venerdì 14 settembre 2018

Escursioni per tutti i gusti dal rifugio Laeng e nella Conca di Varicla

Nella selvaggia Conca di Varicla, a 1760 metri di quota, si trova il piccolo rifugio Laeng, posto a sentinella del Pizzo Camino.     L’edificio, recentemente ristrutturato, ospita 15 posti letto ed è gestito dai volontari dell’Operazione Mato Grosso.   Il ricavato della gestione è devoluto interamente alle iniziative che questo movimento opera a favore delle popolazioni indigene di Perù, Ecuador, Brasile e Bolivia.
Il rifugio Laeng. Alle spalle il Pizzo Camino

Il Laeng si può raggiungere da Borno e da Lozio.     In entrambi i casi il dislivello è di poco superiore ai 700 metri ed il tempo impiegato per la sola salita si aggira intorno alle 2 ore e mezza.    Dal rifugio, dedicato a Walther Laeng, alpinista e storico italiano dei primi del 900 che segnalò per la prima volta al mondo accademico l’esistenza delle incisioni rupestri della Valcamonica, partono alcune escursioni veramente degne di nota.

Sul "sentiero alto"- foto di Sergio Gavazzeni

Si può affrontare l’impegnativa salita ai 2.491 m. del Pizzo Camino (altri 730 metri di dislivello in salita, percorribili in due ore e mezza) con l’avvertenza di noleggiare un caschetto di protezione dai gestori del rifugio.    Si tratta infatti di una salita impegnativa, sia per i tratti esposti ma, soprattutto, a causa della roccia molto friabile di cui è composto tutto il massiccio che divide questa conca dalla Val di Scalve.    Un po’ meno problematica è la conquista della Cima Moren (2.418 m.- 2 ore e mezza dal rifugio) anche se, soprattutto nel tratto finale, non mancano i tratti esposti.    Il Monte Arano (1.941) è invece molto più abbordabile ed ugualmente generoso di panorami.    Partendo dal rifugio si deve superare un dislivello di circa 200 metri su un sentiero percorribile in meno di un’ora.

Sul sentiero alto, accanto ai ghiaioni di Cima Moren.

Anche la traversata che porta all'altro rifugio presente sull'altipiano di Borno (il San Fermo - 1868 m) è estremamente interessante, soprattutto per i fantastici panorami che si aprono a monte sui contrafforti calcarei del Pizzo Camino e della Cima Moren; mentre a valle lo sguardo si perde sul Lago di Lova, sul paese di Borno e sulle principali montagne camune. Per realizzare la traversata, occorre seguire il sentiero 82 (detto anche “sentiero alto”).   Dal Laeng si sale attraverso un bel bosco di pino mugo, che porta ad una radura dove si incontrano i ruderi dell’ex-rifugio Coppellotti, a circa 2.000 metri di quota. 

I ruderi dell'ex-rifugio Coppellotti

Nei pressi dell’edificio distrutto si trovano altre indicazioni che evidenziano la presenza di stalle per i muli ed altri locali utilizzati durante la seconda guerra mondiale.   Il Coppellotti, realizzato nel 1934 dalla sezione CAI di Brescia, si ritrovò al centro di aspre contese tra i soldati della Wehrmacht ed i gruppi di partigiani che stazionavano tra le malghe delle Orobie Orientali.     In seguito all'ennesimo assalto partigiano avvenuto nel 1944, i tedeschi distrussero il rifugio ed i locali accessori per evitarne l’utilizzo da parte delle forza di liberazione.    

Le stalle per i muli della divisione tedesca, annesse all'ex-rifugio.

Superati i ruderi del Coppellotti, il sentiero alto raggiunge una terrazza molto panoramica, da dove la traccia resta in quota costeggiando le pendici sud-orientali di Cima Moren.     In alcuni tratti un po’ esposti bisogna prestare attenzione.    Dopo aver camminato per un’ora e mezza, superando un dislivello di circa 200 metri, si raggiunge la chiesetta di San Fermo ed il retrostante, omonimo Rifugio.  Il panorama, se possibile, si estende ulteriormente, abbracciando il massiccio della Presolana e la verdissima Val di Scalve.

Fumi di nebbia circondano il Lago di Lova.

Un’ultima segnalazione in merito al possibile periplo del Pizzo Camino, da effettuarsi superando l’intaglio del Passo di Varicla (2.097 m) il Passo di Cornabusa e quello del Costone.     Questo percorso, che può essere effettuato seguendo i sentieri numerati con l’82 A e l’83, richiede passo sicuro, assenza di nebbie e di bagnato, soprattutto sul primo valico, molto impegnativo.    Personalmente ritengo che il tratto interessante il passo di Varicla presenti difficoltà superiori a quelle definite come EE (Escursionisti Esperti), in particolare se preso dal versante bresciano.

Nell'intaglio del passo Varicla-foto di Sergio Gavazzeni
Info tecniche:
Come arrivare: La soluzione più semplice per arrivare al Rifugio Laeng è quella di partire da Borno.  In giornate di scarso traffico si può tentare di parcheggiare in località Navertino (circa 1000 metri di quota) da dove parte la traccia con il segnavia CAI n. 82.   Altrimenti non resta che usufruire dei parcheggi posti all'ingresso di Borno, raggiungere la sede del Municipio in piazza Umberto I°, salire lungo via San Fermo, prendendo successivamente a destra l’omonima via che porta alle case di Navertino.
Altre note e suggerimenti: Il rifugio Laeng dispone di 15 posti letto e di un attrezzato servizio di ristoro, caratterizzato da una cucina di tipo casalingo, semplice e molto gustosa.   L’ospitalità offerta è pari all'impegno che questi volontari effettuano (senza compenso) al fine di ricavare il sostentamento per i progetti del Mato Grosso, destinati ai poveri dell’America Latina.
A Navertino merita una sosta l’omonima trattoria che, da quasi cinquant'anni, offre una spettacolare cucina tradizionale camuna, con piatti tipici a base di funghi, selvaggina, erbe di campo e frutti di bosco, con un eccezionale rapporto qualità-prezzo.    Recentemente è operativa anche come Bed and Breakfast. Consultate il loro sito: http://www.navertino.it.
Cartografia: Suggerisco di scaricare la cartina pubblicata sul sito della Pro Loco di Borno (www.bornoturismo.it/sport/trekking) e di leggere le relative proposte descritte in modo ampio e dettagliato.

Nei prati tra il Rifugio Laeng e il passo di Varicla
fioriscono centinaia di stelle alpine - foto di Sergio Gavazzeni

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