| Dalla Valle Antica, uno sguardo sul fondovalle. Sullo sfondo i monti Secco e Fop. | 
🥾 Dislivello: circa 500 metri ⌚ Durata: oltre 3 ore 📏Lunghezza: 7 chilometri
| La cascina senza nome, punto più alto dell'escursione. | 
L'idea era di realizzare un itinerario che, partendo dalla frazione di Gavazzo e risalendo il bosco della sponda sinistra del torrente della Valle Antica, sarebbe arrivato alle Baite di Redorta. Terminata la salita, si poteva completare il percorso scendendo nella Valle di Foga fino a poco sopra Salvasecca, dove ci dovrebbe essere una deviazione per scendere a Dossi e quindi ritornare a Gavazzo lungo la strada provinciale. L'anello era abbastanza evidente in una applicazione specializzata per escursionisti, che utilizzo da almeno tre anni, senza particolari problemi. Beh, c'è sempre una prima volta! Il tracciato di salita si è presentato subito molto complesso, abbandonato a se stesso da molto tempo, completamente privo di segnaletica, che scompariva soprattutto nei punti più cruciali.
| Il sentiero nella faggeta. | 
Dopo tanto penare, e parecchi giri a vuoto, mi sono rassegnato a seguire una labile traccia, raramente accompagnata da sbiaditi bolli, ora viola, a volte blu. Mi ha fatto risalire uno splendido bosco di latifoglie alternando ripidi strappi ad altri...ripidi strappi. In alcuni punti ha sfiorato la dirupata forra del torrente che in alcuni tratti presentava altezze significative, per depositarmi infine accanto ad un'anonima cascina posizionata in una soleggiatissima radura. Ho scoperto per caso un castagneto (credo tra i 1000 ed i 1200 m. circa di quota) che, probabilmente, è tra i più alti delle Orobie. Ho risalito un bosco che mi ha offerto colori autunnali spettacolari, godendo di silenzi pressochè assoluti, cesellati soltanto dai canti degli uccelli e dai giochi d'acqua del torrente che scende i ripidi salti della Valle Antica.
| Il torrente della Valle Antica. | 
Quindi se, nonostante questo racconto, decidete comunque di risalire questo sentiero, seguite con attenzione le indicazioni della prima parte del percorso (quella con maggiori problemi di orientamento). Arrivati a calpestare la traccia sommersa da un foltissimo tappeto di foglie secche, non la abbandonate per cercare funghi o castagne. Ritrovarla non vi sarebbe facile. Vi prego infine di non richiedermi la traccia GPS del percorso. Quel che ho registrato sembra il tracciato di un seggiolino volante sbalzato e proiettato nello spazio da una giostra di calcinculo. Sarà stata la mancanza di segnale telefonico, oppure gli hacker russi o, più facilmente, il sottoscritto particolarmente imbranato nell'uso della moderna tecnologia...
| Il sentiero parte alla destra della cisterna GPL. | 
Breve descrizione della traccia: Si parcheggia l'auto in uno dei due stalli gratuiti posti ai lati della chiesetta di Gavazzo (825 m), frazione di Valbondione. Si cammina lungo la SP 49, in direzione di Valbondione, per una cinquantina di metri. Raggiunto un semaforo, si attraversa la provinciale per entrare in una stradina a fondo chiuso. La si percorre integralmente, compiendo anche due curve, la prima a destra e l'altra a sinistra, fino ad arrivare di fronte ad un serbatoio di GPL parzialmente interrato, a destra del quale parte un sentierino che si inoltra in un boschetto di noccioli. L'esile traccia risale costeggiando la sponda destra del torrente arrivando ad un guado (circa 900 m, venti minuti dalla partenza), dove si attraversa saltando sui sassi, giungendo quindi sulla sponda opposta.
| La bella radura e l'imponente faggio. | 
Si costeggia in discesa la sponda sinistra per una decina di metri, arrivando ad un punto dove un tracciolino rende possibile risalire, rapidamente e senza difficoltà, ad una bella radura, dove troneggia un magnifico esemplare di faggio. Rimontando il bordo che divide il torrente dalla radura, si giunge al limitare del bosco dove, accanto ad un grosso masso erratico, si individua una traccia che, poco sopra, confluisce nel sentiero che seguiremo fino alla meta. Si gira quindi a destra e, poco oltre, si incontrano i primi bolli viola e blu. La traccia sale con diverse serpentine, in una bellissima faggeta, all'interno della quale si incontrano anche produttivi boschetti di castagni.
| Le dolomiti della Valcanale dal bosco della Valle Antica. | 
Dopo un'ora di salita (a 1170 m circa di quota) il sentiero si avvicina alla forra che precipita nella Valle Antica. Protetti dalla vegetazione, la si costeggia per un breve tratto, godendo di interessanti visuali verso le dolomiti della Valcanale, i pizzi della Valsecca ed il fondovalle. La traccia appare e scompare. Ad aiutare l'orientamento rimane soltanto il rumore del torrente. Scomparsi i castagni, si attraversa la faggeta in purezza, fino al suo diradarsi, di fronte ad un recinto che delimita la proprietà di un pascolo.
| Si costeggia il recinto, salendo ripidamente... | 
Si costeggia il recinto, salendo ripidamente verso un visibile cascinale ben ristrutturato, che eleggo punto d'arrivo della salita e ne godo l'invidiabile posizione panoramica (1360 m di quota circa- due ore dalla partenza). La cascina è probabilmente situata poco sopra le Baite di Redorta ma, tutt'intorno, non si trova traccia di sentieri, tantomeno segnali o cartelli direzionali. Mi accontento della solitudine regalatami da questa nuova zona e ritorno a valle, seguendo rigorosamente il tracciato di salita Per percorrere tutta la discesa ho impegnato circa un'ora e un quarto a buona andatura.
| La cascina senza nome vista da nord. | 
Note tecniche:
 
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