mercoledì 7 febbraio 2024

Dal fondovalle a Bondo di Colzate, fino a raggiungere i panorami regalati dalla cima del Pizzo Frol, a picco sulla Val del Riso.

 🥾 Dislivello: circa 620 metri               ⌚ Durata:  4 ore               📏Lunghezza: 9,5 km

L'Alben dalla cima del Pizzo Frol.

La partenza dell'itinerario si trova negli immediati pressi del parcheggio a servizio della fabbrica ITEMA, posto in fondo a via Gianni Radici,nella zona industriale di Colzate (430 m circa). Il punto di partenza, ben indicato con segnaletica verticale, è anche l'inizio del sentiero CAI n. 526/A, da seguire per un lungo tratto. I primi passi portano ad un ponticello che, voltando a destra, supera un torrente che scende dal bosco ceduo, all'interno del quale si risale fino alle prime case della frazione di Bondo.

Elleboro sul sentiero CAI n. 326/A.

La stradella, con due tornanti cementati, guadagna quota portandoci all'inizio di un sentiero che si tuffa deciso fra la fitta vegetaziome. Dopo pochi passi si incontra un bivio ben segnalato, dove teniamo la destra, per poi salire con buona pendenza tra belle fioriture di ellebori e qualche timida primula.

Primuline nel bosco.

Si continua per una buona mezz'ora (660 m circa), fino ad un tratto dove il bosco tende a diradarsi e si incontra un bivio non segnalato, Tenendo la sinistra, si prosegue per qualche minuto, ritrovando la segnaletica biancorossa del 526/A, che ci guida verso un tratto in falsopiano. Successivamente superiamo un ultimo deciso strappo, che ci deposita di fronte ad una suggestiva santella. Stiamo camminando da circa tre quarti d'ora e si vedono le prime case di Bondo.

La santella, poco prima di Bondo.

In meno di dieci minuti si sbuca sull'asfalto, giusto all'altezza della segnaletica stradale indicante l'ingresso nel territorio di Bondo (765 m-meno di un'ora dalla partenza). Di fronte troneggia la chiesa parrocchiale di San Bernardino. Pestando l'asfalto per una ventina di metri, si intravede, sulla sinistra, una palina verticale che regge anche una freccia biancorossa. L'indicazione ci fa imboccare una larga mulattiera che porta ad una scalinata.

La chiesa di Bondo con la mulattiera da percorrere.

Il primo insediamento nei dintorni dell'attuale Bondo (toponimo indicante, per i popoli prelatini, una conca con presenza di acqua) fu creato dai celti, qualche secolo prima di Cristo. In epoca romana il borgo fu utilizzato come base per gli schiavi che lavoravano nelle miniere della Val del Riso. Attualmente la frazione conta circa 200 abitanti, la maggior parte dei quali vive nelle cascine e nei borghi sparsi fral le colline, fuori dall'agglomerato principale sorto nei pressi della chiesa parrocchiale.

Bondo: lavatoio coperto ed edificio con loggiato.

Arrivati in cima alla scalinata si attraversa la strada, entrando in Piazza San Bernardino, dove si possono ammirare l'antico lavatoio coperto ed un'abitazione con suggestivo loggiato in legno. I segni biancorossi del CAI disegnano una traccia che sale nel cuore del borgo fino a rincrociare la strada carrozzabile in corrispondenza delle ultime case. Qui si volta decisamente a destra e, calpestando l'asfalto, si sale con gradualità, restando sempre sulla traccia del sentiero CAI n. 526/A.

La Tribulina al Colle di Bondo.

Dopo cinque minuti si incontra un bivio dove si tiene la destra e si continua a salire in campo aperto, sino a raggiungere il Colle di Bondo (830 m circa-un'ora e un quarto dalla partenza), presidiato da una rustica tribulina dedicata a Sant'Antonio. Il sentiero del CAI ci abbandona voltando a sinistra, verso Barbata. Noi proseguiamo diritti, restando sul nastro d'asfalto, che costeggia il bosco. Tra prati, cascine ed altri edifici un tempo rurali ora residenziali e con alcune belle visuali sulla media e bassa Valle Seriana, si giunge nei pressi di una cascina che riporta il numero civico 26.

Il fondovalle dal Colle di Bondo.

La si supera di pochi metri, fino ad incontrare, sulla destra, una strada privata cementata. La si percorre salendone un paio di tornanti, al termine dei quali si arriva a costeggiare una bella abitazione con muri esterni in pietra a vista (986 m-circa tre quarti d'ora da Bondo). La sterrata procede oltre, volgendo a destra e pianeggiando per un buon tratto.

Cascina lungo l'ultimo tratto di sterrata.

Alla nostra sinistra si apre un bel panorama sul Val del Riso, sulle cime di Belloro e sul versante sud della Valcanale. In meno di dieci minuti si raggiunge uno slargo, oltre il quale lo sterrato prende a scendere. Da questo slargo si sale a sinistra, seguendo un'esilissima traccia che si perde nell'erba. La direzione da prendere è data dalla vetta dell'ormai vicino Pizzo Frol. 

La Presolana dalla vetta del Pizzo Frol.

Senza percorso obbligato (che significa aver rinunciato a ritrovare l'esilissima traccia) si sale traversando tra roccette, ripidi prati ed isolate betulle. Alle spalle si apre una maestosa vista sulle nere guglie dell'Alben. In breve si raggiunge un primo cocuzzolo. A destra gli strapiombi lasciano intravvedere la cava del Ponte del Costone. Di fronte comincia a palesarsi il massiccio della Presolana e l'altipiano di Clusone. A sinistra la Val di Riso e la sua splendida cornice di vette. 

Il versante sud della Valcanale dalla vetta del Pizzo Frol.

Poco oltre ci aspetta una seconda cimetta. E' la nostra meta, che si raggiunge in un attimo. Dal Pizzo Frol (1055 m-due ore un quarto dalla partenza) lo spettacolo è entusiasmante. A sud si spazia dal fondovalle alla cima del monte Cavlera ed ai boschi che circondato il minuscolo borgo di Barbata.

Il monte Cavlera ed i boschi di Barbata dalla vetta del Pizzo Frol.

A sinistra, accanto alle creste del monte Alben, si intravede la mole del Menna. Poco oltre il Grem e le altre cime che dominano gli abitati di Gorno ed Oneta. Poco dietro spuntano i profili delle vette dolomitiche della Valcanale, con un'insolita vista sulla Corna Piana. Poco più in basso verdeggiano le dolci cime di Belloro e gli ameni prati di Alino, da cui sale il tracciato che arriva in cima al monte Vaccaro.

In primo piano Parre, in mezzo il Sapél Nè, la Senda e le cime Blum e Parè. 
Dietro le Orobie, con il Ferrante in mezzo e a destra la Presolana

Di fronte, oltre i solivi pianori che ospitano Premolo e Parre, parte la lunga cresta che unisce il Sapel Nè, la Senda, Cima Blum ed il monte Parè al massiccio della Presolana. Ai lati della Regina si intravvedono il panettone calcareo del Ferrante e le guglie del Pizzo Camino. Più a destra e ben più vicini, gli aspri versanti dei Pizzi Falò, Guazza e Formico. Tra questi Pizzi ed le pendici del Frol, in fondo ai dirupi, si trova l'ansa del Serio superata dal Ponte del Costone, involontario protagonista di molti episodi della storia locale della Valle (qualche spunto nelle note tecniche).

I segni dell'uomo: la cava del Ponte del Costone
dalla cima del Pizzo Frol.

Per anni le falde orientali del Pizzo Frol furono oggetto di incendi dolosi, innescati nelle immediate vicinanze del Ponte del Costone. La ripetitività dei roghi aveva bruciato gran parte della superficie boschiva che ricopriva questo versante. Nel 2017 il piromane, un pensionato settantatrenne di Clusone, venne arrestato in flagrante dai Carabinieri e condannato a tre anni e dieci mesi per incendio boschivo doloso. Fu considerato l'autore di almeno otto roghi appiccati alla base del Pizzo Frol. Da allora la vegetazione ha lentamente ripopolato il territorio che, lentamente, con i ritmi propri della natura, sta riprendendo le forme originarie.

Il minuscolo borgo di Barbata, visto dal sentiero di discesa.

Il ritorno avviene calcando lo stesso tragitto percorso all'andata. La discesa impiega poco più di un'ora e mezza.

Bondo: il lavatoio e la chiesa di San Bernardino.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 04-02-2024 - Sereno, con innocue velature.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio di fronte alla fabbrica ITEMA spa, in via Gianni Radici 4 - Colzate, che dista
 circa 23 km dal centro di Bergamo, percorribili in mezz'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana per una ventina di chilometri. Superato il bivio per Vertova si giunge ad una rotonda che a destra sale a Casnigo. Si procede diritto verso Nord per un altro chilometro e mezzo, fino ad individuare, sulla sinistra, un ponte sul fiume Serio che conduce al parcheggio di via Gianni Radici.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 620 metri di dislivello per una lunghezza complessiva, tra andata e ritorno, di nove chilometri e mezzo
Durata: Salita e discesa per il medesimo percorso impegnano per circa quattro ore, escluse le soste. 

Fiori di zafferano selvatico ai margini del bosco di Bondo.

Notizie storiche sul Ponte del Costone: Il ponte del Costone fu voluto da Napoleone Bonaparte e venne realizzato dall'Ing. Vidali tra gli anni 1812 e 1816. In precedenza, questa zona, che rappresenta una sorta di imbuto naturale nel quale scorre impetuosamente il Serio, era pericolosa ed insicura, sia per le caratteristiche naturali, che per la presenza di briganti e contrabbandieri. Con la sua realizzazione, il ponte del Costone divenne una porta che unisce le zone industriali e le dolci colline della bassa Valle Seriana con i piccoli arroccati borghi ed i circhi di vette dell'Alta Valle. Altre notizie interessanti ed utili si trovano a questo link: https://www.valseriana.eu/blog/coston-bridge-nato-per-unire.
 
La Val del Riso vista dalla cima del Pizzo Frol.

Altre escursioni in zona: In questo blog vengono proposte altre due escursioni su questi versanti. I link di collegamento sono:
-https://dislivellozero.blogspot.com/2022/01/dal-santuario-di-san-patrizio-alla-cima.html;
-https://dislivellozero.blogspot.com/2018/10/i-tesori-del-monte-secretondo.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

L'itinerario proposto evidenziato in verde sulla tavola 05
della  Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
In rosso altri due tracciati percorribili in zona e descritti nel blog.
Si ringrazia per la concessione.


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