giovedì 28 ottobre 2021

Da Bruntino un anello escursionistico tutto intorno alla Valle del Giongo, la zona più selvaggia del Parco dei Colli di Bergamo.

A meno di dieci chilometri dal centro di Bergamo è possibile effettuare una escursione ricca di elementi naturali e paesaggistici che attraversa fitti castagneti e suggestivi ambienti rurali, per poi scendere in una valle selvaggia e disabitata che offrì rifugio ai partigiani ed agli internati evasi da uno dei maggiori campi di concentramento dell'Italia Settentrionale.

Autunno ai Prati Parini

L'anello parte da Bruntino Alto (441 m - vedi dettagli nelle note tecniche relative al punto di partenza) e, per gran parte dell'itinerario, si seguiranno le indicazioni del sentiero segnalato dal Parco dei Colli con il n. 113.   Il primo tratto è pianeggiante e si inoltra nei boschi del monte Giacoma aggirandone il versante nord.   Ad un bivio ben segnalato prendiamo a destra, per un evidente sentiero che risale tortuosamente lungo il versante che guarda la selvaggia Val di Giongo. 

Nei pressi della Forcella di Rua

Percorriamo una mezzora di cammino avvolti da fitti castagneti che, in alcuni punti, trasformano il sentiero in un coloratissimo tappeto di foglie, ricci e frutti da cogliere.   Raggiungiamo così la forcella di Zappel d'Erba (550 m), oltre la quale la traccia percorre una sterrata in un ambiente più aperto.  Dopo un'ora di cammino dalla partenza si arriva alla Forcella Rua (653 m) dove ci aspetta un trivio.  Seguiamo fedelmente le indicazioni del n. 113 e puntiamo alla Forcella di Camblì, superando un deciso strappo grazie ad alcuni tornanti, in parte cementati.

Alla Forcella di Camblì

Successivamente il sentiero risale più dolcemente, lungo il versante sud del monte Lumbric, dove il castagneto si fa più rado e la prevalenza del bosco ceduo ci accompagna fino alla bella cascina che domina i pascoli della forcella di Camblì (731 m-un'ora e mezza dalla partenza).   Il sentiero n. 113 devia nettamente a sinistra, dirigendosi verso le Corna dell'Uomo ed i Prati Parini.   Per molti escursionisti, questo è il sentiero più bello del Parco dei Colli!

Sul tratto che va dalla Forcella di Camblì alle Corna dell'Uomo: solo alberi in Val di Giongo...

Percorriamo quindi tutta la testata superiore della Valle del Giongo, accorgendoci che quest'area è praticamente disabitata e selvaggia.   Stiamo attraversando un ambiente integro e non banale.   Si supera in leggera salita una caratteristica balza rocciosa e si segue il sentiero che risulta sempre evidente e ben segnalato.   Ad un bivio si tiene la sinistra, confortati da un piccolo cartello che si incontra dopo pochi passi che lo indica come Sentiero Alpini, a cui sono stati aggiunti, con il pennarello, i nominativi delle nostre prossime mete.

Ciclamini nei boschi delle Corna dell'Uomo.

Continuando in falsopiano, il sentiero si restringe e lo sguardo è spesso attratto dalla vegetazione compatta che ricopre la Val di Giongo.   Non si vedono cascine, strade o coltivazioni.   E' facile capire come mai, durante la guerra civile (1943-1945) le bande di partigiani avessero scelto di rifugiarsi nelle grotte create dalle acque del torrente Gionco o fra gli interstizi rocciosi di questa località. 

Le Corna dell'Uomo.

Alle Corna dell'Uomo (885 m -  due ore e mezza dalla partenza) il sentiero n. 113 si unisce con quello segnato dal CAI con il n. 507, che scende dalla vetta del Canto Alto.   Tenendo la sinistra, in pochi minuti si arriva al roccolo Fontanone, dove la traccia percorre una carrareccia che scende per alcune centinaia di metri fino ad una non evidente deviazione a sinistra (c'è solo un segnavia biancorosso a terra, sull'imbocco della deviazione stessa ed un piccolo cartello più avanti).  Tornati su sentiero, si mantiene la cresta accorgendosi, dalla presenza di numerosi cacciatori, che siamo appena usciti dal confine del Parco dei Colli.

Foliage sul tratto che porta ai Prati Parini.

Tra begli esemplari di castagni si risale la cresta erbosa, passando tra diversi roccoli e, senza seguire le deviazioni CAI che farebbero perdere quota, ci si mantiene in piano fino a raggiungere la bella locanda dei Prati Parini (802 m - tre ore dalla partenza).   Non ci resta che scendere.   Proprio accanto alle indicazioni della località ed al segnavia che ci farebbe tornare indietro utilizzando lo stesso percorso dell'andata, è evidente un sentiero che si inoltra nella fitta boscaglia che ricopre la Valle del Giongo. Prendetelo con decisione e gustatevi l'avventura!

Ultimi strappi del sentiero che sale da Cler ai Prati Parini.

Senza alcuna indicazione, il sentiero scende deciso e va percorso per la sua interezza, trascurando alcune, peraltro non evidenti, deviazioni laterali.   Giù dritto, quindi.   Si supera un primo capanno di caccia, apparentemente in attività e poi uno successivo, evidentemente in disuso.   Subito dopo si intravede, sulla destra, l'unica segnaletica della zona, scritta a mano, che indica la direzione per Mediglio-Botta.    La si trascura proseguendo diritti fino ad arrivare ad una radura dove stazionano una baita ed un altro capanno (circa tre quarti d'ora dai Prati Parini).

Primi segni di vita scendendo nella Val di Giongo.

Da qui parte una stretta carrabile, utilizzata da piccoli trattori, che scende più dolcemente verso il fondovalle, facendosi via via più larga e, attraversando il fitto bosco, sbuca in una vasta radura, lasciando intravvedere un grosso cascinale composto da due edifici (circa 360 m-un'ora dai Prati Parini).   Raggiuntolo, la sterrata gira a sinistra e prosegue in piano in mezzo alla radura, prima di rituffarsi nel bosco ed attraversare il torrente Giongo.   Si segue fedelmente la sterrata, ammirando pozze e cascatelle del torrente e, trascurando una deviazione a sinistra che porterebbe alla Madonnina del Giongo, si risale l'altro lato della valle fino a sbucare nei pressi di Bruntino Alto (441 m - quaranta minuti dalla cascina).

Autunno in Val del Giongo.

L'anello termina in questo piccolo borgo rurale i cui abitanti, al pari di quelli di San Mauro e di Bruntino Basso, fornirono un supporto fondamentale agli internati stranieri fuggiti dal campo di concentramento nazi-fascista di Grumello al Piano.   Gli ex-prigionieri, in prevalenza greci e slavi, si rifugiarono nelle grotte naturali della Val di Giongo o in stalle abbandonate in località Rua Alta.   Gli abitanti di Bruntino procurarono loro del cibo e seppero mantenere la riservatezza necessaria per evitare che venissero scoperti.   Gli stranieri si aggregarono alle formazioni partigiane della zona e, uno di essi, al termine della guerra, scelse di rimanere a Bruntino per amore.   E' la storia di Nicola Dalacmanidis, nome di battaglia: Kim.

Arrivo a Bruntino Alta (foto di maggio 2021).

Info tecniche:

Data dell'escursione: 24-10-2021. Cielo coperto e foschia persistente fino al primo pomeriggio.
Partenza dell'itinerario: Arrivati a Bruntino Alto, frazione di Villa d'Almè, si supera la chiesa di San Mauro e, tenendo la sinistra, si arriva di fronte ad un bivio dove termina la strada asfaltata.  I parcheggi sono limitati.  Si può lasciare l'auto a Bruntino Basso, aggiungendo all'itinerario un centinaio di metri di dislivello (circa venti minuti di salita e quindici di discesa).  Bruntino Alto dista meno di 10 chilometri dal centro di Bergamo, percorribili in circa venti minuti di automobile.   Per arrivarci si percorre un breve tratto della statale della Valle Brembana, girando a destra in via Brughiera  prima di giungere all'incrocio di Almè.  Da qui, le indicazioni per Bruntino e per il  Santuario di San Mauro vi porteranno in breve al punto di partenza dell'itinerario
Santuario di San Mauro a Bruntino Alta (foto di maggio 2021).

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 600 metri di sola salita, per una lunghezza complessiva di oltre dodici chilometri.  
Durata: Per percorrere l'itinerario descritto servono oltre 4 ore e mezza, senza contare le soste.
Altri suggerimenti di carattere gastronomico: Sul tracciato dell'escursione è possibile effettuare una sosta di ristoro all' Agriturismo dei Prati Parini, un angolo fuori dal tempo, situato in una posizione eccezionale.  Si mangia cucina tipica bergamasca e gustosa carne alla griglia.  E' anche un ottimo punto d'appoggio per le informazioni necessarie agli escursionisti. Consigliatissimo. Il sito web è:  https://agriturismopratiparini.com. Il telefono: 0345/60245.


Agriturismo dei Prati Parini.

Altri suggerimenti di carattere storico-culturale: Sulla rivista a cadenza annuale Quaderni Brembani, n. 9 potete leggere un suggestivo racconto, scritto da Denis Pianetti, relativo alla storia del partigiano Kim, nome di battaglia del greco Nicola Dalacmanidis, evaso dal campo di concentramento della Grumellina, rifugiato nelle grotte della Valle del Giongo e residente per amore in Bruntino.   Tramite questo collegamento potrete scaricare il pdf della rivista realizzata dal Centro storico culturale Valle Brembanahttp://culturabrembana.com/quaderni-brembani-9/.

Mazza di tamburo in Val di Giongo.

Cartografia: Mentre il sentiero n. 113 è segnalato ed evidenziato nelle principali carte escursionistiche attualmente in commercio, il tratto che da Prati Parini scende al torrente Giongo per risalire a Bruntino Alta non è indicato sulle mappe.  Il sentiero e la successiva carrareccia sono comunque evidenti, anche se sarebbe opportuno posizionare un minimo essenziale di segnaletica che permetterebbe di effettuare questo suggestivo anello in tutta sicurezza, valorizzando ulteriormente questo territorio ricco di suggestioni storiche e naturalistiche.

Campanula selvatica nei boschi del Mont Lumbric.








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