Il versante settentrionale del Canto Alto conserva preziosi tesori da ammirare per chi vuole percorrere i suoi numerosi sentieri: dalle minuscole contrade che compongono le frazioni di Zogno ai fitti castagneti che, per secoli, hanno rappresentato la principale fonte di sussistenza per gli abitanti della zona.
La Val Brembana dai pascoli del Canto Basso. |
Dal parcheggio libero che si incontra all'ingresso di Poscante (401 m) partono diversi sentieri, che hanno in comune il primo breve tratto che attraversa il paese fino ad arrivare di fronte alla chiesa parrocchiale. Da qui, tenendo la sinistra, si risale una bella mulattiera gradinata (segnaletica indicante la "via delle castagne") che, in una ventina di minuti, porta alle porte della minuscola contrada di Castegnone (533 m).
In primo piano: uno degli ultimi secadur. |
Questo è il nucleo rurale più prossimo alle selve che ricoprono il versante nord del Canto Alto ed è la località che conserva ancora gli ultimi essiccatoi (in dialetto: secadùr) utilizzati per la preparazione dei biligòcc, le castagne essiccate ed affumicate con un trattamento molto particolare la cui creazione viene fatta risalire intorno al 1300 grazie all'inventiva di un contadino del posto.
In primo piano Castegnone, in mezzo il borgo di Altemarie, sul fondo Ripa di Poscante (foto presa dal sentiero 531/B). |
Percorse le strette viuzze della contrada, si supera la colorata chiesina di Santa Maria Bambina e si gira a sinistra, seguendo l'indicazione del sentiero CAI n. 504/A, con direzione Costa Piana. La traccia scende rapidamente ad attraversare la valle. Grazie ad un minuscolo ponticello, si supera un torrentello e si risale con decisione, zigzagando nel bosco. In una ventina di minuti da Castegnone si giunge in località Costa Piana (553 m), dove si svolta a destra, risalendo lungo la strada agro-silvo-pastorale che, da Poscante, porta fino alla Forcella di Monte di Nese.
Risalendo il 531/B. |
Si cammina su uno storico sentieo che, prima della costruzione della strada Priula, garantiva i collegamenti tra la media Valle Brembana e la città di Bergamo, passando per Monte di Nese ed Alzano. Il percorso è segnato dal CAI con il n. 531/B e penetra nel bosco con bei scorci verso il Canto Basso ed il Canto Alto. Dopo un tratto pianeggiante, si trascura la sterrata che prosegue diritta e si segue la traccia che svolta decisamente a sinistra. La deviazione è ben segnalata e, poco dopo l'incrocio, si incontra una lapide a ricordo di Battista Calvi, un contadino di Poscante rapinato ed ucciso da una banda di briganti nella seconda metà del diciannovesimo secolo (* in merito si veda maggiori dettagli nelle note tecniche).
Stalla Ruca. |
Dopo altri dieci minuti di decisa salita si giunge in località Ruca (780 m circa), dove sorge l'omonima stalla realizzata nell'anno 1890. Fatti pochi passi, si arriva un bivio: a sinistra si sale fino alla Forcella di Monte di Nese mentre, prendendo a destra, si prende una scorciatoia che ci fa risparmiare una mezzoretta di camminata, intercettando il sentiero 533B e portandoci direttamente ai pascoli soleggiati del Canto Basso (901 m) in soli venticinque minuti dalla Stalla di Ruca.
Il Canto Alto dai pascoli del Canto Basso. |
Il Canto Basso è il punto più alto di questa escursione. Da questa panoramica sella la vista si allarga sulle cime orobiche che contornano le frazioni e le contrade di Zogno, a destra si riconoscono le guglie della Filaressa e a sinistra troneggia la croce del Canto Alto che, volendo, si può raggiungere in meno di un'ora. Per chiudere l'anello, si prende invece il sentiero n. 507 (con direzione Ripa e Tribulina di Curte) al bivio di sentieri che si palesa proprio all'inizio di un arco naturale formato dagli alberi, posto al limite ovest del Canto Basso.
L'arco naturale sul limitare ovest del Canto Basso. |
La discesa lungo i pendii settentrionali del Canto Alto è molto bella e con pendenza regolare. La traccia è ben segnalata. Nella parte superiore si attraversa un fitto bosco composto prevalente da carpini e frassini, con occasionali presenze di betulle, aceri e faggi. Arrivando negli immediati pressi della suggestiva radura della Tribulina di Curte (762 m) si incontrano i primi castagni, che aumentano di quantità man mano si perde quota. Dalla Tribulina serve almeno mezz'ora per arrivare alla contrada di Ripa (circa 580 m), tramite un bel sentiero protetto da antichi muretti a secco.
La Tribulina di Curte. |
Messo piede sull'asfalto, si scende brevemente, prendendo la prima deviazione a sinistra che si infila nella contrada. Fatti pochi passi, sulla destra si vede la canalizzazione di un torrentello e, subito dopo, si incrocia la mulattiera gradinata che scende decisa in direzione di Poscante. Ci vorranno circa trenta minuti per raggiungere il paese, avendo l'accortezza di seguire sempre il segnavia biancorosso del CAI che, da Ripa, prende il n. 504.
Panorama sui tetti di Ripa. Sullo sfondo Miragolo e i monti Alben ed Arera. |
Più o meno a metà percorso si incrocia una carrabile sterrata, dove si deve tenere brevemente la sinistra per ritrovare la mulattiera pochi metri più avanti. A cinque minuti da Poscante si incrocia l'asfalto della strada comunale; la mulattiera riprende subito oltre. Raggiunte le prime case è sufficiente proseguire in direzione del campanile, che ci porta nel piazzale della chiesa parrocchiale dietro al quale si ritrova il centro storico ed infine al parcheggio delle scuole elementari dove si è lasciato la macchina.
Contrada Ripa. Ai piedi di questa casa si imbocca la mulattiera che porta a Poscante. |
Info tecniche:
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