Poco più di trent'anni fa sulle Orobie non c'era traccia di stambecchi. Grazie alla reintroduzione di 88 esemplari provenienti dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, programmata dalla Regione Lombardia e avviata dalla Provincia di Bergamo nel giugno 1987, nelle escursioni odierne possiamo ammirare più di mille esemplari che vivono ormai stabilmente sulle nostre montagne.
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Giovane di stambecco, fotografato da Giovanni Barbieri nei pressi di Maslana. |
Centomila anni fa l'areale dello stambecco occupava tutte le regioni rocciose dell'Europa Centrale e, fino al quindicesimo secolo, era massicciamente presente su tutto l'arco alpino. Poi furono inventate le armi da fuoco, ed iniziò una strage che lo portò quasi all'estinzione. Le superstizioni diffuse dalla "medicina popolare " dell'epoca resero la carneficina ancora più vasta: si credeva che la polvere delle corna di stambecco debellasse l'impotenza, il sangue curasse i calcoli renali e lo stomaco potesse combattere la depressione. A metà del diciannovesimo secolo sulle Alpi erano rimasti poco meno di cento stambecchi.
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Maschio adulto, fotografato da Giovanni Barbieri nei pressi di Maslana. |
Paradossalmente, ci volle la passione venatoria di Vittorio Emanuele II per invertire questa tendenza. Il futuro Re d'Italia pretese di rintanare e proteggere gli ultimi esemplari rimasti nella sua tenuta di caccia privata in Valsavaranche (Valle d'Aosta), incaricando i guardiacaccia di proteggerli dagli altri cacciatori. Nacque così l'embrione del futuro Parco del Gran Paradiso, il primo Parco Nazionale, istituito nel lontano 1922.
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Incontro ravvicinato sul sentiero per la vetta del Pizzo Tre Signori, foto di Sergio Gavazzeni. |
Il maschio di stambecco è uno splendido animale che può vivere fino a sedici anni, superando il quintale di peso. Possiede corna che sono in continua crescita e che permettono di determinare l'età di ogni singolo individuo. Ad ogni inverno la crescita delle corna si blocca, per riprendere la primavera successiva. L'arresto provoca un cosiddetto "anello di accrescimento" che equivale sostanzialmente ad un anno trascorso in vita da parte dell'animale. Le corna di un maschio possono superare il metro di lunghezza, mentre quelle delle femmine non presentano nodosità e si fermano a 25 centimetri.
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Capobranco al pascolo, nei pressi di Maslana. Foto di Giovanni Barbieri |
Sulle Orobie gli stambecchi hanno ampliato progressivamente il loro areale successivamente alla reintroduzione programmata nel 1987. Oggi se ne contano più di mille e avvistarli è ormai frequente, soprattutto in due zone. La prima è la vasta area a nord di Valbondione, dove furono effettuati i primi rilasci di trent'anni fa; la seconda si concentra intorno al maestoso Pizzo dei Tre Signori, al confine con le province di Sondrio e Lecco.
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"Mamma, aspettami..." foto di Sergio Gavazzeni, poco sotto la vetta del Tre Signori. |
Se volete incontrarli sopra Valbondione, il periodo giusto potrebbe essere proprio questo: la neve li fa scendere nel bosco ed in mezzo alle rustiche abitazioni del borgo di Maslana.
In questo stesso blog, nel febbraio 2017, ho pubblicato un post nel quale potete trovare tutti i dettagli utili: https: //dislivellozero.blogspot.it/2017/02/una-passeggiata-maslana-tra-stambecchi.html.
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Riposo nel bosco di Maslana - foto di Giovanni Barbieri |
Per vedere gli stambecchi nell'area del Pizzo dei Tre Signori forse è meglio aspettare un po', quando la prima erba primaverile attirerà gli stambecchi nei prati sopra i centri abitati e nelle vallate laterali. Oppure in piena estate, quando la colonia ormai stanziale di questi animali si riapproprierà dei contrafforti rocciosi che portano alla vetta del Pizzo (2554 m). In questa stagione, dopo una notte trascorsa al Rifugio Falc (m. 2120 - località Bocchetta di Varrone) l'escursione che porta alla cima garantisce incontri ravvicinati con gli stambecchi ed i loro piccoli.
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Nei pressi dell'Osservatorio floro-faunistico di Maslana - foto di Giovanni Barbieri |
Per avere un quadro di insieme della diffusione dello stambecco sulle Alpi Orobie, si può consultare il geoportale della sezione CAI di Bergamo, che rende possibile il collegamento ad una mappa interattiva periodicamente aggiornata. Il link è il seguente:
http://geoportale.caibergamo.it/it/content/lo-stambecco-sulle-orobie-bergamasche.
Anche su Facebook è stata creata una pagina specifica, realizzata in occasione del trentennale dalla reintroduzione dello stambecco nelle Orobie, effettuata nel giugno 2017.
L'indirizzo della pagina è: https://www.facebook.com/stambeccoorobie.
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"E tu chi sei?" . foto di Giovanni Barbieri. |
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