Le case di Cornalba, piccolo Comune della Val Serina, sono dominate dal massiccio campanile della chiesa parrocchiale. Durante la guerra civile, dalla cima di quel campanile, una mitragliatrice fece strage di partigiani che cercavano una fuga disperata lungo le mulattiere che ancora oggi si inerpicano nei boschi aggrappati alle pendici della Corna Bianca. In ricordo di quel massacro è stato realizzato un bellissimo sentiero partigiano che vi propongo di percorrere integralmente.
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I pascoli della Baita de Sota. Sullo sfondo la Cima della Croce. |
L'itinerario si compone di una salita remunerativa in una valle freschissima e di un'impegnativa discesa che degrada in un fitto bosco di conifere e latifoglie. Nel mezzo si percorre un meraviglioso tratto quasi pianeggiante che attraversa un giardino spontaneo con pochi eguali nelle Orobie.
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La Baita de Sota, vista dalla Baita de Sura. |
Dopo aver parcheggiato negli immediati pressi della chiesa di Cornalba (890 m) si percorre via Cornetti, dove si incontrano subito le indicazioni del sentiero partigiano che, fino al punto più alto del percorso, corrispondono al sentiero indicato con il segnavia CAI n. 503. Lo sterrato sale dolcemente fino a diventare sentiero all'imbocco della Val d'Ola. Il bosco è splendido e molto variegato. Alla fine dell'estate la fatica viene alleggerita dalla visione di una moltitudine di ciclamini.
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Cornalba vista dal sentiero partigiano. Dal campanile in primo piano
partirono le raffiche di mitraglia che falciarono i partigiani in fuga. |
Attraversando alcune volte il torrente, la traccia ben evidente supera circa 600 metri di dislivello, per sbucare sugli splendidi pascoli della Baita de Sota (1.465 m), dove ha inizio il tratto più bello e panoramico. In poco meno di un quarto d'ora si sale alla Baita de Sura (1.550 m), che rappresenta il punto più alto dell'itinerario. Abbiamo camminato circa due ore dal punto di partenza. La vista spazia dal verde intenso dei pascoli a quello più cupo delle conifere che contrastano il bianco calcareo della Cima della Croce e delle guglie del massiccio dell'Alben.
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Cappelletta di San Rocco. |
Davanti alla Baita de Sura si trovano le indicazioni dei sentieri che intersecano la grande radura. Il sentiero partigiano prosegue a sinistra (segnavia 502 e 503) per raggiungere in breve la cappelletta di San Rocco ed un piccolo stagno nel quale si specchia un panorama idilliaco. L'ambiente si fa via via più bucolico e le fioriture di stagione si sprecano, tinteggiando i prati di innumerevoli tonalità di colore.
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Il laghetto nei pressi della cappelletta di San Rocco |
Dopo trenta estatici minuti, il segnavia ci impone di rientrare nel bosco, prendendo decisamente a sinistra, fino ad arrivare ad un'altra verdissima radura oltre la quale si intravedono i pascoli della Baita Cascinetto (1.400 m), tristemente ricordata per l'attacco perpetrato dalle squadre fasciste che costò la vita ad altri quattro partigiani della brigata che presidiava il territorio della Val Serina.
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Baita Cascinetto |
Le indicazioni del sentiero dei partigiani portano a scendere in un fitto bosco. Il tratto è impegnativo, soprattutto in caso di terreno bagnato. La traccia è obbligata e non ci sono alternative, in quanto l'esito di una lite giudiziaria intentata da un privato obbliga a seguire rigorosamente il disagevole percorso segnalato. Serve quasi un'ora per ritrovare una pendenza più agevole.
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Sul tratto in discesa. |
Arrivati alle grotte della Cornabusa si può tirare il fiato e, poco dopo, si intravedono le prime case di Cornalba. Appena il bosco si apre, vale la pena di voltarsi ad ammirare l'austera imponenza della Corna Bianca.
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La Corna Bianca |
Info tecniche:
Partenza: Cornalba, Val Serina (890 m), 33 Km da Bergamo.
Dislivello: circa 700 metri complessivi.
Durata: Poco più di quattro ore.
Altri suggerimenti: L'itinerario ripercorre sentieri e visita luoghi che si sono resi tragicamente protagonisti durante la guerra partigiana. Il 25 novembre 1944 un rastrellamento organizzato dalla Compagnia O.P. di Bergamo risalì la Val Serina con l'intento di sorprendere la brigata partigiana "XXIV Maggio", che aveva base operativa proprio a Cornalba. Lungo il percorso i fascisti bloccarono due autobus di linea e perquisirono i passeggeri, trovandovi tre partigiani che vennero fermati e giustiziati sul posto. Quando i rastrellatori giunsero a Cornalba, i partigiani presenti cercarono scampo risalendo disordinatamente i sentieri che risalgono le pendici dell'Alben. Ma i fascisti, grazie ad una mitraglia sul campanile della chiesa e ad alcuni mortai posizionati ai lati del paese, colpirono ed uccisero cinque partigiani in breve tempo. Il rastrellamento nei prati, nei boschi e fra le cascine proseguì implacabile per tutta la giornata. Al termine, risultarono dieci i partigiani trucidati. Pochi giorni dopo, con un'altra operazione partita dal passo della Crocetta, fu condotta un'altra azione di rastrellamento, da parte della Guardia Forestale di San Pellegrino, che ebbe il suo culmine alla Baita Cascinetto, dove si erano rifugiati altri cinque partigiani. Soltanto uno di loro si salvò dalla furia omicida, benché gravemente ferito. Un ulteriore approfondimento su questi episodi è disponibile sull'opuscolo "Sui sentieri della libertà" realizzato dalla Tavola della Pace della Valle Brembana.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.
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L'itinerario evidenziato sulla tavola 05 della Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione.
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