domenica 7 luglio 2024

Da Onore a Cima Buldet: una faticosa salita capace di regalare splendide emozioni.

 🥾 Dislivello: circa 700 metri     ⌚ Durata: poco meno di 4 ore     📏Lunghezza: quasi 8 km

La Presolana compare dietro alle pendici del monte Varro.

Un'escursione che parte da un'area un tempo attrezzata a poligono militare, per risalire tra pini mughi, arbusti ed una splendida faggeta. Fuori dal bosco, tra prati fioriti e piacevoli incontri, ci si perde in un panorama a 360 gradi.

Quasi in cima, di fronte al massiccio.

Per salire Cima Buldet (in alcune mappe denominata Monte Cornet) è necessario recarsi ad Onore. Nelle note tecniche trovate il dettaglio per arrivare al punto di partenza: un piccolo spiazzo a lato del cancello d'ingresso di una cava (circa 730 m slm). Dopo aver parcheggiato, si torna indietro di un centinaio di metri, incontrando una palina verticale indicante la direzione per Cima Buldet (questo cartello NON è visibile arrivando da Onore). 

Rovetta ed i monti Vaccaro e Secco dal sentiero di salita.

Prendendo quindi a destra, si costeggia la proprietà dell'Azienda Agricola AREC. I ragli dei loro asini vi terranno compagnia per un buon tratto di salita. In dieci minuti si arriva ad un bivio dove la nostra meta è ben segnalata. Stiamo attraversando un ambiente insolito, suggestivamente desolato. Forse è questo il motivo per cui, nell'immediato dopoguerra, la Valle dei Dadi venne scelta dal Ministero della Difesa per installarvi un poligono militare, dismesso alla fine degli anni novanta. Nelle note in fondo al post trovate ulteriori informazioni in merito.

Il fiume in secca e le verdissime pendici del monte Varro.

La vegetazione è composta prevalentemente da piante arbustive, sia cedue che perenni, con una numerosa presenza di folti cespugli di pini mughi. Accompagnati da bolli e frecce rosse si costeggia a lungo il letto in secca del fiume che  creò la Valle dei Dadi e, in meno di tre quarti d'ora di cammino, si raggiunge un'altra palina segnaletica. 

Vedovina strisciante, fiorita sui detriti del fondo calcareo della Valle dei Dadi.

Si volta a destra, attraversando l'alveo del fiume ed arriviamo di fronte ad una sbarra dove un cartello indica l'inizio del "sentiero della croce". Si sale una strada cementata che, in pochi minuti, ci porta alla Baita Buldet (circa 970 m di quota-50 minuti dalla partenza). A sinistra della baita sale una ripida mulattiera che abbandoniamo subito, seguendo l'indicazione di una freccia in metallo che ci fa prendere un sentierino che gira a destra.

Arrivo a Baita Buldet.

Seguiamo questo percorso, che ci porta ad ammirare una serie di piccole sculture in legno e, dopo una decina di minuti, rientra nella traccia della mulattiera che si inerpica nel bosco, mantenendo sempre una decisa pendenza. Alcune finestre panoramiche si aprono sull'altipiano di Clusone e, sopra le pendici erbose del monte Varro, compare il massiccio della Presolana. Si cammina in un bosco di latifoglie, ricco di fioriture, tra cui alcuni timidi e precoci ciclamini. 

Cardo dentellato nel bosco rado di salita.

La pendenza rimane elevata. Nei pressi di un affioramento roccioso la traccia è protetta da una ringhiera, utile in caso di ghiaccio. Ricompaiono altre sculture in legno, prima di entrare in una freschissima e bellissima faggeta che porta ad un bivio negli immediati pressi dello Stalì Buldet (circa 1200 m di quota-quasi un'ora e mezza dalla partenza). A sinistra, pochi passi portano alla costruzione ben ristrutturata. Per la Croce si sale invece a destra, rimanendo nella faggeta.

Lo Stalì Buldet.

In una decina di minuti usciamo dalla boscaglia e la traccia si intravvede nell'erba alta bagnata dalla rugiada del primo mattino. Brevemente pianeggia verso sud, prima di iniziare una serie di erte serpentine che guadagnano rapidamente quota. Si alternano tratti al sole, dove campeggiano isolate betulle, con boschetti di latifoglie.

In primo piano il monte Bracchio e Falecchio.
Sullo sfondo, Montagnina. Pizzo Formico, Alben e "dolomiti della Valcanale".

La traccia è poco battuta. Non faccio in tempo a pensare quanto questa zona possa essere ricca di fauna selvatica che un rumore di zoccoli mi fa voltare di scatto. Una femmina di capriolo, dallo splendido manto fulvo, mi sfiora per tuffarsi nella fitta vegetazione, dove due cuccioli sgranano i loro occhietti per studiare meglio il possibile nemico che si è palesato tra loro e la mamma. 

La Valle dei Dadi, Onore e l'altipiano di Clusone.

Un incontro talmente fuggevole che mi impedisce di scattare foto. Le riservo alla Presolana, che torna improvvisa protagonista del panorama. Poco sopra compare la croce metallica, che si raggiunge dopo una faticosa ma appagante salita (1415 m-due ore e un quarto dalla partenza). Le viste sono sempre più spettacolari. A sud spuntano il Pizzo Formico ed il monte Alben. Volgendo ad Ovest una catena di abitati (Onore, Rovetta, Clusone) sembrano cercare protezione ai piedi della cresta che unisce il monte Simer alle creste di Bares. Sullo sfondo compaiono anche le vette dolomitiche della Valcanale.

Dalle creste di Bares, spunta il Pizzo del Diavolo di Tenda.

La vera Cima Buldet (1431 m) è poco sopra. Boscosa e malagevole, non offre ampie vedute. Tra la vegetazione spicca comunque il panettone del monte Pora e, più ad est, la cima del monte Guglielmo. Tra loro ed il nostro sguardo la fittissima boscaglia che ricopre le pendici della selvaggia Val di Frucc, ed i verdi pascoli alla base del placido monte Colombina.

La Croce di Buldet.

La discesa ripercorre il medesimo itinerario. In alcuni punti è necessario tenere il freno a mano tirato, per superare la pendenza senza rischiare brutti scivoloni. Ma la minore fatica consente di apprezzare certi spunti panoramici persi durante gli sbuffi della salita, come l'incredibile visuale dei ghiacciai del Monte Rosa. Colpiscono anche i profumi offerti dalla fitta e variegata vegetazione. Su tutti spicca quello del pino mugo, insolitamente numerosi per queste quote. Il ritorno impiega poco più di un'ora e mezza.

Inaspettato, il monte Rosa.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 04-07-2024. Sereno alla partenza, annuvolamenti in quota nel corso della giornata.
Punto di partenza dell'escursione: Stallo non segnalato nei pressi dell'ingresso della cava operante nella Valle dei Dadi, poco oltre la località Pramezza, nel territorio comunale di Onore. Dal centro di Bergamo dista
 circa 42 km, percorribili in un'ora d'ora d'auto. 
Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, seguendo le indicazioni per Clusone e Schilpario. Dopo Clusone si supera anche la rotonda all'altezza di Rovetta e si procede in direzione di Castione.  Un chilometro oltre, mal segnalata da un cartello stradale reso illeggibile dal tempo e dalle intemperie, si prende la strada a destra in direzione di Onore e Songavazzo. Dopo cinquecento metri si arriva a un bivio e si volta a sinistra, raggiungendo le prime case di Onore. Superato il cimitero, alla prima rotonda si procede diritti su via Papa Giovanni XXIII. Seguendo le indicazioni per il "percorso vita" si prosegue su via Danghelo e la successiva via Rifugio Magnolini, che porta alla località Pramezza dove termina l'asfalto. Si procede sullo sterrato per circa 200 metri e, sulla sinistra, si trova lo spiazzo per parcheggiare, posto accanto al cancello d'ingresso della cava. Sulla destra si intravede una palina segnaletica che indirizza verso il Rifugio Magnolini. In localià Pramezza, poco prima del termine della strada asfaltata, si trovano altri due piccoli stalli.

La Presolana dalla Croce di Buldet.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 700 metri di dislivello per una lunghezza complessiva, tra andata e ritorno, di quasi otto chilometri.
Durata: L'itinerario qui descritto impegna poco meno di quattro ore, escluse le soste. 
Il poligono militare della Valle dei Dadi: Dal 1946 fino alla fine degli anni novanta l'area della Valle dei Dadi e parte della Valle di Tede, furono riservate all'attività di un poligono militare. Nel 1950 avvenne un gravissimo incidente: tre fratelli furono dilaniati dall'esplosione di un proiettile di artiglieria trovato in un prato mentre stavano portando al pascolo le loro mucche. Negli anni a seguire, ed anche successivamente alla dismissione  dell'area, avvenuta nel 1999 senza l'effettuazione di alcuna operazione di bonifica, si succedettero parecchi ritrovamenti di ordigni inesplosi. Gli ultimi vennero segnalati nel 2011. Alle continue rimostranze degli Enti Locali, il Ministero della Difesa non ha mai fornito risposte.

Fioritura di rododendro irsuto.

Altre escursioni in zona: In questo blog vengono proposte altre due escursioni che, partendo dal vicino Comune di Songavazzo, si affacciano sui versanti percorsi in questo itinerario. I link di collegamento sono:
Cartografia: Negli uffici del Comune di Songavazzo ed all'infopoint di Borghi della Presolana (https://borghipresolana.com) è disponibile una mappa in scala 1:20.000, con evidenziato questo itinerario ed un'altra decina di possibili escursioni effettuabili in questa zona.

Pascolo in località Pramezza.


Nessun commento:

Posta un commento