martedì 6 maggio 2025

Da Piario un anello che attraversa il Serio ed i boschi della Costa del Vaccaro, con ritorno "ondeggiante" sul Put che bala.

🥾 Dislivello: circa 250 metri       ⌚ Durata: due ore e un quarto      📏Lunghezza: 7 chilometri

I pascoli fioriti di Piario. Sullo sfondo il monte Fortino (1294 m).

Si parte da Piario (540 m circa) dopo aver parcheggiato accanto ai giardini pubblici situati tra Via Mazzini e via Foppa. Si attraversa la strada provinciale n. 51 e si prende brevemente a sinistra, fino ad arrivare al punto in cui via Mazzini si trasforma in via Speranza. Proprio qui diparte una mulattiera che scende a raggiungere i pascoli che costeggiano la sponda sinistra del fiume Serio.

Primo sole su Cascina Bròseda.

Arrivati al termine dell'acciatolato si prende lo sterrato di sinistra che, in breve, giunge accanto a Cascina Bròseda, probabilmente la più antica del paese. Poco oltre si calpesta l'asfalto e, voltando a destra in via De Gasperi, si raggiunge in pochi minuti la passerella pedonale che attraversa il Serio (520 m circa-dieci minuti dalla partenza). 

Dal ponte pedonale: panorama sul Pizzo del Diavolo.

Raggiunta la riva opposta si entra in un ombreggiato parco pubblico. Si cammina sulla ciclopedonale, voltando a sinistra al primo bivio e giungendo in breve in via Giovanni Festi. Pochi passi, ancora a sinistra. e si imbocca via Principe Umberto, percorrendola fino ad incontrare la Strada Provinciale n. 49 della Valle Seriana Superiore (515 m-venti minuti dalla partenza- percorsi 1, 5 km).

Dal ponte pedonale: la vista verso sud, a sinistra i tetti di Piario ed il Pizzo Formico.

Si attraversa la SP 59 e, voltando a sinistra, la si costeggia brevemente in direzione sud. Dopo meno di 200 metri si trova una sterrata, che rientra verso destra e, dopo un breve tratto in piano, prende a salire nel bosco ceduo con una serie di serpentine. Si recupera rapidamente quota e, dopo cinque tornanti, si raggiungono due cascine (circa 605 metri-40 minuti dalla partenza). Qui si trova un bivio dove si pianeggia tenendo la sinistra ed incontrando, poco dopo, il primo segnavia del percorso (un semplice bollo rosso).

Arrivo alla cascina di quota 605 m.

Continuando a tenere la sinistra, si procede in piano nel fitto bosco ceduo che ombreggia la Costa del Vaccaro. Raggiungiamo l'ennesimo bivio, dove entrambe le direzioni sono segnalate con bolli rossi. Continuiamo a tenere la sinistra con andamento pianeggiante. Dopo una ventina di minuti dalle due cascine si incontra un ennesimo bivio composto da un sentiero che scende deciso a sinistra e la nostra traccia che, stavolta, pianeggia tenendo la destra. Proseguiamo diritti e, in pochi minuti si raggiunge una sorgente con piccola vasca per l'abbeverata del bestiame, dove riprendiamo a pianeggiare tenendo la sinistra, ignorando una traccia che sale a destra. 

Erba-Perla Azzurra in fiore nel bosco della Costa del Vaccaro.

Finalmente si arriva ad un bivio (parzialmente) segnalato (circa 650 metri di quota, 3,5 km ed un'ora e un quarto dalla partenza). L'indicazione è per il Monte Alino (salire a destra). Il nostro itinerario invece prosegue sulla traccia di sinistra, scendendo in leggera pendenza. Dopo nemmeno cinque minuti raggiungiamo la bella Cascina del Ciliegio, che regala anche un significativo panoramo, ricco di contrasti su Martorasco, il fiume Serio, Piario, l'imponente fabbrica di tecnopolimeri, con il Sapél Nè a fare da sfondo.

La Cascina del Ciliegio (a 650 metri di quota).

Dopo la sosta si raggiunge l'ingresso del vialetto d'accesso alla cascina, voltiamo a sinistra su una stradina cementata, che scende con decisione lungo il fianco sinistro della boscosa Valle dei Frati. Dopo una ventina di minuti si scorge un fabbricato sulla sinistra, dove si dirige anche la cementata, che ha come meta il piccolo borgo rurale di Martorasco. Siamo ad un bivio evidenziato da un cartello che impedisce il transito ai motocrossisti.  Qui giriamo a destra, seguendo un'evidente traccia nell'erba. Pochi passi in piano ci portano verso un bel muretto a secco dove, d'un tratto, la traccia scompare. 

La traccia nell'erba...

Scendiamo in diagonale nel prato fiorito ed individuiamo subito una struttura in cemento atta all'accumulo del letame. La traccia riprende, ben evidente, a lato del letamaio stesso e si trasforma ben presto in asfalto. Camminandoci sopra per altri cinque minuti si incontrano i primi fabbricati della frazione di Sant'Alberto. Siamo in via Grumello, che scende dolcemente compiendo un'ampia curva proprio nei pressi della Cooperativa Sociale Sottosopra, al termine della quale l'asfalto si biforca.

La Costa del Vaccaro dai prati alti di Sant'Alberto.

Scendendo a destra si raggiungerebbe, a vista, la strada provinciale n. 49. Noi imbocchiamo invece, a sinistra, via Sant'Alberto, che pianeggia tra belle villette e piccoli capannoni artigianali (e niente traffico) fino a raggiungere l'omonima piazza, dove si può ammirare la casa natale del Beato Alberto di Villa d'Ogna (dettagli storici nelle note tecniche). 

Il Pizzo Formico dai tetti di Sant'Alberto.

Si attraversa la provinciale sulle strisce pedonali portandoci di fronte al Ristorante Moro, accanto al quale si trova l'accesso per il ponte ballerino (o Put che bala, in dialetto-500 m di quota, due ore circa dalla partenza, percorsi 5,7 km). Lo attraversiamo, verificando personalmente che, in effetti, vi si può danzare a buon ritmo, soprattutto se si incrociano persone che provengono dal lato opposto.

Ol put che bala, visto dalla sponda piariese.

Raggiunta l'altra sponda teniamo la sinistra calpestando l'asfalto della ciclopedonale che, in una decina di minuti, ci riporta, tra splendide fioriture di aglio orsino e belle viste sul fiume Serio, al grande pascolo sul quale siamo scesi all'inizio della nostra escursione. Arrivati ad un bivio possiamo scegliere se circumnavigare il pascolo in senso antiorario per ritrovarci sul medesimo tracciato dell'andata o se tenere la destra (in direzione di Candrietti) che ci porta a deviare, ancora a destra, su un erto ma breve strappo nel bosco che ci deposita proprio di fronte al punto di partenza dell'escursione.

I pascoli di Piario visti dal punto di partenza (e arrivo) dell'escursione.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 02-05-2025 - Tempo bello.
Punto di partenza dell'escursione: Per raggiungere Piario si percorre la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si gira a destra in direzione di Clusone.  Risaliti due tornanti si arriva ad una rotonda, dove si prende a sinistra la Strada Provinciale 51 che, attraverso la pineta di Clusone, porta all'Ospedale di Groppino ed al successivo abitato di Piario. Alle prime case del paese si tiene la sinistra (via Monsignor Speranza) attraversando il centro abitato (strada stretta a doppio senso; andate piano). Dopo il Municipio e la Farmacia si supera anche un parcheggio che resta sulla sinistra, individuando, cento metri dopo, sulla destra, il piccolo parco giochi con gli stalli dove parcheggiare. Dal centro di Bergamo sono poco più di 33 km, percorribili in circa tre quarti d'ora.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 250 metri di dislivello per una lunghezza totale di 7 chilometri.
Durata: Per compiere l'intero anello si cammina per poco più di due ore e un quarto, al netto delle soste.

La costa e la cresta del Vaccaro viste da Piario. L'itinerario pianeggia nel
bosco all'altezza della cascina al centro dell'immagine 
(foto invernale).

La casa natale del Beato Alberto: Questo edificio assume particolare interesse dal punto di vista storico. Nel corso della sua plurisecolare esistenza (risale all'XI° secolo) si trasforma in diverse destinazioni d'uso. Edificata come casa contadina poco prima della nascita del Beato, alla sua morte i conterranei, grazie anche ai suoi lasciti, la ampliarono, costruendo una chiesa con annesso ospedale (uno dei primi dell'intera Val Seriana). Nel 1600 il complesso viene trasformato in un monastero, rimanendo tale fino all'avvendo degli editti napoleonici. Venne quindi acquistato da privati poco prima di essere sepolto, nel 1823, da un'imponente frana staccatasi dalle pendici del monte Vaccaro. Nel 1903, in seguito alla traslazione delle spoglie del Beato Alberto nella parrocchiale di Villa d'Ogna, è iniziato un recupero parziale della casa natia, in cui restano ancora tracce dell'antico convento.
Ol put che bala da sponda a sponda (foto invernale).

Altre escursioni in zona: Dal cimitero di Piario parte un'escursione che raggiunge la panoramicissima vetta del Sapèl Né, che divide il minuscolo altipiano piariese dalla ben più grande piana di Clusone. Ne trovate la descrizione dettagliata, cliccando sul seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/da-piario-alla-vetta-del.html.
Cartografia: Quest'area è trascurata dalle principali carte escursionistiche delle Orobie. 

In primo piano i fabbricati della Manifattura Festi Rasini, fondata nel 1889
e attiva fino all'anno 2011. Nel 1940 vi lavoravano circa 1.400 dipendenti.