Dal parcheggio posto negli immediati pressi del Campeggio di Valbondione (862 m-nelle note tecniche trovate i dettagli per raggiungerlo) si ripercorre a piedi via Mes, fino al suo inizio. Si prende a destra via San Lorenzo (che rappresenta la continuazione della Strada Provinciale 49 dell'Alta Valle Seriana) fino a raggiungere il Palazzo Municipale. Dal parcheggio sul retro si imboccano delle scalette che portano in via T. Pacati, dove si trova la segnaletica che ci indirizza a percorrere il sentiero CAI n. 305, verso il Rifugio Curò.
Il rifugio Merelli al Coca, dal primo tratto del sentiero CAI n. 305. |
L'asfalto cede il posto allo sterrato e si sale nel bosco con pendenza regolare, risalendo il fianco della valle. Dopo un quarto d'ora circa, si individua e si prende una deviazione sulla destra, priva di qualsiasi segnaletica, che si inoltra decisa nel fitto bosco misto di faggi, abeti rossi e qualche raro larice. Si guadagna quota con alcune serpentine che portano ad un successivo traverso che sale tenendo la sinistra, per poi riprendere a salire con qualche zig-zag.
Cercando la traccia del sentiero nel bosco di Valbona. |
In questo tratto la traccia è poco evidente ma presto, guardando verso l'alto, si intravede fra gli alberi l'inizio di una radura, che circonda il minuscolo aggregato rurale di Valbona (1299 m-circa quaranta minuti dal Municipio di Valbondione).
Alle baite di Valbona. |
L'ambiente è quasi fiabesco. Le poche baite sono splendidamente ristrutturate ed il paesaggio circostante è insolito e spettacolare. Di fronte spicca il Pizzo Coca. Più in basso si intravede il rifugio omonimo. A destra spuntano il Pizzo Cappuccello e la tozza sagoma del Cavrel. Dal lato opposto spuntano le montagne che circondano Lizzola, con il Vigna Soliva a far da protagonista.
Il Pizzo Redorta da Valbona. |
La radura che circonda le baite è tappezzata di fioriture ed è delimitata da un bosco che, come scopriremo più avanti, scopre agli occhi più attenti le tracce di una fitta presenza di fauna selvatica. Il sentiero passa tra le baite, dando modo di apprezzarne i particolari più significativi e si biforca, giusto all'altezza dell'ultimo edificio. Giriamo a destra e subito si incontra una palina segnaletica del Sentiero dei Carbonai, percorso storico-educativo ideato dal Comune di Valbondione, che ci accompagnerà fino al termine dell'escursione.
Valbona dal sentiero dei carbonai, che porta a Lizzola. |
Prendiamo ancora a destra risalendo in una selva che, poco a poco, si trasforma in un vero e proprio bosco primordiale, dove il muschio ricopre quasi interamente i numerosi massi erratici. Ai piedi degli abeti si scoprono le pigne rosicchiate dagli scoiattoli e, nei punti più morbidi del terreno, risultano evidenti le tracce di cervi e caprioli. Non mancano veri e propri formicai giganti, abitati da una numerosa popolazione di formiche rufa. Questo bosco da sempre fu dimora di fauna selvatica. Negli archivi storici risulta certificata la presenza dell'orso, l'ultimo dei quali fu abbattuto nella zona di Valbona nel lontano anno 1886.
Silene in fiore, ai bordi del sentiero sopra Valbona. |
Lungo il percorso si incontrano anche numerose postazioni (in dialetto: Ral) dove i carbonai realizzavano i Poiàt, cumuli di terra e legname con cui producevano il carbone utilizzato dai forni fusori di fondovalle. Nel tratto da Valbona a Lizzola se ne incontrano una decina, corredati di cartelli illustranti le varie fasi della lavorazione. Le fotografie d'epoca che arricchiscono questi racconti ben illustrano quanto fosse duro e faticoso il lavoro del carbonaio...
Botton d'oro ai lati del bosco prima di Lizzola. |
Dopo il primo strappo in salita, il percorso da Valbona a Lizzola risulta essere un suggestivo falsopiano che, in un'ora circa di cammino, ci porta ad un bellissimo dosso erboso dove incrociamo il sentiero CAI n. 306 che scende dal Curò verso Lizzola. Da questi prati è impressionante la mole del Vigna Soliva, mentre alla sua sinistra spunta la lunga dorsale di cime (Vigna Vaga, Sponda Vaga, Pizzo di Petto, i monti Barbarossa e Pizzul) che portano ad individuare al nostro sguardo la minuscola chiesetta del Passo della Manina.
La baita-rifugio di Mario Merelli |
Dal dosso, il primo edificio che incontriamo è la baita dove Mario Merelli (l'alpinista originario di Lizzola scomparso nel 2012, mentre scalava il Pizzo di Scais) si rifugiava per programmare le sue spedizioni himalayane. Poco oltre la traccia scende attraverso coloratissimi prati, sfiorando i resti del primo, rusticissimo impianto di risalita dell'area sciistica di Lizzola e raggiungendo il retro della Chiesa parrocchiale di Lizzola (1259 m) dedicata a San Bernardino.
Lizzola. |
Si attraversa via San Bernardino, infilandosi in uno stretto vicolo e poi in un'altro ancora più stretto, scendendo fino al ponte che passa sul torrente Bondione. Lo si percorre in direzione del parcheggio delle sciovie e si risalgono le scale che portano alla seggiovia. Sulla destra, delimitato da muretti a secco, si individua il tratto del sentiero dei carbonai che ci riporterà a Valbondione.
La conca di Valbondione dal sentiero che scende da Lizzola. |
L'inizio del sentiero riporta alcuni pannelli che descrivono le diverse specie arboree che caratterizzano i boschi di Lizzola. Subito dopo le tracce si moltiplicano. Trascuriamo quelle che salgono, riservate ai ciclisti che praticano il downhill, e restiamo in piano, sulla traccia più esile che scende brevemente verso destra e poi pianeggia fiancheggiando la radura. Verso nord il panorama si apre sulle frazioni più alte di Valbondione. Si intravvede Pianliveri, Maslana, il solco delle Cascate del Serio e le cime più alte che delimitano la conca del Barbellino.
Il guado del torrente Valgrande. |
Poco più avanti si ritrova la segnaletica del sentiero dei carbonai e si scende ad attraversare il vivace torrente Valgrande, che si guada con attenzione, aiutati da una catena metallica. L'evidente traccia prosegue in discesa, con tratti anche in decisa pendenza, sempre nel fitto di un bosco freschissimo e, in poco più di un'ora, arriva giusto giusto al limitare tra l'alveo del torrente e l'area di competenza del campeggio di Valbondione. Il relativo di parcheggio si raggiungerà voltanto a sinistra appena raggiunta via Mes.
Il monte Vigna Soliva dai prati sopra Lizzola. |
Note tecniche:
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