venerdì 18 giugno 2021

Un anello nei freschissimi boschi sopra Somasca, al cospetto del misterioso Castello dell'Innominato.

Questo itinerario ad anello che parte da Somasca esplora territori ricchissimi di storia ed attraversa per lo più boschi fitti e molto rinfrescanti (il 90% circa del percorso è all'ombra).  Nonostante le quote basse, può quindi rappresentare una buona alternativa anche nei periodi caldi.

Giglio di San Giovanni fiorito sulla cresta boscosa del Monte Gavazzo.

L'escursione parte dal piccolo parcheggio (circa 300 m s.l.m.) posto all'ingresso del viale delle cappelle che porta all'Eremo di San Girolamo (altre informazioni utili nelle note tecniche in calce a questo post).  Si risale il viale alberato fino a raggiungere la Scala Santa, che va percorsa fino al suo termine, proprio di fronte all'Eremo del Santo, incavato nella roccia.   Qui si devia a sinistra, continuando sul sentiero cementato che, con una serie di tornanti, giunge nei pressi del recinto che racchiude i resti della Rocca di Vercurago (circa 420 m), altrimenti nota come il Castello dell'Innominato, descritto dal Manzoni nei Promessi Sposi.  

Il Monte Barro dalla Rocca di Vercurago.

E' questa una prima occasione per ammirare il panorama che si allarga su "quel ramo del lago di Como", ma anche di assaporare un luogo che ha vissuto secoli di storia belligerante, perché era il fulcro di tutte le contese del tratto di confine tra Stato di Milano e Repubblica Veneta nell'area della Val d'Erve.  Per un lungo periodo, all'interno di questi ruderi, si sono fronteggiate due distinte gendarmerie per controllare i passaggi dei rispettivi abitanti, perennemente in rissa tra loro per il possesso dei vicini pascoli e dei castagneti (altre notizie in merito nelle note tecniche). 

Interno del Castello dell'Innominato.

Dal lato opposto della rocca si scende fino all'omonima trattoria.    Si tiene la sinistra fino a raggiungere evidenti segnalazioni che indicano il sentiero che ci porterà fino a Camposecco (circa 600 m).  L'evidente tracciato si inoltra in un fitto bosco ceduo per raggiungere questa località in circa 45 minuti di cammino dalla trattoria.   Nella piccola radura si trova l'omonimo rifugio, sovrastato da una collinetta dalla quale lo sguardo si apre sul lago di Lecco e sulle montagne che lo dividono dalla Brianza.   Fino a questo punto l'escursione è consigliata a tutti.    Proseguendo serve buona gamba e, nella lunga discesa che valorizzerà il tratto finale, anche senso di orientamento.

Camposecco.

Tra una piccola baita ed il campo di bocce del rifugio Camposecco si individua la segnaletica del sentiero 929 che indica come destinazioni il Culmine ed il Monte Magnodeno.    La traccia si rituffa nel bosco, con pendenza da subito molto remunerativa e, senza spianate apprezzabili, ci porta in circa tre quarti d'ora alla località Culmine (918 m).   Siamo sulla cresta boscosa che scende dal Corno di Grao e prosegue a varcare le vette dei monti Gavazzo e Mudarga.    Prendendo a sinistra, in pochi passi si raggiunge il piccolo bivacco Mario Corti (921 m) di fronte al quale è stato posizionato un cippo (termine) indicante il confine esistente per secoli tra Stato di Milano e Stato Veneto. Dalla partenza si è camminato per oltre due ore.

Bivacco Corti e cippo di confine.

Dopo una pausa di ristoro, si ritorna al bivio del Culmine e si prosegue in quota, imboccando il sentiero della Valle (n. 801e) che ci riporterà, con un lungo tracciato, al punto di partenza.   Il primo tratto è anche il più suggestivo.  Restando nel folto della cresta boscosa, avvolti da una miriade di essenze arboree e floreali, guadagniamo la cima del monte Gavazzo (916 m) e, successivamente, del monte Mudarga (912 m).  Nei pressi delle due vette troviamo brutti roccoli di ferro e lamiera che mal si intonano all'ambiente che li circonda.   La passeggiata in quota, dal Bivacco Corti alla vetta del Mudarga, dura quasi un'ora.

Il Corno di Grao (1039 m).

Da quest'ultima cima il sentiero si fa gradinato e inizia a scendere con molta decisione.  La traccia rimane evidente ma scompare la segnaletica.  In questo tratto si incontrano due bivi privi di qualsiasi indicazione; in entrambi i casi va tenuta la destra.  La discesa è impegnativa, anche se molto panoramica.   In un paio di punti la vista sul Lago di Garlate, Vercurago e il fiume Adda è veramente strepitosa.  Si consiglia comunque di dedicare apposite soste agli scatti fotografici e di non distrarsi mentre si segue la traccia fra i ripidi pascoli che portano ai piedi di una fragile parete rocciosa particolarmente stratificata, in alcune zone imbragata da fitte reti metalliche che ne denunciano la particolare friabilità. 

Asteracea ripresa nei pressi della cima del monte Mudarga.

Le vertiginose rocce che sovrastano il paese di Somasca, veri e propri fogli di pietra scolpiti e compressi da millenari movimenti tellurici erano un'area di confine che, sul finire del diciottesimo secolo, fu oggetto di trattative tra Governo Austriaco (che aveva occupato parte della Lombardia) e la ormai moribonda Repubblica di Venezia.   Il Commissario Generale ai Confini dello Stato di Milano scrisse al governatore asburgico di cedere senza problemi la zona, perché in essa "...non c'era un gelso, né una vite, né una pertica di terreno coltivato. C'è solo qualche bosco e qualche pascolo sparso e, per buona parte, c'è solo sasso nudo."

Foschia sui laghi brianzoli, dalla cresta tra i monti Gavazzo e Mudarga.

L'impervia discesa impegna per oltre un'ora di cammino.   Dai ripidi pascoli ci si inoltra di nuovo nel bosco ceduo, fino a raggiungere una sterrata che costeggia la recinzione della Cappella degli Alpini e, poco più avanti, sbuca a monte dei prati che circondano la trattoria "La Rocca".   Non ci rimane che raggiungerla, risalire al Castello dell'Innominato, scendere all'Eremo di San Girolamo ed al suo piccolo parcheggio.

Ambretta.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 14-06-2021. Tempo stabile, caldo, con presenza di velature e foschie.
Partenza: Parcheggio di accesso alla via delle cappelle, posto al termine di via San Girolamo a Somasca, frazione di Vercurago (LC).   All'inizio del paese è disponibile un ampio parcheggio negli immediati pressi della Basilica di San Girolamo. In questo caso, per raggiungere il punto di partenza, bisogna attraversare il paese a piedi.   Somasca dista da Bergamo circa 30 chilometri, percorribili in tre quarti d'ora. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 750 metri di sola salita. L'anello è lungo poco più di otto chilometri.  
Durata: Per percorrere l'itinerario descritto servono tra le 4,5 alle 5 ore.

Il retro della Rocca di Vercurago.

Altri suggerimentiI ruderi dell'antica Rocca di Vercurago (più nota come il Castello dell'Innominato) valgono da soli la gita a Somasca.   Per raggiungerli è inevitabile passare sulla via delle cappelle e sulla Scala Santa dell'eremo di San Girolamo e il senso di spiritualità di quei luoghi contrasta efficacemente con le cruente storie di battaglie e devastazioni che la Rocca ha subito nel corso dei secoli.   Oltre a quanto già indicato nel post che descrive l'itinerario, vanno ricordati episodi minori ma significativi come la sparatoria del 1621 tra soldati milanesi e quelli veneti.  Nel 1700 la Rocca assistette al passaggio di numerose truppe austriache che transitarono in una zona da anni soggetta a totale anarchia, dove proliferavano ruberie indiscriminate, incendi e distruzione di villaggi, tagli abusivi di interi castagneti, per non parlare dei frequentissimi fenomeni di furti di intere mandrie, in particolare di pecore.  Non stupisce quindi che questo panoramicissimo complesso fortificato, già edificato ai tempi del Barbarossa, abbia ispirato al Manzoni l'epica e controversa figura dell'Innominato.
Chi fosse interessato ad approfondire episodi storici legati al contesissimo confine che delimitava la Val d'Erve può leggere l'interessante volume dal titolo: Valle Brembana antica terra di frontiera. di Giuseppe Pesenti e Franco Carminati, editrice Corponove.
Geranio sanguigno.

Altre escursioni in zona: In questo blog potete trovare un altra escursione che percorre i crinali della Val d'Erve. Il link di collegamento è il seguente: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2017/04/panorami-360-dalla-cima-del-monte.html
Cartografia: Carta dei sentieri della Val d'Erve della Ingenia Cartoguide (1:10.000), in vendita alla sede del CAI di Bergamo.

La traccia dell'itinerario, tratta dalla Carta dei sentieri della Val d'Erve,
Ingenia Cartoguide - si ringrazia per la concessione







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