lunedì 16 agosto 2021

Da Dossena alla cima del Monte Vaccareggio, interessante balcone panoramico nel cuore delle Prealpi Orobiche

Il Monte Vaccareggio è un interessante balcone panoramico situato nel cuore delle Prealpi Orobiche.    La cima è raggiungibile con un itinerario ad anello che attraversa un freschissimo bosco ricco di ciclamini e le antiche aree minerarie sfruttate nel corso di millenni.

La sagoma dell'Arera dal sentiero di salita al Monte Vaccareggio.

L'itinerario parte dalla località Villa (1074 m.), situata poco sopra il centro abitato di Dossena (nelle note tecniche trovate i dettagli per arrivarci).   Dal piccolo parcheggio bastano pochi passi in salita per trovare l'indicazione del sentiero CAI n. 599 che porta in vetta al Vaccareggio per mezzo di due diversi e distinti percorsi.    Il primo, indicato con il n. 599/A, è detto "sentiero panoramico" e tiene la destra, offrendo ampi scorci sulla Val Serina ed il Monte Alben.  Il secondo, segnalato con il n. 599/B e nominato come "sentiero delle creste", chiude l'anello a sinistra, sfiorando i dirupi della profonda Val Parina ed ammirando le coste della media Valle Brembana.

I monti Giogo e Zucchino dal sentiero di salita.

A cinque minuti dalla partenza si incontra la diramazione dei due sentieri e, seguendo l'indicazione di destra del 599/A, si penetra in un fitto bosco misto.   Con pendenza abbastanza regolare e mai troppo ripida, si continua all'ombra degli alberi, approfittando dell'incontro con alcune radure per dare uno sguardo indietro al panorama offerto dal cocuzzolo erboso del Monte Giogo, che funge da sentinella al borgo di Serina ed alle sue piccole frazioni.

Resti di manufatti dell'attività mineraria.

La traccia è evidente e sempre ben segnalata.   Dopo circa tre quarti d'ora, intorno ai 1300 metri di quota, il bosco si apre gradualmente e l'ambiente si fa brullo e roccioso, facendo anche intravvedere i resti dei manufatti dell'attività mineraria cessata negli anni '80 del secolo scorso.   Pare che l'attività estrattiva effettuata nella zona risalga addirittura all'età del bronzo, consentendo, proprio a Dossena, la creazione dei primi insediamenti stabili di tutta la Valle Brembana.

La pozza ai bordi della ex-area mineraria.

Il sentiero arriva ad una pozza, dove il panorama si apre verso Sud ed i muri a secco delimitano ancora la ex-zona mineraria.   Il tratto successivo è ricco di cavità, naturali o artificiali, a cui bisogna prestare un po' di attenzione.   Le vene di calamina, ferro e galena sono state sfruttate per certo sin dall'epoca degli antichi romani.  La manodopera era fornita dallo sfruttamento dei prigionieri di guerra fatti schiavi.   L’estrazione dei minerali veniva fatta attraverso cunicoli e strette gallerie, capaci a malapena di contenere un uomo sdraiato, che lavorava di scalpello e frantumava la roccia surriscaldandola con il fuoco e, successivamente, raffreddandola con l’acqua.   Le condizioni di salute e di vita per questi schiavi erano miserrime e le ricerche di archeologi e speleologi hanno confermato che le cavità del monte Vaccareggio furono utilizzate anche come tombe per molti di loro. 

Il monte Menna dalla cima del Vaccareggio.

Superata la zona di coltivazione mineraria, si rientra in un bosco più rado.   Manca poco alla vetta, che si raggiunge in poco meno di due ore dalla partenza, fermandosi ad un passo dal profondo dirupo che precipita nella Valle Parina, una delle aree più selvagge delle montagne bergamasche.   Dalla modesta sommità del Vaccareggio (1475 m) il panorama è veramente spettacolare.  Di fronte si stagliano il Monte Ortighera, la cima del Menna e l'inconfondibile sagoma dell'Arera.    A destra incombe l'Alben mentre a sinistra lo sguardo si perde più lontano, riconoscendo i profili del Pegherolo e del Monte Cavallo e, più discosta, si intuisce la punta aguzza del Pizzo del Diavolo.

Sul sentiero delle creste.

Per tornare si procede in direzione opposta, seguendo il "sentiero delle creste" in direzione ovest.  Si percorre il crinale per circa mezz'ora, ponendo attenzione alla segnaletica che, in questo tratto, è meno generosa rispetto ai segnavia di salita.    In un paio di occasioni sembra infatti che la traccia scenda nel bosco mentre, da una verifica più attenta, si scopre che il sentiero prosegue invece sulla cresta.   La discesa fra gli alberi sarà ben indicata più avanti, dove il sentiero piegherà decisamente a sinistra. 

Ciclamino nel bosco attraversato in discesa.

Ci aspetta ora un lungo tratto nel bosco, intervallato a metà percorso da una zona priva di vegetazione che torna a ricordarci le antiche estrazioni metallifere.    Anche all'interno del bel bosco che si sta attraversando si incontrano profonde cavità che, in alcuni casi, vengono blandamente protette da corde o nastri segnaletici.   A ben oltre un'ora dalla cima del Vaccareggio si arriva in fondo alla valle dove un paio di passarelle in legno aiutano ad attraversare il ruscello.   Nei pressi si trova anche una sorgiva (con acqua non controllata). 

Verga d'oro comune, ripresa tra i macereti dell'ex-area mineraria.

Si risale una cinquantina di metri di dislivello, arrivando in località Lavaggio (1180 m), caratterizzata da alcune cascine ristrutturate ed un gigantesco silos verde posto a guardia di una lunga stalla.   Appena oltre, si devia decisamente a sinistra, percorrendo brevemente una carreggiabile sterrata, prima di ritrovare il sentiero n. 599 che, in meno di mezz'ora, calpestando un fondo un po' accidentato, ci riporta in località Villa.

La vetta del Vaccareggio dalla località Lavaggio.

 Info tecniche:

Data dell'escursione: 13-08-2021. Tempo bello, con un po' di foschia 
Partenza: Arrivati a Dossena si prosegue sulla S.P. 26 in direzione di Serina.   Al secondo tornante si gira a sinistra, imboccando via Risorgimento che si abbandona al bivio successivo, prendendo a destra via Villa.   Dopo circa 400 metri si arriva di fronte ad un riconoscibile campo di tamburello.   Si continua su via Villa per altri duecento metri per arrivare ad un piccolo parcheggio (con fontanella) dove si lascia l'auto.   Proseguite pochi metri a piedi e trovate, a destra, l'inizio dell'itinerario.   Dossena si trova in Valle Brembana e dista da Bergamo circa 35 chilometri, percorribili in 50 minuti.  Un altro chilometro e sarete in località Villa.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 500 metri di sola salita, per una lunghezza complessiva di quasi sette chilometri.  
Durata: Per percorrere l'itinerario descritto servono circa 4 ore.

L'Alben dal sentiero delle creste. In primo piano, il Monte Castello.

Altri suggerimenti di carattere storico-culturale:  Come anticipato nella descrizione dell'itinerario, il borgo di Dossena nasce in seguito allo sfruttamento delle risorse minerarie presenti nel suo sottosuolo.   Chi fosse interessato all'argomento può anche visitare le galleria di una vecchia miniera, riattivata ai fini turistici grazie al lavoro di ripristino dei volontari dell'Associazione Miniere di Dossena, coordinati dallo stesso Comune di Dossena.  Nel loro sito internet (https://www.minieredossena.it) trovate cenni di storia e tutte le informazioni utili per la visita.
Un approfondimento particolare è disponibile sul numero 4 di Quaderni Brembani, che pubblica un articolo di Denis Pianetti sulle antiche miniere di Dossena e sui ritrovamenti effettuati dagli speleologi nelle loro cavità più recondite.    In merito, il testo ricorda un articolo pubblicato oltre cento anni fa (correva l'anno 1910) da L'Eco di Bergamo, dal titolo: “Geroglifici e tracce di schiavi egiziani nelle antiche miniere di Dossena”.   Sulla presenza degli antichi egizi in Val Brembana non ci furono ulteriori riscontri.  E' però molto probabile che, nelle profondità del sottosuolo di Dossena abbiano lavorato schiavi provenienti dall'antico Egitto, lì trascinati dai soldati romani che ne fecero preda di guerra durante l'espansione territoriale dell'impero lungo le coste nordafricane.  Il testo in questione è scaricabile da questo sito:  http://culturabrembana.com/quaderni-brembani-4.
Cartografia: Non mi risulta che l'anello qui descritto sia evidenziato su mappe cartacee attualmente in vendita.   Sul geoportale del CAI di Bergamo (http://geoportale.caibergamo.it) è però possibile scaricare un estratto di mappa in scala 1:25.000, evidenziando il numero del sentiero da percorrere (in questo caso il 599/A o il 599/B) nella funzione "cerca".

La vetta del monte Vaccareggio.


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