domenica 10 settembre 2017

Pagliari: la contrada di pietra a guardia del Brembo

A mezz'ora di mulattiera da Carona sorge la frazione di Pagliari (1.313 m): una quindicina di case, tutte rigorosamente in pietra, adagiate su un pendio che degrada lentamente sull'argine del fiume Brembo.
Pagliari in pieno sole-foto di Mauri Parimbelli
E' possibile raggiungere questo borgo in due modi:
da Carona (1.110 m) un sentiero parte nei pressi dell'Orto Botanico dedicato alle specie vegetali montane.   Seguendo il corso del fiume Brembo, si sale con alcuni tratti ripidi sino ad incrociare la strada carrozzabile che porta ai rifugi Calvi e Longo e quindi a Pagliari.
Altrimenti, si può salire con la macchina lungo la strada che passa sopra il paese di Carona, parcheggiando ad un tornante posto a quota 1.222 m, da cui diparte la strada di servizio dell'ENEL ormai più nota come la carrozzabile (asfaltata per un gran tratto) che porta ai rifugi e che è contrassegnata dal segnavia CAI n. 210.   Il parcheggio è a pagamento, da effettuarsi acquistando gli appositi "gratta e sosta", disponibili in tutti gli esercizi pubblici di Carona.
L'itinerario segue fedelmente la strada che sale, con buona pendenza, per raggiungere Pagliari in circa mezz'ora.
Pagliari vista dal sentiero estivo per il Rifugio Calvi-foto di Mauri Parimbelli
L'impatto visivo con la "contrada di pietra" è affascinante: il borgo è costruito interamente con materiali locali, dalle rocce dei muri fino al rivestimento del tetto, realizzato con le famose lastre di ardesia, localmente definite "piode".   Tra le quindici case, spicca la chiesetta di San Gottardo (protettore dalla frane e dalle valanghe) ed il lavatoio.    A completare i toni di grigio, le piazzette e le stradine, pavimentate con i ciottoli del fiume Brembo, che scorre poco più sotto, tra prati e qualche rado albero.
Casa di Pagliari-foto di Mauri Parimbelli
Pagliari possiede una storia simile a molti altri borghi montani, con la particolarità di essere stato, per lungo tempo, zona di frontiera.   Dalla fine del 1500, trafficanti e contrabbandieri transitavano da Pagliari per non pagare il dazio alla dogana veneta di Cà San Marco, diretti in Valtellina e nei Grigioni attraverso i passi Publino, Venina e Cigola.   In senso inverso, in tempi più recenti, lunghe file di cavalli scendevano dalla Valtellina, trasportando pesanti forme di "formai de mut" alle casere di Branzi.   La sosta a Pagliari per una breve riposo ed uno spuntino era, per questi viandanti, pressoché d'obbligo.    Fino agli anni '30 del secolo scorso, questa contrada contava fino a cento abitanti, per lo più pastori ed agricoltori che coltivavano il granoturco di montagna e le celebri patate della Carona, utilizzate anche per fare il pane.   In quel periodo Pagliari possedeva anche una piccola scuola con 14 alunni ospitata in una capiente stalla.
Pagliari vista dal ponte sul Brembo
Dopo un periodo di abbandono, oggi la frazione sta lentamente rivivendo, grazie ai restauri di coloro che hanno voluto rimettere in sesto la casa dei genitori, o di chi ha pensato di farsi una rustica casetta per le vacanze estive ed i week-end.     E' tornato prepotente anche il bisogno di privacy, se si vuol dare retta ai numerosi cartelli indicanti le proprietà private ed i relativi divieti di transito.   Probabilmente si tratta di una legittima reazione all'invadenza di un turismo "mordi e fuggi" purtroppo presente anche fra gli escursionisti, ma un cartello di proprietà privata posto proprio sul greto del Brembo è una evidente contraddizione dei principi della legge sul demanio pubblico dei corsi d'acqua.
Il fiume Brembo ai piedi di Pagliari-foto di Mauri Parimbelli
ESCURSIONI IN PARTENZA DA PAGLIARI
Da Pagliari, con una tranquilla passeggiata di altri venti minuti, si può raggiungere la spettacolare cascata della Val Sambuzza.   Per raggiungerla è sufficiente proseguire per la carrozzabile principale, segnavia CAI n. 210.
Consiglio infine, a coloro che vogliono raggiungere la diga del Fregabolgia e la conca del Rifugio Calvi, di prendere il sentiero estivo n. 247 che attraversa tutta la contrada di pietra, spostandosi sul lato opposto della Valle rispetto al tracciato originale.    Il tracciato sale deciso in un bellissimo bosco, fino ad incrociare il sentiero delle Orobie che giunge dai Laghi Gemelli.   Rispetto alla monotonia della carrozzabile, il sentiero estivo offre ambienti molto più suggestivi e diversificati, al netto del traffico, a volte anche motorizzato, del tracciato principale.   Il sentiero estivo è più lungo, ma ne vale proprio la pena.
Prima neve sulle vette della conca del Calvi
Info tecniche:
Come arrivare: Pagliari è una frazione del Comune di Carona, che si trova in Alta Valle Brembana. La statale va percorsa fino a Piazza Brembana dove, con direzione Foppolo, si deve raggiungere Branzi e, al successivo bivio, prendere a destra per Carona.
Dislivello: da Carona il dislivello di salita è di circa 200 metri; se si parcheggia dal punto di partenza del sentiero 210, il dislivello si riduce a un centinaio di metri.
Durata: da Carona si raggiunge Pagliari in meno di un'ora; dal tornante in mezzora.
Altri suggerimenti: Consiglio di sostare per il pranzo alla Locanda dei Cantù, posta all'inizio del paese di Carona.  Questo ristorante propone piatti tipici spesso reinventati con sapori originali ed innovativi.   La sala da pranzo è ampia, spaziosa ed arredata con molto gusto.   Ottimo il rapporto qualità-prezzo.    Maggiori informazioni sul loro sito: locandadeicantu.com.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 02.
La zona proposta, con l'evidenza degli itinerari proposti.
Dalla tavola 02 della  Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.

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