mercoledì 28 luglio 2021

Nel microcosmo dolomitico della Cornagera, partendo dal piccolo borgo di Ama (che nasconde un segreto).

L'altipiano di Selvino nasconde molti tesori.  Con questa escursione scopriremo il microcosmo dolomitico della Cornagera partendo da un piccolo borgo che ha custodito uno splendido segreto per oltre settant'anni.

Il torrione Longo, in Cornagera.

L'itinerario parte dal piccolo parcheggio della frazione di Ama (924 m) posto di fronte alla trattoria delle Tre Corone. Per la sua posizione altamente panoramica ed in seguito allo sviluppo urbanistico legato alla politica turistica delle seconde case, Ama ha subito una notevole trasformazione rispetto al passato.  Durante la seconda guerra mondiale il borgo era costituito da poche case in pietra, abitate da un centinaio di abitanti.   Nel 1943, cinque famiglie di religione ebraica, diciassette persone in tutto, trovarono rifugio ad Ama e furono protetti dalla discrezione di tutta la popolazione.   Il segreto rimase tale fino alla Liberazione e, successivamente, per tutti gli anni a venire fino al 2016, quando la vicenda fu resa nota dalla pubblicazione di un libro.    Nelle note in calce al post trovate ulteriori informazioni sulla vicenda.

Il borgo di Ama, visto dal sentiero di salita.

Sin dal parcheggio è evidente la segnaletica del sentiero CAI n. 537 che si inoltra nel bosco e, tramite una bella mulattiera gradinata porta, in una ventina di minuti, alla località Cantul (1015 m). Qui si attraversa la strada asfaltata per entrare in un grande parcheggio a lato del quale il tracciato riprende a salire nel bosco, ora più fitto.   Dopo circa un quarto d'ora si incontra un bivio.   Entrambi i sentieri portano alla vetta della Cornagera e sono classificati EE (per escursionisti esperti).

La croce di vetta della Cornagera.

Prendiamo a sinistra il segnavia 537/A che, con alcuni strappi, remunerativi ma senza particolari difficoltà, aggira il massiccio risalendolo da ovest.   Dopo circa un'ora da Cantul si arriva ad un colletto dal quale, tenendo la destra, in pochi attimi ci si trova di fronte alla croce che campeggia sulla cima della Cornagera (1311 m).   Bellissimo il panorama su Ganda, sui monti Rena e Misma e sulla bassa Valle Seriana.   Particolare anche il colpo d'occhio sul nucleo di Amora, di cui si narra che le sue case furono imbiancate per ricordare il gesto galante di un gruppo di rocciatori che, dopo essersi arrampicati sulle guglie della Cornagera, lanciarono sul paese numerosi cesti colmi di fiori alpestri per omaggiare le ragazze del borgo.

Il paesino di Amora, visto dal punto dove probabilmente
i rocciatori hanno lanciato i cesti floreali.

Dalla vetta ci si dirige verso nord, percorrendo in cresta il tratto più impegnativo, che giustifica la classificazione "per escursionisti esperti".   Siamo sul segnavia CAI n. 521, che va seguito con attenzione, anche se è forte la tentazione di ammirare le guglie dolomitiche che si vanno via via palesando.   In questi casi si consiglia di fermarsi, guardare quanto si vuole e, ripreso il cammino, di concentrarsi su dove si mettono gli scarponi.    Al termine della dorsale cespugliata si scende da una paretina rocciosa, al termine della quale si ritrova il segnavia 537, che ci accompagna all'interno di un labirinto di roccia, delimitato da ripide pareti ed imponenti torrioni rocciosi.

Nel buco della Carolina.

Al limite settentrionale del labirinto si incontra il mitico "buco della Carolina", uno strettissimo pertugio di roccia che, nel tratto finale, consente a stento il passaggio di una singola persona.  Usciti a rivedere la luce, si sale brevemente a destra per arrivare sulla larga sterrata di servizio dell'ovovia e delle piste da sci. La si risale fino al grande rifugio del Poieto (circa tre quarti d'ora dalla cima della Cornagera).  Dai prati del rifugio si sale in breve alla cima del monte Poieto (1360 m) dove si trova una cappelletta ed un panorama a 360° sulle prealpi orobiche.  

I prati del Poieto.

Ridiscesi al rifugio ed alla stradina sterrata, si ritorna al bivio che, a destra, ci infilerebbe di nuovo nel buco della Carolina.    Prendiamo invece a sinistra e ci rituffiamo nelle dolomie della Cornagera, completandone l'esplorazione aggirando verso Est la sua caratteristica struttura rocciosa.   In questo tratto si incrociano i torrioni più famosi, abituale palestra per generazioni di arrampicatori.   Ad ogni passo fatto in questo ambiente cresce sempre più la sensazione di essere stati catapultati in un minuscolo angolo della Terra di Mezzo. 

Nel labirinto...

Rimanendo sempre sul segnavia 537, arriviamo ad alcuni pascoli cespugliati ed incolti, per poi scendere decisamente nel bosco.   Seguendo fedelmente il tracciato, ci ritroviamo al bivio con la deviazione indicata con il 537/a, completando così una sorta di periplo della Cornagera. Si continua la discesa, ritrovando la località Cantul e, successivamente, il borgo di Ama con il suo silenzioso segreto.

Campanula selvatica nel bosco che circonda la Cornagera.

Info tecniche:

Data dell'escursione: 25-07-2021. Tempo umido e nuvoloso, con perturbazione in avvicinamento.
Partenza: Parcheggio sulla via principale del borgo di Ama (frazione di Aviatico), posto dopo la chiesa e di fronte alla trattoria Tre Corone.   Ama si trova sull'altipiano di Selvino, dista da Bergamo poco più di 20 chilometri, percorribili in 35 minuti. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: quasi 500 metri di sola salita, per una lunghezza complessiva di cinque chilometri e mezzo.  
Durata: Per percorrere l'itinerario descritto servono circa 3 ore e mezza.
Il torrione Gemelli, in Cornagera.

Altri suggerimenti di carattere storico-culturaleCome anticipato nella descrizione dell'itinerario, il borgo di Ama è il protagonista silenzioso del libro intitolato "Un rifugio vicino al cielo" di Aurora Cantini, Silele Edizioni.    Il testo narra le vicende di cinque famiglie di religione ebraica che trovarono rifugio nelle case di Ama dalle persecuzioni nazi-fasciste dal 1943 fino ai giorni della Liberazione.  La maestra elementare, il parroco, i partigiani locali e tutto il paese hanno contribuito a proteggere e salvare queste famiglie.  Una di queste si era nascosta nell'appartamento vicino all'Albergo Tre Corone, all'interno del quale era installato l'unico telefono funzionante del borgo.   A questo apparecchio chiamava un'amica di Bergamo che li preavvisava della partenza dei rastrellamenti e permetteva agli abitanti del paese di portare i rifugiati nelle stalle della minuscola frazione di Predale dove si sarebbero nascosti insieme ai partigiani ed ai giovani renitenti alla leva.    Dopo la guerra nessuno ha più parlato di questa vicenda, prima per timore di ritorsioni poi, forse, per discrezione e rispetto.   Il segreto è stato rotto solo nel 2016, quando un'anziana di Ama, all'epoca ragazzina 14enne, ha cercato di entrare in contatto con la sua amica coetanea che faceva parte di una delle famiglie ebree. 

Doronico dei macereti, aggrappato alla dolomia della Cornagera.

A poca distanza, in Comune di Selvino, si trova la ex Colonia di Sciesopoli che, al termine della seconda guerra mondiale e fino al 1948, ospitò centinaia di bambini ebrei, moltissimi dei quali orfani, sopravissuti ai ghetti ed ai campi di concentramento o vissuti per strada e nascosti nelle foreste.   Nell'edificio del Municipio di Selvino è stato realizzato un museo memoriale che racconta questa storia di rinascita e speranza.    Il museo è aperto tutte le domeniche dei mesi estivi e la prima domenica del mese nelle altre stagioni.   Nelle giornate di apertura del museo, effettuando prenotazione anticipata, è possibile visitare l'edificio di Sciesopoli.    Prenotazioni a mezzo mail (sciesopoli@comunediselvino.it) o chiamando il n. 035 0521582.

La mulattiera che porta da Ama al Cantul.

Altri suggerimenti di carattere gastronomico: Sul tracciato dell'escursione è possibile effettuare una sosta di ristoro al Rifugio Monte Poieto, normalmente aperto nei fine settimana.  Sono predisposti anche appositi spazi all'aperto.  Maggiori info: www.montepoieto.it oppure https://www.facebook.com/RifugioMontePoieto.
Ad Ama, proprio di fronte al parcheggio di partenza dell'escursione, si trova ancora la Trattoria Tre Corone, dove giungevano le telefonate che avvisavano dell'imminente arrivo dei rastrellamenti nazi-fascisti.   Esternamente l'edificio è rimasto pressochè immutato.   L'interno è stato ristrutturato ed è diventato un bistrot, dotato anche di terrazza esterna con vista panoramica.   Per saperne di più: https://www.facebook.com/trecoronebistrot.
Altre escursioni in zona: In questo blog potete trovare un'altra escursione che parte negli immediati pressi.  Il link di collegamento è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/05/da-aviatico-al-monte-suchello-il.html.
Cartografia: Carta turistico-escursionistica della Provincia di Bergamo (tavola 08). Scala 1:25.000.

Fuori dal labirinto, seguendo il segnavia n. 537.


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