Un itinerario con una salita poco frequentata, dove si scoprono piccole gemme di civiltà contadina, per giungere a punti panoramici più noti che mantengono un impatto sensazionale. Molto suggestivo infine il borgo rurale di Aprico.
![]() |
Arrivo alla località Parè (1199 m di quota). |
L'escursione prende il via dal parcheggio di via Masù e Pret (circa 750 m) posto nel territorio comunale di Fino del Monte. Nelle note tecniche troverete i dettagli per arrivarci. Il sentiero di partenza si trova dall'altra parte della strada rispetto agli stalli del parcheggio. Alla destra di una colorata santella è piazzata la palina segnaletica con l'indicazione per raggiungere la Cappella degli Alpini, prima tappa del nostro giro.
Cascina Pospè. |
Si sale all'interno di una pineta che ricopre le pendici di Cima Grom e, in poco più di venti minuti, si arriva al dosso sopra il quale è stata costruita la Cappelletta. Poco oltre si individuano le indicazioni per il "Trono della Presolana", un punto panoramico realizzato dalla Pro Loco di Fino del Monte. Il sito si raggiunge in pochi minuti dallo sterrato che lo divide dal dosso della Cappella degli Alpini.
Il "Trono della Presolana". |
Dopo aver ammirato il massiccio della Presolana, si ridiscende allo sterrato e lo si percorre salendo a destra. Al primo incrocio si tira diritto, trascurando la deviazione a destra che porta alla radura della cascina Pospè. Ad un successivo trivio si tiene ancora a destra, fino ad arrivare a pochi passi dalla cascina, per prendere un sentiero che volta a sinistra, segnalato dalle indicazioni per Parè (tre quarti d'ora dalla partenza, compresa la deviazione per il Trono della Presolana).
Anemone gialla nel bosco di salita. |
Salendo nel bosco, dopo cinque minuti si incontra un bivio. A sinistra si scenderebbe a Rovetta. Noi continuiamo a destra, sempre verso Parè, attraversando un'abetaia arricchita da fioriture di primule, ellebori ed anemoni di diversi colori. La pendenza è costante ed è resa gradevole da un sentiero, evidenziato da alcune strisce blu e privo di asperità, ricoperto da un fitto tappeto di aghi caduti dagli abeti.
Primule nei pressi del torrente Cop. |
Poco oltre la pendenza si fa più decisa. La traccia è evidenziata da alcune strisce blu e rimonta, con alcuni tornanti, le pendici del monte Castello. La vegetazione cambia faccia, trasformandosi in bosco ceduo e diradandosi al punto da lasciar filtrare delle lame di sole. La traccia si infila in una vallettina solcata da un magro torrentello. La presenza di acqua moltiplica le fioriture e, tra una miriade di forme e colori, si sbuca ai piedi della splendida radura delle cascine di Parè (1150 m-circa un'ora e mezza dalla partenza).
La prima cascina della località Parè vista dall'alto. |
La traccia tiene la destra, arrivando alle sorgenti del Cop, da cui nasce il torrente che ci ha accompagnato fin qui e che sicuramente ha contribuito a creare il mirabile esempio di civiltà contadina che si disvela di fronte ai nostri occhi. Seguendo il sentiero si raggiunge la prima delle sette cascine, dove la traccia si trasforma in uno sterrato che sale in pieno sole, zigzagando tra i prati, fino a raggiungere i successivi edifici.
Località Parè e cima del monte Castello. |
Sul retro della cascina posta più a sud, a sinistra di un rustico crocifisso ligneo, si trovano le paline segnaletiche che indicano la direzione per Cima Blum. Si sale quindi a destra, costeggiando il retro delle altre baite, probabilmente tra le meglio conservate di questa zona dell'Alta Valle Seriana. Raggiunta la cascina più alta, si palesa un'altro segnavia che ci fa entrare in un rado bosco di betulle, dietro le quali occhieggia la Presolana. Poco oltre, intorno ai 1260 m di quota, la si può ammirare nella sua integrità, da un splendido punto panoramico che si allarga da nord a sud, consentendoci un colpo d'occhio sulle sette cascine di Parè, sulla boscosissima cima del monte Castello e sul lontano massiccio dell'Alben.
Località Parè, monte Castello e, sullo sfondo, il Pizzo Formico. |
Poco dopo si arriva ad un quadrivio, dove le paline segnaletiche si dimenticano di Cima Blum. Seguiamo quindi le indicazioni del segnavia CAI n. 317/A, in direzione di Clusone, che ci guiderà fino al largo crestone che divide l'Altopiano di Clusone dalla Valzurio. Il sentiero parte con uno strappo deciso. Poi la pendenza si addolcisce e, giunti intorno a quota 1.390 m (punto più alto del percorso) la traccia si trasforma in un falsopiano che attraversa a mezza costa i ripidi fianchi erbosi che disegnano i declivi del monte Parè.
La Presolana si nasconde dietro i dirupi del monte Valsacco. |
Il panorama è ammaliante. Si distinguono nettamente gli abitati di fondovalle, i profili delle cime scalvine, il panettone del Pora, la croce del Pizzo Formico e la muraglia dell'Alben. Se potete, dedicate un po' di tempo a scrutare i ripidi costoni che scendono da Cima Parè in direzione di alcuni salti di roccia. Non è infrequente intravedere piccoli branchi di camosci intenti a brucare l'erba magra e le prime, timide fioriture. Più avanti il sentiero richiede un po' di attenzione ed è opportuno mantenere lo sguardo fisso sulla traccia, almeno nel tratto che transita quasi a picco sopra l'agglomerato di Rovetta.
Rovetta e la piana di Clusone. |
Ad un'ora circa dalle cascine di Parè si incrocia un bivio. A destra la traccia sale al monte Valsacco (sentiero delle vipere). Noi tiriamo diritti e, dopo un'altro quarto d'ora di leggeri saliscendi, arriviamo finalmente sulla larga sella erbosa, ricca di pascoli e cascine, dove la vista spazia a 360 gradi su tutta l'Alta Valle Seriana. Ai nostri occhi appaiono infatti anche le cime che delimitano l'asta del Serio, ed è facile riconoscere la possente costa del Vaccaro, le cime della zona dei laghi di Valgoglio, e l'aguzza punta del Pizzo del Diavolo.
Primo sguardo sulle vette dell'asta del Serio. A sinistra la costa del Vaccaro, a destra le cime della Valgoglio. |
Siamo sui 1300 metri di quota, a ridosso di un panettone utilizzato come trampolino di lancio per i voli in parapendio. La vista sull'altipiano di Clusone, sui prati di Falecchio e la parte alta della Val Borlezza lascia senza fiato. Lo spettacolo ci accompagna nel breve tratto di discesa che ci porta alla Cappella degli Alpini di Rovetta, posta in località Monte Blum (1280 m) ed alle successive stalle (circa 20 minuti dal trampolino del parapendio) dove cominciamo a calpestare la lunga gippabile che scende verso Rovetta.
Monte Blum, Cima Blum, Pizzo Formico, monte Alben. |
Subito incontriamo un bivio, dove prendiamo a sinistra, infilandoci in una fitta abetaia che ci accompagnerà a lungo. Continuiamo a scendere ripidamente verso valle, calpestando il fondo cementato a tratti. Superiamo Cascina Bianca ed incontriamo un'altra biforcazione. Trascuriamo la direzione per Campos e teniamo la sinistra, procedendo sullo sterrato, superando un'area picnic con tavoli in legno e trascurando una deviazione che, a sinistra, ci riporterebbe alle cascine di Parè.
Monte Blum e Cappella degli Alpini di Rovetta. |
Anche il bivio successivo, caratterizzato da una cabina Enel realizzata in legno, non ci riguarda, mentre al successivo trivio (posto in località Gratarolo, a circa tre quarti d'ora dall'inizio della gippabile) occorre porre molta attenzione, semplicemente perchè le indicazioni sono leggibili soltanto da chi sale e non da chi scende. Infatti dobbiamo abbandonare la gippabile che scende a Rovetta e prendere il sentiero che gira decisamente a sinistra, in direzione Cappella Alpini di Fino-Grom.
Erba trinità in fiore. |
E' un largo sentiero, pensato anche per le mountain bike, recentemente ripristinato dal Consorzio Forestale della Presolana. Lungo quasi un chilometro, unisce Gratarolo alla località Pospè, dove si trovano il Trono della Presolana e la Cappella degli Alpini di Fino. Dopo un breve tratto in salita, la traccia pianeggia nel fitto del bosco e, in meno di venti minuti, sbuchiamo sul sentiero che abbiamo già calpestato in fase di salita.
Cappella degli Alpini di Fino del Monte. |
Voltiamo quindi a destra, evitando lo stretto sentierino per la località Somas e, fatti pochi passi individuiamo la sagoma stilizzata della Cappelletta già visitata in mattinata. Invece di girare a destra per ripercorrere il tratto effettuato all'andata, tiriamo diritto, scendendo sull'acciotolato che ci porterà ad attraversare la suggestiva e soleggiatissima contrada rurale di Aprico, un tempo terra di pascoli e cascine, delimitata dal massiccio della Presolana e da alcune curiose formazioni di calanchi terrosi.
Scendendo ad Aprico. Sullo sfondo l'onnipresente Presolana. |
La stradina che scende tra i campi non è altro che la via Masù e Pret, al termine della quale ritroveremo il parcheggio di partenza dell'itinerario. In poco più di un quarto d'ora dalla Cappella degli Alpini, circondati da coltivi e prati punteggiati dal giallo dei fiori di tarassaco, ritroviamo le nostgra automobili completando un doppio anello veramente interessante, sia dal punto di vista paesaggistico che culturale.
Cascina delle Monache, ad Aprico. |
Note tecniche: