lunedì 14 aprile 2025

Un anello da Grumetti a Maslana: tra gorghi e cascate, pascoli e ghiaie, inseguendo le tracce della vita quotidiana nel passato.

🥾 Dislivello: circa 400 metri    ⌚ Durata: quasi tre ore   📏Lunghezza: 6 chilometri e mezzo

Case Caffi, una delle quattro contrade di Maslana.

L'escursione prende forma dal parcheggio di Grumetti (circa 970 m-nelle note tecniche la descrizione per arrivarci con mezzi privati). I primi centro metri sono su asfalto. Due tornanti salgono ad una cappelletta, a destra della quale si prende un'indicazione per la mulattiera delle cascate ed il rifugio Curò. Un deciso strappo porta, in cinque minuti, ad un successivo bivio, dove le tracce per le due destinazioni si dividono. Noi pianeggiamo a sinistra, seguendo la mulattiera che ha come destinazione l'Osservatorio floro-faunistico.

La cappelletta dove si volta a destra, sul sentiero n. 305B

In questo tratto, volgendo a sinistra impressiona l'imponente massiccio del Pizzo Coca e l'edificio dell'omonimo rifugio, che si staglia, minuscolo, come un nido d'aquila sulla valle e sull'erto sentiero che lo congiunge a Valbondione. Dopo un quarto d'ora dalla partenza si supera un torrente che scende dalle pendici del monte Pomnolo. Poco oltre una freccia con la scritta "Osservatorio" ci fa voltare a destra. La traccia si restringe, tramutandosi in un agevole sentiero, ora segnalato da bolli giallorossi. 

Il sentiero nella faggetta, segnalato dai bolli giallorossi.

Si inizia a salire in una fitta faggeta, prendendo rapidamente quota con divere serpentine. Alcuni tratti sono decisamenti ripidi. Ci troviamo sul sentiero dei carbonai, che unisce le contrade di Maslana e Valbona alla frazione di Lizzola. Sul percorso si incontrano numerosi spiazzi (gli "aral") dove si realizzava il carbone a legna utilizzato dalle fornaci della Torre e di Gavazzo. In un tempo ancora più remoto questo percorso era denominato "la strada dei buoi": per secoli venne calpestato da questi bovini, ma anche da greggi  ed altre mandrie. 

Un aral segnalato con cartelli didattici sul "sentiero dei carbonai".

Dopo tre quarti d'ora dalla partenza, il sentiero finalmente spiana. Restando sulla quota di circa 1.200 metri s.l.m. si raggiunge un evidentissimo bivio. Chi ha fretta di raggiungere Maslana può scendere a sinistra. Noi tiriamo diritto, in direzione dell'Osservatorio floro-faunistico. In falsopiano, impiegando una decina di minuti (circa 2 km dalla partenza) si raggiunge una bellissima radura, dove lo sguardo si apre su uno splendido circo di rocce e dirupi. 

Il triplice salto delle Cascate, visto salendo all'Osservatorio.

Anche da qui, volgendo verso sud, si potrebbe raggiungere rapidamente Maslana, ma bastano pochi passi per individuare il rivolo che disegna il primo salto (il più alto) delle Cascate del Serio. E' troppo forte la tentazione di continuare a salire verso nord. Si prova la stessa sensazione che pervadeva i viaggiatori del passato quando, al tonante rombo che li aveva accompagnati durante l'avvicinamento, si aggiungeva la vista incomparabile del triplice salto d'acqua. Oggi il fragore è scomparso, ed anche il rigagnolo che precipita dal piano del Barbellino è ben poca cosa rispetto all'imponente getto dei tempi precedenti la costruzione della diga, ora visibile soltanto alcuni giorni l'anno. 


La sede dell'Osservatorio floro-faunistico.

Lo spettacolo che via via si apre risalendo la strada forestale che, in meno di venti minuti dalla radura porta all'Osservatorio, è meritevole sotto ogni punto di vista. L'edificio (1340 m-un'ora e mezzo dalla partenza), che sfrutta come parete anche un grosso masso erratico, è stato ricavato ristrutturando una vecchio ricovero utilizzato dai pastori durante le transumanze. Lo sguardo è catalizzato dalle cascate, ma anche verso sud il panorama è grandioso: il soleggiato pianoro delle baite di Maslana, le anse del Serio che riempiono la radura da cui siamo saliti e l'imponente mole del Pizzo della Corna completano uno scenario veramente di "alta montagna".

Il pianoro con le contrade di Maslana (ed i disturbanti tralicci)
visto dalla salita all'Osservatorio floro-faunistico.

Tornati alla radura precedente, si imbocca il sentiero con l'indicazione del Rifugio "Goi del Cà". Stiamo calpestando le tracce del sentiero CAI n. 332, il cosiddetto sentiero invernale per il Rifugio Curò. In un quarto d'ora si arriva ad un suggestivo ed antico ponte in pietra che si attraversa per raggiungere  Piccinella. Ma, prima di raggiungere questa contrada, ci togliamo lo sfizio di andare alla ricerca di uno spettacolare balconcino che, da oltre un secolo, consente di ammirare in sicurezza uno dei gorghi più famosi del fiume Serio.

Il "Goi del Cà" (particolare).

Per arrivarci, subito dopo il ponte e prima di raggiungere le case di Piccinella, troviamo una traccia sulla sinistra che scende in un rado boschetto digradante verso il fiume. Bastano pochi minuti per individuare una ringhiera in ferro sospesa sul precipizio. Appoggiandosi al parapetto è possibile annegare lo sguardo nella limpida e profondissima pozza che riceve le turbinose acque del Goi del Cà mentre, a destra, si ammira un cascatella che scende dalle pendici del monte Pomnolo. La gente del posto l'ha battezzata con il nome di "acqua cattiva", probabilmente perchè ricca di minerali ferrosi. Nonostante la protezione del parapetto installato dal CAI alla fine dell'ottocento, si raccomanda la dovuta prudenza e di evitare la visita in caso di terreno bagnato e sdrucciolevole.

L'"acqua cattiva" del Monte Pomnolo.

Risaliti a Piccinella (1192 m), si prosegue pianeggiando in direzione sud, raggiungendo il terrazzino erboso posto all'ingresso di "Ca' Sura", un cascinone ben ristrutturato, posizionato in una splendida e soleggiatissima posizione. Sulla facciata dell'edificio si nota un'artistica meridiana arricchita da una scritta in dialetto: "I Ca' Sura i te dis l'ura (le case di sopra ti dicono l'ora)". 

Ca' Sura.

Mentre il sentiero CAI resta più in basso, noi prendiamo una traccia che unisce Ca' Sura con contrada Caffi, guardando quindi dall'alto i tetti in ardesia di Case Polli e del rifugio Goi del Cà, la facciata del quale è colorata da una fila di bandierine di preghiera tibetane. Le quattro contrade di Maslana sono molto vicine tra loro e compongono un ambiente molto armonico con i prati ed i pascoli che le circondano. L'unico elemento disturbante sono i tralicci dell'alta tensione, che svettano, invasivi ed ingombranti, sulle case di pietra viva, perfettamente restaurate dopo il terribile incendio di aprile 1979, che aveva raso al suolo questo villaggio alpestre di storica memoria.

Case Polli.

Nel breve tratto di circa 500 metri che divide Piccinella da Case Caffi lo sguardo viene spesso distratto dalle imponenti moli del Pinnacolo e del Corno, sulle cui pendici è possibile intravvedere i manufatti in cemento del piano inclinato, realizzato ai tempi della costruzione della diga del Barbellino, anche per trasportare il personale addetto dal fondovalle al cantiere. Gli operai viaggiavano su vagoncini scoperti e non erano pochi quelli che si bendavano per mitigare la paura delle vertigini.

Il Pinnacolo e, più sotto e a sinistra, il piano inclinato.

Attraversata la piccola e compatta contrada di Case Caffi (circa 1170 m) si incontra un bivio. A sinistra si scende verso i parcheggi di partenza, a destra si potrebbe salire in pochi minuti verso il visibile piano inclinato che, proprio qui, sfiora l'abitato di Maslana. Scendiamo quindi nella fitta faggeta, solcando un'evidente traccia che, in una ventina di minuti si ricollega con il sentiero CAI n. 332 e, poco dopo, termina al piccolo parcheggio di Pianlivere. Per raggiungere quello di Grumetti basta risalire la strada asfaltata. Terminata una breve salita, si gira a sinistra, percorrendo in piano un centinaio di metri che ci dividono dalle nostre auto (poco meno di un'ora e mezza dall'Osservatorio floro-faunistico).

Valbondione ed il Pizzo della Corna, visti da Maslana.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 10-04-2025 - Tempo nuvoloso.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio in località Grumetti di Valbondione, nei pressi della teleferica che sale a Maslana. Lo stazionamento dista circa 55 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le relative indicazioni e percorrendo la Strada Provinciale 49. All'ingresso di Valbondione si tiene la destra, attraversando il centro del paese. Superata la chiesa parrocchiale si imbocca via Beltrame percorrendola fino a raggiungere via Pianlivere, che termina al parcheggio di Grumetti.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 400 metri di dislivello per una lunghezza totale di 6,5 chilometri.
Durata: Per compiere l'intero anello si cammina per quasi tre ore, al netto delle soste.

Contrada Piccinella.


Nel Comune di Valbondione il parcheggio si paga?: Da quest'anno (2025) i parcheggi di proprietà comunale presenti nel territorio di Valbondione sono a pagamento dal 01 giugno al 31 ottobre.  In questo periodo occorre quindi premunirsi di ticket gratta e sosta presso l'ufficio turistico di Valbondione o negli esercizi commerciali convenzionati.  Il costo giornaliero è di 3 (tre) euro. Maggiori info sul seguente sito: https://www.turismovalbondione.it/modalita-di-pagamento-del-parcheggio-a-valbondione.

Il primo salto delle Cascate del Serio, poco dopo la radura.

Altre escursioni in zona: Maslana è una delle mete preferite di questo blog, che regala emozioni e poesia ad ogni occasione. Trovate la descrizione di altre tre escursioni, effettuate in diverse stagioni dell'anno, cliccando sui seguenti link:
Cartografia: La traccia interessata dall'anello è parzialmente evidenziata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000.

Zoom sulla stazione d'arrivo del piano inclinato.




martedì 1 aprile 2025

Un breve e panoramico anello che congiunge Onore alla Valle di Tede ed all'Altipiano di Pu.

🥾 Dislivello: circa 150 metri    ⌚ Durata: un paio d'ore   📏Lunghezza: 5 chilometri e mezzo

Vista sulla Presolana dalla cascina di quota 700.

L'escursione prende il via dal parcheggio di Piazza Pozzo ad Onore (687 m-nelle note tecniche i dettagli per arrivarci).  Si inizia a camminare scendendo lungo via Fantoni, arrivando ad imboccare via Corni e seguendo le indicazioni per la Valle di Tede. Proseguendo diritti, si supera il cartello indicante l'ingresso nel PLIS (parco locale di interesse sovracomunale) del Monte Varro. La strada diventa sterrata e si continua a costeggiare il torrente Gera. In tempi molto remoti, questo corso d'acqua andava a confluire nel bacino del fiume Serio. In seguito alle glaciazioni avvenute nel Quaternario, che hanno plasmato l'altipiano di Clusone, il Gera ha cambiato completamente corso, unendo le proprie acque a quelle del bacino idrografico della Val Borlezza.

Il bivio dove tenere la sinistra (a destra si va alla Fattoria della Felicità.)

A poco più di venti minuti dalla partenza si giunge al bivio che, a destra, porterebbe all'Agriturismo denominato Fattoria della Felicità. Noi restiamo invece sulla sterrata di sinistra, pianeggiando ancora per una decina di minuti fino ad un successivo bivio (700 m di quota-poco meno di 2 chilometri dalla partenza). Qui si sale, prendendo la carrareccia di destra che porta ad una proprietà privata. Da questo punto, per un lungo tratto, la segnaletica è pressochè inesistente. E' alquanto strano, visto che questo tracciato è descritto nella cartina dei sentieri realizzata dal locale Ufficio del turismo. 

Alle spalle il ghiaione di salita.

Dopo pochi minuti di salita, in prossimità dell'ingresso della proprietà privata, si abbandona lo sterrato e si prosegue diritti, sull'esile traccia di un sentiero che calpesta il greto di un rio, in secca da tempo immemorabile. Poco oltre, il greto si trasforma in un largo ghiaione, dove sono evidenti i profondi solchi di mezzi motorizzati che lo hanno ripetutamente percorso e danneggiato, cancellando così ogni traccia del sentiero che tuttora viene riportato anche da alcune applicazioni software dedicate all'escursionismo. Soprattutto le sponde risultano molto rovinate, sulle quali i ripetuti passaggi hanno aperto profonde buche. Anche per questo conviene camminare restando al centro dell'alveo in secca.

La freccia indicatrice della svolta a destra, in direzione della cascina.

Trascurando quindi le deviazioni che portano e riportano sulle sponde, si sale nel greto per circa 800 metri fino a che, in alto a destra tra gli alberi, si intravvede una cascina. Subito dopo si trova la prima indicazione utile: una freccia verde brillante che ci impone di svoltare decisamente a destra (800 metri di quota-un'ora circa dalla partenza). 

Fioriture di erba trinità nei pressi della cascina.

Nonostante la freccia, il sentiero non è per niente evidente. Nel dubbio raggiungiamo la cascina intravvista dal basso. E' un fabbricato rurale ben tenuto, da cui si gode un bel panorama sul massiccio della Presolana.  Dal retro della cascina, calpestando il prato che scende dolcemente, si raggiunge un casotto in cemento, da dove si individua, nel bosco che si sviluppa poco più in basso, una larga sterrata ben segnalata da un'altra freccia color verde brillante. Raggiuntala, la si percorre in discesa per un centinaio di metri, incontrando finalmente, sulla sinistra, una freccia gialla del Danilo Trail. E' la denominazione del tragitto che, in teoria, staremmo percorrendo sin dalla partenza. 

La freccia gialla del Danilo Trail (unico segnavia del tracciato).

Da qui il tracciato si fa suggestivo e panoramicamente più interessante. Il sentiero sale in un bel bosco misto, tra una moltitudine di fioriture. Appena la vegetazione si dirada, la traccia passa alta sopra la Fattoria della Felicità (770 m circa, poco meno di un'ora e mezzo dalla partenza) regalando una bella vista a 180° sui monti sovrastanti Clusone, su Cima Parè, Castione e sulla Presolana.

Foto dall'alto della Fattoria della Felicità.

Il percorso procede a saliscendi, alternando tratti nel bosco ad altre belle vedute e, in un quarto d'ora, porta alla Costa dell'altipiano di Pu (780 m), che vanta una tradizione secolare legata alla pastorizia. L'ambiente, poco noto e frequentato ancora meno, è costituito da ampi pascoli e sobrie cascine. Lo sterrato prosegue restando sulla costa. A sinistra si ammirano prati verdissimi che salgono dolcemente sulla cima dell'altipiano. A destra lo sguardo si apre sino ad abbracciare il lontano massiccio dell'Alben.

I prati dell'Altipiano di Pu.

Dopo una decina di minuti, si arriva ad un bivio presidiato da una statua in legno raffigurante un podista, probabilmente dedicata alla denominazione del tragitto che stiamo percorrendo. Due frecce, una verde brillante e l'altra rossa, ci invitano a svoltare a sinistra. Noi invece tiriamo diritto, scendendo gradualmente, prima su sterrato, poi su cementato ed infine su asfalto, fino ad arrivare ad un bivio. Qui teniamo la destra imboccando via Castello (700 m circa-mezz'ora dalla Fattoria della Felicità) in fondo alla quale, proseguendo diritto, in pochi minuti si ritorna al parcheggio di partenza.

Alla Costa di Pu.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 28-03-2025 - Nuvoloso, con foschie in quota in progressivo aumento.
Punto di partenza della passeggiata: Piazza Pozzo, all'ingresso dell'abitato di Onore. Dal centro di Bergamo dista circa 40 km, percorribili in tre quarti d'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, seguendo le indicazioni per Clusone e Schilpario. Dopo Clusone si supera anche la rotonda all'altezza di Rovetta e si procede in direzione di Castione.  Un chilometro oltre, mal segnalata da un cartello stradale reso illeggibile dal tempo e dalle intemperie, si prende la strada a destra in direzione di Onore e Songavazzo. Dopo cinquecento metri si arriva a un bivio e si volta a sinistra, raggiungendo le prime case di Onore. Superato il cimitero, alla prima rotonda si prende la seconda uscita, imboccando via Fantoni. Dopo un centinaio di metri si arriva in Piazza Pozzo. Sulla sinistra si trova un parcheggio gratuito che può ospitare una dozzina di auto.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: L'anello qui descritto realizza circa 150 metri di sola salita. Il percorso complessivo misura cinque chilometri e mezzo. 
Durata: L'anello si percorre in meno in un paio d'ore, al netto delle soste. 

La Presolana dall'Altipiano di Pu.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di due escursioni che calpestano sentieri nel territorio di Onore. Entrambe sono un po' più impegnative della passeggiata presentata in questo posto. I link di collegamento sono i seguenti:
https://dislivellozero.blogspot.com/2024/07/da-onore-cima-buldet-una-faticosa.html;
https://dislivellozero.blogspot.com/2022/12/da-songavazzo-ai-prati-di-falecchio-e.html
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Cartografia: Negli uffici e sul sito dell'infopoint di Borghi della Presolana (https://borghipresolana.com) è disponibile una mappa in scala 1:20.000, con evidenziato questo itinerario ed un'altra decina di possibili escursioni effettuabili in questa zona. Le descrizioni sono molto sintetiche.

Il rientro ad Onore. Sullo sfondo il monte Alben.