domenica 8 giugno 2025

Esplorando pascoli e cascine del Monte Trevasco, sentinella di Parra, capitale del popolo degli Orobi.

 🥾 Dislivello: circa 530 metri     ⌚ Durata: tre ore e mezza     📏Lunghezza: 8 chilometri

Gregge di pecore nei pascoli di Cascina Mafet.

Dal piccolo parcheggio in cima a via Campella, a Parre (700 m circa-i dettagli per arrivarci sono descritti nelle note tecniche in fondo al post) si sale a sinistra calpestando l'asfalto di una ripida strada privata. Siamo sul sentiero CAI N. 240 e seguiremo i suoi bolli biancorossi per un buon tratto di salita. In dieci minuti si raggiunge un bivio (750 m circa) dove le indicazioni ci fanno svoltare a destra. Per gli interessati, prendendo a sinistra si raggiunge il santuario della Santissima Trinità, con i suoi suggestivi porticati.

Prime viste sulle cascine del Monte Trevasco.

La traccia alterna tratti in mulattiera con l'asfalto od il cemento. Si incontra un secondo bivio in località Cà Larga de Sura (venti minuti dalla partenza) e, seguendo fedelmente i bolli biancorossi del CAI, si giunge ad un terzo bivio dove non si volta a destra ma si resta sull'asfalto. Dieci minuti dopo si lascia la strada per percorrere una mulattiera che risale nel bosco ceduo arrivando alla palina segnaletica verticale del trivio nei pressi della baita Cornèl de Sura (962 m-50 minuti circa dalla partenza). 

La radura dei cavalli sullo sfondo del Pizzo Formico.

Qui abbandoniamo il sentiero CAI n. 240 e seguiamo la direzione per il Monte Trevasco Ovest, calpestando l'asfalto e, più avanti, una cementata. La traccia, in una decina di minuti, ci porta ad attraversare una splendida radura dove  alcuni cavalli pascolano tranquillamente restando sullo sfondo del Pizzo Formico. Al termine della radura, governata da una cascina splendidamente ristutturata, si prende un tratto asfaltato che sale e rientra nel bosco. 

La cascina nei pressi della radura dei cavalli.

Da qui in avanti si incontrano edifici rurali perfettamente manutenuti, che da soli meritano l'escursione. Un quarto d'ora dopo aver lasciato la radura con i cavalli si incontra un altro bivio (1030 m circa - 1 ora e un quarto dalla partenza). Si tiene la destra salendo sulla cementata. Un quarto d'ora più tardi costeggiamo la cascina in località Cristofenet, posta a quota 1097 m., in posizione decisamente panoramica.
Cascina Cristofenet.

Il breve tratto con vista cessa cinque minuti dopo, quando si svolta a destra nel bosco per raggiungere la zona di Cascina Mafet, circondata da amplissimi pascoli dove incontriamo un nutrito gregge di pecore. Da qui lo sguardo si amplia sempre di più e si può salire l'ultimo tratto vagando lo sguardo dal fondovalle alle cime che circondano il Formico, dai pascoli alle cascine che governano i pascoli più lontani del Monte Trevasco. 

Cascina Mafet.

Si raggiunge la meta serpeggiando sull'asfalto per una ventina di minuti da Cascina Mafet, raggiungendo quindi la località Fenilecc (1230 m circa - un paio d'ore dalla partenza) dove, tempo fa, sono state ritrovate le tracce del primo tratto del famoso "Sentiero dei Castrù". Si tratta del percorso effettuato, in tempi di transumanza estiva, da generazioni di pastori parresi, per portare le loro greggi negli alti pascoli delle valli svizzere, attraversando la Val Brembana, il fondovalle della Valtellina, la Val Chiavenna, il Passo di Spluga raggiungendo infine i dintorni di Coira, affrontando un viaggio che durava, mediamente, una settimana intera.

Panorama da Fenilecc.

Per tornare al parcheggio la soluzione più semplice è quella di percorrere la stessa traccia della salita. Chi vuole variare un poco i panorami può arrivare al bivio che precede la bellissima radura dei cavalli, che dista, scendendo da Fenilecc, circa mezz'ora di discesa. Invece di tenere la sinistra per costeggiare la radura, si svolta a destra, scendendo lungo la striscia d'asfalto. L'ambiente offre viste nuove, più agresti, ma anche più "spettinate" e quindi più espressive della fatica quotidiana di pastori e contadini. 

In discesa, dopo il bivio nei pressi della radura con i cavalli.

Rimanendo sull'asfalto, in una ventina di minuti si cala fino a quota 880 m (50 minuti circa da Fenilecc) dove si incontra uno sterrato a sinistra che porta ad una cascina, oltre la quale la traccia sembra procedere verso est, scendendo in direzione di Parre. Siamo in località Squadersù, un tempo zona di coltivazioni minerarie, ora dedicata alla coltivazione del fieno ed al pascolo di ovini ed equini. Si arriva alla cascina, portando attenzione ai cani che fanno il loro mestiere, la si costeggia e si scende a riprendere l'asfalto che, poco sotto, passa accanto ad un paio di capannoni agricoli. 

Località Squadersù.

Proseguendo sulla stradina, in meno di mezz'ora, a quota 820 m, si ritrova, ad un bivio, il segnavia CAI che ci ha facilitato la salita. Voltando a destra, con pochi passi si arriva all'angolo dove i segni biancorossi ci fanno riprendere il sentiero nel bosco già percorso all'andata e che ci riporterà, in una ventina di minuti, al piccolo parcheggio di partenza (da Fenilecc si è camminato per circa un'ora e mezza).

Uno sguardo verso sud da Fenilecc.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 04-06-2025 - da nuvoloso a molto nuvoloso, con qualche goccia di pioggia in tarda mattinata.
Punto di partenza dell'escursione: Piccolo parcheggio posto al termine di via Campella, in Comune di Parre, che dista circa 32 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Dopo poche decine di metri da questo bivio, si volta decisamente a sinistra, salendo in direzione di Parre. Si superano un paio di tornanti e si arriva in paese. Si gira a destra, su via Costa Erta e la si percorre integralmente, girando a sinistra su via degli Spini, dove si trova, e si segue, una indicazione per la panchina gigante. Proseguendo diritti su via Spini, ci si inoltra in via Padre Regolini, al termine della quale si imbocca la stretta e ripida via Campella. che termina di fronte ad un piccolo parcheggio adatto a contenere 6 o 7 auto.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 530 metri di dislivello per una lunghezza totale di 8 chilometri.
Durata: Per compiere l'escursione qui descritta si cammina per circa tre ore e mezza, al netto delle soste.

Cascina in località Seret.

Il monte Trevasco nella storia dell'uomo: Questa zona riveste una grandissima importanza storica. I giacimenti metalliferi del monte Trevasco vennero sfruttati sin dalla fine dell'età del Bronzo, risalente a circa 3.000 anni fa. I minerali estratti (inizialmente il rame, poi il piombo durante la successiva età del ferro) venivano portati poco più a valle, dove venivano fusi e colati in matrici di pietra, al fine di realizzare prodotti ed utensili, da rifinire nelle officine del villaggio.  In località Castello, a partire dall'Ottocento, vennero alla luce manufatti bronzei deposti in un pozzetto nel V° secolo a.c.. Un secolo dopo, tra il 1983 e il 1984, specifiche campagne di scavo scoprirono le fondamenta di un antichissimo nucleo abitativo risalente all'età del ferro che può essere identificato come la mitica PARRA, capitale degli Orobi. Maggiori informazioni sul museo e sul parco archeologico poi realizzato sono disponibili sul sito: https://www.oppidumparre.it.

Primi passi in discesa.

Altre escursioni in zona: Dal parcheggio di via Campella parte un'altra bella escursione che raggiunge i panoramici pascoli del monte Alino e la splendida zona dominata dal monte Vaccaro. In questo blog trovate la descrizione dettagliata, cliccando sul seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/da-parre-al-rifugio-vaccaro-e-gli.html.
Partendo invece da Bratte, piccola frazione del Comune di Premolo, è possibile esplorare la Val Nossana, con un itinerario descritto in questo blog, consultabile al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/04/un-tuffo-nella-val-dossana-dove-sgorga.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

Località Sapel.




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