite a vederli, proseguite sullo sterrato che state percorrendo. Dopo cinque minuti  incontrerete un bivio dove, prendendo a sinistra, si raggiunge un prato oltre il quale si ritrovano il bivio da cui parte la cementata risalita poco dopo la partenza e, subito oltre, il borgo di Martorasco. La discesa impegna per circa un'ora e un quarto di camminata con buon andatura.

Dal Monte Alino uno sguardo alla Valzurio ed alla Presolana.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 09-11-2025 - tempo bello, foschia in quota.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio posto appena fuori l'ingresso della ditta Costruzioni Alto Serio-via Provinciale, 1018-Villa d'Ogna. Le righe bianche indicano che il parcheggio è pubblico, Per raggiungerlo dal centro di Bergamo si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, imboccando la Strada Provinciale 49 che porta a Valbondione. Si procede per altri tre chilometri e, subito dopo aver superato l'abitato di Sant'Alberto, si trovano, sulla destra gli stabilimenti del Gruppo Radici. Alla stessa altezza, sulla sinistra, vedrete la ditta Costruzioni Alto Serio con il relativo parcheggio (cinque posti auto in totale). Siamo ad 43 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. 

La chiesetta del Monte Alino vista da nord.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 600 metri di dislivello per una lunghezza complessiva di circa 9 chilometri fino alla chiesetta di Sant'Antonio. La divagazione tra i prati di via Monte Alino impegna per un altro chilometro.
Durata: Tra andata e ritorno si cammina per quasi quattro ore, escluse le soste.

Asinelli nei pascoli del Monte Alino.

Notizie su Martorasco: Martorasco è una piccola contrada rurale discretamente conservata e circondata da ambiente naturale particolarmente interessante. E' abitata da una ventina di persone (al censimento 1971 risultavano 200 abitanti). Il nome del borgo ha una origine prelatina e potrebbe significare: "Gente del ghiaieto del monte", riferito al monte Vaccaro che lo sovrasta.
Notizie sul Monte Alino: Per secoli i dolci declivi del monte sono stati sfruttati per la coltivazione del lino: si pensa che il nome originario del monte fosse "Monte di Lino". I suoi prati costituiscono un enorme terrazzo sull'Alta Valle Seriana e sono costellati da cascine ben ristrutturate. Merita una visita l'oratorio dedicato a Sant'Antonio da Padova, costruito per devozione dopo la peste del 1630. Nel passato, per tutta la durata della stagione estiva, vi officiava messa un cappellano, come servizio spirituale alle numerose famiglie trasferitesi in alpeggio, dedite alla pastorizia ed alla coltivazione del lino.

Rientro a Martorasco.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di un'escursione che, partendo da Parre, raggiunge la chiesetta di Sant'Antonio e prosegue oltre, avendo come meta il Rifugio Vaccaro. Ne trovate descrizione e foto qui: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/da-parre-al-rifugio-vaccaro-e-gli.html.
Sempre nel blog è disponibile un'altro itinerario ad anello, dal dislivello meno impegnativo. Partendo da Piario, attraversa il fiume Serio per percorrere i boschi della Costa del Vaccaro e tornare al punto di partenza, superando il caratteristico "Put che bala". Il link è: https://dislivellozero.blogspot.com/2025/05/da-piario-un-anello-che-attraversa-il.html.
Cartografia: L'itinerario è ben evidenziato nella carta escursionistica n. 07: Clusone-Pizzo della Presolana, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000. 

Altra cascina di via Monte Alino.