Il monte Redondo è un panoramicissimo terrazzo sull'alta Valle Seriana, un po' trascurato dalla maggior parte degli escursionisti. Con questo itinerario si unisce la salita a questa vetta con un anello che unisce le principali malghe degli Spiazzi di Gromo.
Dalla cima del Redondo, osservando il faccia a faccia della Madonnina con il Pizzo del Diavolo ed il Grabiasca. |
Si inizia a camminare imboccando la sterrata agro-silvo-pastorale che si trova sul lato sinistro (limite nord) del parcheggio principale degli Spiazzi di Gromo (1190 m). Questo è anche l'inizio del "sentiero delle malghe", che sale con buona pendenza in una fitta abetaia, fino a raggiungere la baita del Dosso (1369 m). Da qui la carrareccia prosegue, superando uno stagno e svoltando decisamente a destra, fino ad arrivare alla seconda malga: la bella baita d'Avert (1495 m).
La baita d'Avert spunta dalla foschia mattutina. |
Oltre il sentiero delle malghe procede sempre in direzione sud e, con attraverso un lungo falsopiano, sale fino al pascolo della baita della Costa (1646 m) dove la traccia si biforca. A sinistra un ripido sentiero sale verso il monte Avert. Tenendo la destra, la nostra escursione si dirige invece, con una serie di saliscendi, al rifugio Vodala (1647 m), posto accanto alla stazione di arrivo della seggiovia che sale dagli Spiazzi. Dalla partenza abbiamo camminato per circa due ore.
Le baite basse di Vodala, la sterrata che porta alla seggiovia della pista Orsini ed il Monte Corrù. |
Dal rifugio si segue la sterrata di servizio agli impianti che scende dolcemente nei pressi del Colle e delle baite basse di Vodala (1580 m), oltre le quali la carreggiabile (che resta poco sotto) porta alla seggiovia di servizio della pista nera denominata "Orsini". Dalla parte opposta dell'impianto, una grossa freccia in legno indica la direzione per salire al monte Redondo.
Dal barèch un primo assaggio di quel che ci aspetta dalla cima del Redondo. |
La traccia si dipana tra le pendici settentrionali del monte Corrù, salendo fino ad un colletto che funge da spartiacque tra questa cima e la nostra meta. Usciti dal bosco, si arriva nei pressi di un suggestivo recinto di pietre per il ricovero di animali (barèch) prima di affrontare un ripido strappo che risale faticosamente gli ampi pascoli del monte Redondo.
Pizzi Redorta e Coca dalla cima del Redondo. |
Si raggiunge un tratto in piano che ci permette di rifiatare e riprendere le forze necessarie ad affrontare un'ultima salita che, con pendenze elevate, ci porta sulla vetta del monte (1799 m). Poco più in basso, ci aspettano una croce con Madonnina, una campana ed un balcone protetto da corde metalliche dal quale si ammira un panorama fantastico sulle Orobie. Quest'ultimo aereo tratto è da percorrere con un po' di attenzione. Dal rifugio Vodala si è camminato per oltre un'ora. In tutto sono tre ore abbondanti dalla partenza.
Zoom sulla zona del Pizzo Pradella. |
La vista da questo terrazzino è veramente impagabile: a sinistra svettano le dolomiti della Valcanale. Al centro troneggia il Pizzo Pradella, che si erge sopra la Valgoglio. Poco più in là spicca, inconfondibile, il Pizzo del Diavolo. Volgendo lo sguardo verso destra si riconoscono il Brunone, il Coca e le cime che contornano la conca del Barbellino: dalle cime di Caronella al Torena, dal Gleno al Recastello. In primo piano, l'ombroso ed imponente Vigna Vaga e ai nostri piedi il compatto nucleo medioevale di Gromo.
Il monte Torena e le cime di Caronella dal balcone del Monte Redondo. |
Per il ritorno si segue l'itinerario dell'andata fino alla seggiovia della pista Orsini. Si scende decisamente a sinistra seguendo la stradina di servizio dell'impianto, che ci porta a perdere quota nel bosco, attraversando più volte la pista, e regalandoci ancora belle viste sulle montagne già ammirate dalla cima del Redondo. Si arriva finalmente alla baita Pagherolo (1437 m), dove il sentiero scende con più decisione verso i visibili Spiazzi ed il parcheggio da cui è iniziata l'escursione. Dalla cima del Redondo si è camminato per un'altra un'ora e un quarto.
Incontri tra i pascoli del monte Redondo. |
Info tecniche:
Non posso che confermare quanto scritto: panorama mozzafiato, di cui vale assolutamente la pena goderne!
RispondiEliminaVerissimo. Un terrazzo sulle Orobie dalla bellezza veramente inaspettata. Grazie del commento.
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