sabato 31 maggio 2025

Perdersi nella giungla della Senda, dove la selva ha ripreso i suoi spazi, cancellando i vecchi sentieri.

I monti Alino, Vaccaro e Secco dai pressi del valico della Senda.

Sono reduce da un'avventurosa escursione che, da Piario, mi avrebbe dovuto portare sulla cima del monte Ost, attraversando i boschi cedui della Senda. Purtroppo la traccia, ben evidenziata in una delle numerose app pensate per l'escursionismo, si è ben presto persa nel groviglio di una fitta vegetazione.

Villa d'Ogna dal sentiero gradinato che sale da Piario alla ex-Cantoniera.

Era evidente che nessuno era passato di lì da parecchio tempo e non ho quindi insistito nel "ravanare" alla ricerca di un percorso ormai non più disponibile. Mentre ritornavo sui miei passi, oltre a fotografare belle fioriture, mi sono ritrovato a pensare sullo stato dei sentieri delle nostre Orobie.

Giaggiolo susinario nella boscaglia della Senda.

Ormai sono parecchi anni che le frequento, ritrovandomi a rinunciare, sempre più spesso, agli itinerari più battuti, solitamente diretti a conquistare le cime. Un mondo di sassi, strapiombi e nevai che mi attira molto meno dei vecchi sentieri e delle storiche mulattiere che uniscono frazioni e contrade con i  pascoli alti ed il fondovalle. La cosiddetta "mezza montagna", testimone di secoli di storia quotidiana, fatta di lavoro e tanta fatica, di un'agricoltura di mero sostentamento, di un'architettura rurale ai limiti dell'essenzialità e, al tempo stesso, evidenza della grande saggezza dei nostri avi per la scelta della posizione e la funzionalità degli ambienti.

Erba limonina nella boscaglia della Senda.

Trascurare queste tracce è come cestinare il sapere del passato, privarsi della memoria. Credo che sarebbe estremamente positivo se i nostri Comuni, la Comunità Montana e la Provincia, si attrezzassero per recuperare e manutenere questi antichi percorsi di collegamento. Oltre al loro effettivo valore storico, potrebbero essere una valorizzazione del turismo sostenibile, il cui potenziale ritorno economico mi sembra ampiamente sottovalutato. 

Il bosco riprende i suoi spazi...

Tornando alla mia piccola avventura, rinuncio a descrivere le mie intenzioni di percorso, perdute nel folto della boscaglia, in gran parte composta da arbusti di nocciolo cornuto. La vegetazione era talmente fitta che gli unici spazi aperti erano le piazzole di servizio dei tralicci dell'alta tensione. Per oltre un'ora ho seguito tracce che svanivano nel nulla. Uscito, per puro caso, su una fascia tagliafuoco, una freccia indelebile che colorava di fucsia un masso a terra, direzionava una traccia in salita che seguiva pedissequamente il ripido pendio della fascia stessa, senza nessuna evidenza di percorso logico.

Uno sguardo su Piario ed il monte Sapèl Né.

Probabilmente quella freccia era un segnale superstite di una di quelle "Vertical Race" molto di moda nel recente passato. Ho definitivamente rinunciato, dirigendomi verso un varco nella vegetazione, oltre il quale ho trovato una sterrata che, partendo dal valico della Senda, raggiunge, in leggera salita, una località denominata Cascina Bastone. Un ambiente suggestivo, composto dall'edificio rurale in fase di ristrutturazione ed una bellissima abitazione con tanto verde intorno, da cui si gode un bel panorama sul Pizzo Formico, il Colle Crosio e parte dell'abitato di Clusone.

Nei pressi di Cascina Bastone.

Un angolo che non mancherò di riscoprire, andando a percorrere un'evidente traccia che, partendo dal lato a monte della Cascina, sembra salire decisa in direzione del monte Ost. L'importante è riprovarci, magari fra qualche mese, quando la magia dei colori autunnali potrebbero mitigare un'altra possibile delusione.

Fioritura di citiso nei pressi di Cascina Bastone.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 28-05-2025 - Tempo bello con qualche velatura.
Mini resoconto dell'escursione: Ho iniziato a camminare nei pressi del parcheggio a servizio dei giardini pubblici di via Mazzini, dirigendomi verso Villa d'Ogna. Ho risalito via Bergamo fino ad incrociare via Candrietti. Alla sinistra del bivio stradale si individua un bel sentiero gradinato, affiancato da due filari arborei, che sale verso la provinciale 50, denominata "strada della Senda". Attraversata la provinciale, si sarebbe dovuto ritrovare un'evidente traccia che, salendo nella fitta boscaglia, si dirigeva verso il Monte Ost. Così purtroppo non è stato.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: nel mio vagare senza meta, ho percorso circa 5 km, coprendo un dislivello di circa 300 metri.
Durata: Ho camminato per circa due ore e mezzo.

La Madonnina della Senda.

Itinerari alternativi e luoghi che meritano una visita: Scendendo lungo la provinciale 50, che da Clusone porta a Villa d'Ogna, pochi metri prima del bivio per Piario, si intravvede, sulla destra, una freccia gialla che indica la direzione per raggiungere la Madonnina della Senda. Se siete in macchina potete fermarvi nel piccolo parcheggio a sinistra della ex-Cantoniera e risalire a piedi. Il tracciato che porta all'edificio religioso faceva parte della vecchia mulattiera che univa Clusone a Villa d'Ogna. Dalla freccia direzionale, in soli cinquanta metri in piano, si raggiunge la piccola cappelletta porticata, che risale al XVII^ secolo ed è stata recentemente restaurata a cura del gruppo Alpini di Clusone.
Per raggiungere invece la località Cascina Bastoni, è necessario raggiungere il valico della Senda (punto più alto della Provinciale 50). E' possibile fermarsi all'ampio parcheggio del Sole, sede ogni lunedì del mercato di Clusone. Da lì si sale a piedi lungo via Concerie. Al valico, sulla destra, si nota una freccia che dirige al Fontanino della Mamma. Si procede lungo questa stradina che diventa subito sterrata e sale nel bosco. Superato un tornante si prosegue diritto fino alla Cascina Bastù ed al successivo edificio da cui si ammira un bel panorama sull'altipiano di Clusone ed il Pizzo Formico. (40 minuti a salire, meno di 30 a scendere).

Da Cascina Bastone, panorama su Colle Crosio, San Lucio e Pizzo Formico.

Altre escursioni in zona:
In questo blog sono pubblicate due escursioni che partono da Piario. La prima raggiunge la cima del Sapèl Né, la seconda esplora la Costa del Vaccaro. I link di collegamento sono i seguenti:
https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/da-piario-alla-vetta-del.html;
Partendo invece da Clusone, per esplorare questa zona, potete consultare l'escursione che tocca le cime dei monti Simer e Crapet. Il link è questo: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/un-anello-da-clusone-alla-conquista.html.
Cartografia: L'unica mappa che può essere di qualche aiuto è la Tavola 05 della Carta Turistico-Escursionistica in scala 1:25.000 realizzata a cura della Provincia di Bergamo, ormai purtroppo difficilmente reperibile. 

Primo sole su Piario.





martedì 6 maggio 2025

Da Piario un anello che attraversa il Serio ed i boschi della Costa del Vaccaro, con ritorno "ondeggiante" sul Put che bala.

🥾 Dislivello: circa 250 metri       ⌚ Durata: due ore e un quarto      📏Lunghezza: 7 chilometri

I pascoli fioriti di Piario. Sullo sfondo il monte Fortino (1294 m).

Si parte da Piario (540 m circa) dopo aver parcheggiato accanto ai giardini pubblici situati tra Via Mazzini e via Foppa. Si attraversa la strada provinciale n. 51 e si prende brevemente a sinistra, fino ad arrivare al punto in cui via Mazzini si trasforma in via Speranza. Proprio qui diparte una mulattiera che scende a raggiungere i pascoli che costeggiano la sponda sinistra del fiume Serio.

Primo sole su Cascina Bròseda.

Arrivati al termine dell'acciatolato si prende lo sterrato di sinistra che, in breve, giunge accanto a Cascina Bròseda, probabilmente la più antica del paese. Poco oltre si calpesta l'asfalto e, voltando a destra in via De Gasperi, si raggiunge in pochi minuti la passerella pedonale che attraversa il Serio (520 m circa-dieci minuti dalla partenza). 

Dal ponte pedonale: panorama sul Pizzo del Diavolo.

Raggiunta la riva opposta si entra in un ombreggiato parco pubblico. Si cammina sulla ciclopedonale, voltando a sinistra al primo bivio e giungendo in breve in via Giovanni Festi. Pochi passi, ancora a sinistra. e si imbocca via Principe Umberto, percorrendola fino ad incontrare la Strada Provinciale n. 49 della Valle Seriana Superiore (515 m-venti minuti dalla partenza- percorsi 1, 5 km).

Dal ponte pedonale: la vista verso sud, a sinistra i tetti di Piario ed il Pizzo Formico.

Si attraversa la SP 59 e, voltando a sinistra, la si costeggia brevemente in direzione sud. Dopo meno di 200 metri si trova una sterrata, che rientra verso destra e, dopo un breve tratto in piano, prende a salire nel bosco ceduo con una serie di serpentine. Si recupera rapidamente quota e, dopo cinque tornanti, si raggiungono due cascine (circa 605 metri-40 minuti dalla partenza). Qui si trova un bivio dove si pianeggia tenendo la sinistra ed incontrando, poco dopo, il primo segnavia del percorso (un semplice bollo rosso).

Arrivo alla cascina di quota 605 m.

Continuando a tenere la sinistra, si procede in piano nel fitto bosco ceduo che ombreggia la Costa del Vaccaro. Raggiungiamo l'ennesimo bivio, dove entrambe le direzioni sono segnalate con bolli rossi. Continuiamo a tenere la sinistra con andamento pianeggiante. Dopo una ventina di minuti dalle due cascine si incontra un ennesimo bivio composto da un sentiero che scende deciso a sinistra e la nostra traccia che, stavolta, pianeggia tenendo la destra. Proseguiamo diritti e, in pochi minuti si raggiunge una sorgente con piccola vasca per l'abbeverata del bestiame, dove riprendiamo a pianeggiare tenendo la sinistra, ignorando una traccia che sale a destra. 

Erba-Perla Azzurra in fiore nel bosco della Costa del Vaccaro.

Finalmente si arriva ad un bivio (parzialmente) segnalato (circa 650 metri di quota, 3,5 km ed un'ora e un quarto dalla partenza). L'indicazione è per il Monte Alino (salire a destra). Il nostro itinerario invece prosegue sulla traccia di sinistra, scendendo in leggera pendenza. Dopo nemmeno cinque minuti raggiungiamo la bella Cascina del Ciliegio, che regala anche un significativo panoramo, ricco di contrasti su Martorasco, il fiume Serio, Piario, l'imponente fabbrica di tecnopolimeri, con il Sapél Nè a fare da sfondo.

La Cascina del Ciliegio (a 650 metri di quota).

Dopo la sosta si raggiunge l'ingresso del vialetto d'accesso alla cascina, voltiamo a sinistra su una stradina cementata, che scende con decisione lungo il fianco sinistro della boscosa Valle dei Frati. Dopo una ventina di minuti si scorge un fabbricato sulla sinistra, dove si dirige anche la cementata, che ha come meta il piccolo borgo rurale di Martorasco. Siamo ad un bivio evidenziato da un cartello che impedisce il transito ai motocrossisti.  Qui giriamo a destra, seguendo un'evidente traccia nell'erba. Pochi passi in piano ci portano verso un bel muretto a secco dove, d'un tratto, la traccia scompare. 

La traccia nell'erba...

Scendiamo in diagonale nel prato fiorito ed individuiamo subito una struttura in cemento atta all'accumulo del letame. La traccia riprende, ben evidente, a lato del letamaio stesso e si trasforma ben presto in asfalto. Camminandoci sopra per altri cinque minuti si incontrano i primi fabbricati della frazione di Sant'Alberto. Siamo in via Grumello, che scende dolcemente compiendo un'ampia curva proprio nei pressi della Cooperativa Sociale Sottosopra, al termine della quale l'asfalto si biforca.

La Costa del Vaccaro dai prati alti di Sant'Alberto.

Scendendo a destra si raggiungerebbe, a vista, la strada provinciale n. 49. Noi imbocchiamo invece, a sinistra, via Sant'Alberto, che pianeggia tra belle villette e piccoli capannoni artigianali (e niente traffico) fino a raggiungere l'omonima piazza, dove si può ammirare la casa natale del Beato Alberto di Villa d'Ogna (dettagli storici nelle note tecniche). 

Il Pizzo Formico dai tetti di Sant'Alberto.

Si attraversa la provinciale sulle strisce pedonali portandoci di fronte al Ristorante Moro, accanto al quale si trova l'accesso per il ponte ballerino (o Put che bala, in dialetto-500 m di quota, due ore circa dalla partenza, percorsi 5,7 km). Lo attraversiamo, verificando personalmente che, in effetti, vi si può danzare a buon ritmo, soprattutto se si incrociano persone che provengono dal lato opposto.

Ol put che bala, visto dalla sponda piariese.

Raggiunta l'altra sponda teniamo la sinistra calpestando l'asfalto della ciclopedonale che, in una decina di minuti, ci riporta, tra splendide fioriture di aglio orsino e belle viste sul fiume Serio, al grande pascolo sul quale siamo scesi all'inizio della nostra escursione. Arrivati ad un bivio possiamo scegliere se circumnavigare il pascolo in senso antiorario per ritrovarci sul medesimo tracciato dell'andata o se tenere la destra (in direzione di Candrietti) che ci porta a deviare, ancora a destra, su un erto ma breve strappo nel bosco che ci deposita proprio di fronte al punto di partenza dell'escursione.

I pascoli di Piario visti dal punto di partenza (e arrivo) dell'escursione.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 02-05-2025 - Tempo bello.
Punto di partenza dell'escursione: Per raggiungere Piario si percorre la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si gira a destra in direzione di Clusone.  Risaliti due tornanti si arriva ad una rotonda, dove si prende a sinistra la Strada Provinciale 51 che, attraverso la pineta di Clusone, porta all'Ospedale di Groppino ed al successivo abitato di Piario. Alle prime case del paese si tiene la sinistra (via Monsignor Speranza) attraversando il centro abitato (strada stretta a doppio senso; andate piano). Dopo il Municipio e la Farmacia si supera anche un parcheggio che resta sulla sinistra, individuando, cento metri dopo, sulla destra, il piccolo parco giochi con gli stalli dove parcheggiare. Dal centro di Bergamo sono poco più di 33 km, percorribili in circa tre quarti d'ora.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 250 metri di dislivello per una lunghezza totale di 7 chilometri.
Durata: Per compiere l'intero anello si cammina per poco più di due ore e un quarto, al netto delle soste.

La costa e la cresta del Vaccaro viste da Piario. L'itinerario pianeggia nel
bosco all'altezza della cascina al centro dell'immagine 
(foto invernale).

La casa natale del Beato Alberto: Questo edificio assume particolare interesse dal punto di vista storico. Nel corso della sua plurisecolare esistenza (risale all'XI° secolo) si trasforma in diverse destinazioni d'uso. Edificata come casa contadina poco prima della nascita del Beato, alla sua morte i conterranei, grazie anche ai suoi lasciti, la ampliarono, costruendo una chiesa con annesso ospedale (uno dei primi dell'intera Val Seriana). Nel 1600 il complesso viene trasformato in un monastero, rimanendo tale fino all'avvendo degli editti napoleonici. Venne quindi acquistato da privati poco prima di essere sepolto, nel 1823, da un'imponente frana staccatasi dalle pendici del monte Vaccaro. Nel 1903, in seguito alla traslazione delle spoglie del Beato Alberto nella parrocchiale di Villa d'Ogna, è iniziato un recupero parziale della casa natia, in cui restano ancora tracce dell'antico convento.
Ol put che bala da sponda a sponda (foto invernale).

Altre escursioni in zona: Dal cimitero di Piario parte un'escursione che raggiunge la panoramicissima vetta del Sapèl Né, che divide il minuscolo altipiano piariese dalla ben più grande piana di Clusone. Ne trovate la descrizione dettagliata, cliccando sul seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/da-piario-alla-vetta-del.html.
Cartografia: Quest'area è trascurata dalle principali carte escursionistiche delle Orobie. 

In primo piano i fabbricati della Manifattura Festi Rasini, fondata nel 1889
e attiva fino all'anno 2011. Nel 1940 vi lavoravano circa 1.400 dipendenti.