mercoledì 9 novembre 2022

Da Parre al Rifugio Vaccaro, e gli immensi panorami dai pascoli del monte Alino.

L'escursione che porta da Parre al rifugio Vaccaro è caratterizzata soprattutto dai fantastici panorami regalati dal tratto che unisce i pascoli del monte Alino alla meta finale. Con buona visibilità lo spettacolo è talmente bello che conviene tornare dalla stessa parte, per goderli anche con la diversa luce del primo pomeriggio.

La Presolana dal sentiero di salita al Rifugio Vaccaro.

Dal piccolo parcheggio in cima a via Campella (700 m circa - i dettagli per arrivarci sono descritti nelle note tecniche in fondo al post) si scende sulla strada silvopastorale, transitabile soltanto dai mezzi autorizzati. Poco più avanti trascuriamo una deviazione a sinistra, segnalata con un bollo biancorosso su un sasso posto a terra e proseguiamo a superare un ponticello che supera il letto del torrente che scende dalla Val Fontagnone. 

Baita incontrata lungo la mulattiera.

Dopo aver risalito un breve tratto di cementato, sulla sinistra prendiamo l'imbocco di una mulattiera ben tenuta (indicazione in legno per Rifugio Vaccaro), che reca l'indicazione biancorossa del sentiero CAI n. 241. Il segnavia CAI ci accompagnerà fin quasi alla meta. La traccia sale ripidamente nel bosco ceduo, lasciando intravvedere belle viste sul paese di Parre. 

Vista sul paese di Parre.

Ad un quarto d'ora dalla partenza incontriamo una santella e, poco oltre, si perviene ad una radura da cui si gode un ampio panorama. Si guadagna quota con buona pendenza e, dopo circa mezz'ora dal parcheggio, la mulattiera attraversa un suggestivo vialetto circondato da piante di nocciolo che porta nei pressi di una baita, superata la quale si incrocia la carrozzabile che sale da Parre (936 m).

L'Alben dai pascoli del monte Alino.

Si cammina quindi sulla strada mentre, in direzione nord-est, appare per la prima volta il profilo della Presolana, che ci accompagnerà, in maniera via via più imponente, per gran parte della successiva salita. Dopo circa un'ora dalla partenza si arriva alla seicentesca chiesetta di Sant'Antonio (posta a circa 1000 m di quota) dove, nei secoli scorsi, venivano celebrate le funzioni religiose per i contadini ed i mandriani residenti nelle cascine e sugli alpeggi della zona.

L'interno della chiesetta di Sant'Antonio.

Superata la chiesetta si prosegue a sinistra, seguendo le indicazioni per la panchina gigante. La strada risale gli ariosi pascoli del monte Alino, ed il panorama si amplia passo dopo passo. A sud ovest compaiono le scure guglie del monte Alben, ingentilite dal verde brillante dei prati e da quello più intenso delle foreste di conifere che punteggiano il vicino monte Trevasco. 

Cascina del monte Alino.

Si sale di quota. Ad un quarto d'ora dalla chiesetta si supera la panchina gigante, continuando a calpestare l'asfalto, fra un tripudio di pascoli e cascine, quasi tutte ben ristrutturate. Sulla destra la vista si allarga sulla vasta piana di Clusone. Di fronte prevale il monte Vaccaro e, nel mezzo, l'occhio è inevitabilmente attratto dal vertiginoso spigolo nord della Presolana. Sullo sfondo, compaiono le cime innevate del gruppo dell'Adamello.

In lontananza, il gruppo dell'Adamello.

Dopo essersi inoltrati in un fresco bosco misto, a tre quarti d'ora circa dalla chiesetta si raggiunge un pittoresco crocifisso in legno, posto all'ingresso di un roccolo in legno costruito a picco sulla Costa del Vaccaro. Rimanendo sulla strada, si volta quindi decisamente a sinistra per raggiungere, in pochi minuti, la prima baita del monte Vaccaro (1412 m). 

La prima baita del monte Vaccaro, vista dall'omonimo rifugio.

Tra uno stagno e l'abbeveratoio per il bestiame, la stradina risale verso nord, in direzione della visibilissima seconda baita (1496 m) dietro la quale si erge la piramide erbosa del monte Vaccaro. In meno di un quarto d'ora ci si trova di fronte all'edificio dove, abbandonando definitivamente il segnavia CAI 241 si prende lo sterrato a sinistra che, in leggerissima salita, ci porta a raggiungere l'inconfondibile sagoma del Rifugio Vaccaro (1517 m-circa due ore e mezza dalla partenza).

Il rifugio Vaccaro.

Il ritorno, che ripercorre integralmente il tratto di salita (almeno fino alla chiesetta di Sant'Antonio) è un trionfo di panorami che gode di una prospettiva nuova rispetto alla salita, dovuta alla diversa esposizione solare. In questa situazione ho rivalutato la camminata sull'asfalto, che mi ha consentito di camminare senza rischi d'inciampo, scendendo, in un mirabile volo a planare, fra viste veramente spettacolari.

I pascoli di Alino e la Val Seriana, visti dal sentiero di discesa.

Dal rifugio si scende, in circa tre quarti d'ora, alla chiesetta. Arrivati al successivo bivio, dove si può scegliere di tenere la destra e tornare sul sentiero dell'andata, si può anche continuare sulla stradina. In questo modo, con minor pendenza ed altri suggestivi scorci su Piario, la Senda e la pineta di Clusone, si cammina un chilometro in più, arrivando comunque al parcheggio da cui si è partiti.

Piario, il Sapél Nè e la piana di Clusone dai pascoli di Alino.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 07-11-2022 - tempo bello, buona visibilità.
Punto di partenza dell'escursione: Piccolo parcheggio posto al termine di via Campella, in Comune di Parre, che dista circa 32 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Dopo poche decine di metri da questo bivio, si volta decisamente a sinistra, salendo in direzione di Parre. Si superano un paio di tornanti e si arriva in paese. Si gira a destra, su via Costa Erta e la si percorre integralmente, girando a sinistra su via degli Spini, dove si trova la prima indicazione per la panchina gigante. Proseguendo diritti su via Spini, ci si inoltra in via Padre Regolini, al termine della quale si imbocca la stretta e ripida via Campella. che termina di fronte ad un piccolo parcheggio adatto a contenere 4 o 5 auto.

Lo stagno presso la prima baita del monte Vaccaro.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 850 metri di sola salita per un totale, fra andata e ritorno, di quasi 11 chilometri, se si torna dal sentiero CAI 241. Un chilometro in più se si scende dalla strada forestale. 
Durata: La salita impegna per due ore e mezza. La discesa poco più di un'ora e mezzo.
Possibilità di ristoro: Presso la chiesetta di Sant'Antonio, posta all'inizio degli ampi pascoli del monte Alino, è aperto un servizio di ristoro gestito dal nipote del vecchio custode dell'edificio sacro. Il rifugio Vaccaro è invece aperto solo a richiesta. Le chiavi vanno richieste al GEP - Gruppo Escursionistico Parrese, tel. 366 3745101. Altre informazioni sono recuperabili sul  sito: https://www.rifugiovaccaro.it.
Sui pascoli del monte Alino.

Altre escursioni in zona: Da Premolo, Comune confinante con Parre, si può effettuare un'interessante escursione ad esplorare la val Dossana. La descrizione dell'itinerario, effettuato in periodo invernale, è consultabile a questo link:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2018/04/un-tuffo-nella-val-dossana-dove-sgorga.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

L'itinerario evidenziato sulla carta turistica-escursionistica della
Provincia di Bergamo, 
Tavola n. 05. Si ringrazia per la concessione.



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