I prati di Falecchio sono un luogo idilliaco. I pendici boscosi del monte Bracchio nascondono un dedalo di sentieri ed offrono visuali suggestive e poco note. Insomma, quanto basta per realizzare un'escursione lunga ed appagante.
La Presolana dal sentiero di discesa del monte Bracchio. |
Questo itinerario parte dal piccolo parcheggio che si trova all'incrocio tra via Monte Falecchio e via Pineta, a Songavazzo (circa 640 m s.l.m - trovate le info per arrivarci nelle note tecniche in fondo al post). Si procede sull'asfalto di via Monte Falecchio che, in leggera salita, entra in un bosco misto, offrendo belle vedute sul paese, sulla piana di Clusone e sulla corona di monti che la circondano.
Primo sole sull'Alben e la costa del Vaccaro. |
Dopo dieci minuti si transita accanto alla "Cà di Leber", piccola struttura realizzata e gestita da volontari, dove si possono leggere e consultare gratuitamente centinaia di volumi, che possono essere sfogliati anche sulle panchine all'aperto, con vista sull'altipiano e la Val Borlezza. Si continua lungo la strada per altri dieci minuti arrivando al primo tornante dove a destra si intravede una strada agrosilvoforestale contrassegnata con il segnavia CAI n. 556, che si dirige verso l'altipiano di Bossico.
La prima costruzione che si incontra alla contrada di Falecchio. |
La nostra traccia continua invece voltando a sinistra, continuando a calpestare l'asfalto, e sale con gradualità fino ad intravvedere un singolare monumento a forma di cappello d'alpino posto in cima ad una scalinata (poco più di mezz'ora dalla partenza). Subito dopo esserselo lasciato alle spalle, si procede diritti, trascurando un tornante che sale sulla sinistra. Termina l'asfalto e la strada diventa sterrata.
Giochi d'ombre con la Presolana. |
In questo punto si apre uno slargo sulla destra dove si potrebbe lasciare l'auto se si fosse interessati esclusivamente a visitare i prati di Falecchio, la cui contrada inizia proprio qui (circa 900 m di quota). La sterrata prosegue in piano e, dopo un'altra decina di minuti, un cartello segnaletico ci informa che stiamo entrando nel parco locale (P.L.I.S.) del Monte Varro, un'area protetta dal valore ambientale e naturalistico riconosciuto dalla Regione Lombardia.
Primo mattino ai prati di Falecchio |
Questo tratto è molto bello: la sterrata procede in piano tra alberi ad alto fusto, inframezzati da suggestivi scorci sulla lontana Presolana e le vicine cascine di Falecchio, accompagnandoci fino ad uno slargo utilizzato come ultimo parcheggio dai mezzi dei non residenti. Qui la carrareccia volta decisamente a sinistra e subito presenta un bivio. Andando diritti ci si inoltrerebbe nel cuore del piccolo altipiano. Ci andremo poi. La nostra escursione per il momento gira invece a destra, su un tratto cementato che sale nel bosco, seguendo l'indicazione di una freccia gialla ed un'altra segnaletica che indica la direzione per raggiungere la sorgente Tù.
Falecchio e il monte Secco dal sentiero di salita al monte Bracchio. |
Pochi passi e nuovo bivio, si tiene la destra, mentre un suggestivo panorama ci induce a guardare a sinistra, verso la vicina Cascina Barolina che gode di un'invidiabile posizione con vista sulla soleggiatissima Presolana. Seguendo le frecce gialle si continua a salire con buona pendenza, pestando il cemento fino ad un ultimo bivio, dove a destra la strada termina nel cortile di una cascina. Noi proseguiamo diritto, mentre la traccia si trasforma in una carrareccia con fondo erboso.
Prima fioritura di elleboro nero. |
Si supera un breve tratto pianeggiante che ci introduce in una bella abetaia nel cui sottobosco fioriscono i primi ellebori neri. Poi si riprende a salire. Dopo una buona mezz'ora dal nostro ingresso nel P.L.I.S. del Monte Varro, si costeggia un capanno di caccia, superato il quale la traccia si riduce a sentiero che, in pochi minuti, raggiunge il crinale, da cui si gode una bella vista sul massiccio dell'Alben e sul monte Secco. Qui si gira decisamente a sinistra, inoltrandoci in una rada faggeta, che ci accompagna fino alla cima boscosa del monte Bracchio (1.025 m - punto più alto del percorso. Poco più di un'ora e mezza dalla partenza).
Le guglie dell'Alben dalla cima del monte Bracchio. |
Dalla cima il panorama è un po' limitato dalla boscaglia. Di fronte comunque è possibile ammirare l'onnipresente monte Secco con le vette della Val Sanguigno, e la lunga dorsale che dal Blum porta al monte Parè ed alle cime di Bares. Per vedere la Presolana occorre scendere di qualche passo o, meglio ancora, arrivare nei pressi del vicino e suggestivo "Rocol dol Seràfo", che si raggiunge proseguendo sulla traccia in discesa. Questo breve tratto scende ripidamente ed è facile scivolare. Richiede quindi un po' di attenzione.
Ol rocol dol Seràfo in controsole. |
Si passa in mezzo alle due costruzioni che compongono il roccolo e si gira immediatamente a destra, scendendo per una ventina di metri, verso uno slargo, che funge probabilmente da parcheggio per i fuoristrada. In questo punto l'esile traccia del sentiero confluisce in una carrareccia che si dirige verso i visibili prati di Falecchio. Con dolce pendenza, si scende tra abeti ed ellebori.
Discesa nell'abetaia. |
In una ventina di minuti si arriva ad un bivio, dove si tiene la sinistra. Procedendo in piano, in cinque minuti si raggiunge una chiesetta, dedicata alla Madonna di Guadalupe. Altri cinque e si arriva al bivio dove è iniziata la nostra salita al monte Bracchio. Si gira quindi a destra, seguendo la sterrata carrozzabile che si inoltra nel cuore dei prati di Falecchio.
I prati di Falecchio e il monte Secco. |
Rispettando le proprietà private, molto segnalate ed evidenti, si cammina in piano ammirando i coltivi e le diverse cascine, che assumono le architetture più diverse. Sulla destra, lo sfondo della Presolana attira l'occhio in diverse occasioni. A sinistra sono ancora gli aspri massicci dell'Alben e del Secco a farla da padrone, creando un fascinoso contrasto con i placidi campi dell'altopiano.
I prati di Falecchio e la Presolana. |
L'incanto dura circa venti minuti di cammino, fino a quando la sterrata inizia a scendere e, giunta di fronte ad un'abitazione, effettua un brusco cambio di direzione verso sinistra, entrando in un tratto di fitta abetaia. Abbandoniamo quindi la sterrata individuando, sulla destra dell'abitazione, e indicato soltanto da una freccia di colore rosa disegnata su un sasso, un sentiero che scende ad una vicina cascina diroccata. Si segue questa traccia, superando un paio di cascine dai tratti nordici e continuando in mezzo ai prati, fino ad incrociare una rustica palina verticale, dalla quale abbiamo la conferma che proveniamo da Songavazzo e che, scendendo verso destra, raggiungeremo il borgo di Onore.
Qui si abbandona la carrareccia e si prende il sentiero a destra della casa. |
Con buona pendenza si scende nel bosco, incrociando una radura che offre una bellissima visuale sul massiccio della Presolana. Proseguendo la discesa, in un quarto d'ora dalla palina segnaletica, raggiungiamo il letto in secca del torrente Righenzolo e le prime case di Onore.
I prati di Falecchio e il pizzo Formico. |
Superato il guado, imbocchiamo via Borgo Canal fino a raggiungere via Chiesa, che ci conduce fino alla parrocchiale ed alla strada provinciale, proprio di fronte al cimitero. La si attraversa, perchè da quel lato transita il percorso ciclopedonale che scende dolcemente in direzione di Songavazzo. Lo si segue fiancheggiando la provinciale stessa. Dopo dieci minuti la ciclopedonale si biforca.
I prati di Falecchio e l'Alben. |
Noi teniamo la sinistra e, fatti pochi passi, attraversiamo la provinciale sulle strisce pedonali. Dall'altro lato la ciclopedonale sale brevemente e poi pianeggia fino ad un ristorante con giardino ed un piccolo parco dove sono tenuti alcuni asinelli e dei daini. Si tiene la sinistra, abbandonando la provinciale ed imboccando via Pineta che, oltre il parcheggio del ristorante, torna ad essere esclusivamente riservata a pedoni e ciclisti. In poco meno di un quarto d'ora si individuano le prime case di Songavazzo e si giunge direttamente al parcheggio di partenza.
Nel borgo di Onore. |
Note tecniche:
Bello l'itinerario, appena inizia la primavera spero di riuscire a farlo, grazie per aver condiviso. Buona giornata
RispondiEliminaIn primavera troverai un mare di fioriture ed altri colori che solo la natura è in grado di offrire. Sarà sicuramente una bellissima escursione.
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